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Autore: Heart    05/02/2019    1 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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        XXIV                             
“La luna di sangue”
 


Era bellissima, trasmetteva potete.
Con un salto si era posta al centro dei due generali cane.
L’esercito gridò: erano pronti per riiniziare la battaglia e questa volta avrebbero vinto.
 C’erano corpi che volavano, fuoco che divampava da un attacco.
Sesshomaru si fermò un attimo e guardò sia suo padre che Dafne combattere senza che fossero mai stanchi, la loro tecnica era fluida come l'acqua, i loro movimenti calcolati e il loro potere scaturiva da un solo attacco.
Dopo quella piccola riflessione ritornò al suo ruolo di combattente, sfidando la morte con determinazione, non voleva essere da meno. L'esercito di Dafne era potente, ombre oscure si stavano ritirando nelle fessure delle terra, assorbendo quelle anime dannate che avevano dato la loro fedeltà al nemico. Rifoderò Bakusaiga e notò il sorriso complice di quei due, chissà che avevano da confabulare.
-Complimenti figliolo. Il nemico è stato devastato, ritorneranno ma non per oggi, dobbiamo far riposare i nostri uomini. – Detto questo si girò verso il castello per rientrare.
Il demone voleva capire che cosa facesse suo padre li, come mai gli avevano concesso quel privilegio? Tuttavia non si domandò oltre, sapendo che la donna che camminava al suo fianco era dotata di innumerevoli poteri. Il loro rientro fu acclamato, ogni soldato si inchinava al suo vecchio generale, ma egli non si espose oltre, era troppo pensieroso.
-Sango. Miroku. – La voce tenue di Dafne si espanse oltre le mura, la giovane aveva appreso che Kagome era stata in pericolo, ma grazie al potere che le aveva conferito e al suo, si era salvata. Finalmente la ragazza aveva scoperto che tutto era possibile e il suo piano poteva continuare senza intoppi.
-Ancora non si è svegliata. Sono preoccupata. -Ammise la sterminatrice, accarezzandole la fronte.
-Stai calma amica mia. Kagome è forte. -Affermò Dafne inginocchiandosi accanto all’amica e ponendole la mano sul cuore. -Risvegliati, mia dolce Kagome, il mondo ti attende. Custode della pietra sacra, riprendi la tua sacrale armatura e combatti il male con me. – L’ultima frase fu detta in una lingua antica, persa al mondo. Miroku ne fu sorpreso, solo i bonzi ne erano a conoscenza anche se ormai si stava perdendo. Le ragazze furono avvolte da un bagliore che le distingueva, il blu per Dafne e viola per Kagome, dando nuova forza.
La sacerdotessa aveva riacquistato il suo colorito, la sua forza era di nuovo equilibrata, adesso aspettavano il suo risveglio.
Dafne, contenta del suo aiuto, la lasciò nelle mani dei due fidanzatini e si diresse verso i demoni che stavano riguardando il piano d'attacco. Toga le fece un cenno e avanzò nella stanza. I demoni, vedendola e riconoscendola, aprirono la bocca per quando era maestosa in armatura, ma la ragazza non diede importanza a quegli squallidi e lascivi pensieri.
-Il nemico ci attaccherà nuovamente e noi saremmo pronti, tuttavia ci sono alcuni problemi. - Affermò il demone guardando verso la ragazza, lei abbassò la testa.
-Che cosa sono questi gesti complici, Toga!- ribadì la signora madre che era rimasta all’angolo a fissare tutta la scena. La signora non sopportava quella ragazzina che si attegiava come se si sentisse invincibile! In passato avevano scoperto che era una principessa vampira, anche se non le quadrava tutta quella superiorità, ciononostante aveva tralasciato di provare interesse in quel fatto... ma adesso che il suo defunto marito sorrideva e parlava come se la conoscesse da una vita.. non le andava giù.
-Madre state zitta! – aggiunse Sesshomaru tentando di calmare la demone.
- Ascoltate vostro figlio, e per la vostra sopravvivenza. - Disse Dafne mentre la fissava con sfida, stavolta le avrebbe fatto mangiare la polvere.
-Ragazzina impunente, come ti permetti a parlarmi cosi? - In un secondo si lanciò verso di lei, la sua furia era elevata, fulminante.
Si trovò contro una spada, non era né Bagusaika né Mekai, ma Songa. Toga la guardava severo e irritato.
-Femmina imprudente. Non ti è bastato la prima volta, ora cerchi di affrontarla nuovamente. Ci sono esseri che non si possono toccare nemmeno con il pensiero. – Gridò facendo abbassare le orecchie a tutti.
-Non dire assurdità Toga, tu e Sesshomaru vi siete fatti sedurre da questa cagna! – Buttò con veleno.
Un rumore sordo paralizzo tutti quanti.
-Se non volete essere fustigata dagli inferi chiedete perdono. Dafne è la signora degli inferi. -Rivelò Sesshomaru.
Il silenzio era assordante, tutti i cuori avevano smesso di battere. Adesso molte cose avevano un senso. Miroku, che si trovava dietro la porta, rimase immobile. Tutto aveva preso un senso, ecco perché poteva fare quelle cose, il suo potere, autorità, il mistero. Dafne era la regina dei morti, era grazie a lei che Inu no Tashio era ritornato dalle terre della morte.
  • Non è possibile- blaterò Seya
  • Adesso potete finire di confabulare contro di lei. Se non volete che la morte vi venga a prendere- disse infine Sesshomaru, avvicinandosi alla finestra.
Sentiva il cuore pesante, Rin era in pericolo, ma fino a che quella marmaglia fosse rimasta lì non poteva chiedere spiegazione a quei due.
 
La notte era calata, uomini e demoni erano tutti riuniti nella sala da pranzo a consumare la loro cena, c’era rumore di posate e bicchieri. Il fatto di prima era stato scavalcato, anche se alcuni la guardavano stranamente, come se tutto il caos fosse stato  causato da lei.
Ma il loro generale era posto accanto a lei come guardia del corpo e non permetteva a nessuno di toccarla e nemmeno ad una mosca di avvicinarsi a lei. Dafne era lontana da quel banchetto, avvertiva forze in avvicinamento. La luna stava calando: il momento di agire stava per arrivare. Non si accorse nemmeno dell’avvicinamento di Sesshomaru che la fissava per studiarla.
-Hai molte domande figliolo, ma dovrai aspettare. - Disse Toga bevendo del vino. Il figlio non proferì parola e continuò a guardarla come se i suoi occhi potessero entrare in quella barriera che la ragazza aveva sorretto. Quando i commensali uscirono e si ritirarono nelle loro camere, Dafne si alzò e si spostò verso la finestra. Con estrema calma alzò il braccio e la mano si aprì per far apparire una sfera di potere che sigillò tutte le vie di uscita.
-Che cosa significa? - Chiese il demone. Lei non rispose, il padre neppure e il bonzo che era rimasto nella sua postazione fissava l’amica.
-Adesso posso parlarvi, nessuno riuscirà a trovarvi e disturbare, in questo periodo anche le mura hanno le orecchie. – Affermò la ragazza. – Statemi a sentire perché non mi ripeterò per la seconda volta. Appena la luna inizierà a calare, un portale oscuro si aprirà per permetterci di entrare in una dimensione. Essa ci condurrà verso Rin e Inuyasha, loro sono il nostro lascia passare poiché posseggono un legame con noi. - Disse fissando la sfera.
- Hai iniettato la tua polvere su qualcosa è questo che vuoi dire? – dichiaro Miroku.
-Esatto. Non ho voluto rischiare, così ho fatto in modo che il mio potere potesse contattarli, ma questo può avvenire solo con voi. Il legame è stato spezzato appena loro si sono impossessati del loro potere. Grazie a Songa, Tenseiga e Seshin possiamo raggiungerli. - terminò.
- Kagome ancora non si è risvegliata - ma fu interrotto.
- La sacerdotessa è sveglia- dissero insieme i due demoni. Miroku ne fu felice e voleva correre dalla amica, ma era chiuso a chiave.
-Ci andrai appena finiremo. In quel mondo il vostro potere sarà ridotto, sarete quasi considerati umani per tutti, solo il vostro legame vi aiuterà. La chiave la custodite voi, miei amici –Dafne aveva cambiato voce, come se nemmeno lei se ne rendesse conto, gli occhi erano interamente blu e anche i capelli si stavano dipingendo del medesimo colore. La ragazza emanava potere e non solo. La sua autorità aveva messo in ginocchio anche le pareti della stanza che si stavano crepando a quel flusso di potere maestoso. Le spade vibravano, i due demoni erano affascinati da tale apparizione, ma solo Miroku avvertiva un pericolo imminente accanto a loro. –Vi ho donato le chiavi che apriranno un mondo nuovo, ma nello stesso tempo oscuro, avremo poco tempo a nostra disposizione, ma credo che riuscirete a farcela. – Il potere stava defluendo, ma Toga la fermò. –Sarà la sacerdotessa a riportare Inuyasha a casa, che cosa devo venir a fare anch’io, penso che sia più propizio che rimanga a guidare l’esercito. –Affermò il generale, ma l’entità non era d’accordo con lui, nascondeva qualcosa e se ne accorse il vecchio, -non credo di non aver mai sbagliato. Il mio sesto senso mi grida che tu dovrai salvare un anima in quella dimensione; il tuo aiuto sarà importante, il cerchio si chiuderà con una fiamma viva che vi darà una nuova forza. –Il potere svanì e tutto ritornò al suo posto. La barriera era sparita e i due demoni si fissavano con determinazione, chissà che cosa voleva dire.
-Se mi volete scusare, mi vado a riposare. –La ragazza passò accanto ai tre uomini senza rivelare oltre per poi scomparire dalla loro visuale.
-Strane le ultime parole, chissà di che cosa parlava. –Appuntò Miroku facendosi pensieroso... che non avesse scoperchiato tutti i suoi poteri? – Generale voi siete state accanto a lei, non avete avvertito nulla di strano o di misterioso? –Chiese con educazione.
Toga si risvegliò da quella riflessione e ci pensò su.
-La sua anima è invasa da un potere che pochi possiedono, anche la sua famiglia ne ha uno simile, soprattutto la madre che ha un potere simile ma del tutto diverso. Essi possono far crollare il mondo con la sola forza di volontà. A quella festa di qualche mese fa una fenice si presentò a noi, donando nuovi poteri e una missione, tutto risale da quell’episodio, penso che lei sia forgiata da quelle fiamme. Non è caso che viene chiamata l’angelo della distruzione. –Espresse Sesshomaru rivelando le informazioni che aveva trovato sul conto della ragazza del futuro.
-L’ho notato anch’io, figliolo. Madre e figlia posseggono una energia illimitata. Molte volte la donna è arrivata come un fantasma davanti l’altare della figlia, era come se fosse di casa, che il potere oscuro che galleggiasse in quella dimensione non le facesse del male. Sono due esseri diversi da noi, in loro scorre un potere fuori dal comune. –Spiegò Toga.
-Dafne ce lo aveva detto una volta, che lei e i suoi fratelli erano speciali, ma non aveva detto null’altro. –Si fece pensieroso Miroku cercando qualche barlume di ricordo, ma Sesshomaru fu più lesto –un gene speciale che gli permette di fare qualcosa di assurdo. Il loro potere deriva da questo, permette di essere qualcosa di molto potente. –Bisbigliò. Perché non ci aveva pensato prima? Che avesse avuto tutto sotto il naso e non si fosse accorto di nulla? E se lei avesse oscurato …strinse forte i denti e si voltò, aveva bisogno di calmarsi per affrontare quella battaglia con la sua freddezza.
-Sesshomaru dove stai andando? –Lo rimproverò il suo vecchio.
-Non sparirò. Prima che la luna si oscuri sarò di ritorno. –Saltò fuori dalla finestra e sparì nella boscaglia.
-Quel ragazzo mi farà penare, ma vedo che ci sono già molti miglioramenti, sarà un grande Re. –Sorrise Toga.
-Se solo usasse più il cuore che la mente. –Confermò Miroku e il generale gli mise la mano sulla spalla.
-Sei un grande ascoltatore e sai il fatto tuo, ti vorrei domani qui per parlare di nuove strategie. Credo che una mano in più ci servirebbe. –Il ragazzo ne fu subito entusiasta e acconsentì per poi ritirarsi e far visita all’amica.
Toga fissò il cielo scuro, chissà che ruolo avesse in quella battaglia. Di sicuro la ragazza aveva visto qualcosa, di lei si poteva fidare, aveva fatto molto per la sua famiglia e le doveva molto. Forse era il suo scudo? Non poteva essere. Lei già ne aveva uno ed era il suo guardiano che la guardava con occhi innamorati e la proteggeva da chiunque, anche dai suoi fantasmi, allora che cosa era quella sensazione di fastidio che avvertiva intorno al cuore? Chiuse per un attimo gli occhi, e li riaprì, aveva bisogno di riposare, anche se lui era morto, ma il suo corpo glielo stava ripetendo da un poco di tempo.
Che ci fosse dell’altro del suo ritorno e di quella missione? Tutto poteva essere, sicuramente gli dei non avrebbero concesso il suo ritorno, altrimenti.
 
 
 
 
 
C’era freddo. Le mani si congelavano a vista d’occhio. Un brivido, un secondo, un terzo…il fiato si spezzava. Le mani ben presto divennero fredde e perse il loro senso del tatto. Cercò di riscaldarsi con il calore del corpo ma era inutile, si voltò e notò che la medesima cosa era successa anche a lei. I due demoni stavano soffrendo per quelle temperature fuori dal normale, il loro yuki era svanito come il calore delle terre dell’ovest. Quei sotterranei era oscuri e creavano ombre che le mettevano paura. Ingoiò un groppo di paura e di ansia e seguì la scia che illuminava il percorso. La sua luce era chiara e brillante, l’oscurità con annientava la sua energia. Le sembrava tutto così strano, nel pensare che meno di settantadue ore fa ancora era nel suo futon a riposare e adesso si era spinta oltre le sue previsioni. I guardiani che la proteggevano senza perderla di vista rimanevano in silenzio e fissavano tutta l’aerea anche se non si distingueva nulla, tutto era buio e i loro occhi umani non vedevano nulla. L’unica cosa che non gli faceva perdere la speranza era quella dolce ed evanescente fiammella che danzava davanti ai loro occhi, era viva e potente. Si sentiva in un abbraccio pieno d’amore, lei li avrebbe condotti verso la porta che avrebbe spaccato il mondo in due.
I passi riecheggiavano in quella pietra fredda e senza forma. I loro abiti era conformi alla loro natura, come se un potere sconosciuto avesse permesso di stare nella loro forma naturale. Tutto aveva una stana composizione, anche quella dimensione in cui non si capiva né luogo, né parti. Alla fine del sentiero, la fiammella si fermò e si spense.
Il buio li sovrastò. La sacerdotessa gridò nel panico, mentre i due demoni la raggiungevano, ma non vedevano nulla, i loro sensi si era ridotti a niente.
-Dafne aiutaci. Dafne! –Gridò con paura Kagome che iniziò a piangere. Perché li castigava in quella maniera? Perché non c’era mai?  -Ci porti in un mondo sconosciuto e svanisci? Sei solo una stupida vigliacca! –Le lacrime erano uscite come un torrente incontrollabile, era come al solito, li mandava in una parte dell’universo e li metteva alla prova, ma per quale fine? Loro non erano potenti come lei, erano solo degli umani privi di ogni protezione.
La ragazza congiunse le mani a forma di preghiera e chiuse gli occhi, mentre le lacrime le bagnavo le guance. Il terreno sterile le graffiava le ginocchia.
 
-Bentornata amica mia. Mi fa piacere che il tuo sonno abbia portato quel sorriso. Purtroppo ancora siamo lontani dal vincere, ma ce la farete. –Disse guardandola. Era seduta sul tronco dell’albero in giardino, i suoi lunghi capelli erano sciolti e il suo sguardo era triste e lontano. Chissà quale pene stava soffrendo. Il suo animo era una roccaforte di sentimenti indistinti.
-Su con la vita. Tutto si risolverà. Sono pronta per affrontare anche l’inferno per ritrovare Inuyasha. –Disse la sacerdotessa, decisa nella sua nuova missione.
-Ti fai onore, custode. Non sarà facile, ma saprete farcela. Infine vi ho scelto per il vostro grande cuore e potere che aleggia nelle vostre anime. –Affermò, spostando una ciocca di capelli che si era messa davanti agli occhi.
-In che senso? Tu non verrai? –
-No. Io vi attenderò dall’altra parte. Ma sarò sempre al vostro fianco, finché la speranza vivrà nei vostri cuori. –Si apprestò a dire.
-Domani, quando l’eclissi inizierà voi entrerete in un mondo che non conosce la luce, ma i vostri animi saranno legati uno all’altro per far in modo che vi sorreggerete a vicenda, quando uno di voi sarà oppresso dalla paura. – Dichiarò Dafne, che scese dall’albero e si mosse verso l’interno del palazzo, - ma non dovrai avere paura, il tuo cuore ti guiderà verso la strada giusta. –Le sorrise per poi allungarle la mano. –Il tuo potere più grande deriva da qui. –toccandole il cuore.
Dopo aver pianificato un piano dettagliato, i tre erano pronti per quella missione. Sesshomaru era contrariato di quella cosa, che ella non sarebbe stata con loro, ma ben presto lasciò quel pensiero e appena la notte calò e la luna fu disposta ad accoglierli, una strana energia inquieta li sovrastò.
-Miei cari amici che il vostro destino si compia in questa notte di sangue. Ricordate che il buio non vi prenderà finché in voi regnano sentimenti puri, andate e vincete le vostre paure più intime. –Un fascio di luce li avvolse e li indirizzò verso la luna che pian piano si stava aprendo a quelle anime, era tempo che tutto si realizzasse.
 
Sentiva troppo freddo. Il corpo non voleva più reagire, che cosa poteva fare? Ricordati dei tuoi sentimenti, mia piccola Kagome. Prova a connetterti con lui, voi siete destinati ad amarvi. Cercarlo con il cuore, lui ti troverà.  Quelle parole sembravano un balsamo per la sua anima tormentata. Strinse le mani con forza, cercando quel calore che le aveva dato una nuova forza, e fu così che dal buio più oscuro una nuova luce apparve dalla unione di quei sentimenti; Kagome sorrise, la chiave era l’amore. Pregò con il cuore con tutta se stessa, fino a che un fascio di luce si aprì davanti ai loro occhi.
-Bentornati. –Una voce chiara e felice li accolse.
Kagome non si fece pregare e si buttò tra le braccia dell’amica che la ricambiò.
-Sei una stupida sempre a farci provare prove su prove. Ma sono felice. –
-Ne avrai ancora molte da affrontare mia cara, ma non sarai sola. –Le sorrise per poi fissare i due demoni.
-E dai Sesshomaru credevo che avresti fatto qualcosa, invece sei rimasto impassibile. Sei una partita già persa. –Rise per poi essere sommersa dalla risata grossa di Toga e di Kagome.
Il demone, arrabbiato per essere preso di mira da quella burla, si girò per fissare il luogo. Era un cratere probabilmente poiché c’era molto calore in fondo, ma come mai galleggiassero era un mistero… poi si accorse che ci vedeva benissimo e che il suo yuki era di nuovo demoniaco, solo allora avvertì una energia straordinaria circondargli il corpo e che lo aiutava a sopportare quella atmosfera. Rise senza farsi vedere, era una stratega su quel campo. Quel vulcano era profondo, il cielo era scuro, però avvertì qualcosa come se il peggio dovesse arrivare da un momento all’altro.
-Oh fratello abbiamo degli ospiti. –Avvertirono ad un tratto. Tre figure evanescenti che apparvero dinanzi a loro. Erano delle ombre e non si distinguevano i loro lineamenti.
-Chi siete? –Chiese Sesshomaru.
-Siamo i padroni del mondo, spettro! –Disse a gran voce, proiettando un vento forte che li fece indietreggiare.
-Non dire assurdità. Il mondo non ha padroni, siamo noi esseri viventi, lo arbitriamo. –Diede voce Toga facendosi avanti e mostrando la sua stazza potente.
-Illusi! Non sapete che il mondo sovrannaturale è governato da ben cinque forze immortali. Questo perché la vostra vita banale è stata strappata dalla routine e immischiata in questa vicenda che viene combattuta da anni, secoli, millenni…da sempre. –Blaterò il primo dei tre, ridendo sotto i baffi.
-Noi siamo il mondo. –Aggiunse Kagome stringendo forte il cuore. Avvertiva una forza fuori dal normale intorno a quei tre esseri che la guardavano con occhi che non promettevano nulla di buono, come se la volessero mangiare, rabbrividì a quel pensiero e fece un passo indietro.
-Esseri senza nome, sono venuta a condannarvi in nome della giustizia. –irruppe Dafne con una sfera di energia in mano, sopra il capo aveva indosso la sua corona ed era splendida.
-Taci! –Ringhiò il secondo.
-Come osi, ombra! –L’energia che scaturì da quel rimprovero fece rabbrividire i due demoni e Kagome, avendola accanto.
I suoi occhi si stavano dipingendo di rosso sangue e quattro canini si mostravano dalla sua bocca.
-Maledetta ragazzina! tu insieme a loro siete imbattibili, ma noi ci siamo muniti della sacra pietra della immortalità. –Rise prima uno e poi i restanti due, mostrando come un gioiello una pietra sfavillante che brillava di una luce dorata.
-Non è stato facile, ma alla fine ci siamo riusciti. La donna ha combattuto con grande impeto, in fine è stata una grande guerriera…ma il suo spirito era già debole, dopo aver navigato per anni tra queste terre. – Affermò il terzo con aria vittoriosa. Tutti si interrogavano su chi fosse colei di cui parlavano, ma le loro risposte dovevano attendere.
-Fratelli che ne dite di far vedere il nostro potere? –Disse il primo, allungarono le braccia e dalla unione delle loro mani formarono un rombo dal quale un fascio di luce si espanse e colpì a morte i quattro ospiti, risero per quell’attacco a sorpresa, ma ben preso si scontrarono con una barriera che li aveva protetti.
-Grazie Dafne. –Disse Kagome fissando l’amica che aveva ripreso le sue sembianze normali.
-Cercateli, intanto mi occupo di loro. –Sentenziò seria e fredda. La sacerdotessa non disubbidì e con l’aiuto di Seshin si mosse verso il basso seguita dai due demoni. Il caldo si faceva sempre più opprimente, ma non demorse, lottò contro i suoi limiti e alla fine ne fu ricompensata. Ammassati tra loro tre corpi giacevano sul pavimento roccioso. I tre atterrarono, ma uno dei tre si parò di fronte a loro.
-E no! Non può essere così facile. Abbiamo dovuto usare tutte le nostre energie per estirpare il loro potere! Non potete averla vinta così velocemente –Mosse il dito della mano destra con calma, quel gesto fece innervosire Sesshomaru che attaccò senza riflettere, per andarsi a scontrare con una barriera e finire dall’altro lato del campo.
-Maledetto! – Sputò una macchia di sangue per poi ritornare al suo posto con il padre e la ragazza.
-Che cosa vuoi ancora da noi? Penso che tu e tuoi fratelli vi siete già presi la ricompensa. –Disse Toga nervoso.
-Oh lo sappiamo. Ma mi piacciono le espressioni di coloro che soffrono vedendo le persone che amano. –Rise malefico. Che essere ripugnante, amava la sofferenza. Sesshomaru spalancò gli artigli: se si fosse permesso di sfiorarla anche con un solo dito, avrebbe pagato a caro prezzo.
-Oh quanto sei determinato principe. La tua cara bambina ha strillato il tuo nome con tanto impeto, che abbiamo dovuto tagliarle la lingua, ma non è bastato. –Rise con vittoria vedendo la rabbia che scaturiva verso il demone, che perse di vista tutto. Gli occhi fiammeggiati apparvero e poi seguiti dalle zanne e dalla sua trasformazione.
-Sesshomaru riprendi il controllo, te lo sta dicendo per provocare il caos! –Urlò Toga, ma l’ombra aveva in serbo qualcosa anche per lui: gli mostrò una figura che conosceva fin troppo bene. La sua lunga mano aveva afferrato un corpo pallido e un anima distrutta dalle loro azioni brutali. Il suo splendido vestito era ricoperto di strappi da cui intravedeva la sua pelle bianca e viola. Più saliva con gli occhi e più la bestia che covava dentro di lui usciva, non gli interessava più nulla; i lunghi capelli d’ebano scivolavano senza vita. Il suo visto era devastato da macchie, davanti a sé aveva l’amore della sua vita: Izayoi.
Riconoscendola grazie ai ricordi di Inuyasha, Kagome si coprì la bocca per non urlare. Che cosa succedeva se qualcuno toccava qualcosa di tuo? Questo. Fissava i due demoni che avevano perso il controllo delle loro azioni.
Le sue parole potevano o avere poco senso, o potevano scatenare l’incontrario, si spostò in fretta: lo doveva trovare. Ma più cercava più la paura la invadeva, strinse la mano ferma al cuore e gridò il suo nome. Spalancò gli occhi quando un corpo giaceva al suolo accanto a un masso, fece un lungo salto e arrivò all’altra sponda. Cercò di vedere chi fosse, appena notò la casacca rossa e i capelli argentati corse a perdifiato con il cuore in gola.
-Inuyasha! Inuyasha! –Gridò con paura, per poi girarlo. Sotto il corpo del demone giaceva il piccolo esile corpicino di Rin. La bambina non respirava come Inuyasha. Erano morti. I due avevano le dita intrecciate, sicuramente il suo amato aveva cercato di proteggerla. Pianse. Tutto era così assurdo.
-Seshin aiutami ti prego. –Sussurrò piano, scossa dal dolore. Spostò la piccola e abbracciò il suo amore, bagnandolo. –Ti prego Inuyasha non mi può lasciare, abbiamo tanto da vivere ancora. Io Ti amo. –Confessò e si accorse che Tessaiga appariva come per magia. Era sicura che non ci fosse prima, sia Seshin e la spada si erano illuminate, una strana energia aleggiava intorno, la riconobbe e alzò la testa. Anche i due demoni erano avvolti, Dafne li stava richiamando. Il suo potere li fece riunire, Kagome richiamò Sesshomaru mostrandogli il corpo della piccola Rin. Il demone abbandonò lo scontro con l’ombra, che nel mentre era svanita. Toga abbracciava il corpo inanimato della moglie.
Sesshomaru fissò quelle ombre con odio. Rin era devastata da ferite irreparabili, il suo cuore si era fermato.
Dafne si avvicinò ai tre con un amore materno.
All’improvviso Toga, Sesshomaru e Kagome spalancarono gli occhi a vedere quel miracolo, non poteva essere. I loro corpi battevano nuovamente, quello era una cosa incredibile, ella possedeva tale potere? Kagome si girò verso l’amica e avendo la consapevolezza che fosse lei, successe la medesima cosa che avvenne con Kaede qualche tempo fa. Il corpo giovane di Dafne era avvolto dalla seta e in lei sentiva la forza della vita. Lei era…
Il suo urlo interruppe quella riflessione, si ritrovò stretta da uno delle ombre.
-Lasciate la ragazza! –Gridò Toga stringendo da una parte la moglie e l’altra Songa, pronta a combattere.
-Portateci la fiamma azzurra e la riavrete, avete poco tempo. –E svanirono, ributtando quegli ospiti indesiderati nel loro mondo.
 
Al palazzo c’era brusio, il rientro dei due principi aveva portato scompiglio. La signora madre era su tutte le furie, non solo doveva accettare il figlio illegittimo, ma anche l’amante di Toga.
I due erano in stanze separate ma accuditi dal demone. La donna era lenta nella guarigione, ancora non si capacitava come mai lei fosse lì. Era morta tanti anni orsono, anche se il suo corpo era evanescente, segno che era solo uno spirito prigioniero di quel mondo che non le apparteneva. In passato l’aveva cercata ovunque, ma i suoi doveri erano stati mancati, forse era tutto collegato. Dafne era troppo silenziosa dopo il ritorno, il suo potere si era come spento dopo quella affermazione, che lei sapesse dove si trovasse quella fiamma?
Sesshomaru fissava il viso della piccola Rin, lei si stava riprendendo forse più velocemente dei due. Il suo colorito era buono e il suo fiato regolare. Il suo corpo aveva guarito le ferite o era merito della ragazza dagli immensi poteri.
La coprì con il lenzuolo per non farle prendere freddo. Il suo cuore si era ammorbidito quando l’aveva incontrato la prima volta, sorrise quando erano finiti nel mondo di Dafne, Rin da grande sarebbe stata bella, anzi stupenda nessuno poteva paragonarsi a lei. Con quei capelli lunghi, le guance rosse e quegli occhi vispi e intriganti. Sarebbe stata la sua consorte un giorno. Un tale pensiero lo fece rabbrividire, forse amava quella piccolina? Si sedette sul letto e la guardò per tutta la notte, senza stancarsi di studiarla, contemplarla, perché lei era una bellezza rara.
Una mano piccola e calda si appoggiò sul suo viso, facendolo ritornare al presente. I suoi occhi neri fissavano due perle dorate con un amore ancora acerbo, ma un giorno maturo per compensare quel vuoto che pian piano stava svanendo.
-Signor Sesshomaru…sono tornata. –Disse piano con la gola che bruciava da tanti sentimenti che non riusciva a capire, ma che si erano spenti alla vista del suo signore.
-Non piangere Rin. –Disse asciugandole le guance con le dita senza ferirla.
-Mi siete mancato. –Disse sincera. Si sentiva più grande e finalmente aveva abbandonato quel parlare che la rendeva incompleta.
Sesshomaru sorrise e felice e inconsapevole, abbracciò quel corpo e lo strinse a sé. I suoi capelli avevano un profumo che lo inebriava e lo rendevano succube.
-Mia piccola Rin. –Si fermò. Il suo corpo si era mosso da solo, e consapevole di quel gesto lo rinforzò sapendo che lei era diventato il suo tutto.[1]
 
Toga era preoccupato. Dafne non si era fatta più vedere e la sua aura era scomparsa da quel mondo, chissà dove era finita. Tuttavia la sua paura era la reazione del figlio minore. Kagome era stata presa come ostaggio. Una mano si pose sulla spalla e la vide, la sua amata. Aveva un dolce sorriso carico di amore. I suoi occhi erano rimasti identici ad una volta, volte celesti che brillavano appena incontravano i suoi.
-Non caricarti di ansie. Il nostro cucciolo saprà farsi valere –Disse, indicando il posto vuoto accanto al letto. Il demone non si scompose e si avvicinò all’amata, le accarezzò i capelli con amore per poi stringerle le mani con la sua possente. –Mi sembra di vivere un sogno, ci siamo incontrati nuovamente in questo mondo che ci ha voluto separare. –Mormorò.
-Siamo anime destinate ad amarci in qualsiasi luogo amore mio. –Mormorò commossa. Quanto gli era mancato, forse più del suo corpo. Ora non lo percepiva quel tocco, ma il suo amore sì.
-Mi sei mancata. –Disse, cercando di stringerla. Perché in quella dimensione ci era riuscito e adesso no? Tuttavia sviò quei pensieri e contemplò la sua donna.
Intanto in una stanza adiacente Inuyasha era immerso in un sogno ricorrente. Il demone si sentiva pesante, il cuore gli doleva. Una fitta che bruciava più dell’inferno che aveva affrontato.
-Inuyasha! –Un grido forte, deciso, suo, lo svegliò. Si sentiva spaesato. Si guardò in giro e notò che si trovava a palazzo. Accanto a sé aveva i suoi amici che lo richiamavano, ma lui era perso a ricordare quel grido di paura e di lacrime, sentiva la faccia bagnata come se qualcuno avesse pianto. Lo sfiorò e d’un tratto lo fece svegliare e si alzò in fretta.
-Kagome! –Gridò cercandola, ma di lei nessuna traccia.
-Inuyasha stai tranquillo. –Cercò di dire Miroku già provato dalla stanchezza. Il demone lo fissò: aveva la veste strappata in più punti, due occhiaie che scavavano il suo bel viso da dongiovanni.
-Che cosa è successo? – Domandò. I suoi sensi si misero all’erta e avvertì tante energie accavallarsi una sopra l’altra, di sicuro c’era stato qualcosa, ma non capiva la causa. I suoi ricordi erano confusi.
-Stai tranquillo, avrai le tue spiegazioni, ma adesso siediti. –Strillò con una voce acuta Miroku. Inuyasha si stranì, il suo amico non gridava mai era sempre calmo, c’era qualcosa di grosso che non sapeva. Infatti poco dopo le sue urla furono percepite da tutti, avendo saputo la verità. La sua furia era devastante, Toga non era riuscito a fermarlo.
-Inuyasha arrabbiarsi non serve a niente. Dobbiamo capire dove trovare questa fiamma. Che io sappia non l’ho mai sentita nominare. –Amplificò la voce il generale mettendo a suo posto il figlio minore, invece quello maggiore era pensieroso.
-Sesshomaru …-Lo richiamò.
Il demone scosse la testa, anche lui non sapeva nulla. Se solo la sacerdotessa ci fosse, lei aveva scoperto qualcosa in quel lasso di tempo, ma loro erano stati bravi a prenderla.
-Non riesco a starmene qui a fissare il muro, mentre quei mostri si divertono con Kagome. –Sbraitò Inuyasha.
-Siamo preoccupati anche noi, ma non credi che ci stai mettendo più ansia? –Lo rimproverò Miroku.
-Se solo sapessimo dove si trova. –Mormorò Toga impensierito, quella faccenda gli andava stretta. Dafne aveva tirato una mossa mancina su tutti, lei sapeva che Izayoi era prigioniera di quegli esseri, da lì ecco il suo ruolo, tutti i misteri giravano intorno a lei.
-Io so dove si trova. –Una nuova voce si aggiunse ed entrò nella sala. Indossava abiti del futuro, era elegante e leggiadra.
-Dafne! –Dissero tutti quanti.
-Razza di stupida perché sparisci sempre nel momento del bisogno? –Ringhiò Inuyasha afferrandola dal bavero della maglietta.
-Ho avuto le mie ragioni. –Disse piano. Miroku la studiò attentamente, il suo sguardo era triste, come se fosse pronta a lasciarli per sempre andare.
-Allora dove si trova? Così ci riprendiamo Kagome. – Annunciò il mezzodemone, felice di quella scoperta.
Dafne si avvicinò al centro della sala e fissò ognuno dei suoi amici.
-Non c’è bisogno di cercarla…-iniziò a dire.
-Dove? –Disse impaziente Inuyasha.
-La fiamma azzurra, detta “Aoi Hono” –iniziò, ma si sentì un piccolo urlo. Tutti si voltarono e fissarono straniti la madre di Inuyasha starsene con gli occhi spalancati, mentre le mani le tremavano. Che lei avesse riconosciuto tale nome? –La fiamma sono io. Uno scambio equivalente per un’altra vita. – Terminò Dafne mostrando a tutti il suo vero potere.
-Mia signora, siamo pronti. –Eddy apparve all’improvviso mostrandosi in armatura.
 
-Tesoro che ti succede? Chiese Toga avvicinandosi alla donna che tremava come una foglia.
-Avete di fronte la Dea della vita e della distruzione. –Mormorò pallida Izayoi mentre cadeva al suolo inerme.
Tutti erano rimasti basiti. Una Dea in casa loro.
Miroku spalancò la bocca. Anche lui percepiva la forza sacra che galleggiava intorno all’amica.
-Io sono una dei pilastri che sorregge il mondo sovrannaturale, una dei cinque. – rivelò- Ora che lo sapete… che ruolo avrete in questa guerra?-
 
 

 
 
[1]  Mi sento felice. Forse vi state chiedendo perché. Semplice, era da tempo che non avvertivo le farfalle nello stomaco. Amo la scrittura perché mi permette di esprimere emozioni che mi riempiono l’anima. Mi sento partecipe di quell’abbraccio, di quell’amore che sta per sbocciare. Un sentimento che nasce con un gesto, una parola. Il nostro principe ancora deve affrontare tante prove, ma è nella dritta via.
 
  
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