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Autore: theirseyes    28/01/2019    2 recensioni
Dove Alec lascia una bambina che assomiglia a lui e Magnus prima di andarsene per sempre.
Spero vi piaccia.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood-Bane, Rafael Lightwood-Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era notte a casa Lightwood-Bane, Alexander era andato a caccia di demoni con il suo Parabatai, Jace, e con la sorella minore Isabelle.
Loro tre erano inseparabili, soprattutto quando si trattava di cacciare demoni.

Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn, marito di Alexander -come lo chiamava lui-, o Alec, come preferiva farsi chiamare il Cacciatore, e padre di due splendidi ragazzi, Max e Rafael Lightwood-Bane, stava dormendo nella sua stanza, in compagnia dei figli, che si trasferivano con i loro lettini da lui quando lo Shadowhunter era a caccia di notte, per tranquillizzarlo quando il marito non tornava.

Magnus aveva spesso sogni premonitori, o comunque che in parte si avveravano.
Quella notte, però, il sogno dello Stregone era alquanto strano: c'era Alec, ma era come trasparente.

"Alexander...", sussurrò lo Stregone.
"Magnus, amore.", si avvicinò il Cacciatore.
Magnus notò che aveva qualcosa in braccio: era un fagotto in una copertina rosa chiaro, con delle giraffe.
"C-cos'è, Alec?"
Il ragazzo aprì di poco la coperta, e un visino olivastro sbucò. Gli occhi erano azzurri, ma le pupille erano feline. Ed i capelli erano neri.
"Oh, Alexander...", lo Stregone era incredulo: quel fagottino assomigliava a loro due. "Come hai fatto?"
"Non posso dirtelo, Magnus, ma si chiama Crystal. È metà Stregona, e metà Shadowhunter. Supporterà le rune e sarà magica. Prenditi cura di lei, e di Max e Rafe.", disse lasciandogli la piccola in braccio ed allontanandosi, raggiungendo un bambino, che notò essere il fratellino di Alec, morto a nove anni, mai conosciuto.
"Alexander!", urlò Magnus. Lui si girò.
"Ti amo, Magnus, lo farò sempre.", disse il Cacciatore, e svanì, mano nella mano con il fratellino.

Magnus si svegliò di colpo: il cellulare squillava. Rispose, notando che era Isabelle.
"Isabelle?", rispose lo Stregone con voce assonnata.
"M-Magnus.", disse, la voce tremante.
"Che succede?", lo Stregone si svegliò di colpo; guardò la sveglia: segnava le 3.17.
"A-Alec", scoppiò a piangere la ragazza, "ha raggiunto Max, Magnus."
Lui capì subito cosa intendesse la sorella. Il cellulare gli cadde di mano, facendo un rumore fragoroso e svegliando i figli.
Max raccolse il telefono. "Zia?", rispose il piccolo stregone. Al sentire quella voce, Izzy ricominciò a piangere. "Dov'è papà?", chiese preoccupato e mettendo il vivavoce, in modo che anche il fratello maggiore potesse sentire.
"È... con Max, suo fratello.", sussurrò.
"C-cosa? No!", urlarono i figli in contemporanea.
"Max, Rafe... Mi dispiace.", disse, ed i due attaccarono il telefono. Dovevano essere forti per Magnus, ora.
Ma prima dovevano chiederegli una cosa.
"Papà?", sussurrò Max, andandogli vicino.
"Hai sognato anche tu papi Alec con una piccola in braccio, Crystal?", chiese Rafael.
Magnus annuì.
"L'abbiamo sognato pure noi, papà.", continuò Max.
Magnus li guardò: "È impossibile..."
"È possibile, papà.", Rafe era sull'orlo del pianto, ma stava resistendo.

All'Istituto, Jace stava soffrendo. La runa bruciava, l'aveva spinto a vomitare, vomitò sangue. Sua moglie e sua sorella adottiva erano rimasti al suo fianco tutto il tempo. Quando un parabatai moriva, l'altro stava male, perdeva metà di sé stesso. Perdeva una parte importante, la parte migliore. 
"Jace...", mormorò Clary, la moglie, mettendogli dolcemente una mano sulla schiena.
Lui non rispose, anzi, si rintanò nel suo silenzio.
Iz fissava il vuoto, aveva perso entrambi i fratelli di sangue ed entrambe le volte era stato per colpa sua.
Isabelle e Clary lasciarono Jace a riposare, poi la rossa Clary decise di rimanere con Isabelle.
"Iz, non è colpa tua, okay? L'ha fatto perché preferiva salvare voi due, lo sai perfettamente."
La corvina annuì. "Ho sempre pensato che io e Jace saremmo stati i primi, non lui.", sussurrò la ragazza.
Clary la abbracciò. "Riposati, Iz. Ci sono io qui."
Isabelle si rilassò fra le sue braccia, anche se di poco, e lentamente si addormentò.

Jace, nella stanza affianco, non riusciva a dormire: lacrime salate scorrevano sulle sue guance, sarebbe stato il suo turno, non aveva senso che il suo parabatai fosse morto prima di lui. Non aveva senso che Alec si fosse sacrificato per salvare lui.

Il mattino successivo, Magnus scese in cucina, e vi trovò i figli abbracciati.
"È tutto vero, allora?", chiese lo Stregone con la voce rauca dal pianto.
I ragazzi annuiorono.
Poi, sentirono un vagito, fuori dalla porta. Magnus si precipitò ad aprirla, e trovò una cesta, con una bambina avvolta in una copertina rosa chiaro con delle giraffe ed un bigliettino sopra di essa.
"Crystal Lightwood-Bane. Prendetevi cura di lei."
Magnus la portò dentro e la prese in braccio, scoppiando poi a piangere.
"È...", iniziò Rafael.
"Crystal.", continuò Max.
Lo Stregone annuì. "Vostra sorella, mia figlia. È il ricordo che papà Alec ci ha voluto lasciare.", mormorò, accarezzandole il viso paffuto.

Tre giorni dopo, erano tutti ad Idris per il funerale.
"Non potete entrare, voi due.", disse Robert, il padre di Alec.
"Siamo il figlio ed il marito, Robert! Abbiamo passato più tempo noi insieme a lui, che tu e Maryse!", esclamò Magnus, urlando.
Max gli mise una mano sul braccio per tranquillizzarlo.
"Nonno, per favore, facci salutare papà.", mormorò il piccolo, tristemente.
Robert sbuffò, ma annuì. "Nascosti", borbottò andandosene.
Magnus lo fulminò, e fu solo grazie a Max se non lo incenerì.

La cerimonia era un misto fra quella mondana ed il rito Shadowhunter: tutti volevano salutarlo un'ultima volta.
Tutti erano vestiti di bianco, persino i Nascosti.
Alexander Gideon Lightwood-Bane era diventato uno degli Shadowhunters più rispettati, anche grazie alle alleanze che aveva stretto con i Nascosti.

Faceva male vedere il fumo bianco che saliva, il corpo di Alexander bruciava intensamente, come faceva male vedere che Max e Rafael facevano di tutto per non crollare e per essere forti davanti al loro padre e ai loro zii.
Ma in realtà una parte di loro bruciava con Alec, mentre un'altra era con la loro nuova sorellina, del regalo che il padre gli aveva fatto, e gli avrebbe fatto anche se fosse stato ancora in vita.

Jace non si era ancora del tutto ripreso, e sia lui che Isabelle si incolpavano per la sua morte: si era messo in mezzo ad un demone che li stava per azzannare, restando azzannato lui: era morto dissanguato dopo qualche minuto.

La loro vita non era più la stessa, soprattutto da quando la piccola Crystal aveva iniziato a prendere sempre più gli occhi di Alec, di un azzurro intenso, che cambiavano colore in base all'umore. La piccola era bravissima con l'arco ed eccelleva negli incantesimi. Era la migliore Shadowhunter e Stregona della sua generazione, e lo sarebbe stata per sempre.

Il ricordo del padre mai conosciuto, ma che l'aveva creata, la aiutava ad essere migliore quando attaccava, ad essere razionale e a pensare sempre prima di agire.

Magnus, Rafael e Max erano orgogliosissimi di lei, e vedevano nella giovane l'ombra di Alec, che mai sarebbe scomparsa.

 




Uhm, salve a tutti.
Qualcuno potrebbe conoscermi per il crossover che è tipo fermo da maggio, altri magari da wattpad dove avevo già pubblicato questa Shot.
Mi è presa la voglia di postarla pure qui, aaaand soooo... Ecchime.
Se non è stata così struggente e avete esaurito le lacrime, sarei felicissima ed onoratissima se lasciaste qualche recensione, mi farebbe davvero piacere.
Bene, non mi dilungo oltre e vado a spulciare tra le mie vecchie storie se trovo qualcos'altro da postare.

A presto,
Sara.

 
   
 
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