Alla Garrison San
Valentino era sempre un momento evanescente, anche dopo la fine della guerra.
Erano passati anni, eppure erano sempre militari e diplomatici, spesso alle
prese con missioni di tipo più disparato e traumi con cui venire a patti.
Eppure, esattamente cinque anni dopo la fine
della guerra, per puro caso tutti i paladini, compresa Allura e il regale
consorte, si trovavano alla stessa tavola il giorno prima di San Valentino.
Un evento raro ritrovarsi tutti insieme al
completo, sebbene fossero sempre in contatto o divisi in gruppi, e solitamente
riservato al Natale che era stato da poco festeggiato.
L’atmosfera era dunque allegra e rilassata, fra
chiacchiere e risate mentre i coniugi regali raccontavano i loro piani per
l’indomani.
“Certo che ci avete preso gusto con San
Valentino qui sulla Terra eh?” Pidge ammiccò a Lotor che stava addentando in
maniera goduriosa il dolce al cioccolato preparato da Hunk. Allura intervenne
salvando dall’imbarazzo il marito colto in un momento di rara scompostezza.
“Beh, del resto abbiamo adottato tante
tradizioni con voi!" E San Valentino è l’unico momento che ci concediamo
tutto per noi...del resto, prendersi cura dell’Universo ci lascia poco tempo!”
“Se ho acconsentito a farmi vestire come un cretino per gli ultimi cinque anni
terrestri con quei ridicoli maglioni natalizi, non vedo perché allora non
allargare i miei orizzonti e andarmi a godere una spa con la mia splendida
moglie adottando un’altra tradizione umana.”
Lance annuì convinto, seduto davanti all’Imperatore a braccia conserte. “Sono
d’accordo Lotor. Ed è infatti questa la nostra idea per domani. Per una strana
congettura astrale abbiamo lo stesso giorno libero domani, quindi ci
dedicheremo anche noi al relax. Ma tranquilli, ce ne andiamo in una spa a
Cuba.” concluse sorridendo, attirando a sé il vicino compagno che stava
parlando con Shiro, davanti a lui.
“Ehi Lance che c’è?? Sto parlando non vedi!!”
“Stavo dicendo che domani andiamo a fare i piccioncini a Cuba in una spa.” tubò
Lance ammiccante. L’ex paladino rosso si passò una mano sul viso esasperato
“Non smetterai di raccontarlo a chiunque vero? Ormai anche la fauna di questo
posto è al corrente dei nostri piani per questa festa insulsa.”
“Dai che sotto sotto ti piace…” sgomitò Lance sorridendo. Keith non poté fare a
meno di ricambiare lo sguardo, addolcito, e sorrise.
“La festa ? No. Ma la spa? Beh, chi direbbe di no a una spa su una spiaggia
Cubana?”
“Con una gran bel Cubano poi…”
“Ragazzi, prendete una stanza...ve ne prego. Siete peggio di questi due!”
Pidge, seduta vicino ad Allura, aveva lanciato un tovagliolo appallottolato per
attirare l’attenzione della coppia immersa nei loro discorsi, e nel mentre
indicava i due coniugi seduti accanto a lei.
“Siete veramente tutti...svenevoli.”
Hunk sbottò in una risata, mentre si alzava per andare a prendere l’altro
dolce.
Il cheesecake era il
dolce preferito di Shay che sarebbe arrivata l’indomani,
quindi ne aveva preparati diversi...così, per sicurezza.
Lance scosse la testa contrariato. “Pidge,
non siamo tutti come te...alle persone piacciono altre persone di solito, non i
robot. So che stai provando a costruirti il fidanzato perfetto, ma neanche i
tuoi cyborg ti reggono!” tutti risero, era ovvio che Lance stesse scherzando,
ma Pidge era particolarmente nervosa durante quella festa che la metteva ancora
più a disagio del solito riguardo i suoi sentimenti.
“Ahahhaha che simpatico che sei Lance, neanche avessimo ancora 15 anni!"
San Valentino è un’invenzione del patriarcato.” la ragazza incrociò le braccia
e si lasciò andare sulla panca, sbuffando.
“A me piacerebbe invece uscire con un
ragazzo...o con una ragazza.” Shiro, che era rimasto come sempre quieto ad
osservare i suoi paladini scannarsi con amore, pronunciò la frase prima di
sorseggiare un po’ di liquore ardaxiano portato da
Lotor.
Il silenzio generato dalla sua affermazione fece
risaltare il rumore del bicchiere poggiato di nuovo a tavola.
“Una ragazza?” Lance si sporse sul tavolo con
gli occhi larghi come scodelle.
“Che cosa??” Keith batté le palpebre reiterate volte, chiedendosi mentalmente
se avesse sentito bene.
“What dei what?” Hunk,
che era appena rientrato col cheesecake in mano quasi
fece cadere il dolce fra le sue mani. “E da quando ti piacciono le ragazze?”
indagò dando voce al pensiero comune che nessuno ancora aveva espresso.
“Da...sempre?” Shiro li guardò come se avessero tutti sei occhi e dieci
braccia. Si raddrizzò sulla panca, guardandosi intorno. “ Ragazzi, il fatto che
io sia uscito solo con uomini recentemente non esclude che mi piacciano le
donne. Anzi, recentemente potrei aver realizzato un interesse per una in
particolare…anche se probabilmente è un amore non corrisposto.”
“MA TI PIACE MICA MICA
MIA SORELLA?” i decibel raggiunti dall’urlo di Lance fecero fremere le orecchie
di Lotor e Allura che seguivano la conversazione basiti almeno come Shiro, che
sorseggio ancora il liquore prima di rispondere secco:
“No guarda sei proprio fuori strada.”
“E’ Axca! Ecco perché
è non corrisposto!” Hunk tentò la fortuna, ma il loro comandante si indispettì
di più.
“E certo, se non è zuppa è panbagnato no?”
mormorò quasi a sé stesso. Perché si era ficcato in quella situazione? Quel
liquore alieno l’aveva fatto parlare un po’ troppo. Non che si vergognasse
della sua sessualità, ma i suoi commilitoni erano peggio di un gruppo di
suocere di paese.
Incrociò lo sguardo di Lance, infuocato. “Guarda
che noi non ti facciamo alzare da tavola dopo una rivelazione del genere.”
Lotor interruppe l’interrogatorio alzando una mano elegantemente per prendere
la parola. “Ma è così rilevante la sessualità per gli umani? E’ una domanda che
continuo a pormi da anni...”
“Anche io me lo chiedo...” seguì Allura, abbastanza confusa dal perché di tutta
quella curiosità.
“E’ che a noi umani piace dare etichette.” sibilò
Pidge che era rimasta tetramente in silenzio.
“E come si definirebbe uno come me, che non ha preferenze in base al sesso?”
“Penso che si definiscano pansessuali” tentò Allura, incontrando l’approvazione
dei commensali.
“Sì ma Lotor, da te uno se l’aspetta. Sei alieno,
hai diecimila anni...sarei rimasto stupito se avessi avuto preferenze per un
solo sesso” l’imperatore aprì la bocca poi si mise un dito sul labbro,
pensieroso. Umani, a volte ancora lo sorprendevano.
“Comunque, vi assicuro che siete TUTTI fuori strada.”
Shiro riprese il controllo della conversazione, ormai in preda ai fumi del
liquore.
“Ma comunque, come vi ho detto, trattandosi di
un amore non corrisposto, la chiuderei qui.”
il tono di Shiro non ammetteva repliche. Sebbene l’uomo fosse sempre in vena di
scherzare, tutti sapevano bene quando non superare certi limiti, in particolar
modo quando aveva quell’espressione seria in volto.
Pidge, che non era intervenuta apposta, aveva
uno sguardo assolutamente normale che poteva sembrare annoiato dalla conversazione,
ma che in realtà celava un dolore abbastanza evidente.
Oltre il danno di essere innamorata di Shiro
senza rimedio ora doveva scoprire che era interessato anche alle donne? Se era
riuscita a farsene una ragione negli anni, quell’informazione aveva riaperto
una ferita che ancora sanguinava. E poi chi diavolo era quella donna
misteriosa? Doveva essere davvero speciale per riuscire a interessare il loro
stoico comandante, sempre più preso nella sua missione di comandante.
Quei pensieri continuarono ad affollarle la
mente rendendola silenziosa, ma i ragazzi diedero la colpa al malumore generato
dall’approcciarsi di San Valentino e la lasciarono perdere fino al ritiro di
ognuno di loro nelle proprie stanze.
Shiro si diede del cretino almeno dodici volte.
Pidge non aveva capito, ovviamente, che lui si stesse riferendo proprio a lei,
e continuava a darsi dell’idiota per aver spifferato così facilmente il suo
segreto. Passato l’effetto del dannato liquore, mannaggia a Lotor e alla sua
fissa per i souvenir alcoolici, si ritrovava in palestra a smaltire la rabbia e
la frustrazione.
Sapeva di essere troppo vecchio per Pidge.
L’aveva vista crescere, dannazione.
E infatti solo recentemente si era accorto che
la ragazzina con cui aveva condiviso una guerra e innumerevoli traumi era
diventata una splendida giovane donna. Intelligente, dedicata, geniale...e
bella.
Con foga cominciò a scazzottare il sacco da boxe, dandosi del cretino a ogni
colpo.
“Anche tu qui?”
La voce dell’oggetto dei suoi pensieri lo fece
distrarre, e si ritrovò colpito in pieno dal rinculo del sacco che aveva
colpito con forza. Pidge non potè fare a meno di
accasciarsi a terra ridendo, mentre Shiro si ricomponeva, rosso come un
pomodoro. La ragazza non poté far altro che pensare a quanto fosse bello Shiro
in canottiera, tutto sudato mentre arrossiva di vergogna. Una delle mille
contraddizioni di Takashi Shirogane,
che la facevano palpitare da quando era una ragazzina. E se prima era una cotta
adolescenziale, ormai era un amore maturo che cercava di seppellire ogni
giorno.
“Non riuscivo a dormire.” riuscì finalmente a dire lui, una volta seduto su una
panca per addominali li vicino.
“Come mai?” Pidge con noncuranza studiata cominciò a riscaldarsi i muscoli, con
un po’ di stretching.
“Pensieri.” Shiro era distratto dal corpo di Pidge, che solitamente era ben
nascosto sotto il camice da laboratorio o l’uniforme. Inghiottì rumorosamente,
dandosi dell’imbecille, ancora.
Pidge era insospettita dallo sguardo di Shiro su di lei. Era...diverso.
Nel silenzio della palestra di notte, la loro
solitudine sembrava amplificare una strana tensione fra loro. Una tensione che
avrebbe definito decisamente...sessuale.
Shiro rimase interdetto mentre notava il rossore
sulle guance della ragazza, improvvisamente imbarazzata e conscia della sua
mise. Il top striminzito ora le sembrava ben poca cosa per coprirsi. Chissà chi
era la donna misteriosa che aveva stuzzicato l’oggetto del suo desiderio...non
certo lei e il suo corpicino da adolescente sottosviluppata. Ma l’uomo davanti
a lei era di tutt’altro avviso, mentre apprezzava involontariamente il fisico
tonico e ben formato della giovane.
“Pensa qualsiasi altra cosa. Pensa a Matt. Matt
che ti scuoierà vivo quando saprà che hai puntato sua sorella. Pensa a Matt
così ti passerà ogni istinto sessuale per i prossimi sessantacinque anni.”
deglutì ancora mentre cercò di sistemarsi sulla panca per far finta di fare
degli addominali volti più a placarlo che ad allenarsi.
I due continuarono ad allenarsi senza molta concentrazione,
ma fingendola perfettamente, per almeno un quarto d’ora. Pidge, sopraffatta da
quella tensione, decisa di fermarsi e lanciare la bomba.
“Sono rimasta sorpresa oggi, sai?”
Shiro la guardò e sorrise. “Anche tu? Ma come non eri quella che detestava le
etichette?”
Lei sorrise di rimando, avvicinandosi a lui ma senza sfiorarlo. Alzò lo sguardò
e presa da un raptus di follia non riuscì a frenare la frase, sebbene se ne
pentì nel momento stesso in cui la formulava.
“Infatti non mi interessano le etichette...ma sai, se avessi saputo di avere
almeno una chance, mi sarei fatta avanti prima della nuova...arrivata, ecco.”
Shiro sgranò gli occhi, rimanendo di sasso.
Cosa? Aveva sentito bene?
La ragazza però interpretò male il suo sguardo
sorpreso e si discostò un po’ da lui, lasciandosi sfuggire una risata semi
isterica. “Cioè tranquillo, non è che voglio metterti i bastoni fra le ruote o
altro con la tua cotta eh...era solo così per…dire.”
Si rese conto che mentre parlava Shiro aveva
accorciato di nuovo le distanze, mettendole un braccio intorno alla vita.
“Sai, penso che in realtà tu abbia appena
spianato la strada di quello che credevo un amore non corrisposto…” reso
baldanzoso dalla magia del momento, si chinò a baciarla, incurante del rischio
di prendersi uno schiaffo nel caso in cui avesse capito male.
Ma dalla focosa risposta che ricevette, sembrava
aver capito perfettamente ciò che aveva voluto dire Katie.
Tutto il resto, i dubbi, gli
interrogativi...potevano aspettare l’indomani.
Il loro San Valentino iniziava già benissimo.