Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Signorina Granger    27/01/2019    8 recensioni
Louis era la sua testa, la sua scaltrezza.
Louis era la sua straordinaria capacità di manipolare menti e ricordi delle persone.
Louis era il suo carisma e molto altro, ma era anche il suo aspetto: un profilo elegante, composto, raffinato che sempre lo aveva aiutato ad avere quella marcia in più che a tanti altri mancava. Sua sorella quasi lo prendeva in giro per il suo modo di muoversi, così rilassato ed elegante da dare, talvolta, l’impressione di star fluttuando o di muoversi al rallentatore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Sin of Lust with the aries symbol 


97-BE642-E-14-F7-4-FB1-AE47-4-B21-E4-C421-FC


Calixte Roux, affascinante, raffinata e giovane strega di buona famiglia, mai avrebbe pensato di sposare un Nato Babbano, per di più neanche francese. 
Ma si sa, il destino sa essere ironico e al cuore non si comanda, e la benestante strega Purosangue finì con l’infatuarsi di un ragazzo inglese – conosciuto a Birmingham durante un viaggio – che apparteneva ad un mondo molto diverso dal suo. Ciononostante, tra lei e Ares Murray, Nato Babbano appartenente ad una famiglia di noti allibratori, fu evidente fin da subito una grandissima affinità e una notevole intesa: per certi versi i due erano molto simili, due facce della medesima medaglia. 
Ares era criptico, affascinante, determinato, seducente, difficile da comprendere. Di riflesso Calixte era altrettanto carismatica, acuta e consapevole delle proprie potenzialità. 
All’improvviso alla ragazza non importò nulla che il ragazzo fosse un Nato Babbano: rimase conquistata da lui fin dal primo momento, quando si incontrarono proprio ad una corsa di cavalli alati, e quella che iniziò come una relazione tumultuosa e non ben vista dalla famiglia della ragazza si tramutò ben presto in qualcosa di più.  
Non molto tempo dopo i due si sposarono, stabilendosi nella città natale di Ares dove si erano incontrati, e dall’unione nacquero prima Louis e poi, tre anni più tardi, Camille. 

Calixte stravedeva per i suoi figli, e in particolare aveva un debole per Louis, nel quale sia lei che il marito si rivedevano moltissimo. Il bambino manifestò fin da subito una spiccata intelligenza, un grande carisma e l’innata capacità di ottenere ciò che voleva. 

“È esattamente un piccolo Murray”, ripeteva Ares, mentre la moglie, sfiorando con affetto i lisci capelli scuri del suo piccolo, asseriva che da grande avrebbe sicuramente fatto grandi cose: “aveva la stoffa del leader”, ripeteva la strega con un sorriso.

Un vero e proprio piccolo principe, sempre vestito di tutto punto grazie all’impeccabile gusto di una madre cresciuta tra gioielli e tessuti costosi, dotato di una compostezza apparentemente quasi innata. 
Non erano solo i suoi genitori, comunque, a guardarlo con affetto: Camille stravedeva per suo fratello, tanto da stargli intorno perennemente. Louis, dal canto suo, non se ne lamentava: era anzi il primo a prendere la bambina per mano e a portarla con sè ovunque andasse, procedendo a testa alta e scoccando occhiate quasi gelide a chiunque sembrava poterla infastidire. 


Quel pomeriggio il piccolo Murray si annoiava, solo in casa con madre e sorellina: sedeva vicino alla finestra e guardava fuori con occhi vacui, cercando qualcosa in grado di interessarlo ma, ahimè, senza grandi risultati. 
Quando udì un leggero scalpitio, dato dal rumore che le scarpette della sorella facevano sul parquet, il bambino si voltò e rivolse un’occhiata quasi inespressiva a Camille, guardando la piccola sorridergli allegra mentre sollevava l’astuccio e il plico di fogli che teneva sottobraccio:

“Vuoi fare un disegno con me, Louis?”
“… Va bene, tanto mi annoio.” 
“Mi disegni un drago?!”
“D’accordo… vieni.”  Louis scivolò dal davanzale, raggiunse la sorella – che sorrise felice – e prese i fogli per portarli al suo posto prima di prenderla per mano, conducendola verso le scale.

“Ma tu lo hai mai visto un drago vero, Louis?!”
“Certo!”
“E dove?! Io non c’ero!”
“Tu sei troppo piccola per vederne uno.”
“Secondo me dici bugie!”
“No, ti sbagli.”
“E invece sì!”


*


Quando il giovane Louis finì tra le fila dei Corvonero suo padre non se ne stupì affatto, e nemmeno la madre, dopo aver sentito parlare di quella Casa. 
Ares scrisse in risposta al figlio che erano fieri di lui, anche se Camille era ancora triste ed imbronciata dalla partenza del fratello. Louis pensò alla sorellina con affetto mentre piegava la lettera del padre, abbozzando un sorriso nell’immaginare la bambina di otto anni raggomitolata sul suo letto stringendo un peluche e con il viso nascosto contro il cuscino, nella sua perfetta posa melodrammatica. 

Nel pensare alla sorellina provò anche un piccolo moto di malinconia, dovuto alla consapevolezza di non poterla vedere per quasi quattro lunghi mesi… per qualche istante provò qualcosa e quella specie di apatia, di noia che lo tormentava sempre più spesso si affievolì un poco, ma durò solo per qualche istante. Il ragazzino sospirò piano e si appoggiò allo schienale della sedia, udendo distrattamente il gran vociare proveniente dalla Sala Comune. 
Chissà, forse iniziando quella nuova avventura avrebbe fatto nuove esperienze e si sarebbe sentito meglio. 


*


Gli anni di Louis ad Hogwarts furono tutto fuorché monotoni, vissuti tra un ottimo voto preso senza il minimo sforzo, le prime relazioni del ragazzo e sopratutto le “bravate”, specie le feste clandestine che sarebbero, negli anni a venire, state ricordate dai futuri studenti come qualcosa di memorabile ed epocale. 
Louis si rese conto che c’erano piccole cose che lo aiutavano ad uscire, seppur per brevi lassi di tempo, da quel profondo senso di noia che lo tormentava, attanagliandolo e bloccandolo: a volte si sentiva impotente e privo di qualunque autorità sulla sua stessa vita, che gli sembrava spesso cristallizzata e sempre uguale, un ciclo infinito di avvenimenti di cui poco gli importava e che affatto lo colpivano. 
Iniziò a fumare, a bere, nonché ad interrogarsi sul curioso sentimento di cui tutti parlavano, idolatrandolo come qualcosa di potente, magnifico, indescrivibile. Louis sentiva di aver amato davvero solo la sua famiglia da quando era nato, specie la sua sorellina, e faticava a comprendere la portata di quel sentimento. Le relazioni che ebbe non gli facevano “battere il cuore” o sentire “le farfalle nello stomaco”, e interrogandosi a riguardo il ragazzo arrivò persino a leggere dei libri sull’argomento, senza però trarne risposte soddisfacenti. 

L’amore rimaneva un mistero avvolto in una nebbia sottile che lo celava alla sua vista, e Louis si chiese se, provando qualcosa di simile, sarebbe riuscito a cacciare la noia in un angolo remoto. 
Forse era vero, ma non ebbe la possibilità di confermare quell’ipotesi: ci vollero quasi altri cinque anni perché Louis Murray potesse sperimentare qualcosa di simile all’amore. E avvenne in modo del tutto inaspettato.


*


La famiglia di Murray era ombrosa, rispettata ma anche odiata e temuta; mai era stato chiaro, a chi li frequentava, dove fosse per loro posizionata l’asticella fra giusto e sbagliato, bene e male. Se Louis era il perfetto connubio dei suoi genitori, al contrario la sorella più piccola era più pacata, gioiosa, buona, più pura. 
Il maggiore, che dopo il diploma finì con l’intraprendere una strada molto simile a quella di suo padre, arrivò in poco tempo – grazie a fascino, charme, capacità retoriche ma sopratutto il suo potere – a gestire una intera rete di traffici illegali di filtri d’amore celata dietro una facciata di normalissimi locali disseminati per Birmingham. Talvolta sorrideva, Louis, pensando a quanto fosse ironico: vendeva filtri d’amore, lui, che di amore ne sapeva ben poco… anche se non di vero amore si parlava in quel caso, lo sapeva. 
Il giovane quanto carismatico e talentuoso mago cercò più volte di trascinare nella sua dissolutezza la sorella, convinto che la piccola strega si stesse perdendo molte cose nella vita. Nonostante ciò Camille rimase ferma nella sua posizione, accettando comunque placidamente il fratello maggiore e amandolo – anche se non ammirando affatto le sue azioni – nonostante i suoi lati più bui.

Louis si rese conto in fretta – senza alcuna sorpresa da parte della famiglia – di saper esercitare la leadership come se gli venisse naturale, ma infondo ne aveva già dato prova a scuola. In breve tempo i suoi “affari”, la vendita di filtri, le corse dei cavalli, persino quei locali che non erano altro che una copertura decollarono, anche se ciò portò il Ministero e le autorità ad interessarsi a quel criptico giovane mago di cui tanto si raccontava per Birmingham. 

La lista dei suoi presunti crimini giunse in fretta ad una lunghezza considerevole, compresi un paio di misteriosi omicidi, ma Louis era troppo intelligente per farsi prendere con le mani del sacco e non se ne curava. 
In effetti, i suoi problemi iniziarono quando capì che cosa lo spaventava davvero: non la condanna, non la prigione, ma l’unica cosa che nessuno poteva evitare. Invecchiare. 

Louis era la sua testa, la sua scaltrezza. 
Louis era la sua straordinaria capacità di manipolare menti e ricordi delle persone.
Louis era il suo carisma e molto altro, ma era anche il suo aspetto: un profilo elegante, composto, raffinato che sempre lo aveva aiutato ad avere quella marcia in più che a tanti altri mancava. Sua sorella quasi lo prendeva in giro per il suo modo di muoversi, così rilassato ed elegante da dare, talvolta, l’impressione di star fluttuando o di muoversi al rallentatore. 

Naturalmente di tutto ciò Louis ne andava fiero, e l’idea di perdere la sua oggettiva bellezza lo disturbava non poco, nonostante fosse ancora giovane, forse anche per il timore di diventare come suo padre: Ares invecchiando aveva sì mantenuto perfettamente intatto il suo innato carisma, ma allo stesso tempo aveva visto la sua bellezza sfumare. 

Nella mente del mago iniziò a farsi strada così, una curiosa e folle idea: non era esatto affermare di non poter essere immortali, lo sapeva. C’era qualcosa in grado di non farlo mai invecchiare, e quel qualcosa si trovava al Ministero della Magia, protetto nell’Ufficio Misteri. 

Appropriarsi dell’Elisir di Lunga Vita non sarebbe stato facile, ma Louis poteva farcela. Sapeva perfettamente di averne tutte le capacità.


*


Louis Ludwig Murray finì col scoprire cosa fosse l’amore, o almeno in parte, a 23 anni, quando incontrò il Cavaliere Sacro che custodiva l’Elisir. Il suo incontro con Luvienne Lynch fu, seppur apparentemente casuale, programmato con cura dal mago. Ciò che Louis non aveva programmato, certo, erano gli effetti che quella strega avrebbe avuto su di lui.

Non doveva far altro che sedurla e prendersi ciò che voleva, come aveva sempre fatto: Louis era abituato a vincere, sempre, e senza nemmeno sforzarti troppo visto che di solito era la sua “preda” ad andare da lui, alla fine.
Quella piccola Grifondoro dalla foltissima chioma di capelli rossi e i grandi occhi grigi si rivelò, invece, un vero grattacapo: ben presto Louis capì, seppur con stizza, di non aver mai provato qualcosa del genere per nessuno. Probabilmente si era cacciato nei guai con le sue mani, ma la verità era che non riusciva a fare a meno di quell’irritante ed irruente maschiaccio, per quanto la loro “relazione” fosse sbagliata e probabilmente dannosa per entrambi, tanto che una parte di lui poteva quasi giurare di detestare quella strega.

Giunse infine il momento in cui Louis decise di agire concretamente e di mettere in atto il suo piano, ma qualcosa andò storto e a questo il mago non era affatto preparato. Luvienne lo sorprese, e nel momento in cui avrebbe potuto ucciderla il ragazzo esitò, bloccandosi senza volerlo: non avrebbe mai potuto dimenticare lo sguardo furioso e ferito al tempo stesso della strega, che lo insultò con quanto fiato aveva in gola prima di Schiantarlo, guardandolo con odio e asserendo che lo sapeva, infondo, che le voci su di lui erano vere e che anche se gli aveva permesso di trascinarla nel suo mondo malato e di “contaminarla” non sarebbe riuscito a rubare l’Elisir. 

Non fu facile, ma forse ero la prima volta Louis dovette ammettere a se stesso di aver commesso un grave errore: aveva sopravvalutato e stesso e sottovalutato Luvienne, che nonostante provasse qualcosa per lui – nessuno poteva saperlo meglio del mago – non si fece remore per sbatterlo ad Azkaban. 


*


Louis stava immobile mentre osservava placidamente la parete davanti a sè, seduto su una sedia e senza battere ciglio. 
Lo avevano incriminato per non un numero discretamente lungo di reati – non si era preso la briga di contarli – e ora lo stavano tenendo fermo in due mentre un terzo era impegnato ad imprimergli con degni indelebili un ariete tra il collo e le scapole. 

Sorrise, rilassato e per nulla preoccupato, mentre pensava all’unico altro tatuaggio che possedeva: un sole privo di nucleo, sul petto, che si era fatto incidere non molto tempo prima proprio per la causa dei suoi problemi, una piccola, terribile strega dalla chioma ribelle. 
Un sole privo di nucleo, incompleto come quella specie di relazione che avevano avuto, sbagliata sotto tutti i punti di vista e totalmente priva di futuro: Louis l’aveva sempre saputo, ma per una volta aveva voluto chiudere gli occhi e procedere facendo un passo nel vuoto, ignorando il suo buon senso.

Aveva consapevolmente deciso di ignorare la testa e ora ne pagava le conseguenze. Si era sempre interrogato sull’amore ed era stato proprio un suo surrogato a farlo capitombolare. 
Sorrise, Louis, il Peccato della Lussuria, mentre finalmente l’ago gli veniva allontanato dalla pelle arrossata, irritata e dolorante: infondo c’era qualcosa di profondamente ironico in quella storia. 

Di un’ironia crudele, sì, ma pur sempre di ironia si parlava. 





…………………………………………………………………………………………
Angolo Autrice: 

Buongiorno a tutte! 
Senza nessuna sorpresa il secondo Peccato è stato Loki, anche se ho tratteggiato la sua storia, specialmente la parentesi “Luvienne” in modo molto approssimativo, questo perché, lo ribadisco, non voglio scrivere tutto qui senza lasciare nulla alla storia vera e propria.
In settimana dubito di avere la possibilità di scrivere, quindi penso proprio che la prossima OS arriverà nel weekend… nel frattempo, buona domenica e a presto con il capitolo!

Signorina Granger 
Ps. Vi chiederei di votare di nuovo, dandomi un nome tra Sam, Alistair e Alanis. 



   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger