Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Freak_Nali    25/01/2019    0 recensioni
Niall ha solamente 18 anni quando si trova già in giro per il mondo con quattro dei suoi più cari amici.
Apparentemente ha una vita da sogno: fama, soldi, viaggi. Eppure, c'è qualcosa che manca. C'è quel senso di solitudine che lo attanaglia e che non riesce a trovare soluzione.
Tutto cambierà quando, un pomeriggio, Zayn capita su un canale di pattinaggio artistico dove una ragazza si sta esibendo sulle note di una canzone della band.
E chi si immaginava che quella ragazza, solo qualche anno più tardi, avrebbe ispirato l'intero album da solista dell'irlandese?
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

29 gennaio 2016, Londra.

Il telefono che vibra insistentemente mi sveglia bruscamente dai miei sonni tranquilli, che sicuramente si sarebbero protratti oltre l'ora di pranzo altrimenti.

Ultimamente è sempre così. Notti in bianco a girarmi nel letto senza riuscire a prendere sonno, trovarlo verso l'alba e dormire fino al primo pomeriggio. Tutto nella norma, da quando non ho più i ritmi serrati a cui ero sottoposto con gli altri ragazzi della band.

Un sospiro di sollievo lascia le mie labbra quando il vibrare del telefono si interrompe, permettendomi così di girarmi sull'altro fianco e riprendere a dormire.

O almeno ci provo, finché il telefono non vibra di nuovo.

Mi lascio sfuggire un grugnito di frustrazione, sento ancora le palpebre pesanti e l'unica cosa che vorrei fare è dormire ancora, ma porto comunque la mano ad afferrare il cellulare sul comodino, dato che rispondere sembra essere l'unica maniera per porre fine a quel trambusto.

"Niall" riconosco subito quella voce, non potrei mai confonderla per quella di qualcun altro.

Quella voce profonda, roca, che sembra appartenere a un uomo adulto e maturo e invece è proprietà di un ragazzo più giovane di me. Quella voce che ho invidiato così a lungo. Andiamo, chi non vorrebbe averla? Basta dire un semplice ciao per far cadere ai tuoi piedi tutte le ragazze, potresti dire una marea di stupidaggini e sembrare ugualmente l'essere umano dotato del quoziente intellettivo più alto esistente al mondo. Con quella voce puoi far credere alla gente qualsiasi cosa senza il minimo sforzo, specie se abbinata a quel faccino angelico che si ritrova.

E poi ci sono io.

Un ragazzo nella norma, non brutto ma nemmeno bello, con dei denti fino a poco tempo fa discutibili, una risata idiota e decisamente una po' di pancetta di troppo.

"Hey Hazza" rispondo passandomi una mano sugli occhi e tentando di apparire il più sveglio possibile o, per lo meno, non suonare come se un camion mi fosse appena passato sopra per ben tre volte consecutive.

"Buongiorno dormiglione" ridacchia dall'altro capo del telefono e capisco di aver miseramente fallito nel mio intento ma, d'altronde, Harry mi capisce sempre in un secondo.

"Buongiorno a te, qual buon vento?" chiedo, incuriosito dalla sua telefonata.

Era giorni che non ci sentivamo ormai.

"Ho un progetto in mente, ho bisogno che qualcuno lo ascolti e mi dica che gliene pare. Per ora è solo un abbozzo ma vorrei capire se continuare per questa strada o no".

"Louis non è a casa?".

"Al momento è in California, sai, il bambino" mi spiega lasciando in sospeso la frase è io mi trovo ad annuire per poi accorgermi che lui non potrà mai vedermi tramite una semplice telefonata. Ma fa lo stesso.

"Liam?" tento ancora per poter restare nel mio letto.

Vorrei aiutarlo, ma al tempo stesso l'idea di lasciare le mie coperte calde non mi alletta poi così tanto.

"Ni, ho chiesto a te, non rompere. Sarò da te tra un'ora, così non dovrai nemmeno uscire di casa. Solo... non farti trovare in pigiama, lo dico per te".

Sospiro e attendo che chiuda la chiamata per non doverlo fare io per primo, è una cosa che non mi è mai piaciuto fare. Ho le mie stranezze come tutti, sono umano anche io in fondo. Solo che io ne ho più degli altri.

Seppur controvoglia, mi alzo e mi dirigo in bagno per fare una doccia calda, sotto il cui getto mi perdo per forse troppo tempo, tanto che le dita si aggrinziscono, ma poco mi importa ora come ora.

Mi avvolgo un asciugamano in vita ed esco dal box doccia, cammino fino a davanti lo specchio del bagno e mi osservo. Mi fa ancora strano non vedere i miei capelli biondi, trovare la faccia più adulta e più stanca, le braccia più muscolose. Non sembro nemmeno lo stesso ragazzo di appena un anno fa, esile, raggiante, che non dimostra più di diciotto anni. Tutto è cambiato troppo velocemente, non soltanto nel mio aspetto ma anche nel mio intorno. La band, prima cosa tra tutte. Senza i ragazzi che mi spronano, non trovo nemmeno più la voglia di togliermi il pigiama e uscire di casa. Mi sento perso. Ho vissuto buona parte della mia vita al loro fianco, siamo cresciuti insieme, a stretto contatto ogni singolo giorno. E in un giorno soltanto è cambiato tutto radicalmente, non ci siamo più visti. Ognuno ha preso la propria strada, apparentemente opposta a quella degli altri.

Avevamo scelto il nome One Direction, eppure non l'abbiamo rispettato.

Dovevamo avere un'unica direzione, e invece ne abbiamo trovate ben quattro. Anzi, cinque.

Buffo, eh?

Ad ogni modo, sono contento che Harry stia venendo qui, non lo vedo da dicembre e sì, mi manca tantissimo. In più, sta venendo per presentarmi un progetto nuovo, per chiedermi il mio parere. Questo significa che la band non è morta, e Harry sta già pensando a qualcosa per quando ritorneremo.

Non sono ancora riuscito a superare questa novità della pausa, soprattutto perché a questa va sommata anche la separazione da quella ragazza che mi è stata accanto per anni. Entrambi i lati più importanti della mia vita sono venuti a meno nel giro di qualche giorno e io ora navigo in un oceano senza bussola e senza remi, abbandonando il mio destino alla corrente.

Lei non tornerà, ma i ragazzi sì. E tra poco getterò le basi con Harry per questo ritorno.

Forse, dopo questi mesi in cui ho vissuto in stand-by, sto per riaccendermi in via definitiva.

***

"Prima di iniziare, come te la passi, Ni?" mi chiede Harry sinceramente interessato, proprio come ha sempre fatto; è bello vedere che dopotutto le cose non siano poi cambiate così tanto.

La sua mano si posa sulla mia coscia come a incitarmi a dire il vero, mentre io lascio che la mia schiena cada all'indietro sul divano di casa mia.

"Ho avuto momenti migliori, ma me la cavo" rispondo senza raccontargli nessuna bugia, so che se ne accorgerebbe altrimenti e sarebbe dunque inutile provare a mentirgli.

"Ni, devi reagire. Perché non provi a scrivere qualcosa? Ti farebbe bene provare a vedere come va un'ipotetica carriera da solista" suggerisce e per un attimo penso possa avere ragione, scrivere mi ha sempre aiutato a superare ogni momento di difficoltà.

Poi però mi rendo conto di un termine che ha usato, che ho appena iniziato a odiare nel profondo.

Carriera da che cosa?!

"Harry, cosa significa?" chiedo tirandomi su a sedere di scatto, spiazzato da questa sua frase.

Lui sospira prima di passarsi una mano tra i lunghi capelli castani, dandomi conferma del fatto che stia per dirmi qualcosa che non mi farà piacere e sta soppesando ogni singola parola che sta per pronunciare col fine di ferirmi il meno possibile. Riconosco i suoi gesti e a volte, come in questo caso, preferirei il contrario. Sì, perché sapere che sta per essere sganciata una bomba è ancora più devastante che riceverla senza alcun preavviso. Stai lì, in attesa del colpo, e il limbo in cui ti trovi non fa che aumentare l'aspettativa e quindi il dolore per ciò che sai che sta per accadere. Amplifica tutto.

"Il progetto di cui ti parlavo non riguarda il futuro della band, riguarda... riguarda soltanto il mio" spiega cauto, parlando ancora più lentamente che il suo solito. "Non so quanto possa durare questa nostra pausa e ho bisogno di stare su un palco, non posso starmene con le mani in mano".

Annuisco alle sue parole e non posso biasimarlo. Harry è sempre stato un animale da palcoscenico e io per primo mi sono chiesto sin da subito, quando abbiamo deciso di prendere questa pausa, come avrebbe fatto lontano dai concerti e dai tour in giro per il mondo per tanto tempo. È nato per questo, non può fare senza. Sarebbe come mettere un leone in una gabbia 2x3. Semplicemente non si può.

"Fai bene, Harry" lo rassicuro con un sorriso. "Io ti sosterrò in ogni scelta che vorrai prendere, sai che puoi contare su di me".

Dopo le mie parole, la sua faccia tesa si fa all'istante più sciolta e le sue labbra si increspano in un sorriso prima che le sue braccia mi avvolgano in un abbraccio facendomi sentire già un po' meglio, nonostante la delusione di non dover lavorare per la band.

"Allora, andiamo di là e mi fai sentire questo progetto o adesso devo pure pagarti per sentirti cantare?" chiedo con tono ironico facendo ridere il mio amico che purtroppo, ormai, non posso più chiamare collega.

Sta per prendere il volo, da solo.

E io sono fiero di lui.

Ma ora cosa farò io da solo?
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Freak_Nali