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Autore: Giaddy123    14/02/2019    3 recensioni
Non posso dire nulla della trama, anche perchè farei super spoiler ma pensate...
E se il Crossover elseworld fosse andato in maniera differente?
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anche stamattina mi sveglio solo nel letto. Sono steso a petto in giù con il cuscino posizionato sopra la testa, che cerco invanamente di coprimi dalla luce del sole che entra dalla finestra di camera nostra. Mi metto a cercare con la mano la figura di mia moglie ma sento che il letto è quasi del tutto freddo, così mi metto su un fianco e cerco di prendere il telefono, che ho lasciato sul comodino la sera prima, per controllare l'ora. Le 7.00.

Sarà in bagno a farsi una doccia, prima di andare al lavoro, penso.

Ultimamente mi sveglio sempre per secondo; con il nuovo incarico alla SCPD ho la fortuna di poter dormire fino a tardi, dato che comincio alle 9.00, e direi che ne sto approfittando.

Sento il getto d'acqua della doccia iniziare a scendere così decido di alzarmi e raggiungerla ber una buona e sana dose di sesso mattutino.

Appena apro la porta del bagno vedo vestiti sparsi dappertutto come se la lavatrice fosse esplosa in un momento di troppo lavoro. I pantaloni del pigiama per terra vicino alla doccia, la canottiera nel cassetto sotto al lavandino, il reggiseno sopra la piccola caldaia all'angolo del bagno, le ciabatte lanciate in direzioni opposte... miss ordine è passata di qua.

Mi scappa una piccola risata ripensando alla discussione che non molto tempo fa avevamo avuto sul fatto che lei fosse tremendamente disordinata e che sostenesse:“nel mio disordine, sono sempre ordinata”.

Con un sorriso stampato sulle labbra inizio a spogliarmi e a lanciare i vestiti in giro come per completare l'opera d'arte contemporanea che mia moglie aveva iniziato.

 

“Lo sai che c'è posto per due qui dentro vero?” dice appena mi sente trafficare “in realtà c'è posto anche per tre. Non che ci debbano stare altre due persone qui con me, o semplicemente altre tre persone che si fanno la doccia anche perché sarebbe strano vedere tre persone che fanno la doccia assieme se non in un contesto tipo spogliatoio di una palestra... non che io le voglia vedere comunque. Però è veramente grande questa doccia... quando ci sei dentro anche tu non sembra perché tu sei così grosso. E per grosso non intendo grasso, anzi... penso che sarebbe più facile trovare del grasso sul David di Michelangelo piuttosto che su di te”

 

Sposto la tenda che ci separa ed entro finalmente in doccia. La trovo sotto il getto della doccia, in tutto il suo splendore, che mi guarda imbarazzata e con le mani appoggiate al volto come per coprire quel rossore di guance che a me tanto piace.

 

“Perché?” mi chiede retoricamente. Io la guardo un attimo perplesso ma comunque divertito. “Perché la mia bocca deve sempre sparare parole senza alcun senso e soprattutto nei momenti meno opportuni? Perché? Io volevo solo dire una di quelle frasi fatte sexy, come quelle che si vedono nei film”

Mi avvicino per prenderla nel mio abbraccio e darle un dolce bacio sulle labbra.

 

“Buongiorno anche a te”

 

“Dio a ripensarci mi sento così stupida”

 

“In verità la tua frase fatta sexy ha avuto l'effetto che speravi” le dico premendo il mio membro ormai più che duro sulla sua coscia.

Lei sposta le sue mani attorno al mio collo così da avvicinarci ancora di più e inizia ad accarezzarmi la nuca. Gli do un altro bacio, ora un po' più passionale.

 

“Dì la verità. E' la parte del grosso quella che ti ha fatto eccitare” mi sussurra nell’orecchio, con voce divertita e sensuale.

 

“Mmm... in verità sono arrivato al punto dello spogliatoio e della palestra, poi ti ho perso”

 

“Beh allora sappi che ti ho definito grosso”

 

“Beh grazie, ma già sapevo di essere grosso... me ne hai dato conferma, più e più volte”

 

Mi piaceva quando faceva così. Non lo facciamo molto spesso questo giochetto di flirtare così esplicitamente, ma quando succede è sempre lei a prendere l'iniziativa con una battuta o una frasetta. La cosa buffa però è che quando le rispondo, arrossisce come se non si aspettasse niente del genere e questo mi fa impazzire.

Anche oggi è arrossita e questo mi fa eccitare come non mai.

Prendo il suo viso con entrambe le mani ed inizio a lasciargli baci languidi ed esigenti prima sulle labbra, per poi scendere e passare al suo collo magro. Sento le sue dita scivolare dalla mia nuca per scendere verso la mia schiena fino ad arrivare al sedere, per poi stringerlo con entrambe le mani mentre esprime con un verso tutta la sua approvazione. Ridacchio nel suo orecchio e sento che anche lei sta sorridendo. Decido di fare la stessa cosa per poi prenderla in braccio e farle intrecciare le gambe attorno alla mia vita, ma mentre ci stiamo muovendo sento il mio telefono nell’altra stanza iniziare a squillare.

Decidiamo di ignorarlo e inizio così a spostarmi con foga nella doccia fin quando la schiena di Felicity non sbatte contro la parete piastrellata di marmo nero.

 

Felicity

 

Mi fermo un attimo, con le le labbra a due centimetri da lei, e poi mi allontano tanto per osservarla. La osservo perplesso, come se non la conoscessi.

Felicity. Non capisco perché ma ho questa strana sensazione. Come se tutto questo non fosse giusto, come se non mi appartenesse.

 

“Tranquillo, se è urgente richiameranno”. Sento la sua voce e mi risveglio da questi strani pensieri a cui non riesco a dare una spiegazione. La guardo e vedo che mi sta osservando con aria incuriosita, probabilmente attribuendo alla chiamata persa lo strano modo in cui mi sono comportato. Annuisco e le sorrido prima di ricominciare a baciarla ma il telefono ci interrompe per l’ennesima volta.

 

“Stamattina non ci vogliono proprio lasciare in pace” mi dice prima di sciogliere controvoglia il nodo creato con le sue gambe e mettersi in piedi davanti a me. Sbuffo per la frustrazione di non essere riuscito a regalare a mia moglie il piacere che voleva, ma mi riprometto di finire il tutto non appena saremmo tornati dal lavoro.

Mi lavo il più velocemente possibile per poi uscire con un asciugamano legato in vita. Esco dal bagno e mi metto a cercare il cellulare tra le coperte del letto.

 

Ancora quella sensazione. Ancora quel senso di inadeguatezza, solo che in più questa volta si è aggiunta un altro sentimento, un sentimento che non avrei mai pensato di provare in tutta la mia vita, sollievo.

Sono sollevato di non aver fatto sesso con Felicity.

 

Mi fermo in piedi, a fissare il vuoto, con il telefono in mano ripensando a quello che ho appena detto nella mia testa, sono sollevato di non aver fatto sesso con Felicity… non riesco a capire, non riesco a capacitarmi di come la mia mente possa pensare questo.

 

Sono assorto nei miei pensieri quando il telefono inizia nuovamente a suonare e vibrare. Lo guardo e vedo il volto di Dinah che si illumina sullo schermo. Decido di rispondere, anche per distrarmi dai quei pensieri che, non so come mai, continuano a palesarsi nella mia mente.

 

“Rapina a mano armata alla Starling National Bank, quattro aggressori, dodici ostaggi”

 

“Ci vediamo lì”

 

Chiudo la chiamata e mi avvio verso il guardaroba per prendere la mia ormai divisa da Green Arrow. Mi sto infilando i pantaloni quando sento Felicity avvicinarsi a me da dietro. È nel suo bellissimo accappatoio rosso con i fiori rosa, una ciocca di capelli bagnati le cade dolcemente sul viso mentre i restanti capelli sono legati con un mollettone in uno chignon disordinato. Ha le guance di un colorito tendente al rosso, probabilmente perché l’acqua della doccia è aumentata di temperatura non appena sono uscito.

 

“Cos’è successo?” mi dice abbracciandomi e baciandomi la spalla che una volta era la tela del disegno inflittomi per ricordare Shado.

 

“Rapina alla Starling National Bank, hanno degli ostaggi” le dico abbassando lo sguardo e facendo finta di armeggiare con la zip dei pantaloni. Non riesco più a guardarla, non ci riesco, mi sento come se l’avessi tradita, come se nel mio cuore non ci fosse più spazio per lei.

Sospiro silenziosamente, cercando di non far trapelare le mie emozioni.

Mi sposto dal suo abbraccio per prendere la giacca della tuta in similpelle verde, ma mentre sto per infilare il primo braccio nella manica super aderente, la mia attenzione viene attirata dallo specchio all’angolo della stanzetta.

Vivo il momento come se fosse a rallentatore. Mi volto lentamente verso questo specchio alto e stretto appoggiato al muro, mi avvicino a grandi passi e inizio a guardarmi il busto.

 

Cosa vuol dire tutto questo?

 

Sono confuso, ho la testa che mi sta esplodendo.

Vedo le cicatrici sul mio corpo che ho ricevuto durante i cinque anni di isola e anche oltre. Vedo gli sfregi di coltelli, i fori di proiettile, il morso di un animale che per poco non mi portava con se in fondo agli abissi. Vedo tutto questo ma… non mi appartiene.

 

Cosa sta succedendo?

 

Ricordo la storia di ognuno di questi tatuaggi, di ognuna di queste cicatrici ma… io non ho mai avuto tutti questi marchi sul mio corpo.

Mio corpo?

La realizzazione di quello che mi stava succedendo arriva come un fulmine a ciel sereno.

 

Perché sono Oliver Queen?!

Ciao a tutti. E' la prima volta che scrivo quindi, please, siate clementi. Ho deciso di scrivere questa storia perché Elseworld mi è piaciuto moltissimo, ma ero abbastanza triste del fatto che fosse durato solo per un episodio, quindi... ho deciso di riscriverlo a modo mio. ehehe. Per ora ho pubblicato solo questo breve pezzo di storia, per vedere se qualcuno può essere interessato da una trama del genere. Chiunque legga quindi, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace (e perchè) o se non vi piace (e perchè). Beh direi, al prossimo capitolo!
   
 
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