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Autore: walpurgis    01/02/2019    1 recensioni
Una vecchia raccolta di racconti casuali per il contest Chi, con chi, che cosa facevano [Yes! Pretty Cure 5 / Yes! Pretty Cure 5 GoGo!]
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La strega (1/31)

Note Iniziali: Ho iniziato a scrivere questa raccolta qualche anno fa, seguendo le regole di un vecchio contest Chi, con chi, che cosa facevano a cui non ho mai effettivamente partecipato. Mi sono concentrata sulla quarta e la quinta stagione, ovvero su Yes! Pretty Cure 5 e Yes! Pretty Cure 5 GoGo!, semplicemente perché le conosco meglio. I capitoli avranno lunghezze, generi e personaggi diversi. Tutto sarà, ovviamente, affidato al caso...


Nozomi e Nattsu sono ubriachi e Karen se ne approfitta

Karen è arrivata Natss House con una confezione di dolci e un largo sorriso. Nozomi l’ha salutata con energia, abbracciandola calorosamente e Nattsu le ha rivolto un pigro gesto di benvenuto. “Il consiglio scolastico ha concluso la riunione prima del previsto” spiega, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi, accavallando elegantemente le gambe nude “ho pensato di festeggiare”. Gli occhi di Nozomi brillano, le palpebre s’abbassano, le labbra s’increspano: ha fame, ne ha molta e “Che fortuna!” sbotta, afferrando Nattsu per la camicia, stritolandogli il braccio. L’altro risponde con uno sbuffo, borbottando qualcosa d’indistinto, soffocato dall’entusiasmo di Nozomi che si è avventata come una furia contro Karen, alternando abbracci a complimenti, ricercando il prezioso pacchetto, decorato con fiocchetti. Lei sorride ancora, mascherando la piega maliziosa delle labbra chiare, e avvicina il regalo al tavolo, facendosi spazio fra i fogli sparpagliati, gli appunti macchiati e strappati di Nozomi, i pezzetti di conversazione che deve essersi scambiata con Rin.
“Servitevi pure” invita, alzando il coperchio color confetto con le dita curate, fresche di manicure. All’interno c’è a occhio e croce il trionfo della pasticceria: ciambelle di cioccolato, praline al cocco, dolcetti al tè, bignè, frittelle unte e ricche. Nozomi è sul punto di svenire e, senza ringraziare, tuffa la mano e s’infila in bocca almeno tre tipi diversi di quelle prelibatezze; biascica un commento poco interessante, farcito di crema. Nattsu non sembrerebbe riuscire a guardarla per più di cinque secondi e “che schifo Yumehara” commentare. Le due ragazze lo liquidano con un’occhiata paziente: aspettarsi che Nattsu non abbia un motivo per il quale lamentarsi è sperare invano, quindi gli passano una mano aperta sulla schiena, carezzandola, prima di essere respinte con un “mollatemi!” pronunciato a gran voce, seguito da un turbinio di braccia infastidito. “Vado a prendermi da bere!” dice seccato e se ne va. Che poi Nattsu sarà quel che sarà: un ragazzo severo, incapace di sorridere, pessimista e insofferente, ma è tutta una farsa, le ragazze lo hanno capito. Ed è proprio quella sua gentilezza un po’ ruvida a convincerlo a tornare al piano di sopra, a rimanere insieme a Karen e Nozomi, invece che rinchiudersi in camera sua a leggere, versando del succo d’uva in un bicchiere e del tè freddo in un altro.
 
Dopo circa una mezz’ora, la situazione peggiora irrimediabilmente.
Karen mantiene una calma innaturale, scostandosi i capelli dal viso, in un gesto raffinato. Ha le mani aperte ed è seduta su una sedia, compiacendosi silenziosamente di sé. Occhieggia ancora e ciò che vede è una delle sue più care amiche, la compagna di mille battaglie, sbattere violentemente la faccia contro il pavimento. Nozomi ride, ride forte, come se fosse appena rimbalzata sopra un marshmallow o piuttosto che sul duro pavimento negozio. “Opsss…” dice solo, mettendosi una mano davanti alla bocca dopo un acuto singhiozzo, biascicando e sbavando. La gonna le è salita fino ai fianchi, lasciandole le mutandine bene in vista, il sedere per aria e il viso aperto in un sorriso stordito. Dall’altra parte del corridoio, Karen si avvicina per accertarsene, Nattsu si è rinchiuso in un mutismo ostinato, intervallato da risolini da ragazzina. La sua bella testa bionda oscilla e punta verso il suolo. 
“Sei riuscito a rimanere nella tua forma umana? Sei resistente.” commenta Karen serafica “Pensavo che tanto alcool mandasse al tappeto persino te”. Nattsu borbotta qualcosa che assomiglia a una ragionevole accusa: “strega”. Karen annuisce convinta: si è vero, è una strega, chi altri avrebbe avuto un’idea tanto brillante? Chi fra le altre avrebbe potuto far ubriacare proprio quei due, Nozomi e Nattsu, per convincerli a fare quello che voleva? Solo Karen Minazuki, ecco chi. 
 
Il giorno dopo, insieme al senso di smarrimento, arriva anche il post-sbornia. Nozomi arranca sulla ripida scala a pioli della biblioteca, pallida e ammaccata, gonfia di sonno. Sbadigliando ripone l’ennesimo libro sull’ennesimo scaffale e “è il numero 203” annuncia a Nattsu che, dopo uno sbadiglio gemello al suo, annota il numero sul proprio blocco degli appunti. Karen, a pochi metri da loro, beve un sorso di tè nero in compagnia di Komachi che fissa con occhi obliqui i suoi amici, infilandosi un dolcetto di riso in bocca. “Vi ringrazio per esservi offerti di aiutarmi a sistemare l’archivio della scuola ragazzi” dice, non del tutto certa di aver compreso appieno la situazione.
Nozomi rivolge un sorriso imbarazzato alla sua Komachin, Nattsu s’impunta e “è stata quella strega di merda a farci ubriacare e a farci promettere di fare questo lavoro” proclama a gran voce. Karen stringe gli occhi, si acciglia e batte severamente le mani, ordinando loro di continuare il lavoro più velocemente e con maggiore efficienza, ritornando alla propria postazione e trascinandosi dietro anche Komachi. L’altra si siede con un gran tonfo alla sedia della sua scrivania. “Adesso capisco perché mi hai chiesto di preparare tutti quei dolcetti e di farcirli di liquore: sei stata cattiva Karen-chan”. Karen solleva le sopracciglia e beve un altro sorso di tè e “sono stata furba Komachi, semplicemente furba” commenta. 
  
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