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Autore: Maiko_chan    07/02/2019    5 recensioni
[Estratto]
Hinata sospirò, rimettendo a posto gli ultimi palloni nella loro cesta. Era rimasto solo lui all'interno della palestra: i suoi compagni erano da tempo andati via e senza Kageyama anche allenarsi più del solito aveva perso un po' del suo sapore. Hinata scosse la testa vigorosamente per scacciare quei pensieri malinconici dalla mente. "È solo una fase", si disse, dirigendosi verso la sua bicicletta, "quando Kageyama finirà le sue interviste tornerà tutto come sempre". Ma Shōyō in fondo sapeva bene che nulla non sarebbe stato più come prima.
{KageHina}
In cui Hinata cerca disperatamente di non far trasparire i suoi sentimenti per Kageyama, ma fallisce miseramente. E Kageyama? Kageyama ovviamente fraintende tutto.
Terza classificata al contest "Il contest del fluff" indetto da wurags sul forum di EFP
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Yachi Hitoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Together, we stand

(Divided, we fall)

 

 

 

 

 

Le amichevoli si susseguivano a velocità tale che Hinata aveva perso il senso del tempo.

Febbraio stava iniziando a lasciar spazio a un tiepido Marzo e il terzo e ultimo anno di liceo era cominciato da ormai qualche mese. Quel giorno, tuttavia, c'era qualcosa che stava turbando la routine a cui era abituato.

Kageyama non c'era.

Lo seppe con certezza quando, dopo l'abituale incontro mattutino della squadra, Kageyama non si presentò neanche per la riunione con il preside prima dell'inizio delle lezioni. Si era spinto fino alla sua classe per chiedergli di esercitarsi insieme nella pausa pranzo – per sicurezza, dato che magari era entrato un'ora dopo –, ma non c'era stato nessuno sguardo tagliente ad accoglierlo. Gli inviò velocemente un messaggio prima di apprestarsi ad andare in palestra per gli allenamenti pomeridiani, ma nessuna risposta pervenne.

Hinata avrebbe potuto giurare che quella fosse la prima volta che Kageyama non si presentasse. Entrò negli spogliatoi con la solita allegria, salutando i suoi kōhai* e Tsukishima e Yamaguchi, prima di accorgersi che tutti – persino quell'apatico del loro capitano – erano riuniti in cerchio con una rivista sportiva in mezzo a loro.

Hinata lesse il titolo che svettava a grandi lettere sulla copertina e sentì il cuore emettere un profondo crack.

 

Kageyama Tobio è stato scelto come prossimo membro della nazionale under-20 giapponese.

 

Hinata rimase lì, paralizzato. Fu solo quando, pochi secondi dopo, la porta degli spogliatoi si aprì e Kageyama fece il suo ingresso, calamitando gli occhi di tutti su di lui, che Hinata riprese controllo del suo corpo. Kageyama aveva il fiatone, ma Hinata poteva leggergli in faccia tutta l'euforia che tentava di nascondere. L'unica cosa sensata che riuscì a pensare, in mezzo al caos che era scoppiato nel suo cervello, fu “mi sta lasciando indietro”.

Poi le urla di giubilo dei loro compagni di squadra lo scossero dal suo stato quasi catatonico e gli ricordarono che doveva sforzarsi di mostrasi contento per Kageyama.

 

*  *  *

 

I giorni successivi passarono in un turbinio confuso e se qualcuno glielo avesse chiesto, Hinata non sarebbe stato capace di dirgli cosa avesse fatto in quella settimana. Kageyama era stato assente più volte a causa di tutte le interviste a cui aveva dovuto partecipare e il mostro verde di gelosia che ora sostava permanentemente sotto al cuore di Shōyō non voleva che saperne di leggerle. Lo farò dopo, si ripromise Hinata, guardando le riviste lasciate a giro per gli spogliatoi senza nessun riguardo, quando avrò parlato con Kageyama. Questa era l'altra questione che lo stava turbando a fondo: Kageyama non era venuto da lui neanche una volta. Certo, c'erano stati alcuni messaggi scambiati frettolosamente come loro solito, ma Shōyō pensava che ormai loro fossero oltre questo genere di cose. Del tipo “sei il mio migliore amico” genere di cose. Del tipo “sono segretamente cotto di te” genere di cose, anche se solo dalla parte di Hinata. In fondo Kageyama non aveva mai mostrato un interesse particolare verso di lui a parte nella pallavolo, no?

Hinata sospirò, rimettendo a posto gli ultimi palloni nella loro cesta. Era rimasto solo lui all'interno della palestra: i suoi compagni erano da tempo andati via e senza Kageyama anche allenarsi più del solito aveva perso un po' del suo sapore. Hinata scosse la testa vigorosamente per scacciare quei pensieri malinconici dalla mente. È solo una fase, si disse, dirigendosi verso la sua bicicletta, quando Kageyama finirà le sue interviste tornerà tutto come sempre. Ma Shōyō in fondo sapeva bene che nulla non sarebbe stato più come prima.

Perché Kageyama l'avrebbe lasciato indietro e persino con tutto l'allenamento del mondo Hinata non era sicuro che la nazionale lo avrebbe preso in considerazione per la squadra. Sarà forse diventato il nuovo piccolo gigante, ma poco importava quando tutti i componenti erano persone dal talento incredibile come Kageyama.

La salita in bicicletta verso casa sua quel giorno fu particolarmente faticosa.

 

*  *  *

 

«Ohi, boge*! Mi stai ascoltando?»

Hinata si riscosse all'improvviso, mancando la palla diretta verso di lui e ricevendola in testa. Per fortuna stavano solo palleggiando, pensò Hinata, massaggiandosi piano la testa. Quando alzò lo sguardo si aspettava che gli occhi di Kageyama lo fulminassero con lo sguardo; fu una sorpresa quando vide le sue iridi tinte da quella che poteva sembrare preoccupazione.

«Ah, no, non stavo prestando molta attenzione.»

«L'ho notato» sbuffò Kageyama, avvicinandosi. Parve esitare un attimo prima di risolversi e chiedere: «C'è qualcosa che non va?»

«No, no, Kageyama ma cosa vai a pensare!»

La risata che si sforzò di emettere sembrava finta persino alle sue orecchie, rifletté Hinata nascondendo una smorfia. Il piano “Essere Felice Per Kageyama” non stava funzionando bene come credeva.

Kageyama lo osservò con un'espressione stralunata per poi scollare le spalle, facendogli cenno di seguirlo. Hinata gli andò dietro con il pallone fra le braccia, senza la solita energia. Non lo avrebbe mai ammesso, ma da quando Kageyama aveva ripreso a venire a scuola regolarmente, Hinata cercava di non passare troppo tempo con lui a causa del suo umore nero. Kageyama non era molto sveglio in quel genere di questioni, ma questo non significava che fosse totalmente stupido. E gli sguardi preoccupati che ogni tanto Yachi gli mandava potevano solo significare che non stava facendo un bel lavoro al di fuori degli allenamenti.

Soltanto la pallavolo sembrava riportare a galla la sua solita energia e Hinata ne approfittava più che poteva, organizzandosi per passare il suo tempo libero con Kageyama esclusivamente a patto che si allenassero – non era qualcosa che avrebbe destato sospetti, per fortuna. Quello che invece era motivo di perplessità era il fatto che Hinata stesse risolutamente trovando scuse per non accompagnare a casa Kageyama come era solito fare da due anni a questa parte. Solo il pensiero di passare insieme a lui mezzora di imbarazzante silenzio lo faceva rabbrividire. Ricordava ancora con imbarazzo i miserevoli complimenti che gli aveva elargito quando Kageyama era tornato, ma per fortuna erano passati inosservati a causa della fresca eccitazione che sembrava fuoriuscire da Kageyama in ogni momento. Se Hinata non fosse stato così amareggiato lo avrebbe trovato adorabile.

«Ohi, Hinata, oggi ti va di venire a casa mia? Potremmo finire di guardare i miei nuovi filmati di pallavolo se ti va» offrì Kageyama, guardandolo di sottecchi.

«Ah» Hinata si passò la lingua sulle labbra, nervoso. «Mi dispiace ma non posso, devo andare da Yachi per studiare. Sai com'è, gli esami di metà termine si stanno avvicinando...»

«Oh» mormorò Kageyama, prima di fissare lo sguardo davanti a sé. Se Hinata non lo conoscesse bene avrebbe potuto giurare che Kageyama fosse deluso.

 

*  *  *

 

Hinata ansimò, stremato, asciugandosi il velo di sudore che gli impregnava la fronte con un asciugamano. L'allenamento a cui si era sottoposto quel giorno era stato particolarmente duro, ma anche se si sentiva sfinito non aveva ancora intenzione di concludere. Tutto ciò di cui aveva bisogno per continuare era concentrarsi sulla rabbia, sull'afflizione, sulla delusione che gli corrodeva lo stomaco. Nonostante questi cupi pensieri, Hinata non indirizzava la colpa su Kageyama: sapeva che nessuno più di lui si meritasse un posto in nazionale, ma questo non significava che Hinata non potesse amareggiarsi se il suo nome non era stato scelto. Mancavano pochissimi mesi alla fine delle selezioni e Hinata era cosciente di non avere grandi speranze. Concentrava tutti i suoi pensieri su quella consapevolezza, sfogandosi poi a battere, un'arte che stava perfezionando da anni. Non avrebbe certo eguagliato la forza e la maestria di Kageyama, ma perlomeno erano efficaci.

«Ohi.»

Hinata sussultò, girandosi di scatto e facendosi scivolare di mano il pallone. Kageyama era lì davanti a lui, con un'espressione truce sul volto. Hinata deglutì, raccattando la palla e borbottando un saluto, gli occhi testardamente puntati sulla rete al centro della palestra. Tutto pur di non incrociare quelli di Kageyama.

«Yachi mi ha detto che avrei potuto trovarti qui.»

Hinata si dipinse un sorriso sulle labbra, aprendo le braccia, e cercando di essere il più gioviale possibile.

«Mi hai trovato, Kageyama-kun» rispose, sapendo bene quanto l'altro ragazzo odiasse quando lo chiamava in quel modo. Kageyama tuttavia assottigliò solo lo sguardo, riducendo le labbra a una linea dura. Se Hinata non fosse così abituato alle sue occhiatacce sarebbe rabbrividito dalla paura.

«Mi spieghi cosa stai facendo ancora qui?» chiese a denti stretti Kageyama, osservando i palloni sparsi per tutta la palestra. «Se non ti sbrighi arriverai a casa tardissimo.»

Hinata annuì, senza degnarsi di rispondere. Si avviò verso la sacca dove riponevano le palle a fine allenamento, ma Kageyama lo afferrò per un polso, fermandolo.

«Ti ho fatto una domanda, idiota.»

Hinata avvertì una vaga sorpresa dilatargli gli occhi: credeva che ormai Kageyama fosse già pronto a urlargli qualcosa. Sbuffò, strattonando il polso per liberarsi dalla sua presa, incrociando le braccia.

«Volevo solo allenarmi ancora» rispose infine, guardando come nelle iridi di Kageyama passasse un lampo di dolore. Ma no, scosse la testa Hinata, cosa vai a pensare, sciocco!

«Perché allora non me lo hai detto? Sapevi che anch'io mi sarei allenato dopo–»

«Non ho bisogno di averti sempre attaccato all'anca» scattò Hinata, con una impulsività di cui sapeva si sarebbe pentito. Ma la colpa era di Kageyama: ricordargli che dopo era un'altra maledettissima intervista per qualche rivista ignota di cui Hinata non sapeva neanche il nome certo non lo aiutava a tenere a freno la sua rabbia, ma si era ripromesso di non fare quello che stava per accadere adesso, ma anche lui aveva un punto di rottura e–

E Kageyama non iniziò a urlargli contro come aveva previsto. Anzi, rifletté Shōyō – come fosse in trance –, aveva la stessa espressione di quando una pallonata particolarmente forte lo prendeva sul volto.

Poi Kageyama si riscosse e cominciò a gridargli contro insulti e Hinata non si tirò indietro, nonostante le constanti stilettate di dolore che subiva il suo cuore ad ogni parola velenosa che usciva dalle labbra di Kageyama. Quando alla fine lui se ne andò infuriato dalla palestra, Hinata rimase lì, stringendo forte un pallone, fino ad accasciarsi al suolo.

Odiava litigare con Kageyama, pensò delirante Shōyō, digrignando i denti contro il bruciore delle lacrime che non voleva far scorrere sulle sue guance.

Il suo piano “Essere Felice Per Kageyama” non stava dando i frutti desiderati, considerò senza gioia Hinata, raccogliendo con lentezza i palloni sparsi per la palestra. Perlomeno questa volta non erano arrivati alle mani, continuò, mordendosi forte le labbra. Una lacrima bagnò il pallone che aveva in mano e Shōyō tirò su col naso senza eleganza, asciugandosi energicamente le guance con il bordo della sua maglietta.

Quando alla fine uscì, gli occhi consapevoli di Yachi lo osservarono in silenzio, accompagnandolo senza dire nulla alla sua bicicletta.

 

*  *  *

 

Evitare Kageyama ora che anche lui cercava il più possibile di non vederlo era diventato molto più semplice, constatò Hinata, morsicandosi con forza il labbro inferiore. Fissò senza interesse la lavagna, deglutendo tutte le volte che Kageyama davanti a lui si muoveva appena, irrigidendosi nella sua sedia. Nelle classi che condividevano era sempre stata loro abitudine quella di scambiarsi qualche messaggio anche nel mentre delle lezioni – soprattutto quelle di letteratura – ma era da un paio di giorni ormai che neanche si rivolgevano la parola.

Persino Natsu aveva notato che qualcosa non andava, ma Shōyō non sarebbe certo andato a piangere dalla sua sorellina. Dopotutto era lui l'unico colpevole di questo pasticcio, perché non sapeva come rapportarsi ai suoi sentimenti. Il tenero desiderio per Kageyama adesso si era tramutato in qualcosa di dolce-amaro: non riusciva a capacitarsi di come loro due da qui a pochi mesi si sarebbero divisi per andare su strade diverse. Kageyama gli sarebbe mancato terribilmente, addirittura adesso, nel mezzo delle loro indimenticabili litigate – tutto gli sarebbe mancato di Kageyama, perfino la sua leggendaria testardaggine.

Si maledisse nuovamente e quando la campanella suonò cercò di intercettare Kageyama, perlomeno per rimettere a posto le cose, perché ogni cellula del suo essere si ribellava ogni volta che non riusciva a passare del tempo con di lui. Ma Kageyama non lo guardò neanche, fuggendo e intercettando qualche suo amico della classe accanto. Hinata si afflosciò sul banco, battendo ripetutamente la fronte sul tavolo. Perché riusciva sempre a incasinare le cose?

Passò tutta la pausa in classe di Yachi, mentre lei faceva diligentemente i compiti per il giorno dopo e ascoltava senza lamentarsi tutte le sue lagne.

«Coraggio, Hinata-kun» lo spronò lei, sorridendogli «Sono sicura che le cose fra te e Kageyama-kun si sistemeranno per il meglio.»

«Lo spero proprio...» mormorò Hinata, guardando fuori dalla finestra che si affacciava sulla palestra. Si raddrizzò appena quando vide passare Kageyama, con in mano la sua solita confezione di latte. Stava per raccogliere la determinazione necessaria per affacciarsi e gridargli di aspettarlo lì quando dal nulla apparve un gruppo di ragazzine gongolanti che accerchiò Kageyama, il quale le guardava con un'espressione di confusione mista ad imbarazzo e con un tocco di irritazione. Hinata strinse le mani in due pugni quando notò una di loro accarezzare piano il braccio di Kageyama e si rilassò solo quando vide Tobio scostarsi con un brusco movimento, fulminandole c0n lo sguardo per poi dirigersi verso la palestra. Perlomeno non doveva preoccuparsi di eventuali spasimanti, ridacchiò Hinata, ignaro del modo in cui lo stava osservando Yachi, divertita.

Ah, questi due idioti!, pensò Yachi, graziando Hinata di un altro sorriso quando lui infine si girò nuovamente verso di lei.

 

*  *  *

 

Gli allenamenti, per tutta quella settimana, furono un disastro. Hinata e Kageyama non erano riusciti a finire nemmeno un solo dei loro portentosi attacchi, e Hinata non si sorprese molto quando quel giorno il coach Ukai dichiarò l'allenamento concluso in anticipo, dato che era andato anche peggio del solito. Hinata sospirò, guardando di sottecchi Kageyama che si stava asciugando il volto con il bordo della maglietta, mettendo in mostra i suoi addominali scolpiti. Smettila di fissarlo così! si rimproverò Shōyō, forzando il suo sguardo verso il basso, si suppone che siate arrabbiati l'uno con l'altro, non mangiartelo con gli occhi!

Quando Hinata infine si permise di alzare lo sguardo tutti ormai avevano lasciato gli spogliatoi, lasciandolo per ultimo. Hinata ficcò tutto nella sua borsa e uscì in fretta, deciso a tornare velocemente a casa date le incombenti nuvole di pioggia che oscuravano il cielo. Yachi tuttavia lo stava aspettando davanti alla sua bicicletta, un'espressione severa sul volto. Hinata si raddrizzò d'istinto, stringendo la tracolla del suo borsone.

«Hinata-kun» lo chiamò lei, avvicinandoglisi.

«Ehi, Yachi, cosa c'è?»

Yachi alzò meramente un sopracciglio, le labbra stirate in una linea dura. Hinata sospirò, distogliendo lo sguardo.

«Mi avevi promesso che avresti parlato con Kageyama-kun, Hinata-kun.»

Hinata gemette piano, scompigliandosi i capelli.

«Lo so, lo so! È solo che non so come avvicinarlo...» ripose, la voce che andava ad affievolirsi.

«Hinata-kun, Kageyama-kun è il tuo migliore amico, sono sicura che riuscirete a chiarirvi, devi solo dirgli che–»

«Dirgli cosa, esattamente?» scattò Hinata, immusonendosi. Sbuffò ancora, infilando le mani nelle tasche della sua felpa. «”Scusa tanto Kageyama se ti ho evitato, ma sai com'è, dato che la notizia della tua selezione mi ha spezzato il cuore e non riesco neanche a sopportare di vedere la tua faccia perché io ti–“»

«Ah, quindi è questo quello che non riuscivi a dirmi, Hinata?»

Hinata si girò di scatto, spalancando la bocca per lo shock di trovarsi Kageyama dietro di lui. Yachi si portò la mano alle labbra, guardando preoccupata prima l'uno e poi l'altro. Hinata boccheggiò senza dire nulla, gli occhi sgranati puntati sul volto di Kageyama, furente dalla rabbia.

«Se la mia faccia ti fa tanto schifo» sputò fuori Kageyama, stringendo le mani in due pugni serrati «potevi anche dirlo subito, amico

E con questo si allontanò in fretta, senza neanche guardare l'espressione inorridita di Hinata, il quale lo guardò fino a quando non scomparve oltre il cancello della scuola, immobile per lo shock.

«Hinata! Cosa stai aspettando, raggiungilo!» lo scosse Yachi, spingendolo. Hinata la guardò per un secondo, boccheggiante, prima di annuire flebilmente e iniziando a correre il più veloce che poteva.

«Kageyama!» gridò senza fermarsi, cercandolo con lo sguardo fra la folla. Una prima goccia di pioggia si posò sui suoi capelli ma non ci fece caso, correndo all'impazzata.

«Kageyama! Kageyama, dove sei?!»

Corse fin quando non perse il fiato, ma di Kageyama nessuna traccia. Hinata avvertì i suoi occhi bruciare per le lacrime che si rifiutava di versare e tirò su forte con il naso, non dandosi ancora per vinto. Riprese a correre, urlando il suo nome, fin quando con la coda dell'occhio non intravide una figura seduta su una delle panchine del parco vicino alla loro scuola. Si arrestò, ansimando, senza distogliere lo sguardo da Kageyama il quale però sembrava non averlo visto né sentito.

Hinata deglutì, avvicinandosi con cautela. Quando fu abbastanza vicino da farsi sentire, la voce quasi gli rimase bloccata in gola e gli uscì solo un gracchiante “Kageyama”. Egli si girò di scatto, guardandolo con un espressione truce sul volto e senza degnarlo di una risposta. Afferrò la sua sacca in fretta e cercò di andarsene ancora, ma stavolta Hinata non si sarebbe tirato indietro.

«Kageyama, aspetta!» esclamò, afferrandolo per un polso. Kageyama si liberò dalla sua stretta con facilità, lanciandogli uno sguardo truce.

«Cosa vuoi ancora? Mi sembrava di aver sentito già abbastanza riguardo–»

Rivolto verso il terreno Hinata scosse vigorosamente la testa, incrociando le braccia sul petto, quasi abbracciandosi da solo per darsi forza.

«Hai frainteso tutto! Non lo intendevo in modo negativo, io–»

«Ah no? Perché a me sembra proprio che tu abbia detto che “non riesci a guardare la mia faccia”–»

«No! Non, non in nel modo che dici tu! Io... Io intendevo...!»

«Cosa?! Eh, dimmi cosa Hinata! Se non sopporti la mia vista avresti potuto dirlo subito invece di fingere di essermi amico e ignorarmi come se fossi la peggior feccia nell'universo!»

«Non intendevo quello! Se la smettessi di urlare riuscirei a dirtelo, stupido Kageyama!»

«Stai urlando anche tu, idiota! E chiamarmi stupido non è che così migliori la tua situazione!»

«Ma se te lo dico tutti i giorni e tu sei ancora peggio!»

«Allora dovresti iniziare a chiederti qualcosa invece di continuare a urlarmi contro in questo modo! Sei tu quello che deve dare spiegazioni, non io!» concluse Kageyama, ansimando per lo sforzo.

Hinata si sgonfiò tutto d'un colpo, distogliendo lo sguardo. Prese a torturarsi il labbro inferiore con i denti, prima di prendere un profondo respiro e girarsi nuovamente verso Kageyama.

«Mi hai frainteso davvero» soffiò Hinata, avvicinandosi di qualche passo «Non è nulla di ciò che stai pensando!» Kageyama sbuffò. «È vero! Quando ho detto che non riuscivo a guardarti in faccia era solo perché non volevo che vedessi quanto la tua selezione per le nazionali mi abbia spaventato.»

«Spaventato?» ripeté Kageyama, corrugando le sopracciglia.

«Mi spaventa a morte il fatto che tu andrai alle nazionali, dove io non potrò seguirti Kageyama» confessò piano Shōyō, avvertendo il bruciore che si stava accumulando dietro i suoi occhi. «Avevamo... avevamo detto che saremmo andati insieme, ma di questo passo...»

«Ma Hinata...» mormorò Kageyama, preso alla sprovvista «questo però non giustifica il modo in cui mi hai trattato in queste ultime settimane.»

«Lo so, ma pensavo che se mi fossi allontanato già da ora magari alla fine dell'anno la separazione non sarebbe... non mi avrebbe...»

Kageyama si gli si accostò, alzando tentativamente un braccio verso di lui.

«Non ti avrebbe...?»

Hinata aprì la bocca per rispondere, dichiarandogli quanto lui in realtà lo amasse, quanto gli stesse spezzando il cuore quella situazione, ma un fragoroso fulmine si schiantò in quell'esatto momento al suolo, facendo sobbalzare entrambi, seguito da un poderoso scroscio d'acqua. Kageyama imprecò, afferrando il suo borsone e chiudendo l'altra mano sul polso di Hinata, trascinandolo.

«Muoviti, boge! Ci prenderemo un malanno se non ti sbrighi!»

Hinata lanciò un urlo indignato, accelerando il passo. Dopo qualche minuto riuscì a intuire quale fosse la meta che aveva in mente Kageyama e nonostante fosse infreddolito e tremante dalla pioggia sentì un flebile rossore colorargli le guance. Si morse le labbra, esalando un tremulo respiro quando Kageyama lo spinse infine dentro le mura della propria casa.

Kageyama chiuse la porta, appoggiando il suo fradicio borsone nell'ingresso, facendo cenno a Hinata di fare altrettanto con il proprio. Hinata strinse per l'ultima volta la sua tracolla, un gesto che faceva sempre quando era nervoso, per poi adagiarla accanto a quella dell'altro.

«Vieni» disse, Kageyama guidandolo verso uno dei bagni della casa. Hinata aveva passato lì abbastanza pomeriggi da sapere benissimo dove si situava, ma in quel momento fu particolarmente grato a Kageyama dato che era talmente nervoso da non sapere neanche dove stesse andando.

Kageyama aprì la porta del bagno, spiegandogli con fare sbrigativo dove trovare gli asciugamani per asciugarsi.

«Io vado a lavarmi nell'altro bagno, se vuoi dei vestiti puliti li puoi trovare nell'ultimo cassetto del mobile accanto al lavandino. Tengo sempre lì un cambio con dei vestiti vecchi che uso per casa.»

Hinata annuì, ringraziandolo. Kageyama lo guardò per qualche instante, pensieroso, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle. Hinata vi si appoggiò, sospirando profondamente. Anche solo il pensiero di indossare dei vecchi abiti di Kageyama gli faceva scaldare deliziosamente le guance. Imbarazzato, tentò di non pensarci e iniziò a spogliarsi. Solo dopo che fu sotto il caldo getto della doccia lasciò che un po' della tensione accumulato lasciasse le sue membra. E ora?

 

*  *  *

 

Una volta finito di asciugarsi, Hinata indossò i vecchi abiti di Kageyama, deglutendo con apprensione. Quello non era decisamente il momento per eccitarsi, si rimproverò Hinata, ma i vestiti di Kageyama avevano un così buon odore... Hinata scosse vigorosamente la testa, facendo sì che i capelli ancora zuppi gli bagnassero il volto. Dopo un ultimo respiro profondo per prendere coraggio, Hinata uscì tentativamente dal bagno, dirigendosi verso la camera di Kageyama. Bussò ed entrò quando udì l'altro rispondergli.

«Ah, eccoti» lo accolse Kageyama, vestito con una soffice tuta di cotone. I suoi occhi vagarono per un secondo sulla pelle lasciata scoperta dalla maglia troppo grande e Hinata avvertì le guance andargli a fuoco. Quando Kageyama spostò lo guardo e vide il suo rossore, le gote gli si colorarono delicatamente. Si schiarì la gola prima di indicargli una sedia dove sedersi.

«Mettiti lì» lo incoraggiò lui, afferrando il phon. Hinata obbedì, giocherellando con il bordo della maglietta. Quando il getto caldo dell'asciugacapelli investì la sua nuca Hinata per poco non cadde dalla sedia per la sorpresa. Irrigidendosi, deglutì.

«Kageyama...?» chiamò piano, ricevendo un grugnito come risposta «Cosa stai facendo?»

«Cosa ti sembra che stia facendo?» borbottò l'altro, passandogli con poco garbo una mano fra i capelli per asciugarli meglio. Hinata sperò che il rossore che gli stava sicuramente tingendo le gote non fosse così pronunciato come credeva.

«Ah, ecco» squittì Hinata, imbarazzato. «Non lo avevi mai fatto prima...» concluse flebilmente.

Kageyama rimase in silenzio, non degnandolo di una risposta e proseguendo come nulla fosse ad asciugargli i capelli. A poco a poco Hinata si rilassò, chiudendo gli occhi e sprofondando nella sedia e mugolando apprezzamenti ogni qual volta che Kageyama passava le mani – forti, grandi, callose mani – attraverso la sua chioma indomabile. Quando alla fine Kageyama spense il phon, Hinata non riuscì a trattenere un gemito di protesta. Sbatté qualche volta gli occhi per mettere a fuoco la stanza e vide che Kageyama non si era ancora scostato, rimanendo sempre dietro di lui. Hinata appoggiò la testa sullo schienale della sedia, sorridendogli.

«Grazie, Kageyama.»

Kageyama grugnì, continuando a guardarlo. Hinata si rese conto con un scatto che Kageyama gli stava fissando le labbra. Hinata succhiò una sorpresa boccata d'aria, fissandolo con occhi sgranati. Non è possibile pensò, delirante di speranza, non è possibile che lui per me... non dopo queste ultime settimane in cui sono stato un vero idiota...

Kageyama si umettò le labbra per poi distogliere lo sguardo e poggiare sul letto l'asciugacapelli. Sembrò venire a una decisione in quell'esatto istante perché si girò verso Hinata con una bizzarra luce negli occhi, non dissimile allo sguardo che aveva in una partita particolarmente divertente. Hinata non aveva mai saputo capire se quello sguardo lo eccitasse o lo spaventasse di più.

Il momento fu spezzato dallo stomaco di Hinata che iniziò a gorgogliare imperiosamente. Hinata arrossì, imbarazzato, e Kageyama sospirò, scuotendo la testa.

«Forza, andiamo in cucina a mangiare qualcosa.»

 

*  *  *

 

Sedersi sotto il kotatsu caldo era una delle migliori idee che Kageyama avesse mai avuto, rifletté Hinata, bevendo senza fretta la cioccolata calda che Kageyama aveva riscaldato. Sua mamma gliene lasciava sempre qualche tazza pronta in frigo in inverno e Hinata ne apprezzava sempre la bontà cremosa. Hinata inghiottì l'ultimo sorso della bevanda, appoggiando la tazza sul ripiano in legno del kotatsu. L'unico rumore che spezzava il calmo silenzio che rimaneva fra loro era lo sfuriare rabbioso del temporale al di fuori della casa.

«Allora» iniziò Kageyama, poggiando la sua tazza vuota sul tavolino «vogliamo finire la conversazione di prima?»

Hinata deglutì, annuendo. Non poteva dire di non esserselo aspettato.

«Ti chiedo scusa per averti evitato in queste ultime settimane» Kageyama fece un verso d'assenso, incrociando le braccia al petto. «E mi dispiace di come le cose siano andate tra noi negli ultimi tempi. Lo so che non avrei dovuto comportarmi in quel modo e l'ultima cosa che volevo era ferirti Kageyama.»

Kageyama gli fece cenno di continuare e Hinata andò avanti coraggiosamente.

«E devi davvero davvero sapere che non intendevo nulla di male nei tuoi confronti! Ero talmente spaventato e ferito dal pensiero di essere separato da te che non ho pensato anche ai tuoi sentimenti» ammise piano Hinata, decidendosi a guardarlo negli occhi. Ora o mai più si disse, preparandosi mentalmente per l'eventuale shock e disgusto di Kageyama. Meglio questo che fargli credere che di lui non ti importa niente si ricordò fermo Hinata, prendendo un bel respiro.

«Il motivo per cui ho iniziato a evitarti è stato a causa della tua selezione alle nazionali, ma non per gelosia come credi tu! Almeno non in quel senso... È stato tutto perché pensavo che evitandoti già da ora magari alla fine di questo anno la separazione non... non mi avrebbe spezzato il cuore.»

«Hinata ma cosa stai–»

«Io, io credo di essermi innamorato di te, Kageyama» finì tutto d'un fiato Hinata, fissando con intensità i bordi della maglia che stava indossando. «È questa la verità.»

Passarono alcuni secondi di silenzio prima che Hinata si azzardasse ad alzare tentativamente lo sguardo per guardare il volto di Kageyama che, notò con una goccia di isteria, non aveva mai sgranato gli occhi così tanto.

«Ah, io– voglio dire tu, tu–» balbettò senza riuscire a fermarsi e se Hinata non fosse stato a un passo dallo scoppiare nel pianto lo avrebbe anche trovato divertente. Mai aveva visto Kageyama incespicare così tanto nelle parole.

«Non preoccuparti, Kageyama-kun!» esclamò con falsa allegria Shōyō, sbattendo veloce le palpebre per cercare di non far uscire le lacrime che si stavano formando nelle sue iridi. «So che tu non, non provi lo stesso–» la voce gli si spezzò a metà frase e Hinata tirò su con il naso senza eleganza, strizzando forte gli occhi.

Kageyama emise un verso di frustrazione, distogliendo lo sguardo e puntandolo alla parete adiacente. Hinata osservò confuso come le sue guance stessero continuando ad arrossarsi costantemente.

«Smettila di saltare sempre a conclusioni stupide, boge» borbottò Kageyama, lanciandogli una veloce occhiata. L'espressione sul suo volto era un bizzarro ritratto dell'imbarazzo e della speranza che gli stava infiammando il cuore, ma a Hinata sembrava solo che avesse morso un limone particolarmente aspro e che stesse cercando con tutte le sue forze di non sputarlo.

«Uh, okay?» rispose Hinata, inclinando la testa in confusione. «Dalla tua faccia non sembri molto, ah, felice della notizia.»

Kageyama sbuffò, irritato, mormorando qualche parola sotto voce.

«Cosa hai detto? Non ho capito nulla, Kageyama-kun, puoi ripetere?»

Dopo vari scontrosi grugniti Kageyama si girò nuovamente verso di lui, squadrandolo con occhio truce.

«Ho detto» ripeté lui, guardandolo con un'espressione irritata sul volto «che provo lo stesso per te, idiota.»

Uh?

Hinata sbatté più volte le palpebre, osservando la rigida postura delle spalle di Kageyama, e il modo in cui le sue guance fossero andate a fuoco pochi secondi dopo la sua inaspettata dichiarazione. Aprì più volte la bocca, ma nessun suono ne uscì, preso alla sprovvista. Quando infine il suo cervello assimilò cosa esattamente l'altro ragazzo gli aveva detto, Hinata sgranò gli occhi e con un urlo deliziato si lanciò su Kageyama, facendoli cadere entrambi sul pavimento.

«Scusa, scusa, scusa, ma Kageyama davvero? Davvero, davvero? Anche io ti piaccio?» chiese euforico Hinata, mettendosi a cavalcioni sullo stomaco di Kageyama il quale sbuffò un piccolo oof ma non protestò, ancorando le mani sui fianchi di Hinata.

Kageyama roteò gli occhi, ma annuì comunque. Hinata emise un imbarazzante verso di gioia, infilando la sua testa nel perfetto spazio creato dal collo e le spalle di Kageyama il quale, dopo essersi irrigidito per qualche secondo, sembrò rilasciare tutto d'un tratto tutta la propria energia nervosa e iniziando con titubanza ad abbracciare Hinata stretto al suo petto.

«Possiamo rimanere così per un po'?» mormorò Hinata, nascondendo il volto nella maglietta di Kageyama, che mugolò il suo assenso, rassegnandosi a rimanere sul freddo tatami della cucina.

Perlomeno la metà del suo corpo era ancora sotto al kotatsu caldo, rifletté Tobio, appoggiando la sua guancia sui capelli soffici e profumati di Hinata. Prese un profondo respiro, stringendolo senza volerlo più fermamente. Fu solo dopo l'ennesimo tonante lampo che Hinata riaprì bocca, con la stessa voce esitante di prima, cauto come un cucciolo che ancora non credeva all'affetto che gli veniva dato liberamente.

«Quindi adesso stiamo insieme, Kageyama? Insieme insieme?»

Kageyama rotolò entrambi, ottenendo uno squittio sorpreso da parte di Hinata, il quale si ritrovò improvvisamente circondato dalla figura imponente e vagamente minacciosa di Kageyama.

«Insieme insieme» concordò Kageyama, prima di fulminarlo con gli occhi. «La prossima volta che c'è qualche problema vieni a parlarne con me invece di decidere tutto da solo idiota. Sei talmente pauroso fuori dal campo, giuro che–»

Hinata non seppe mai cosa Kageyama volesse dirgli con quella frase, tirandolo verso di lui con entusiasmo e baciandolo sulle labbra. Fu un bacio impacciato e goffo, dato che entrambi non sapevano esattamente cosa fare, ma per Hinata rimase per sempre il più perfetto primo bacio della sua vita, perché stava baciando Kageyama!

Rimasero lì sdraiati per quelle che sembrarono ore, scambiandosi delicate carezze e baci sempre più sicuri fino a quando Kageyama non si spostò per sussurrargli di rimanere a dormire da lui quel giorno, dato che “tanto hai lasciato la bicicletta a scuola e piove ancora a dirotto”. Hinata rise forte, annuendo e lasciando che Kageyama lo scortasse verso la camera da letto. Mandò veloce un messaggio per avvertire i suoi genitori, prima che Kageyama lo prendesse di peso e lo buttasse sul materasso. Hinata lanciò un urlo di guerra, afferrando uno dei cuscini e colpendolo con forza. Kageyama non si tirò certo indietro, agguantando un'altro guanciale e gettandosi contro di lui al grido di “Vedi se ti prendo, boge!”

Dopo si sdraiarono senza fiato sul letto, respirando affannosamente. Kageyama diede una rapida occhiata alla sveglia e grugnì, abbracciando Hinata da dietro e incastrandolo con successo fra le proprie braccia.

«Dormi» gli intimò, respirando il suo buon profumo. «Parleremo di nuovo domani.»

Hinata annuì piano, rilasciando un respiro traballante e poggiando una mano su quella di Kageyama che riposava sul suo stomaco. Inclinò la testa all'indietro, chiedendo un ultimo bacio, che Kageyama gli concesse con piacere.

Sistematesi così, dormirono.

 

*  *  *

 

Nei giorni seguenti Kageyama si occupò principalmente di rassicurare Hinata che no, non lo avrebbe lasciato andare anche se fosse stato l'unico ad essere selezionato per la nazionale e sì, diceva sul serio quando affermava di voler essere il suo ragazzo. Hinata non credeva di essere mai stato più felice in vita sua e le loro prestazioni nel gioco erano anch'esse migliorate notevolmente. Hinata si era persino abituato a tutte le battutine benevole dei loro compagni di squadra dopo che avevano scoperto la loro nuova relazione – non che nessuno dei due si fosse messo di impegno a nasconderla, ma Hinata fece una smorfia ripensando a quando i loro amici li avevano beccati a baciarsi languidamente negli spogliatoi. Kageyama sfoggiò per una settimana un'adorabile e sempre presente rossore sulle guance ogni qual volta che qualcuno faceva riferimento alla loro relazione.

I giorni iniziarono a divenire mesi e fu a poche settimane dalla fine del terzo anno che un nuovo annuncio fece capolino nella più prestigiosa rivista di pallavolo della regione.

 

Hinata Shōyō è stato scelto come prossimo membro della nazionale under-20 giapponese.

 

Questa volta, quando Hinata lesse il titolo della rivista, fu solo un'incredibile felicità a percorrergli il corpo. Le labbra di Kageyama discesero con gioia sulle sue, baciandolo con entusiasmo mentre i loro amici esultavano intorno a loro. Quando si staccarono per riprendere fiato l'unica cosa che Hinata riuscì a mettere a fuoco furono gli occhi celesti di Kageyama che lo guardavano con amore, un piccolo sorriso a incurvargli le labbra.

Hinata appoggiò la fronte alla sua, respirando la loro vittoria.

Insieme.



 

 

 

 

 

 



 

 

kōhai: in ambito scolastico, vengono a indicare rispettivamente gli studenti più giovani.
boge: stupido, idiota

 


 

E anche questa storia è stata finalmente conclusa! Quest'anno sta andando proprio bene in fatto di fanfic, è già la seconda che pubblico! Tutto grazie ai contest perchè se fosse stato per il mio pigro didietro... 
Comunque sia!
Ce ne dovrebbero essere molte altre in arrivo *_* Spero di continuare su quest'onda produttiva xD Questa storia per lo meno non è da molto tempo che rimane sepolta nel mio pc... solo ahem dal marzo del 2017...
Ma parliamo d'altro! Questa è la primissima volta che scrivo di Hinata e Kageyama e come sempre sono un po' dubbiosa sull'IC, ma perlomeno ci ho provato. Spero che possiate apprezzare questa mia shot e che non sia troppo terribile come temo. Avrei un'altra fic che rimane sepolta su loro due nel mio pc, ma ahimè non trovo ancora l'ispirazione per scriverla nè lo slancio. In ogni caso è probabile che mi rivediate su questo fandom, anche se non molto presto. Tutti possono sempre sperare lol 

Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere, un bacione!


 

 

WARNING: è possibile (ma non certo) che questa storia venga pubblicata dalla sottoscritta anche su WattpadWriter's wing e AO3.

 




Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓

 

 

 

 

 

   
 
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