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Autore: SweetPaperella    10/02/2019    10 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattro

È prima mattina, Emma si è svegliata da poco, ha ancora indosso il pigiama e i capelli decisamente scompigliati, quando sente suonare alla porta di casa. Aspetta l’informatore di Regina per i casi, ma decisamente lui è arrivato prima e lei è ancora impresentabile. Si dà una veloce sistemata ai capelli allo specchio prima di aprire.
Un Killian Jones decisamente sorpreso sorride non appena Emma apre la porta. Quando Regina gli ha detto di portare di documenti con le ultime informazioni a casa sua, che avrebbe trovato la sua amica Emma e avendo letto l’indirizzo, non ha creduto ai suoi occhi. Emma Swan, la sua Emma, è l’amica di Regina, com’è piccolo il mondo.
Dalla sera che hanno messaggiato su Facebook non si sono visti, perché lui ha dovuto lavorare al porto per sistemare una grande barca, ma ora è decisamente felice di rivederla. Anche perché hanno avuto occasione di scambiarsi altri messaggi in quei giorni.
«Jones che diamine ci fai qui?» esclama la ragazza, decisamente imbarazzata che si presenta davanti al ragazzo in pigiama.
«Carino il pigiama con i cuoricini» sapendo che lei è decisamente imbarazzata. Senza dubbio la trova bellissima anche così.
«Ehm... Jones io avrei da fare, aspetto una persona e poi devo uscire per delle commissioni.» dice spazientita, ha visto il suo sguardo su di lei, ha visto come lui la guarda e ciò la fa sentire ancora di più a disagio. Il suo sguardo la fa sentire scoperta, vulnerabile, desiderata come non si è mai sentita e non vuole sentirsi così. Hanno messaggiato ancora dall’ultima volta, non si sono più visti, ma hanno parlato su Facebook, più che altro lui ci ha provato e lei ha tenuto a bada i suoi bollenti spiriti e le sue battute, ma ha anche imparato a conoscerlo meglio e ha scoperto il suo lavoro al porto, non sapendo però che lavora anche per Regina, la sua amica Regina.
«L’informatore di Regina, lo so... sono io. Mi fai entrare adesso?» dice ridendo per la sua sorpresa.
Lei gli fa segno di entrare e prende i documenti che il ragazzo ha in mano e mettendogli sul mobile all’ingresso.
«Il tempo di un caffè Jones, ho davvero da sbrigare delle commissioni» gli ricorda, nel caso non avesse capito poco prima.
Lo invita a sedersi in cucina e gli offre un caffè, mentre lei va a vestirsi, ha già dato spettacolo abbastanza e vuole evitare altre battute da parte di Killian e fargli pensare che lei apprezzi.
Ritorna dieci minuti dopo con indosso un paio di jeans, un maglione bianco e gli stivali neri ai piedi. Killian la guarda entrare e rimane ancora una volta incantato a guardare, è bella sempre, anche nella sua semplicità, anche con indosso quei bellissimi jeans attillati che le evidenziano il corpo e lui è decisamente cotto a puntino di quella giovane ragazza che non riesce a togliersi dalla testa.
«Jones smettila di guardarmi così»
«Tu allora smettila di metterti quei pantaloni» ribatte malizioso.
Emma non risponde si limita semplicemente a dargli una botta sul braccio e a scuotere la testa. Quel ragazzo la farà impazzire prima o poi.
«Quando hai il prossimo giorno libero? Potremmo uscire...» le chiede poi a bruciapelo, mentre sorseggia il suo caffè.
«Io dico che è meglio che vai, ho davvero fretta» risponde la ragazza, lasciando correre la sua domanda, non vuole uscire con lui, non vuole dargli la possibilità di entrare nella sua vita, anche se forse l’ha già fatto.
«Va bene, ma Emma... prima o poi avrò il tuo cuore e fidati che sarà per sempre» le dice dolce, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lei, decisamente troppo vicino per i gusti di Emma. I loro sguardi si incrociano, i loro respiri si mescolano.
«Allora credo che aspetterai a lungo Jones» risponde allontanandosi da lui con decisione, la situazione si stava facendo decisamente troppo per i suoi gusti.
Killian ride di gusto per la sua determinazione nel respingerlo.
«Io ho tutto il tempo del mondo» per farle capire che può aspettarla, che vuole aspettarla.
Emma lo spinge fuori dalla porta, mentre anche lei si mette la sua giacca di pelle rossa.
«Ciao Killian» lo saluta per mettere fine alla conversazione.
Lui ancora una volta ride e la guarda malizioso, non si arrenderà, quando le ha detto che ha tutto il tempo del mondo non scherzava di certo, l’aspetterà per tutto il tempo che ci vorrà, farà in modo da buttare giù i suoi muri, come già si è promesso di fare, arrivando a conquistare il suo cuore. Da tempo non si sentiva così, così motivato, così determinato in uno scopo. Emma è il suo nuovo scopo, ma non vuole solo sesso, vuole un’intera vita accanto a lei. Si rende conto solo adesso che sta perdendo la testa per quella ragazzina, anzi ha già decisamente perso la testa per lei.
Emma dal canto suo invece, se pur è lusingata dalla corte di Killian, perché è chiaro che la stia corteggiando e anche piuttosto spudoratamente, non è ancora in grado di ammettere di provare qualcosa, non riesce proprio ad ammettere che lui è bello e che a lei piace, piace sia fisicamente che caratterialmente, dietro quella faccia strafottente si nasconde un ragazzo buono e dolce, un ragazzo che ha solo bisogno di trovare qualcuno da amare e che lo ami a sua volta. Ha capito che non ha mai amato nessuna donna, ma lei non vuole essere la prima, anche perché teme che con uno come lui, rischi di rimanere scottata se dovesse andare male. Lei deve salvaguardare sé stessa e Henry.

Il nuovo lavoro di Robin è decisamente stimolante, pieno di novità e ricco di momenti fantastici che gli hanno fatto capire che è il lavoro che vuole continuare a fare, vuole smettere di essere un fuorilegge, anche se forse un po’ lo sarà sempre, visto l’etichetta che ormai gli è stata affibbiata. I ragazzi autistici con cui lavora sono pieni di scoperte, gli hanno fatto capire in un solo giorno, quanto sia meravigliosa la vita e che non va sprecato nemmeno un secondo di essa, loro non lo fanno mai, vivono secondo per secondo incuranti del domani e Robin si rende conto che deve iniziarlo a fare anche lui.
Vuole iniziare con l’organizzare una cena per Regina, probabilmente saranno presenti anche Roland e Henry, in quanto quella sera Emma lavora, ma non gli dispiace di certo, loro rendono ancora più piacevole l’atmosfera e Regina in presenza dei due bambini sembra essere più rilassata e felice, facendo uscire il suo lato materno e senza vergognarsi di mostrarlo.
In realtà teme di stare esagerando, di aver frainteso la sua gentilezza e il suo lasciarsi andare un po’ in sua presenza, ma non gli importa, vuole rischiare.
Le accuse a suo carico sono cadute e quando Regina gliel’ha detto si è sentito la persona più felice del mondo, al punto da voler brindare alla sua nuova vita, al non essere più recluso in casa e poter tornare ad essere un uomo completamente libero e ovviamente per suo figlio, lui non sa che suo papà è stato accusato di omicidio, ma Robin si sentito ugualmente sporco nell’animo, come se non potesse dargli ciò che il bambino merita e ora invece può tornare a guardarlo negli occhi senza sentirsi un verme, soprattutto nel vedere gli occhi del figlio orgogliosi del suo papà.
 È stato proprio lei nel pomeriggio che gli ha comunicato la bellissima notizia e lui è andato a fare la spesa subito dopo per preparare una cena con i fiocchi, è un ottimo cuoco e vuole dimostrarglielo.
Quando torna da lavoro, Regina è davvero esausta per mettersi a cucinare, ma entrando in casa sente subito un buonissimo odore provenire dalla cucina e di sicuro non può essere Emma che ha deciso di mettersi a cucinare visto quanto sia negata nel farlo, lei è la regina delle cose surgelate e quella sera è andata a lavoro prima... Entra in cucina e trova ai fornelli Robin, con indosso il suo grembiule (che in realtà non ha mai usato) e la musica che proviene dalla radio. Rimane a guardarlo a lungo, lo vede smanettare nella sua cucina come se fosse la cosa più semplice e naturale del mondo, come se vivesse lì da sempre e si ritrova a sorridere come un ebete, perché si rende conto che vorrebbe vivere quella scena così famigliare, che sa di quotidiano sempre, ogni giorno.
Per fortuna ad allontanare quei pensieri scomodi che le stanno offuscando là mente, è Robin che si accorge di lei.
«Ehi, bentornata. Scusa se ho invaso la tua cucina, ma volevo festeggiare la mia appurata innocenza, il mio nuovo lavoro che adoro e ringraziarti per la tua ospitalità, ho pensato che fosse il modo perfetto per sdebitarmi di ciò che hai fatto per me e Roland» le dice dolce.
«Sai cucinare?» chiede sorpresa Regina, ha conosciuto tanto del passato di Robin ma non credeva che l’uomo sapesse anche cucinare. È davvero un uomo dalle mille sorprese.
«Si, mi ha insegnato mia nonna quando ero piccolo, lei era una cuoca eccezionale, io non sono ai suoi livelli ma me la cavo»
«Sono sicura che sarò tutto delizioso, il profumo promette bene. Henry e Roland?» chiede poi, non avendoli visti in salotto.
«Sono in camera di Henry a guardare un cartone al pc, gliel’ha messo Emma prima di andare via.»
Regina annuisce e va a salutare i due bambini mentre Robin resta in cucina a finire di preparare la cena, ha pensato proprio a tutti, anche a prendere una buona bottiglia di vino rosso, come piace a Regina. Ha preparato un risotto alla crema di zucchine e pancetta e per secondo pollo alle mandorle, con l’insalata e per finire un ciambellone con le gocce di cioccolato che era la specialità di sua nonna e ad oggi è la sua. Si ritrova a sperare che Regina apprezzi la cena e a sorridere quando l’ha vista con un meraviglioso sorriso sulle labbra, quando è entrata in cucina, assorta nei suoi pensieri, ma visibilmente sorpresa dall’idea avuta, non contrariata o infastidita, senza dubbio sorpresa.
Regina si è allontanata non solo per salutare Henry, ma anche per sfuggire un attimo al mix di sentimenti contrastanti del suo cuore. Da una parte vorrebbe lasciarsi andare, a maggior ragione che adesso Robin non è più un suo assistito, visto che è stato scagionato da ogni accusa e lui le piace, ma dall’altra ha paura di ammettere i suoi sentimenti e lasciarsi andare... avere relazioni solo di sesso è più semplice che condividere la propria vita con qualcuno e lei non sa ancora se si sente pronta, forse non lo è mai stata da quando è morto Daniel e forse mai lo sarà. Eppure sente di volerci provare con Robin, ci vuole provare per la prima volta e ciò la spaventa ancora di più. Scappare quindi è la cosa che le riesce meglio per cercar di far chiarezza.
La cena é ottima e Regina lo ammette senza problemi, Robin é davvero un cuoco eccezionale, si ritrova a fargli i complimenti senza troppi problemi e l’uomo non può che esserne felice. Si sono divertiti per giunta insieme tutti e quattro, un po’ come se fossero una vera famiglia, hanno riso, scherzato, mangiato di gusto e entrambi hanno avvertito un qualcosa di speciale alla bocca dello stomaco, ma hanno cercato di negarlo per non rovinare la serata perfetta. Robin sa che Regina forse non è ancora pronta, Regina sa che Robin non farebbe niente che la possa far scappare, anche se non se lo sono detti, si sono capiti a vicenda più di quanto abbia mai fatto chiunque altro.
Solo quando Regina mette i bambini a letto, permettendo a Roland di rimanere con Henry, i due si ritrovano finalmente soli, liberi di parlare, di stare insieme in un momento solo loro.
«Sono piena, ma ho mangiato davvero bene, grazie Robin» dice sedendosi sul divano, in cui l’uomo dove aver sistemato la cucina, si è già seduto aspettando che tornasse anche la padrona di casa.
«Ne sono felice.» le sorride l’uomo, guardandola negli occhi e Regina lo guarda a sua volta, meravigliata dalla bellezza degli occhi di Robin, di un azzurro chiarissimo, in grado di trasmettere solo sicurezza e amore. Occhi che dicono chiaramente il gentiluomo che è Robin.
«Nessuno aveva mai cucinato per me» si ritrova a dire, non appena distoglie lo sguardo da quello dell’uomo non vuole perdere il controllo, sa che potrebbe perderlo, ha forse esagerato anche un po’ con il vino e non è il caso di fare cavolate di cui potrà pentirsi.
«Sono ancora più felice di essere stato il primo ad avere questo onore»
La sua dolcezza é disarmante e Regina se ne rende sempre più conto, ogni secondo che passa in sua compagnia.
Ancora una volta si ritrova a guardarlo negli occhi.
Regina in quel momento vorrebbe dirgli tante cose, vorrebbe finalmente aprire la porta alle sue sofferenze represse, vorrebbe raccontarle all’uomo che ha di fronte e fargli capire che persona realmente sia, ma non riesce a fare nulla di tutto ciò. Riesce solo a guardarlo negli occhi, a rispecchiarsi nelle sue meravigliose pozze azzurre, in cui è facile riuscire a vedere il proprio riflesso da quando splendono di purezza.
Sono occhi negli occhi, sempre più vicini, i loro respiri corti dall’emozione, al punto da mescolarsi.
Robin incantato dalla sua bellezza, dalla sua fragilità e dolcezza in quel momento, non riesce a dire altro, solo ad avvicinarsi ulteriormente a lei, vuole baciarla, vuole farle capire attraverso un bacio che può fidarsi di lui, che può aprirsi, confidarsi, raccontarle ogni momento spiacevole della sua vita, ma che lui resterà al suo fianco, perché ormai non può negarlo, Regina occupa i suoi pensieri, la sua mente e il suo cuore, anche se si conoscono da poco tempo, sente di conoscerla da sempre, come se da sempre fossero destinati a stare insieme. É stato un colpo di fulmine e lui fino a quel giorno non ha mai creduto che ciò fosse possibile.
Robin si avvicina, Regina si avvicina... ma quel magico momento viene interrotto da Roland, il quale ha fatto un brutto sogno e ora piange che vuole il suo papà.
Si separano schizzando entrambi ai due poli opposti del divano.
Regina é visibilmente imbarazzata, si stava lasciando andare così, senza pensarci, senza vergogna e pudore, pur sapendo che non sarebbe stato un bacio innocente, ma un bacio vero, un bacio con dei sentimenti ben precisi. Lei, Regina Mills, non sa ancora cosa prova per Robin o forse lo sa benissimo, ma ha ancora una volta paura, paura di lasciarsi andare, se pur lo stava per fare. Per fortuna si è fermata in tempo, per fortuna Roland ha interrotto quel magico momento. Ciò dimostra che avrebbero fatto un errore a lasciarsi andare e il fato si è messo in mezzo e ha interrotto il fattaccio.
Robin stringe il suo bambino a sé, ma con la coda nell’occhio guarda Regina per cercare di interpretare le sue emozione, il suo stato d’animo e capisce subito che la donna si è nuovamente chiusa nel suo guscio protettivo e se ne dispiace, ma lui non è il tipo che si arrende, non si arrenderà, farà breccia nel cuore della regina cattiva ed eliminerà dal suo cuore tutte le sue paure, fosse l’ultima cosa che fa nella sua vita.
Si salutano imbarazzati, Roland si è riaddormentato subito dopo tra le braccia di suo papà, Robin dopo averlo riportato nella stanza di Henry, si ritrova alla porta per salutare Regina.
«Mi chiedevo se ti andasse di venire a cena con me una di queste sere.» le dice, avrebbe voluto andarsene senza aggiunge altro che un “buonanotte” ma il suo cuore ha parlato per lui.
«Si, mi va. Buonanotte Robin.» si ritrova a rispondere la donna senza pensarci, per poi salutarlo e chiudere la porta dietro di sé e lasciare che i suoi sentimenti vengano fuori, ma non vuole far trasparire nessuna emozione davanti a quell’irresistibile fuorilegge, non ancora, vuole un momento solo per se stessa, per pensare, riflettere, fare chiarezza una volta per tutte su ciò che prova, anche se è chiaro che prova qualcosa o non avrebbe mai accettato di uscire con lui, non ci avrebbe pensato mezza volta a dire un secco “NO” e invece non l’ha fatto, non l’ha fatto perché vuole uscire dannatamente con lui. É inutile negarlo, ormai.
Robin si allontana sorridendo, lei ha accettato, non sa quando usciranno, non sa se le cambierà idea l’indomani fingendo che tra loro non ci sia nulla, ma adesso è felice così, lei ha accettato e lui si sente un adolescente alla sua prima cotta per quanto é felice.
Non si è mai più sentito così dalla morte di Marion, ma non ha paura di vivere questa nuova avventura, sa che sua moglie lo vorrebbe vedere felice. Istintivamente torna con la mente al giorno in cui lei è morta e il cuore ancora adesso gli si lacera dal dolore.
“Non è stata una morte improvvisa e questo avrebbe dovuto renderlo preparato, ma non è stato così, non è mai così. La morte, anche se prevista, anticipata, spiazza, ferisce, spezza il cuore, lo frantuma in mille pezzi e i cocci non si ricompongono così facilmente, se mai si possono ricomporre. Lui è così che si sente.
É arrivato in ospedale, come ogni giorno, alla stessa ora e portandole i suoi amati cioccolatini a latte per farla sorridere, ma quando è entrato in stanza, ha visto i dottori intorno alla sua amata Marion e si è precipitato nella stanza, per poi essere allontanato subito dopo.

Intorno a lui tutti i rumori, i suoni improvvisamente sono spariti. Come se il suo cuore si fosse bloccato, come se il suo cuore fosse legato a Marion, lei sta male, il cuore di Robin inevitabilmente sta male. Non vuole pensare al peggio, non vuole pensare all’eventualità di perdere sua moglie, ma sa che questo prima o poi sarebbe accaduto. Ma allora perché fa così male? Vuole sperare, vuole credere di avere ancora giorni, settimane o magari mesi da passare con lei, insieme al loro bambino Roland, che è ancora troppo piccolo per perdere la mamma, ha solo un anno e ha bisogno di lei più che mai.
Solo quando lo fanno entrare capisce che non c’é più niente da fare, la malattia si é portato via sua moglie, la sua amata Marion.
Le si avvicina con le lacrime agli occhi, il suo viso é pallido e la sua mano, che stringe nella sua, è fredda. Non è più quella della sua amata, che è sempre stata calda, anche nelle condizioni atmosferiche peggiori. Ora non è la sua, non è più la sua.
Lei giace fredda, immobile e pallida in quel letto di ospedale e lui l’ha persa, per sempre.

«Amore mio, ti amerò per sempre.» le sussurra prima di darle un ultimo bacio. Il suo ultimo bacio a sua moglie.
La parte peggiore è stato tornare a casa da Roland. L’ha trovato beatamente addormentato nella sua culla ed é scoppiato a piangere. Non sarebbero stati più una famiglia e Roland non sarebbe potuto crescere accanto alla sua mamma.
Il cuore si può spezzare in mille pezzi. Quel giorno Robin ha capito che non è solo una metafora, può accadere veramente. Il suo è in mille pezzi.”


Quando Emma rientra a casa verso l’una di notte, trova Regina ancora sveglia con una tazza di camomilla in mano e se ne stupisce, di solito non è una che è abituata a fare tardi la sera, non è persona nemmeno da camomilla, quindi capisce subito che sia successo qualcosa e si siede accanto a lei sul divano.
«Com’é andata la cena con Robin?» le chiede capendo che il motivo del suo stato d’animo sia la cena organizzata dal loro nuovo coinquilino che vive in dependance.
«E tu da quando esci con Jones?» le rivolge anche lei una domanda, incrociando i suoi occhi, li ha visti fuori dalla finestra e lui ci stava decisamente provando.
«Che fai cambi argomento per non affrontare i tuoi sentimenti per l’uomo? E comunque io non esco con Jones.»
«Ma ti piace.»
«NOOOOO» urla quasi, poi abbassa la voce per non svegliare Henry e aggiunge: «Mi ha solo accompagnata a casa, il mio maggiolino si è di nuovo fermato»
«Devi cambiarlo quel rottame Emma, ti lascia sempre a piedi, é praticamente inutile che tu abbia una macchina» le dice premurosa, quasi materna, com’è suo solito fare quando si preoccupa per la sua amica.
«Per quanto riguarda Jones stai in guardia, gli piacciono le donne e tanto anche.» la mette in guardia sul ragazzo, conosce la sua reputazione ed Emma non ha bisogno di soffrire ancora.
«Tranquilla, so badare a me stessa e so tenere a bada quelli come lui.» la rassicura, ribadendo che tra loro non c’é nulla, almeno non da parte sua, perché è ovvio che Killian Jones invece prova qualcosa per lei.
«Tu invece, cosa mi dici di Robin? Avanti sputa il rospo Mills, é chiaro che è successo qualcosa tra voi.» riportando la conversazione su di lei, vuole che la sua amica si confidi.
Regina le confida del quasi bacio con l’uomo, di aver accettato di uscire con lui per un appuntamento, senza pensarci ulteriormente si confida con lei, in fondo ha aspettato che tornasse Emma proprio per parlarne con qualcuno.
«Ma ora sono così confusa, non so cosa provo per lui, so che sto bene in sua compagnia come non mi sentivo da tempo, come forse non mi sono mai sentita... ma é sbagliato, tutto sbagliato.»
«Perché é sbagliato? Anche tu hai diritto al lieto fine Regina, se Robin ti rende felice, allora lasciati andare, penso che tu abbia sofferto fin troppo nella tua vita e ti meriti un po’ di felicità.»
«Smettila di guardare quella serie tv su netflix che ti ha consigliato Mary Margaret sulla speranza, parli come loro adesso, il lieto fine non esiste e tu lo sai meglio di me.»
«”Once Upon A Time” non c’entra nulla con il mio discorso e non ti voglio fare discorsi sulla speranza come Mary Margaret, lo sai che quella è una sua prerogativa. Io ti voglio solo dire che se Robin ti piace devi seguire il tuo cuore e fregatene delle conseguenze. Lui ti piace giusto? Allora goditi tutti i momenti possibili con lui, se finirà male, almeno non avrai rimpianti. Ora invece di quella brodaglia che ti stai bevendo che ne dici di uno short alcolico?» è stata dura, ma sa che a volte per far smuovere Regina dalle sue paure e dal suo pessimismo cosmico deve esserlo o lei si priverebbe di ogni momento bello per la paura di soffrire. In realtà é ciò che fa anche lei, ma si sa che è più facile dare consigli agli altri che attuarli su se stessi.
«Disse colei che nega di provare qualcosa per Jones. Vada per qualcosa di forte, ne ho bisogno.» non ammetterebbe mai che la sua amica abbia ragione, ma il suo discorso ha fatto centro, ora si sente decisamente molto meglio.
Emma ignora la prima parte del discorso di Regina volutamente e si reca a preparare rum e pera per entrambe. Si siedono nuovamente sul divano e brindano con i loro short.
É un momento solo loro, da amiche vere quale sono, non se lo dicono spesso, ma sono molto legate e soprattutto si vogliono un gran bene, sono la forza l’una dell’altra. Emma sente che Regina é la persona più cara che ha, una sorella maggiore che non ha mai avuto. Per Regina é lo stesso, Emma é come la sua sorellina minore e farebbe qualsiasi cosa pur di proteggerla,  anche nasconderle la vera identità dei suoi genitori, sapendo quanto lei soffra ancora per l’abbandono, vuole proteggerla.
Ancora una volta, si sono confidate proprio come farebbero due sorelle e il silenzio che regna nel salotto n’è la prova evidente, non hanno bisogno di tante parole per sentirsi vicine.

Il giorno seguente Regina si reca presto in ufficio, ha appuntamento con Jones per parlare di nuovi sviluppi del caso di Robin Hood, il ragazzo ha scoperto qualcosa di interessante in merito e gli è sembrato giusto rivelarlo all’avvocato.
Killian Jones non è di certo un uomo mattiniero, quando può resta volentieri a dormire fino a tardi, ma sa che Regina Mills arriva molto presto in ufficio e stavolta ciò che gli deve dire non può aspettare l’ora di pranzo, deve farlo subito. Tornando a casa, dopo aver riaccompagnato Emma, una sua conoscenza gli ha rivelato qualcosa di sconvolgente sul caso di Robin Hood e chi sia coinvolto nell’omicidio del gioielliere.
Arriva puntuale ed entra nell’ufficio di Regina senza bussare, com’é suo solito fare.
«Jones esiste una cosa che si chiama bussare, so che è difficile capirlo per uno come te, ma di solito é buona educazione farlo.» lo rimprovera Regina, sa che è solo lui quando entrano nel suo ufficio senza bussare.
Il ragazzo se la ride, ma poi torna subito serio, ciò che sta per dire a Regina é qualcosa di molto importante e non vuole perdere tempo con le sue battutine, per quelle c’é modo e tempo in circostanze diverse. Si siede alla sedia davanti alla scrivania di Regina.
«Senti, forse non significa niente e forse Robin Hood non è coinvolto, ma è giusto che tu lo sappia... Ieri mi ha contattato una mia conoscenza, mi ha rivelato chi è che lo ha incastrato, Mr Gold, credo che la sua reputazione lo preceda, ma se non lo sai, è un usuraio, sicuramente é immischiato anche in altri traffici.»
Regina a quella confessione sente la terra mancarle sotto i piedi, cosa c’entra Robin con Mr Gold? Lo conosce, lo conosce bene, ha sentito spesso parlare di lui, ma lo sceriffo di Storybrooke con la polizia locale non sono mai riusciti a prenderlo, sa come sfuggire alle autorità. É spietato e non si arrende davanti a niente, ha fatto dell’oscurità la sua vita, non per niente ha come soprannome “il signore oscuro”. É coinvolto in molti traffici illeciti, anche se è riuscito sempre a cavarsela e ripulire la sua fedina penale.
Oltre alla sua reputazione sa che è stato l’ex fidanzato di Belle, una ragazza gentile, dolce e simpatica che lavora alla libreria vicino il suo studio. Lei l’ha lasciato quando ha capito che cosa facesse il fidanzato per vivere, ma non ha avuto il coraggio di denunciarlo per non lasciare la città, il suo lavoro, ha solo voluto dimenticare e continuare la sua vita di sempre.
Ciò che non riesce a togliersi dalla testa però è perché un uomo spietato come Gold volesse incastrare Robin, un semplice fuorilegge che ha rubato per anni per mantenere suo figlio. Forse però Robin non è quello che dice di essere? Forse l’ha ingannata e lei si è lasciata ingannare come una stupida? Si è lasciata incantare dai suoi occhi sinceri e puri e magari dietro quei sorrisi aperti e meravigliosi si nasconde un trafficante... Improvvisamente mille dubbi le attanagliano il cuore, le fanno credere di essersi lasciata sopraffare dai sentimenti, quando doveva rimanere imparziale e dura. Si sente una scema, una perfetta idiota, un avvocato non degno della professione che svolge. Non è da lei comportarsi come un adolescente in calore davanti a un bell’uomo e mettere a repentaglio la sua famiglia.
Eppure non riesce a crederci che Robin possa essere un trafficante pericoloso.
Si sente confusa, tremendamente confusa e la testa le gira senza rendersene conto, ha bisogno di restare sola e di riflettere, di capire come comportarsi.
«Regina é tutto ok?» le chiede Killian preoccupato, non l’ha mai vista così pallida in volto, non riesce a comprendere il repentino cambio di umore della donna.
«Si Jones, grazie per le informazioni, puoi andare.»
Killian non vuole insistere oltre e si alza per uscire, sa che Robin é ospite a casa loro e forse è semplicemente preoccupata per la sua famiglia, anche se lui crede che l’uomo non sia coinvolto nei traffici illeciti di Gold.
«Ah Jones, se fai soffrire Emma dovrai vedertela con me e non solo, ti sguinzaglio dietro David, il quale é molto affezionato a lei, come se fosse sua figlia. SAPPILO.» Si riscuote dai suoi pensieri e decide di mettere in guardia il don Giovanni da strapazzo e proteggere la sua amica.
«Ti sembrerà strano, ma sono sincero con Emma, so che non è come tutte le altre ragazze, mi piace sul serio» le risponde sincero come non lo è mai stato in vita sua, non sta prendendo in giro Emma, non potrebbe mai farlo, diventa ogni giorno più importante per lui. Sorride nel vedere come Regina sia protettiva nei suoi confronti, ha capito che le due sono molto legate. Certo non vuole però scatenare la sua furia o la furia di David.
«Sarà meglio per te. Ora vai.»
E una volta che la porta si chiude, il silenzio torna a regnare nella stanza e Regina a tormentarsi nei suoi pensieri.
Si era decisa, si era decisa ad accettare l’invito a cena di Robin quella mattina, dopo aver parlato con Emma, si era lasciata convincere a cercare di essere felice senza pensare alle conseguenze e vivendo giorno per giorno, ma a quanto pare la felicità per lei non è prevista e non doveva abbassare la guardia, lei non è fatta per l’amore, lei non troverà mai un uomo degno di chiamarsi tale, lei non potrà più innamorarsi.
È ferita, delusa, perché finalmente si stava nuovamente riaprendo all’amore e ancora una volta la vita reale é tornata prepotente a ricordarle che lei non potrà mai avere il suo lieto fine, lei è la regina cattiva e i cattivi non vincono mai.
I caffè che si è scolata per cercare di concentrarsi sul lavoro non sono serviti a nulla, hanno solo fatto sì che aumentasse il suo nervosismo. Tornata a casa ha evitato accuratamente di farsi vedere dall’uomo, ma sa bene che dovrà affrontarlo, vuole delle spiegazioni. Quell’uomo è entrato in casa sua, ha scherzato è giocato con Henry e se è un delinquente, lei deve saperlo, deve saperlo a ogni costo. La verità fa male, ferisce profondamente a volte, ma è necessaria e lei ha fatto della verità il suo stile di vita. Non le piacciono le bugie, le scappatoie per risolvere i problemi, le ingiustizie e la poca chiarezza. È un avvocato anche per cercare di fare chiarezza in un mondo di incertezza, di inganni e falsità.
È rientrata a casa prima del solito a dire il vero, portandosi dietro il lavoro, con la speranza di riuscire a sbrigare qualche cosa, ma i suoi pensieri continuano a tormentarla e la casa senza Emma e Henry e troppo silenziosa e i pensieri la tormentano ancora di più. Il silenzio è piacevole, ma esso fa tornare anche a galla tutti i tormenti, le paure, è peggio del rumore a volte, il quale copre il brulicare dei pensieri che disturbano il cuore.
Quel pomeriggio Regina avrebbe tanto voluto che i due disordinati di casa, non avessero deciso di andare a fare la passeggiata al centro commerciale.
“Passano i mesi, passano gli anni, ma le ferite del cuore spesso non riescono a rimarginarsi, si attenuano, ma non possano mai. Regina ormai è all’ultimo anno di università, prossima alla laurea, ma non è felice come dovrebbe essere.
Sente la mancanza di sua madre, la quale ha desiderato tanto vederla essere proclamata dottoressa in legge, veder prendere le redini dello studio legale del padre e diventare l’avvocato Mills, un famoso avvocato di successo. Non ha fatto in tempo a vederla realizzata, a vedere realizzare il sogno di entrambe. Non è mai stata una mamma affettuosa, mai un abbraccio, una carezza, una parola di conforto o incoraggiamento, ma Regina non ha mai dubitato del suo bene. Con il suo atteggiamento duro ha solo voluto incoraggiarla, spronarla a non mollare. Regina sa che in realtà lei era orgogliosa, ma non ha avuto modo di dirglielo e ora, ora vorrebbe sentirselo dire per una volta...

Le manca Daniel, il suo amato Daniel, il quale invece le ha sempre dimostrato i suoi sentimenti e quanto fosse orgoglioso di lei, sin dal primo momento. Come si fa a superare un lutto? Non riesce più a fidarsi di nessuno, eppure i corteggiatori non le mancano, é bella, determinata, forte e intraprendente, chiunque farebbe carte false, ma lei non vuole nessuno nella sua vita, vuole Daniel. A volte vorrebbe essere morta anche lei in quel fatale incidente... ma poi ragionando pensa che né sua madre, né Daniel avrebbero voluto ciò. Lo deve poi per suo padre, anche se ormai si è risposato e sembra di nuovo felice.
Ha una nuova famiglia, una sorellastra di vent’anni, ma si sente sola e forse anche un po’ delusa. Già delusa, perché suo padre è riuscito a guardare avanti, ad amare di nuovo e lei che ha 23 anni invece non riesce a guardare nemmeno un uomo negli occhi, nascondendosi dietro relazioni di solo sesso per non legarsi a nessuno, per non soffrire più.
É ferita, delusa, amareggiata e sola. Non l’ha con suo padre, ma con sé stessa per non riuscire a voltare pagina, ma come si fa a guardare avanti, se si è rimasti bloccati nel passato? Come si fa a guardare avanti se pensi alla tua laurea e vorresti al tuo fianco l’unica persona che non potrà esserci?”



 SPAZIO AUTRICE: Ciao a tutti e buona domenica. Ecco qui il quarto capitolo della storia... in questo abbiamo visto poco i nostri Emma e Killian è vero, è dedicato principalmente a Robin e Regina, ma come avrete capito per ovvie ragioni. Però non temete che i nostri CS avranno il prossimo capitolo tutto per loro.
Per quanto riguarda questo, come avrete letto si è scoperto chi ha incastrato Robin, ovvero Gold. Ve lo aspettavate? Comunque il caso legato a Gold e Robin, sarà la linea gialla della mia storia. Questo caso coinvolgerà tutti i protagonisti, chi in maniera diretta, chi indiretta... Vedrete più avanti. Ammetto che scrivere la linea gialla della storia mi sta creando qualche difficoltà, ma per fortuna ho ancora qualche capitolo nel mezzo prima di entrare nel vivo e io ho il tempo per dedicarmici. ahahhahaha
Bè ora vi lascio, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo.
Alla prossima.

 

   
 
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