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Autore: Hookina90    15/02/2019    1 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
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Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio dell'autrice:
Siamo giunti alla fine della prima parte. E stata dura, ma alla fine c l'ho fatta. Sono soddisfatta di questa storia. Io spero che la trama vi sia piaciuta nonostante non sono presenti le ship favorite. 
Ora prenderò una pausa in cui mi dedicherò ad altre cose e soprattutto decidere se vale la pena mettere anche la seconda parte!
Ringrazio comunque ci continua a leggerla e commentare:) 

Buona lettura.

 
Capitolo 22: One year




 
 
17 Settembre 2015
 
Mi stavo preparando per uscire senza cercare di svegliare Hook che stava ancora dormendo. Nelle ultime settimane avevo deciso di non continuare a stare separati  e cercare poco alla volta di far accettare a mio padre questa relazione, così lui passava sempre più notte nella mia camera evitando di farci beccare in momenti intimi dalla mia famiglia.
In questo mese mi ero allenata molto con mio padre ed ero migliorata molto. Il bastone era ormai diventata parte di me, lo usavo sia per difesa che per attacco e soprattutto avevo trovato un modo per equilibrare entrambi le mie parti. Avevo anche fatto qualche lezione con mia madre. Mi aveva insegnato alcuni attacchi che usavano le fate dei boschi come quello che avevo utilizzato inconsapevolmente durante la battaglia contro Jafar. Dopo la sua sconfitta la vita per fortuna era tornata alla tranquillità. Avevo avvisato i due fratelli che ero sana e salva e che al momento avremmo vissuto nella Foresta Incantata fino a che non avremmo trovato un modo per far tornare Storybrook nel Maine. Scrissi anche qualche riga a Dean. Eravamo riusciti a mettere fine alla nostra relazione, anche se con il tempo saremmo tornati a vederci come una vera famiglia. Lui avrebbe sempre fatto parte del mio cuore. Non lo avrei mai dimenticato anche se ora appartenevo ad Hook.
Non appena fui pronta scesi di sotto per fare una colazione abbondante che mi avrebbe dato la carica giusta per la giornata, ma sul tavolo vidi un biglietto di mio padre
 
Amy dobbiamo rinviare l’addestramento a domani. Oggi ho avuto un imprevisto e sicuramente troverai qualcosa di molto interessante da fare….
 
Baci Papa
 
Aveva rimandato l’allenamento di un giorno, cominciai subito a sperare che non fosse successo nulla di grave.  Non capivo però che cosa intendesse per qualcosa di più interessante da fare. Era strano come comportamento. Non appena lo avrei rivisto gli avrei chiesto spiegazioni.
Presi un pezzo di pane con burro e un bicchiere di latte. Non era la mia colazione preferita perché mi mancava terribilmente il caffè, la mia droga, ma ormai eravamo bloccati in questo mondo quindi mi sarei dovuta adattare.
“Buongiorno dormigliona!”, disse una voce alle mie spalle.
“Dormigliona io?...ma se quando mi sono svegliata tu stavi dormendo così beatamente che non ti ho voluto svegliare”, ammisi girandomi verso Hook con la fetta in mano.
“Dettagli …oggi che programmi hai?”, domandò lui avvicinandosi così tanto che potevo sentire il suo respiro sul mio viso.
“A quanto pare nulla perchè mio padre ha rimandato l’allenamento..”, risposi ancora dubbiosa mentre fissavo il foglio che avevo appoggiato sul tavolo dietro di me.
“Bene allora possiamo fare qualcosa…anzi devo essere sincero…è da giorni che sto organizzando una cosa…sai per festeggiare..”
“Festeggiare che cosa?”, domandai io perplessa voltandomi di nuovo verso di lui.
“Oggi mia cara è un anno che ci siamo conosciuti…non so se ti ricordi quando mi hai investito!”, rispose lui divertito.
“E’ passato un anno?” , domandai scioccata. Ero impressionata che si era ricordato la data esatta del nostro incontro. Io invece l’avevo proprio rimossa, però avrei rimediato alla mia dimenticanza.
“Eh già il tempo vola…allora madame vuole venire con me per festeggiare il nostro primo incontro?” chiese amicando.
“Hai convinto tu mio padre a rimandare l’incontro di oggi?”, domandai sconcertata. Non riuscivo a immaginarli a parlare di questi argomenti, anzi non ce li vedevo proprio a discutere senza lanciarsi frecciatine.
“In realtà ho parlato con tua madre… credo che poi sia stata lei a convincere il coccodrillo”, spiegò lui prima di prendere la mia fetta di pane per poi dargli un morso.
“Va bene. Serve un abbigliamento appropriato o va bene vestita così”, ridomandai indicando il pigiama azzurro e bianco che stavo indossando.
“Anche se a me piaci anche vestita così  fuori non credo potrebbero avere la mia stessa opinione!”,rispose facendo l’occhiolino.
“Va bene allora mi vado a cambiare, intanto che la colazione me la stai mangiando tu!”, replicai sorridendo prima di salire.  Essendo un evento speciale decisi di mettermi un vestito con il corpetto intrecciato sul davanti azzurro a maniche corte e sopra una mantellina grigia. Era sicuramente uno stile diverso a cui ero abituata, ma era comunque abbastanza carino. Non appena fui pronta scesi di nuovo di sotto dove incontrai Hook che aveva il solito look piratesco fiabesco.
“Bene possiamo andare tesoro?”, domandò lui dolcemente porgendomi la mano.
“Si, ma dove mi porta?”
“Sorpresa”, rispose lui prima di aprire la porta principale.
“Amo le sorprese!”, dissi elettrizzata
Passeggiammo in mezzo al bosco per mezzora fino ad arrivare a una specie di villaggio costruito vicino a un vecchio porticciolo, ma noi proseguimmo verso il mare. Non capivo perché avevamo preso quella direzione. Attraccate c’erano sia piccole barche in legno usate per pescare sia di veri e propri vascelli, però Hook non aveva più la sua nave quindi che cosa aveva programmato? Ero veramente curiosa di scoprire quello che aveva organizzato per festeggiare questo nostro anniversario.
“Siamo arrivati!”, disse fermandosi davanti a una grossa nave molto simile alla Jolly Roger tranne per il fatto che era completamente nera comprese le vele. Non sapevo perché, ma non era la prima volta che la vedevo però non ricordavo dove. Rispetto alla Jolly però questa mi intimoriva. Aveva un’aria spettrale.
“Perché ci siamo fermati qua?”
“Come ben sai ho perso la mia Jolly e non potendo stare senza una mia nave ho deciso di prendere questa. Lo so che è inquietante, ma la dipingeremo!”
“Sono contenta che tu sia riuscito a trovarne una nuova, ma non capisco … vuoi passare l’anniversario qua dentro?”, chiesi scettica. Non mi sembrava un luogo molto romantico, anzi metteva i brividi.
“Non ti preoccupare può sembrare spettrale, ma all’interno è bellissima. Il venditore mi ha detto che è una delle navi più veloci esistenti ed è molto più grande della Jolly. Ho un ufficio tutto mio separata dalla cabina”, spiegò lui emozionato. Gli piaceva molto lo potevo leggere nei suoi occhi. Era  pur sempre un pirata che per viaggiare aveva bisogno di un vascello tutto suo e poi lui amava navigare sull’oceano perché lo rilassava.
“Va bene Killian!”, affermai stringendogli la mano.
“Andiamo allora!”, replicò lui prima di accompagnarmi a bordo. Dopo aver fatto un tour della nave,  ci dirigemmo subito nell’ufficio del capitano che si trovava sotto il Castello di Poppa, tra la sezione Centrale del Ponte ed il Sottocoperta.  La stanza era illuminata grazie alle finestre che si trovavano alle due estremità. L’ ufficio era dominato da una grande scrivania in legno di fronte a noi ed dietro c’era un grosso scranno e ai lati opposti della scrivania c’erano due sedie molto più umili. La mobilia nella stanza era poca, infatti c’era un armadio di medie dimensioni, situato sulla destra ed una piccola libreria sulla sinistra che conteneva  per la maggior parte tomi consunti e pile di mappe dei luoghi più disparati. Sulle pareti erano appese delle  armi, come pura funzione ornamentale e in mezzo alla stanza c’era anche un piccolo tavolo rotondo  apparecchiato per due e sopra era posizionata una candela accesa in mezzo. Dovevo ammetterlo era molto più grande e anche più bella rispetto alla Jolly.
“Killian è bellissimo! Avevi ragione dentro è molto più carina e grande”, affermai subito sorpresa.
“Sono contento che ti piaccia perché l’ho presa anche per noi due e per avere un luogo nostro. Oggi era la giornata giusta per festeggiare e celebrare anche la nuova nave”, ribattè sorridendo spostando la sedia in modo che io potessi sedermi tranquillamente.
“Grazie, sei sempre un gentiluomo! Quindi sono la prima persona che hai fatto salire?” domandai entusiasta
“Si esatto volevo testarla la prima volta con te!”, rispose lui prima di versare del vino nei due calici
“Che onore! Invece per quanto riguarda il menù di questa giornata speciale cose prevede perché avrei una certa fame perché non sono riuscita a fare colazione”, replicai divertita.
“Vedrai, però ovviamente con il cibo sono stato aiutato…”
“Immaginavo, chi ti ha aiutato?”, chiesi ridendo
“Granny…”
“Ah capito, prima o poi ti insegnerò a cucinare qualcosa”
“Va bene, maestrina”, rispose lui in tono scherzoso prima di alzare le due cloche che coprivano i due piatti sui quali c’era della carne con del pure di patate accompagnati da delle salse. Sembrava veramente tutto delizioso.
Non appena finimmo la pietanza di carne venne servito un dolce particolare che non avevo mai visto. Dopo averlo assaggiato capii subito che si trattava di cioccolato al rum.
“Il rum lo devi mettere pure nel dolce!”, dissi dopo aver dato il primo boccone.
“Ovvio perché non ti piace?”
“No è veramente buono!”, risposi sorridendo.
“Bene sono contento!”
“Dopo il pranzo cosa c’è in programma?”, chiesi dopo aver finito di mangiare tutto.
“Un giro in mare aperto…”
“Io credevo di fare una pausa nella cabina del capitano!”, ribattei in tono sensuale interrompendolo prendendo la sua mano. Ora che avevamo un posto per noi potevamo approfittarne per goderci la nostra agognata intimità. Non mi dispiaceva stare con la mia famiglia, ma avevo bisogno anche di momenti da condividere solo con lui.
“Oh beh si potrei accettare la richiesta della mia ospite!”, replicò lui alzandosi da tavolo e prendendo la mia mano. Mi portò subito nella sua cabina. Era abbastanza spaziosa e aveva persino un letto più grosso rispetto alla Jolly così in questo modo saremmo riusciti a starci comodi tutte e due.
Lui aveva programmato tutto questo per me anzi per noi, così anche io volevo fargli un piccolo regalo. Dopo avermi aspettato per mesi ora che avevamo un momento di pausa e anche una stanza tutta nostra potevamo finalmente stare insieme.
Hook iniziò a guardarmi con un espressione piena di desiderio. Si avvicinò a me e disse a bassa voce mettendo la sua mano sul mio fianco: “Finalmente nessuno ci potrà interrompere”
“Lo so..Killian ma ora abbiamo la pace e un’intera nave tutta per noi”, ammisi appoggiando la testa sul suo petto abbracciandolo.
Rimanemmo in questa posizione per qualche minuto. Sentii di nuovo il suo buonissimo profumo che ogni volta mi ricordava la fragranza del mare aperto. Mi inebriava. Non l’avrei ma più lasciato. Non l’avrei fatto più  soffrire.
Lui pochi secondi dopo mi alzò il viso con l’uncino e incontrai i suoi bellissimi occhi azzurri e mi ci perdevo da quanto erano profondi. Mi avvicinai a lui per poterlo baciare dolcemente, però in pochi attimi le nostre lingue iniziarono a giocare tra loro.  La sua mano cominciò prima ad  accarezzare la mia schiena poi si spostò sui miei fianchi fino a  salire vicino al mio seno. Mi sentivo ardere ogni volta che avvertivo il suo tocco sulla mia pelle.
Ci staccammo qualche secondo solo per prendere fiato, lui iniziò a guardarmi con il suo solito sguardo con il sopracciglio alzato che faceva sempre per provocarmi.
“Adoro quando fai questa espressione…”, dissi con tono suadente
“Lo so..”
Non lo feci finire di parlare perché mi avvicinai e iniziai a dargli piccoli baci sul collo. Lo vidi gemere leggermente. Pochi attimi dopo mi prese in braccio e mi appoggiò sul letto. Ci guardammo per qualche secondo e poi ci sbarazzammo dei vestiti rimanendo in intimo.
Lui cominciò a strusciare il suo uncino  su e giù sulla mia pelle calda per stuzzicarmi. Io invece nel frattempo lo avvicinai con la mia mano destra che  misi tra i suoi capelli neri per baciarlo di nuovo perché non volevo che lo spazio fra noi due fosse così grande.
Non appena lui staccò le sua labbra dalle mie scese sul mio collo e iniziò a lambirlo per qualche secondo per poi scendere giù sul seno fino all’ombelico. Io  cominciai a boccheggiare e il mio cuore a battere all’impazzata. All’improvviso però presi il suo volto perché lo volevo guardare. Gli sfiorai la guancia e sentii la barba ispida e incolta. Lui sorrise, quel sorriso che ti riusciva a illuminare l’animo. I nostri sguardi rimasero incrociati come sotto incantesimo per qualche secondo.
“Sei bellissima Amy”, affermò lui respirando con affanno togliendomi con l’uncino un ciuffo rosso dalla mia fronte.
“Anche tu”
“Non ce la faccio più ad aspettare ad averti” sussurrò all’orecchio.
“Pure …io…”, dissi mentre la mia mano stava scendendo fino all’elastico dei suoi boxer. Lui invece nel frattempo tentò di slacciare il reggiseno delicatamente cercando di non farmi male. L’uncino poteva sembrare ingombrante, ma in realtà era più utile di quanto si possa pensare.
Non appena non avevamo nulla indosso le nostre lingue tornarono a giocare tra di loro. Mi aggrappai al suo collo, mentre lui continuava ad accarezzare ogni singola parte del mio corpo
Eravamo in sintonia. La nostra era una danza che univa non solo i nostri corpi, ma anche le nostre anime. Eravamo intrecciati.
 
Qualche ora dopo quando mi svegliai vidi il suo braccio che mi stava avvolgendo la vita. Appoggiai la mano sulla sua e chiusi gli occhi così da poter assaporare e imprimere nella memoria ogni singolo secondo di questo fantastico momento che stavo passando con lui. L’unico rumore che sentivo era il suo respirare sulla mia schiena.
“Buongiorno!”, dissi quando notai che si stava svegliando.
“Buongiorno credo che abbiamo fatto troppo movimento. Mi hai sfinito!”, rispose con voce roca sorridendo.
“Lo so, è stato bellissimo”, dissi girandomi totalmente verso di lui.
“Vero, dovremmo farlo più spesso”, affermò prima di baciarmi.
“Sei sempre il solito cretino”, replicai io dandogli un pugno sul braccio.
“Ah mi stavo dimenticando che dovevo darti una cosa”, ammise entusiasta prima di alzarsi dal letto e andò dalla parte opposta dove c’era una piccola scrivana
“Che bella visione!”, dissi sorridendo.
“Lo so”, rispose lui con la sua solita modestia, poi aprì un cassetto e prese un piccolo oggetto che non riuscii a identificare. Mentre stava tornando sul letto vicino a me io mi alzai e mi sedetti appoggiando la schiena sul muro in modo da stare comoda e nello stesso tempo cercavo di coprirmi con il lenzuolo.
“Da quando ho iniziato a provare qualcosa per te che ho pensato di darti questo regalo. E’ un oggetto che per me ha un valore inestimabile perché apparteneva a mio fratello Liam. Io te lo voglio donare come simbolo del nostro forte legame che ci ha uniti”, affermò lui dolcemente porgendomi una collana che come ciondolo aveva un piccolo anello in cui era incastonata una pietra rossa.
“Grazie Killian …sei sicuro che me lo vuoi dare…è comunque un ricordo di tuo fratello..”, affermai mentre prendevo il ciondolo.
“Ne sono certo! Tu per me sei la persona più importante della mia vita e lui sarebbe stato d’accordo con me nel regalartelo!”
“Ok grazie!”, dissi emozionata prima di indossarlo. Mi scesero due lacrime per l’emozione che stavo provando in quel momento. Lo abbracciai e Killian mi strinse forte a lui. Nascosi il viso nell’incavo del suo collo. Ero felice. Mi aveva appena fatto un regalo prezioso con un significato immenso. Non me ne sarei mai liberata. L’avrei tenuto sempre con me.
“Killian grazie!”, dissi con gli occhi lucidi non appena mi allontanai da lui, poi quando incrociai di nuovo il suo sguardo chiesi: “Ti va di stare ancora un po’ a letto?”
“Va bene. Non ci sono mostri o cattivi da sconfiggere  e poi è la nostra giornata quindi possiamo fare quello che vogliamo, anche se il piano era di girare per l’oceano, però mi posso accontentare anche di stare a letto!”, rispose lui sdraiandosi di nuovo e io feci lo stesso. Mi appoggiai sul suo torace in modo da sentire il battito del suo cuore. Lui mi iniziò a cullare dolcemente. La sua mano mi accarezzava il braccio. Ero felice.
 
Dopo un paio d’ore decidemmo di alzarci e prendere una boccata d’aria. Il cielo stava diventando più scuro segno che ormai il sole stava calando. In lontananza vedevo le persone che giravano per il villaggio libere e senza problemi. Ero contenta di questa pace ritrovata. Speravo che potesse durare per sempre. Tutti meritavano di vivere senza preoccupazioni. A un certo punto però sentii un brontolio. Avevo fame. Hook disse subito: “Qualcuno vuole cenare?”
“Si in effetti ho un certo languorino!”, replicai io voltandomi verso di lui.
“Dove vuoi mangiare?”
“Se rimanessimo qua per poter concludere la nostra giornata?”, chiesi io accarezzando il suo braccio. Avevamo tutto il tempo per fare lunghe passeggiate, mangiare in questi locali particolari sicuramente diversi dai ristoranti del mio mondo e infine visitare il suo mondo, ma ora volevo passare il resto della giornata solo noi due e sulla nostra nuova “casa”.
“Per me andrebbe anche bene, ma non ho ancora fatto rifornimento escluso quello che abbiamo ingerito oggi!”
“Non ti preoccupare per quello. Ci penso io!”, dissi facendo l’occhiolino prima di tornare dentro insieme a lui.
“Giusto la magia!”
 
Dopo aver cenato decidemmo di restare a dormire sulla nave e poi la mattina successiva sarei passata prima da Bea e poi sarei dovuta tornare al castello perché dovevo affrontare gli allenamenti con mio padre.
Avevo passato una giornata indimenticabile e finalmente ora avremmo anche avuto la possibilità di stare da soli senza genitori che entrano nella mia stanza senza bussare e  senza più avere gli occhi di tutti su di noi non appena ci vedevano uscire dalla stessa camera nel castello di mio padre. Era imbarazzante, ma ora  grazie a Hook non avremmo più avuto questo problema.
 
18 Settembre 2015
 
Ci alzammo abbastanza presto e dopo aver mangiato qualcosa io scesi a terra mentre lui decise di rimanere sulla nave per continuare a sistemarla. Era già in ordine, ma Hook era un perfettivo quando si parlava della suo veliero.
Prima di andare a trovare Bea però decisi di fare una passeggiata in mezzo alla Foresta. Non c’era un filo di vento, anche se si percepiva che le temperature erano iniziate a calare. Non vedevo l’ora di vedere questo mondo in inverno. Gli alberi pieni di neve i fiumi e il lago ghiacciati. Sicuramente un paesaggio molto fiabesco. A un certo punto però notai alla mia destra dei cespugli tra i vari fiori c’erano un sacco di bacche rosse e belle mature. Decisi di prenderne qualcuna e mangiarne durante il tragitto. Erano veramente deliziose.
Non appena arrivai a casa di Bea lui mi fece accomodare subito nella sua casa. Era piccola rispetto a quella di nostro padre, ma era molto graziosa. Si vedeva il tocco di Emma nell’arredamento. Vicino all’entrata c’era un piccolo salottino con un tavolo rettangolare marrone scuro con quattro sedie posizionate ai ad ogni lato. Sopra c’era un piccola tovaglia bianca ricamata e una piccola candela. Mi sedetti di fronte a lui.
“Emma e Henry?”, chiesi subito dopo
“Sono da Snow e Charming. Emma ha voluto fare una visita ai genitori che era da un po’ che non si vedevano. Henry poi voleva vedere il suo nipotino che ormai ha quasi un anno”, rispose sorridendo poi aggiunse: “Che ti posso offrire?”
“Nulla tranquillo. Il piccolo Thomas l’ho visto pochi minuti al ballo. E’ meraviglioso ed bravissimo. Come va con Emma e Henry?”
“Benissimo. Henry è una piccola peste. Vuole sempre aiutare le sue mamme, in qualsiasi attività persino in cucina e poi ha scoperto che gli piace molto fare le indagini e scrivere”
“Potrebbe diventare uno scrittore da grande”
“Sarebbe bello. Te invece con Hook come va?”, chiese curioso cambiando discorso e concentrando la sua attenzione su di me e sulla mia vita sentimentale. Non cambiava mai.
“Sei entrato in modalità pettegola, vero?”, domandai ironica.
“Ovvio. Sono curioso. Era il vostro anniversario …quindi che avete fatto oltre alle attività sotto le lenzuola?”
“Bea!”, urlai arrossendo violentemente.
“Si oltre a confermare che avete fatto cose vietate ai minori mi racconti che avete fatto e dove ti ha portato?”, replicò lui eccitato.
“Pranzato e cenato sulla sua nuova nave…Ah e mi ha regalato l’anello che apparteneva a suo fratello e no non era una proposta perche sarebbe stato troppo presto!”, puntualizzai vedendo la sua espressione sbalordita.
“Non non è per quello…l’anello lo sapevo che te l’avrebbe regalato me ne ha parlato lui qualche giorno fa ma…cioè escluso mangiare avete fatto…”
“Oddio no…ma pensi solo a quello?”, chiesi io imbarazzata
“Ti ha aspettato per un anno..quindi ho pensato…”, rispose ridendo poi tornando più serio chiese: “Ma quindi ha preso una nuova nave da sostituire alla Jolly?”
“Si all’esterno può sembrare …terrificante, ma dentro è molto bella e spaziosa…anche se credo di averla già vista …”, risposi pensierosa cercando di capire dove l’avessi già potuta vedere.
“Terrificante?”
“Si è completamente nera incluso le vele…capisci che suscita un po’ di paura!”
“Tipo la perla nera del film?”
“Ecco dove l’avevo vista. Nei pirati dei caraibi!”, esclamai alzandomi in piedi
“Fammi capire….Il nuovo vascello di Hook è la perla nera?”, chiese lui sorpreso
“Non ne sono sicura al cento per cento, ma gli assomiglia molto!”
“Beh se fosse così sarebbe un ottimo acquisto!”, replicò lui andando verso la cucina.
“Si hai ragione ci permetterà di viaggiare e avere la nostra intimità..”
“Che avete già provato!”, replicò lui prima di bere un sorso d’acqua.
“Bea…”
“Lo so lo so…ho capito sto zitto. Sono veramente contento che abbiate passato una bellissima giornata!”, ribattè ritornando a sedersi di fronte a me.
“Una delle più belle.. e ne avevo bisogno. Abbiamo passato mesi pieni senza pause …prima Zelena poi Jafar…”
“Ben per voi!”, replicò lui entusiasta
“Ah tra poco devo andare perché ho gli allenamenti con papà che ieri ha rimandato per farmi stare con Killian”, dissi divertita al solo pensiero di come avrà reagito quando mia madre l’avrà obbligato a spostare l’appuntamento per l’anniversario di Hook e me. Immagino la sua espressione contrariata, ma per fortuna almeno mia madre era dalla mia parte.
“No aspetta nostro padre ha posticipato l’allenamento per farti uscire con Hook…non ci credo!”, asserì lui iniziando a ridere
“Credo l’abbia obbligato mia madre!”
“E’ molto brava a persuaderlo!”, ammise facendomi l’occhiolino. Effettivamente aveva ragione, nonostante non stessero più insieme mia madre aveva una buona influenza su di lui. Ero felice che erano rimasti in buoni rapporti perché almeno potevamo avere una famiglia unita.
“Si concordo. In futuro dovremmo chiedere a lei per farci aiutare!”
“Hai perfettamente ragione!”
 
Dopo aver pranzato con Bea mi diressi verso il castello di mio padre. Ero pronta per l’addestramento, sperando che di non ricevere nessuna paternale sul fatto che avevamo saltato l’incontro di ieri.
Non appena entrai vidi Rumple e Belle nel salotto a bere un tea. Mi dispiaceva disturbarli, così decisi di andare di sopra, però Belle mi fermò subito dicendomi: “Allora come è andato l’appuntamento con Hook?”.
“Bene!”, dissi sorridendo voltandomi verso di lei e notando che la voce si era già diffusa.
“Al contrario di tuo fratello non voglio assolutamente sapere i dettagli, anzi forse è meglio diminuire le chiacchiere e dedicarci al tuo allenamento”, replicò Rumple dopo aver bevuto l’ultimo sorso di tea. Lo ringraziai mentalmente per non volere sapere tutta la giornata minuto per minuto e di volere subito mettersi all’opera.
“Sono pronta!”, replicai determinata
“Bene allora andiamo!”, affermò lui dopo essersi alzato e dato un dolce bacio a Belle.
“Dove oggi?”
“Nello stesso posto in cui ho allenato il tuo pirata! Voglio provare una cosa nuova”, rispose dopo essere uscito dalla porta.
“In che senso hai allenato Killian?”, chiesi perplessa mentre lo stavo seguendo giù per una rampa di scale che mi avrebbe portato a una parte del castello che non avevo ancora visto.
“Si per fargli imparare a usare la spada del re”, rispose lui prima di fermarsi davanti a una porta arrugginita.
“Ah sono contenta che tu l’abbia aiutato e grazie anche per avergli dato la possibilità ieri di stare con me!”, asserii prima di entrare dentro una grossa stanza con pareti scure, ma senza nemmeno un oggetto ornamentale. Era completamente vuota escluso per delle torce.
“E’ stata tua madre a convincermi e poi l’ho fatto per te non per lui”, ribattè seguendomi dentro.
“Lo so!”, replicai facendo l’occhiolino.
“Oggi volevo tentare di farti usare la magia, ma senza il bastone!”, disse lui mentre andava verso il lato opposto della stanza.
“Sei sicuro?”, domandai io perplessa. Le ultime volte che non lo avevo utilizzato avevo fatto esplodere tutto causando danni all’ambiente circostante.
“Si sei migliorata molto in questo mese. Voglio metterti alla prova senza l’uso di quello strumento”
“Va bene!”
“Ok prova ad colpirmi”, disse lui secco.
“Va bene!”, affermai prima di iniziare a concentrarmi. Decisi di utilizzare uno degli attacchi che mi aveva insegnato mia madre qualche settimana fa.  Mi inginocchiai ed espansi la forza magica nel mio corpo e non appena riuscii a canalizzarla nelle mani le appoggiai sul pavimento. In pochi istanti feci esplodere il terreno sotto mio padre causando un'eruzione che sollevò stalagmiti di roccia che lo scagliarono contro il soffitto per poi farlo ricadere a terra.
“Papà stai bene?”, domandai allarmata andando verso di lui.
“Si si, ma vedo che tua madre ti ha insegnato un bell’attacco!”, disse lui calmo alzandosi.
“Si…sei sicuro di stare bene? Hai preso una bella botta”, richiesi preoccupata.
“Amy sto bene e poi con un gesto della mano ogni ferita andrà via in pochi secondi. Sono invece felice che non hai fatto esplodere nulla”, ribattè lui orgoglioso mettendo una mano sul mio braccio.
“Si..ma potrebbe essere un eccezione e sai che il problema è quando qualcun che amo è in pericolo…!”
“Un passo alla volta. Proveremo anche a testare i tuoi miglioramenti anche quando c’è qualcuno in difficoltà. Ora voglio prima vedere le basi!”
“Va bene. Papà continuiamo!”, asserì determinata rimettendomi alla mia postazione
“Ok rimettiamoci all’opera! Ora voglio provare la tua difesa”, disse lui prima di attaccarmi con varie palle di fuoco che io riuscii a fermare creando delle stalagmiti di pietra davanti a me che permettevano di non essere colpita. Dovevo ammetterlo ero diventata molto più brava anche senza il bastone. Ero felice dei miei progressi ed era tutto merito dell’aiuto dei miei genitori, senza di loro non ce l’avrei mai fatta ad ottenere questi eccellenti risultati.
“Brava Amy. Devo dire che devo aumentare il livello dell’allenamento!” proferì lui fiero venendo verso di me
“Grazie a te che sei un ottimo insegnante!”, ammisi sorridendo.
“Non è solo merito mio. Tu hai un ottimo potenziale e sei una brava allieva!”
“Grazie ancora papa”
 
28 Settembre 2015
 
In quei giorni oltre ai soliti allenamenti con mio padre, Hook ed io vedemmo molti posti incantevoli della Foresta Incantata, tra cui anche il famoso pozzo che era presente anche a Storybrook da dove mio padre fece tornare la magia dopo che Emma era riuscita a spezzare il sortilegio ed era anche il luogo in cui mio padre si sposò con Belle. Mi sarebbe piaciuto partecipare, ma purtroppo lo fecero prima del mio arrivo.
Quel pomeriggio non appena finii la lezione di magia con mio padre Hook mi venne a prendere al castello per portarmi a fare un pic nik romantico sulla riva del lago. Era un luogo meraviglioso e silenzioso.  Il colore dell’acqua era verde acqua ed c’erano vari cigni che nuotavano in tutta tranquillità. Nel cielo limpido c’erano numerose ghiandaie blu che volavano per poi appoggiarsi su dei rami e iniziare a cantare.
Appoggiammo una coperta rossa con dei disegni geometrici neri per terra e sopra appoggiammo il cestino in cui all’interno ci avevamo messo qualche panino con burro, un po’ di carne essiccata, insalata, acqua e infine del rum. Era tutto buono però dovevo ammettere che mi mancavano i piatti di Granny che faceva a Storybrook.
“Che c’è?”, domandò Hook vedendo che stavo fissando il cibo.
“Mi mancano le lasagne di Granny!”, risposi abbattuta
“Anche a me, ma l’unico modo per averle è tornare nel tuo mondo…”
“Già, ma non voglio intristirmi voglio passare una bella giornata con te”, affermai prima di baciarlo.
“Hai ragione!”
Gli raccontai quello che avevo fatto con mio padre e dei miei miglioramenti nel campo magico mentre lui mi parlò di come avrebbe voluto cambiare la parte esterna della sua nave. In effetti nonostante io amassi il nero come colore era meglio dargli un tocco di colore per non spaventare tutti i passanti. Decise che non appena sarà pronta, avremmo fatto il nostro primo viaggio nell’oceano e mi promise che mi avrebbe fatto vedere tutti i vari reami che erano presenti nella Foresta Incantata. Era sempre così entusiasta quando parlava dei luoghi che aveva visitato. Me li descriveva nei minimi dettagli e riuscì a mettermi una grande curiosità che avrei sopperito non appena Hook avrebbe finito i lavori di decorazione.
A un certo punto sentimmo un rumore di passi provenire dalle nostre spalle. Istintivamente ci alzammo subito e ci mettemmo in posizione di attacco. Io presi il bastone e lui appoggiò la mano sull’elsa della spada pronto ad estrarla.
“Tranquilli sono Henry! Ciao zietta non volevo interrompervi”, disse il ragazzo spuntando dal bosco con una spada di legno in mano.
“Ciao Henry. No non ti preoccupare, sei insieme con Bea?”, chiesi io andando verso di lui facendo scomparire l’arma. Nonostante stavamo vivendo un periodo di pace dopo i vari nemici per me ormai era diventato d’istinto pensare a qualche attacco.
“No oggi sono con il nonno e mi ha portato qua per allenarmi con la spada”, rispose lui sorridendo
“Beh allora se ti devi esercitare per diventare il sostituto del principe allora ti lasciamo campo libero”, replicò Hook scompigliando i capelli del ragazzo.
“No non cambiate i vostri piani per me!”
“Tranquillo Henry intanto avevamo finito”, ammisi dopo aver messo via tutto.
“Che succede Henry? Sei troppo veloce non riesco a starti dietro”, chiese ridendo Charming apparendo dal nulla.
“Ho incontrato la zietta!”, rispose lui voltandosi verso il nonno
“Ah ciao ragazzi non credevo ci fosse qualcuno, se no avrei portato la peste da un’altra parte!”
“Non vi preoccupate, intanto stavamo andando via. Allenati bene ometto che poi ti sfiderò a duello con spade di legno ovviamente se no tuo nonno mi uccide!”, ribattè Hook prendendo il cestino da terra.
“Va bene!”, disse Henry  entusiasta
Dopo aver salutato Henry e Charming ci dirigemmo verso nord perché avevo promesso a mia madre che avrei cenato insieme a lei  nella sua vecchia casa in mezzo alla natura in cui si era trasferita da una settimana. Mi piaceva passare del tempo con lei e chiacchierare in serenità. Avendo perso gran parte della mia crescita a causa delle fate adorava sentirmi raccontare aneddoti della mia vita da bambina. Mi ripeteva spesso che avrebbe voluto conoscere Bobby perché aveva fatto un ottimo lavoro con me, per lei era stato un ottimo padre adottivo.
“Emozionata di andare da tua madre?”
“Ovvio. Non vedo l’ora. Mi piace sempre passare del tempo con lei!”, risposi felice stringendo forte la sua mano.
“Lo so. Sono contento per te”
“Sei stato bravo con mio nipote!”, affermai qualche minuto dopo cambiando discorso.
“Ho solo proposto di combattere insieme. Non ho fatto nulla di particolare”
“Sei stato comunque molto tenero. Mi piace che tu ti stia integrando con la mia famiglia!”, replicai io dolcemente
“Fa piacere anche a me, anche se con tuo padre sarà sempre dura … credo non mi uccida solo perché sto con te!”, affermò lui voltandosi verso di me
“Nah prima o poi diventerete ottimi amici!”, ribattei io divertita
“Se proprio…mi ci vedo buon amico del coccodrillo… forse in un mondo alternativo!”, asserì lui ironico.
Stavo per rispondergli quando a un certo punto notai una locanda  tra gli alberi e gli chiesi se potevamo entrarci. Ero curiosa di vedere come era fatta. Io avevo solo frequentato bar con tavoli da biliardo e uomini che bevevano una birra dopo l’altra, mentre questo mondo per me era tutto da scoprire, anche se dovevo ancora abituarmi all’idea che qui non era presente la tecnologia e l’elettricità,  speravo ancora che prima o poi avremmo trovato un modo per tornare indietro.
Appena entrammo vidi che c’era un lungo bancone in legno e c’erano cinque tavoli in ciascun lato. Era un po’ spoglio, ma accogliente. Quelle poche finestre presenti erano aperte e quindi la stanza era bella illuminata. Le persone erano molto allegre, parlavano e mangiavano tranquillamente. Il locale era pieno, così decidemmo di sederci al banco dove c’erano due sedie libere.  All’improvviso però Hook sbiancò e si irrigidì. Non capivo che era successo. Che cosa gli avesse provocato un cambio di umore così repentino? Si alzò e mise di nuovo la mano sull’elsa.
“Ehi che ti prende?”, domandai avvicinandomi a lui.
“Lo vedi quell’uomo con i capelli neri leggermente lunghi che sta servendo quell’uomo robusto?”
“Si…lo conosci?”
“Si. E’ mio padre!”, rispose rabbioso.

ps piccolo spoiler il titolo della seconda parte è : "Fate or free will?"

   
 
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