Libri > Storia di una ladra di libri
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Autore: ester_potter    13/02/2019    0 recensioni
Saaalve, questa è la mia seconda fanfiction. Praticamente riscrivo il film TUTTO dal punto di vista di Liesel, quindi sarà più introspettivo. Sono attaccatissima sia al libro che al film, per cui vi posso assicurare che rimarrò fedele il più possibile e cercherò di non sfociare mai nell'OOC con i personaggi. Buona lettura :)
[Estratto dal capitolo 37:
È iniziato tutto con la morte di mio fratello: lì, per la prima volta, mi sono ritrovata a rubare un libro. È capitato altre volte, in contesti diversi, ma c’era sempre una costante.
Sentivo l’instabilità della vita. Ogni volta che mi capitava di rubare un libro, sentivo tutto talmente fragile e instabile, da aver bisogno di qualcosa che rimanesse per sempre con me (...)
Un libro sarebbe rimasto sempre mio. Nessuno me l’avrebbe mai portato via. Gli scrittori sono immortali perché sono immortali le loro opere. Ancora oggi ci ricordiamo di persone come Shakespeare, Victor Hugo, Lev Tolstoj, Mark Twain, e sono sicura che fra cent’anni il mondo di ricorderà ancora di loro. Perfino il Mein Kampf resterà sugli scaffali delle librerie. Forse è questo, il motivo che mi ha sempre spinta a rubare libri.]
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liesel Meminger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XXXIX

Finalmente è finita la guerra.
La gente ancora non ci crede. E neanche io, a dire la verità.
In questi due anni sono stata adottata da Ilsa e da suo marito, e vivo ancora con loro. Non lo avrei mai creduto possibile. O meglio, lei mi si era molto affezionata, e la cosa era reciproca, ma prendermi in casa era totalmente un altro paio di maniche.
Senza contare delle convinzioni ideologiche del borgomastro. Invece, col tempo, è diventato perfino affettuoso nei miei confronti. E io mi sono lasciata avvicinare. Ho ripreso a studiare da casa, grazie alle lezioni insegnatemi da Ilsa, e in più ho avuto l’occasione di poter conoscere a fondo la sua libreria. Non come quando vi mettevo piede di soppiatto per rubare libri per Max, né come quando mi ricavavo cinque minuti a settimana dopo aver riportato il bucato per leggere Il Mercante dei Sogni. Ancora oggi, quando voglio, sono libera di prendere un libro dagli scaffali e sedermi sulla sedia a leggerlo in pace, come facevo da piccola.
Da un anno e questa parte, inoltre, ho cominciato a lavorare alla sartoria del padre di Rudy: Alex Steiner è stato congedato giusto un anno dopo il disastro di Via Del Paradiso, a seguito del quale abbiamo perso tutto, entrambi.
All’inizio era distrutto: beveva parecchio, e non lavorava. Poi, col tempo, si è rimesso in piedi. Ho pensato che un po’ di compagnia al negozio potessi fargli bene, perciò gli ho proposto di fargli da assistente.
Era così felice che ha accettato subito. Non volevo neanche che mi pagasse, a dire la verità, ma ha insistito tanto; addirittura mi ha detto che non mi avrebbe permesso di restare, se non avessi accettato i suoi soldi.
Col senno di poi, devo dire che sono contenta di guadagnare qualcosa, per non pesare sulle spalle dei signori Hermann – se di guadagno si può parlare, considerate le condizioni in cui versa il paese.
Ma ammetto che ci sono giorni in cui lavorare fianco a fianco col signor Steiner è più difficile del previsto: mi ricorda così tanto Rudy, che devo assentarmi per un paio di minuti e andare nel bagno sul retro, a lasciarmi uscire qualche lacrima.
Oggi potrebbe essere un giorno di questi: è tutta la mattina che da fuori sentiamo ragazzini che corrono, ridono e urlano al cielo che la guerra è finita e che siamo finalmente in pace. Se Rudy fosse vivo, sarebbe piombato di corsa fin qua dentro, con i suoi capelli color limone, a urlare anche lui frasi del genere. Non ho ancora pianto, però, nonostante continui a pensarci.
A un tratto sento il rumore della campanella sopra la porta. Dev’essere entrato qualcuno. Sto riordinando gli attrezzi di Alex nei loro contenitori, mentre lui è al bancone davanti alla porta. Solitamente è a lui che si rivolgono i clienti, perciò non mi prendo la briga di guardare chi sia entrato.
Sento un paio di passi, poi il silenzio.
A quel punto, però, alzo lo sguardo, e vedo Alex guardarmi con aria confusa.
Ma è l’uomo che è entrato ad attirare la mia attenzione: è così simile a Max…
No, non è simile. È uguale, accidenti.
Faccio qualche passo in avanti e scendo lentamente le scale. Non può essere lui. Non riesco ad aprire bocca, e non so che faccia possa avere in questo momento. Probabilmente sono ridicola, perché Max mi sorride quasi divertito. O forse è solo felice di vedermi.
Io lo sono per certo, però. Lo sono così tanto. Credevo fosse morto. Credevo non sarebbe più tornato e invece è qui, davanti a me…
“Max!” urlo, quando finalmente mi decido a scantarmi, e corro ad abbracciarlo.
Ci stringiamo forte e non so per quanto restiamo così, ma se fosse per me non mi staccherei mai. Il cuore mi sta letteralmente scoppiando di felicità. Mi torna in mente all’improvviso quella mattina di gennaio di tre anni fa, quando la mamma mi venne a trovare a scuola per dirmi che Max era guarito, e appena tornata a casa l’avevo trovato ad aspettarmi in piedi, in cantina, ed ero corsa ad abbracciarlo come ho fatto ora.
All’epoca credevo di non poter essere più felice di come lo ero in quel momento, ma mi sbagliavo. Questa è la prima volta, dopo anni, che mi sento veramente felice. Anche più di quel giorno.
Non so cosa la vita mi riserverà nel futuro, ma sono pronta ad affrontare qualunque cosa. Ho perso tanto… Ma, forse, alla fin fine, non ho perso tutto.



Angolo Autrice

Salve a tutti e bentornati/e!
È finitaaaaaaaaaa finalmente! Devo dire di essere molto soddisfatta di essere riuscita a terminare una fic iniziata ben 4 anni e mezzo fa!
Ora, comunque, è il momento di dare un ringraziamento speciale a Sharon_SassyVampire, una mia cara amica con la quale condivido i miei scleri sulla Kakavege (ma anche scleri sulla vita e argomenti più seri, ma sssshh!): senza di lei probabilmente – anzi, diciamo pure sicuramente – io non avrei mai e poi mai ripreso a scrivere.
È una cosa molto importante per me, che forse un giorno spiegherò, da qualche parte, comunque per ora mi limito e ringraziarla ufficialmente qui e anche faccia a faccia, appena ci vedremo *-* Grazie bella <3
Detto questo, grazie per tutti quelli che sono arrivati fin qui e altrettante grazie in anticipo a chi recensirà. Davvero.

Alla prossima cari/e  <3
A. Ester
 
   
 
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