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Autore: Laila Inkheart    06/02/2019    1 recensioni
Dal Prologo
"Le ultime luci dell’alba, tremolanti mentre lasciavano posto al giorno, disegnavano pallide ombre azzurrine sulle case quadrate di Little Whinging.
La cittadina, che di solito pullulava di zelanti signore intente alla cura maniacale del proprio giardino e di panciuti impiegati muniti di pompa e idrante per il lavaggio di auto scolorite, era avvolta in un dolce torpore: la si poteva quasi sentir respirare, come il lento e ritmato alzarsi e abbassarsi del petto di un bambino.
Solo il sonnacchioso, ovattato e beatamente felice silenzio."
L'ennesima fanfiction su Harry Potter... O forse no?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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  CAPITOLO 5
 
Missioni segrete e Partenze


 
  ***

 
Era difficile dire che tempo facesse quel giorno: la mattinata era iniziata con un sole pallido, settembrino, che si nascondeva dietro le nuvole.
Poi venne fuori raggiante e illuminò un pomeriggio piuttosto caldo per il clima londinese, ma poche ore dopo ci fu una pioggia battente e improvvisa; sembrava quasi che stesse per venir giù un temporale.
Laila osservava il proprio riflesso pallido, distorto dalle goccioline che si susseguivano veloci sulle finestre incrostate del salotto di Grimmauld Place, e si ritrovò a pensare che quel tempo bizzarro e incerto rifletteva perfettamente il suo umore della giornata: un brusco alternarsi di sereni e rovesci continui che si erano conclusi con il maltempo.
Era stata così quella giornata: l’ansia e la preoccupazione dell’incontro a sorpresa con Silente la mattina presto per l’Udienza, l’assoluzione di Harry e il sollievo momentaneo, poi gli sconvolgimenti.

Quel pomeriggio sul tardi, assieme alle liste dei libri e alle comunicazioni varie da Hogwarts, era arrivato anche un trafelato Kingsley Shacklebolt che si chiuse in cucina con la signora Weasley e Sirius per parlare di “faccende private dell’Ordine”.
L’Incantesimo Imperturbabile che Molly aveva gettato sulla porta rendeva impossibile origliare anche al ficcanaso più audace, così Laila con una scrollata di spalle decise di tornare di sopra per dare un’occhiata alla lista dei nuovi libri.
Sulle scale, vide di sfuggita Mundungus che, con un fare furtivo e criminoso, bisbigliava animatamente con Fred e George; inizialmente non ci aveva dato molto peso poiché Fred le aveva spiegato che Mundungus stava rendendo loro “loschi servigi”, come li aveva definiti.
Tuttavia, mentre l’uomo tarchiato e puzzolente si avviava verso la porta, guardandosi freneticamente intorno come per controllare che nessuno lo vedesse, urtò con violenza Kreacher che prese ad imprecare con voce rasposa: “Lurido trafficante alcolista che insudicia la casa della mia povera signora…”.
Una serie di oggetti nascosti nel cappotto di Mundungus caddero a terra facendo un rumore metallico che svegliò la signora Black, la quale iniziò ad urlare a squarciagola invettive crudeli, ma l’uomo non parve dar retta né al quadro né all’elfo domestico, e iniziò a raccogliere in fretta i misteriosi monili che emettevano un potente scintillio.
Laila, che aveva osservato tutta la scena dalla rampa delle scale, scese prontamente per chiudere il quadro ululante di sua nonna, ma mentre faceva attenzione a non inciampare tra gli ammennicoli vari sparsi sul pavimento, riconobbe con un misto di sorpresa e orrore una cornice d’oro che le era stranamente familiare.
Dentro c’era una foto animata di una bambina dai lunghi capelli scuri che sfrecciava ridendo su una scopa giocattolo.
“Mundungus, e questa come diavolo l’hai avuta?” disse Laila furente, con la sensazione che di lì a poco, sua nonna e Kreacher non sarebbero stati gli unici a sbraitare.
“Q-questa… Signorina… Questa qua… Io pensavo che la vecchia ci fosse schiattata ecco, e quindi…” balbettò Mundungus evitando lo sguardo della ragazza.
“Schiattata? Mundungus, è successo qualcosa a mia nonna? Ti sei infiltrato a casa mia? Cosa sai? Parla! E molla quella fotografia!”.
Laila strappò la vecchia foto dalle mani di Mundungus che se la stava rigirando senza avere la più pallida idea di cosa fare, quando improvvisamente la porta della cucina si aprì.
“Allora? Cos’è tutto questo baccano? Vi si sente da dentro! Cosa vi salta in mente?” esclamò la signora Weasley.
Sirius uscì dalla cucina e con una falcata richiuse il quadro strillante di sua madre e mandò via Kreacher con un calcio, ma l’atmosfera era tutt’altro che calma.
“Papà, signora Weasley.. Mi spiegate cosa diamine sta succedendo? Ho appena beccato Mundungus con una cornice che appartiene a nonna Vera, e sta farfugliando cose sul fatto che credeva fosse morta... Allora?!” insistè lei, sentendo la rabbia montare quando vide il viso di suo padre pallido e allibito, e le occhiatacce della signora Weasley in direzione di Mundungus; tutti sembravano decisi ad evitare il suo sguardo.
Non si era neanche accorta che Harry, Ron, Hermione, Ginny e i gemelli erano scesi dal piano di sopra e si rivolgevano occhiate interrogative tra loro.
“Kingsley ci ha appena riferito un messaggio di Silente. La comunicazione con tua nonna Vera si è interrotta bruscamente qualche giorno fa e non riusciamo a rintracciarla.” Spiegò Sirius in modo deciso ma cauto, come se avesse paura che una bomba esplodesse.
Laila ci mise un po’a processare la notizia e intanto, il suo sguardo vacuo passava dalla cornice dorata al pavimento scuro di Grimmauld Place.
Era calato un silenzio tombale, che Kingsley interruppe con un po’ di esitazione: tuttavia la sua voce suonava calda e rassicurante quando, rivolgendosi alla ragazza che era diventata più bianca di un lenzuolo, disse: “Capisco la tua preoccupazione, Laila. E’ naturale che tu sia turbata, ma considera che Silente ha la situazione sotto controllo e non ci ha dato motivo di stare in apprensione.”
“E’ vero cara, cerca di stare tranquilla, non le accadrà nulla di male.” rincarò la signora Weasley con voce dolce e materna.
“Già, poi tua nonna è un osso duro!” esclamò Sirius con un gran sorriso, che attenuò il clima di tensione in cui si trovavano “pensa che una volta ha combattuto contro tre Mangiamorte contemporaneamente e ne è uscita indenne, si dice che hai tempi di Hogwarts abbia stracciato la McGranitt al torneo scolastico di Scacchi Magici, ma soprattutto… ha cresciuto quella peste di tua madre!” e indicò la bimba che rideva a crepapelle sulla scopa giocattolo, nella vecchia foto animata.
Nonostante avvertì delle lacrime calde scorrerle lungo le guance, Laila sentì che il macigno che le era piombato improvvisamente sul petto, si era alleggerito un pochino.

 
*
 
Per il resto del pomeriggio, tutti evitarano accuratamente l’argomento “nonna Vera” ma, sebbene  Laila cercava di tenersi occupata come meglio poteva, il suo pensiero andava inevitabilmente a lei.
Si sentiva incredibilmente frustrata. Frustrata ed impotente in quella casa piena di adulti che pensavano di poter gestire ogni situazione senza dovere la minima spiegazione ai ragazzi e in quel caso a lei, che era la persona più coinvolta e toccata dalla faccenda.
Nonna Vera era stata tutta la sua famiglia fino a quando, qualche anno prima, aveva scoperto che suo padre era vivo. Lei era sempre stata lì, a sostenerla e incoraggiarla, a strapparle un sorriso con i suoi modi un po’ retrò e il suo immancabile sarcasmo.
Poteva essere inflessibile, severa e talvolta burbera, ma la verità era che le aveva fatto da madre e da padre per tredici anni; ora era dispersa chissà dove e anche la più remota possibilità che non l’avrebbe rivista, stringeva il cuore di Laila in una morsa che le rendeva faticoso respirare.

Guardò distrattamente la lista dei libri del quinto anno e con aria assente si congratulò con Ron e Hermione che erano stati nominati Prefetti; non fece caso all’espressione turbata e stizzita di Harry nell’apprendere quella notizia e approfittò della raffica di battute dei gemelli Weasley su “Ronnino il Prefettino” per sgattaiolare nella sua camera dopo aver farfugliato qualcosa sul dover pulire la gabbia del suo gufo Anacleto.
Harry, che nemmeno aveva molta voglia di rimanere in quella stanza, colse al volo l’occasione e seguì a ruota Laila, rispondendo allo sguardo interrogativo di Hermione con un cenno del capo; salì la rampa di scale che portava alla stanza delle ragazze con una sensazione di pesantezza allo stomaco e, quando aprì la porta, trovò Laila di spalle, raggomitolata sul letto con la testa sulle ginocchia.
Harry pensava stesse piangendo, ma, quando si girò a causa del cigolio della porta e lo vide, aveva un’espressione indecifrabile: un po’ trasognata eppure estremamente vigile.
“Oh, sei tu Harry.” disse piano. Harry esitò ad entrare perché, dato il momento delicato in cui lei si trovava, pensava potesse voler restare da sola.
Laila sembrò intuire cosa gli stesse passando per la testa: abbozzò un sorriso un po’ malinconico e gli fece cenno di avvicinarsi; Harry si sedette a sua volta sul margine dell’ampio letto a baldacchino e la guardò di sottecchi: era incredibilmente pallida, più del solito se possibile, con lo sguardo scuro e spento fisso fuori alla finestra che dava sulla strada.
Per quella che forse fu la prima volta, Harry non sapeva bene cosa dirle: avrebbe voluto sfogarsi e liberarsi di quel nodo in gola che non si smuoveva da quando aveva saputo che Ron era stato scelto come Prefetto e non lui.
Avrebbe voluto che lei fosse d’accordo e avesse capito il suo fastidio e la sua incredulità: aveva bisogno di sapere di non essere disgustoso perché pensava che, forse, era più lui, Harry, a meritarsi quella spilla con la grossa P luccicante.
Tuttavia pensò che in quel momento potesse risultare indelicato e fuori luogo: Laila aveva un problema ben peggiore e forse doveva essere lui a darle supporto, ma non sapeva bene come fare e cosa dirle.
Dopo qualche minuto di silenzio, fu lei a parlare, con un tono di voce basso ma vibrante: “Forse non me l’avrebbero detto. Se a Mundungus non fosse caduta la cornice e io l’avessi vista, forse non mi avrebbero detto nulla.”
Harry non rispose: probabilmente sarebbe andata così. D’altronde li tenevano completamente all’oscuro delle faccende dell’Ordine.
“Questa cosa mi fa impazzire, perché mi sento.. Come se non potessi fare nulla per lei. Sono chiusa qui dentro mentre lei è in un altro Paese in difficoltà. Mi sento così, così…”
“…inutile, già.” concluse Harry, capendo perfettamente come si sentisse l’amica. Anche lui si sentiva così.
Lo stavano trattando come un bambino quando era stato lui a vedere Cedric morire davanti ai suoi occhi e ad affrontare Voldemort.. Era stato segregato un’intera estate dai Dursley senza uno straccio di notizia da Ron, Hermione o chicchessia, e ora l’Ordine sembrava ritenere superfluo che lui venisse messo al corrente della situazione in modo più dettagliato.
Non era abbastanza? Lo ritenevano un ragazzino non ancora degno di fiducia? Era forse per questo che Silente aveva scelto Ron e non lui come Prefetto?

Laila era nel totale sconforto e si limitò ad annuire, mentre fissava le goccioline di pioggia rincorrersi sul vetro appannato della finestra.
“Senti… Non posso prometterti che andrà tutto bene. Però io credo che Silente sappia cosa sta facendo…” le sue stesse parole, suonarono a Harry come se non provenissero da lui. E senza alcun motivo apparentemente logico, sentì un’ondata di rabbia montare al pensiero di Albus Silente.
“A me sembra che la situazione gli stia un po’ sfuggendo di mano invece. Ha perso i contatti con nonna Vera, quindi significa che qualcosa non sta andando secondo i piani.” sentenziò Laila brusca; a quanto pare nemmeno lei era molto soddisfatta dell’operato del Preside.
Harry si massaggiò le tempie mentre ripensava all’Udienza di quella mattina: è vero, l’intervento di Silente era stato decisivo. Ma una voce sincera nella sua testa gli sussurrava: “Avrei voluto che mi avesse parlato, però. O quanto meno, guardato.”
Cercò di accantonare quei pensieri in un angolo remoto della sua testa: ci avrebbe rimurginato più tardi, con calma.
“Non sappiamo che tipo di missione è stata affidata a tua nonna ma non sarebbe così strano se in qualche modo c’entrasse l’Ordine. Lo ha detto oggi Sirius, no? Tua nonna è una tipa tosta, ma nel caso si trovasse in qualche serio pericolo sono sicuro che i membri del Quartier Generale non esiterebbero ad accorrere in suo aiuto. E poi il fatto che la loro corrispondenza si sia fermata non significa per forza che l’è capitato qualcosa di brutto; sai com’è fatta, è molto prudente, stile Malocchio… Vigilanza costante!”.
Laila rise di cuore per la fedele imitazione di Alastor Moody e Harry si accorse di quanto la risata di lei, bassa e simile ad un latrato, ricordasse quella di Sirius.

Poco dopo, la signora Weasley li chiamò per la cena; con il cuore ancora pesante e la testa che gli turbinava di pensieri, Harry varcò la soglia della camera delle ragazze e si avviò verso le scale, cercando di stamparsi sul viso un’espressione che non tradiva il suo malumore.
Poi avvertì un tocco leggero sulla spalla e delle parole appena udibili, flebili come un soffio: “Grazie di cuore, Harry.”

 
*

 
La mattina della partenza per Hogwarts, Laila si svegliò tutt’altro che riposata: il suo sonno era stato popolato da incubi e continui risvegli notturni.
Ne risultavano due cerchi violetti attorno agl’occhi che le conferivano vagamente l’aspetto di un cadavere (“Complimenti per la cera, Laila: fai invidia alla Dama Grigia di Corvonero…” commentò Fred guadagnandosi una serie di occhiatacce torve), e la reattività agli stimoli di un bradipo astenico (la signora Weasley le chiese tre volte se le andasse del porridge per colazione).
Dopo una caterva di urla provenienti dalla signora Weasley (“MA COME VI VIENE IN MENTE DI STREGARE I BAULI? DOVEVATE FARE DUE MISERE RAMPE DI SCALE, SANTO MERLINO, POTEVATE FARLE MALE SUL SERIO!”) mentre riparava con la magia il naso sanguinante di Ginny, che era stata urtata dai bauli volanti di Fred e George ed era rotolata fino all’ingresso, e dalla signora Black (“MEZZOSANGUE! FECCIA! SUDICIE CREATURE!”), tutta la combriccola si ritrovò nel soggiorno con bauli, gufi, civette e mantelli da viaggio.
Un grosso cane nero simile ad un orso, scavalcò con un balzo i bauli e si sistemò tra Laila e Harry.
“Oh, per l’amor del cielo Sirius… Silente ha detto di no!”*
Ma l’Animagus scodinzolò felice e fece le feste, al punto che la signora Weasley sbottò esasperata: “Oh insomma… Beh, la responsabilità è solo tua.”*

Attesero la scorta per alcuni minuti prima di chiudersi il battente d’argento alle spalle e uscire al pallido sole settembrino.
Erano stati a Grimmauld Place per circa due settimane, ma negl’ultimi giorni Laila si era sentita sempre di più come un uccellino in gabbia: perciò, uscire all’aria aperta nelle strade caotiche di Londra, la fece sentire in qualche modo più leggera.
Sirius sembrava essere dello stesso parere: diede un latrato di gioia e saltò attorno a Harry, cercando di mordere i piccioni. Laila si ritrovò a pensare che suo padre era stato rinchiuso per tanto, tanto tempo, e provò un moto di tenerezza e felicità a vederlo nella sua forma animale che inseguiva la propria coda.
Harry non potè fare a meno di ridere, ma la signora Weasley ostentò un’espressione di seria disapprovazione.
Ci misero una ventina di minuti a piedi per raggiungere King’s Cross: l’espresso per Hogwarts, rosso scintillante, era già sul binario nove e tre quarti ed eruttava vapore fuligginoso.
Uno sciame di studenti si accalcava vicino al treno: chi salutava le proprie famiglie e chi si affrettava a salire per prendere i posti migliori.
Laila sentì un’emozione crescere dentro al petto… stava tornando a Hogwarts, per davvero, quasi non riusciva a crederci; ben presto li raggiunsero Ron e Hermione seguiti da Malocchio, con Ginny, Fred e George accompagnati da Lupin.
Il treno fischiò due volte e si salutarono tutti in fretta ma calorosamente: Lupin strinse a tutti la mano e li incitò alla prudenza, Malocchio li mise in guardia ad essere cauti nella corrispondenza epistolare, mentre Tonks abbracciò tutti e, con un gran sorriso, aggiunse che era felici di averli conosciuti e che sperava si sarebbero rivisti presto.
La signora Weasley spinse concitata i ragazzi verso lo sportello del treno, facendo le sue solite raccomandazioni:
Scrivete… Fate i bravi… Se avete dimenticato qualcosa ve la spediremo.. Ora salite sul treno, presto…”*.
Laila provò una fitta di nostalgia a vedere il grosso cane nero che scodinzolava e correva accanto al finestrino del treno che lentamente si stava mettendo in moto; diede uno sguardo ai ragazzi vicino a lei che salutavano le persone sul marciapiede e gridavano.
Improvvisamente, provò un’ondata di malinconia al pensiero di separarsi da Sirius, che sarebbe dovuto tornare in quella casa triste e opprimente; premette il viso contro il vetro e vide che il grosso cane rincorreva il treno, abbaiando come per salutarla.
Poi l’Espresso fece una curva e Sirius sparì. Con il naso contro il finestrino, Laila mormorò piano: “Ciao anche a te… papà.”


 
*


Note dell’autrice:

Salve a tutti, popoloso popolo di EFP! Sì, sono proprio io, Laila Inkheart; sono ancora viva e vegeta per chi se lo stesse chiedendo.
Che dire, è una vita che non aggiorno, faccio schifo e ne sono consapevole lol spero possiate perdonarmi, cercherò davvero di aggiornare con una cadenza quanto meno più regolare.
Per quanto riguarda il capitolo: ennesimo capitolo di transizione (NON NE POSSO PIU’ MA VI GARANTISCO CHE SERVONO AI FINI DELLA TRAMA), ma almeno c’è una giuoia: si ritorna alla cara e vecchia Hogwarts!!!!
Per il resto beh, capitolo abbastanza breve che a me risulta anche un po’ palloso. Spero non lo sia eccessivamente per voi, era anche per ri-rompere un po’ il ghiaccio dopo una lunga assenza ^^
Lasciatemi un parere se ne avete voglia, sono sempre curiosa di sapere cosa pensate di ciò che la mia mente malata produce <3 Alla prossima (che, VI GIURO, non sarà tra altri 6 mesi), vi abbraccio forte.

PS: le frasi in corsivo seguite da un * sono quelle che ho ripreso direttamente dal quinto libro, Harry Potter e l’Ordine della Fenice
.



                                                                     
  
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