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Autore: visbs88    17/02/2019    3 recensioni
A volte, il sogghigno di un perfido migliore amico vale più di mille parole.
[Scritta per il terzo turno del contest Gara di Flash San Valentino 2019 del gruppo Facebook Takahashi Fanfiction Italia]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Contest: Gara di Flash San Valentino 2019 indetto dal gruppo Takahashi Fanfiction Italia (terzo turno).

Prompt: da La verità è che non gli piaci abbastanza; “Ok, non lo puoi nascondere, riconosco una cotta e tu hai una cotta. È una cosa stupenda. Non riesci a concentrarti, vero? Salti ogni volta che squilla il telefono, controlli le e-mail cento volte al giorno e vorresti saper scrivere canzoni. Senti il bisogno di nominarla in qualsiasi discorso che fai. È uguale per tutti, ed è capitato proprio a te!” “Cazzo!” “Benvenuto nel mio mondo, stronzo!”

Conteggio parole: 484.

Spazio autrice: per la finalissima del contest che mi ha visto ammorbarvi di questi tempi, una virata sulla commedia. Che vinca o che perda, almeno lo farò ridendo. XD buona lettura, spero vi piaccia!

 

 

 

The smirk of truth

 

 

 

 

Era una splendida giornata di sole.

Camminando per il parco, notò dettagli che un tempo, assorto a riflettere sui suoi studi o semplicemente a isolarsi dal mondo, avrebbe ignorato senza alcuna difficoltà. Farfalle tra i fiori, ad esempio, che Rin avrebbe cercato di fotografare deliziata. Un grazioso cagnolino che correva dal padrone, per cui lei avrebbe riso. Il buon profumo nell’aria, che l’avrebbe fatta sorridere…

– A cosa stai pensando?

Scoccò un’occhiata truce a Naraku e al suo sogghigno.

– A niente.

 

 

Si annoiava a morte. Quattro ore di studio potevano considerarsi sufficienti per quel giorno, ma l’avevano anche stancato troppo per leggere, o guardarsi un film. Non era un crimine, dunque, girovagare su Facebook e Instagram a tempo perso.

Controllò se Rin avesse postato qualcosa di interessante. Si domandò se non dovesse scriverle un messaggio, ma rimase bloccato a guardare la sua ultima foto: era sotto a uno degli alberi del suo giardino, mezza in ombra e mezza al sole, impegnata a ridere alla volta di chi stava scattando…

Percepì la presenza del suo coinquilino alle sue spalle e chiuse di botto l’applicazione.

– Che fai?

Una domanda innocente. Non fosse stato per quel dannato sogghigno.

– Niente.

 

 

Era stato bello rivederla la sera prima, alla festa. Si era messa un vestito corto, con una scollatura a balze un po’ vezzosa e le maniche corte; le sue gambe non erano più scoperte di quando aveva la divisa scolastica, ma sui tacchi alti facevano tutto un altro effetto. Di norma, lui non notava simili sciocchezze, ma su di lei pareva quasi che i dettagli più minimi brillassero.

Si erano parlati, come nei corridoi del college. Avrebbe potuto ascoltarla per ore mentre gli descriveva con minuzia le sue ultime lezioni di matematica, passate più che altro a ridere con le amiche. Era stato quasi sul punto di accettare il suo timido invito a ballare, se solo non avesse odiato quella musica…

– Stai sorridendo?

Strappato dai suoi ricordi a occhi aperti da quel cazzo di sogghigno, la risposta non poteva essere che una.

– No.

 

 

Cominciava a essere fastidioso non avere mai del tempo da solo con lei. Le parole sul libro si confondevano e ripetevano, del tutto prive di attrattiva, mentre un’idea sempre più insistente gli martellava nel cervello.

Prese il cellulare dicendosi che voleva controllare una parola che non ricordava, ma finì con l’aprire i messaggi. Rimase bloccato, immobile, per almeno dieci minuti; altri cinque li passò sulla schermata dei pochi, brevi scambi che aveva avuto con Rin fino ad allora. Poi digitò, Sei libera venerdì sera?, imponendosi per orgoglio e dignità di spedirlo prima di un’altra pausa vergognosa…

Alzò lo sguardo su Naraku, seduto al tavolo di fronte a lui, a sua volta interessato a tutto meno che allo studio.

– Ci sei cascato anche tu.

Sempre lo stesso fottuto, idiota, detestabile sogghigno, ma non era una domanda, quella volta.

E Sesshomaru ebbe la buona creanza di non rispondere.

   
 
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