Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: ladyzaphira    19/02/2019    1 recensioni
Sono passati all'incirca tre mesi da quando le tartarughe e il loro fratellino acquisito, Peter, si sono scontrati per la prima volta con i Kraang, nonché tre mesi da quando quest'ultimo ha ottenuto i suoi poteri.
Peter sta cominciando a crearsi una certa fama come vigilante mascherato tra la gratitudine di alcuni e lo scetticismo di altri mentre ancora vanno avanti con le ricerche degli scienziati, tra cui il padre di April, rapiti dai misteriosi cervelli alieni.
Ma altri pericoli mostrano all'orizzonte, pronti a minacciare non solo l'amichevole Spiderman di quartiere ma anche la tartarugosa sua famiglia!! Che dire? Tra pericolosi clan ninja, ingegneri pazzi, nuovi mutanti e molto altro i nostri eroi non avranno certo il tempo di annoiarsi ...
***
Lo so non sono mai stata granché con le intro, ma ecco finalmente il secondo capitolo della serie "A teenager Mutant Ninja Superhero", spero vi piaccia!! ^^
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'A Teenager Mutant Ninja Superhero'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mikey si guardò attorno nervoso, il vecchio vagone ferroviario dove lui, i suoi fratelli e un nuovamente lucido Dottor. Conners si erano rifugiati non dava l’idea di essere particolarmente resistente e il rimbombo di colpi sul metallo insieme agli strani versi emessi dai Kraang gli riportavano alla mente quel livello del videogioco di “The Walking Dead”, dove i protagonisti rimangono temporaneamente bloccati dentro un negozio circondato dagli zombie.
 
Tanto che Peter aveva dovuto bloccare porta e finestrini con strati e strati di ragnatela, fino a quasi farsi finire le cartucce, per tenere fuori quello squadrone di androidi.
 
Mondo pizza, a volte odiava la sua immaginazione TROPPO fervida.
 
“Perché andiamo SEMPRE a cacciarci in questo genere di situazioni?” sbottò l’arancione con fare lagnoso, passandosi le mani sulla testa.
“Effettivamente avremmo potuto gestircela meglio” sospirò Leo.
“Adesso che si fa? Le ragnatele di Pete ci hanno fatto guadagnare un po' di tempo ma non resisteranno per sempre” considerò Donatello “Dobbiamo farci venire in mente un’idea e alla svelta”
 
“Dottor. Conners, sta bene?” domandò intanto Spidey, facendo per avvicinarsi allo scienziato.
 
La lama di una delle katana di Leo gli sbarrò la strada, impedendogli di avvicinarsi troppo la lucertola, la quale si era andata a sedere in disparte, infondo al vagone, tra le zampe un contenitore di vetro dalla forma cilindrica al cui interno brillava, con una forte luce violacea, una sorta di cristallo.
 
“Uh, Leo?”
 
“Scusa fratellino, ma visto come si sono messe le cose non mi sembra una buona idea stare troppo vicino a Conners” decretò l’azzurro.
“Ma …”
 
“Non era mia intenzione farvi del male” mormorò lo scienziato a tono basso “Da quando in sono trasformato in questo …” si guardò una mano, sibilando “… Questo essere, è come se i miei istinti più animaleschi siano venuti alla luce”
“Che tradotto vorrebbe dire?” sibilò Raph, il quale stava trattenendo a stento la collera che provava per come si era messa la situazione.
“Il DNA rettile è più primitivo di quello mammifero” cercò di spiegare Conners “Ma allo stesso tempo è alla base da dove è partita l’evoluzione, nel momento in cui ho assunto la formula mutagena ho creato uno squilibrio nel mio cervello e … e come se ora il cervello rettile fosse in guerra la neocorteccia”
“Neocorteccia?” ripeté Mikey perplesso.
“Il cervello mammifero che ricopre quello rettile” chiarì il dottore in poche parole “Non ho avuto modo di fare degli esami dopo la fuga dai Kraang, avevo solo dei sospetti ma visto quanto accaduto …”
 
“Non pensava che sarebbe stato carino farci sapere PRIMA di questo suo PICCOLISSIMO PROBLEMA?” sbottò Raph, guardandolo talmente male che gli altri non si sarebbero poi tanto stupiti se fossero partiti dei raggi inceneritori dalle quelle iridi dorate.
 
“Mi dispiace, me ne sono andato senza dire nulla proprio perché temevo una situazione simile” sospirò Conners non sapendo cos’altro aggiungere.
 
“Ah, quindi sta dicendo che è colpa nostra perché l’abbiamo seguita?” ringhiò il focoso puntando minacciosamente i Sai contro di lui.
 
“Come? No, no, non …”
 
“Basta così Raph” lo richiamò Leo mettendogli una mano sulla spalla “Quel che è fatto è fatto, ora dobbiamo pensare a come uscire da questo pasticcio” difatti il vagone stava cominciando ad ondeggiare leggermente a furia dei colpi e delle spinte da parte degli androidi Kraang.
Inoltre uno strano rumore aveva cominciato a farsi sentire al di fuori, come di una sega elettrica.
 
“Sì, ma cosa possiamo fare?” disse Mikey storcendo la bocca “Se almeno questa vecchia carretta funzionasse potremmo sbalzare via i Kraang come birilli di latta!!”
 
Non lo avesse mai detto una metaforica lampadina si accese sopra le teste di Donnie e Peter.
“Se solo funzionasse, hai detto …?” commentò infatti il viola.
“… Questo è un vagone di traino, rimasto fermo proprio sui binari” seguì Peter.
 
“MIKEY SEI UN GENIO!!” conclusero i due in coro in direzione dell’arancione.
 
“Mikey? Un genio?!” replicò Raph inarcando un sopracciglio.
 
“Non avete capito?” iniziò Donnie mentre cercava, insieme a Peter, il modo per accedere al motore del vagone “Se riuscissimo a riattivare il motore del vagone potremmo utilizzarlo per scappare!!”
Leo li fissò scettico “Ma questo vagone è fermo da anni, come pensate di riattivarlo?”
“Possiamo usare LA CELLULA!!” rivelò Spidey “Dottor. Conners, ha detto lei che è una fonte di energia, no? Basterebbe collegarla al quadro elettrico” continuò rivolto allo scienziato.
 
“Sì, in effetti” Conners guardò la cellula tra le sue mani “Potrebbe funzionare”
 
“Pete!! Aiutami a rimuovere questo pannello!!” esclamò Donatello che a quanto pare era riuscito a trovare quello che cercava.
 
I due si misero subito a lavorare.
 
Ma la gioia per la brillante intuizione che avevano appena avuto non durò a lungo, poiché la punta di una piccola sega elettrica cominciò a far capolino dall’ultimo strato di ragnatela che bloccava l’entrata.
 
I Kraang stavano per entrare.
 
“Meglio che vi diate una mossa ragazzi” li esortò Leo, mettendosi in posa da combattimento vicino all’entrata insieme a Raph e Mikey “Non ci vorrà molto prima che i Kraang ci tirino fuori a forza”
“Stiamo lavorando più in fretta possibile” protestò Donnie “Ci serve più tempo!!”
 
“Ci penso io a farvene guadagnare un po'”
 
Tutti e cinque i ninja si voltarono di scatto verso Conners, sgranando gli occhi.
“Io vi ho trascinati in questa situazione, pertanto è giusto che sia io a tirarvene fuori o, quantomeno, provarci” continuò lo scienziato avanzando verso l’entrata del vagone.
 
“Che cosa?! NO!!” esclamò Spidey frapponendosi tra lui e la porta “Non la lasceremo indietro, non deve dimostrarci niente Doc!!”
 
La lucertola scuotendo appena il capo, e prese una delle mani di Spiderman a cui affidò la cellula di energia.
“Vi sono davvero grato per tutto quello che avete fatto per me e vi chiedo scusa per non essermi fidato abbastanza da confidarvi i miei timori, se lo avessi fatto, forse, non saremmo arrivati qui” affermò lo scienziato “Per questo voglio rimediare, lavorate mentre io terrò a bada i Kraang il più a lungo che posso”
“Ma, ma non può …” cercò di protestare il giovane supereroe.
 
“Pete, ci serve la cellula!!” lo chiamò Donnie che, per quanto potesse essere dispiaciuto per la scelta che stava per compiere il dottore, sapeva che non avevano più tempo.
Spidey guardò uno per uno tutti i suoi fratelli, chi più chi meno aveva un’espressione dispiaciuta sul volto.
 
“Peter” mormorò Conners richiamando la sua attenzione.
“E’ l’unico modo e poi …” fece un sorriso amaro “Hai visto di cosa sono capace, starò bene”
“Ma la vostra mutazione, se peggiorasse …”
“Terrò a mente il ricordo della mia famiglia per non perdermi” o rassicurò l’altro “Come mi hai dimostrato tu stesso poco fa nominando Billy, il cervello rettile non è capace di attaccamento” seguitò, sicuro di quel che diceva “L’amore che provo per mia moglie e mio figlio dimostra che sono ancora umano”
 
Così, seppur a malincuore, il giovane annuì, deglutendo a fatica il groppo che gli era venuto alla gola.
 
“C’è solo una cosa che vorrei chiedervi” aggiunse il dottore prima di voltarsi verso l’entrata “Prima di andarmene da casa vostra ho lasciato una lettera nella scrivania del vostro laboratorio”
“Una lettera?” pigolò Peter.
“Sì, vorrei la consegnaste a mia moglie” confermò Conners “Vi ho parlato di lei e di mio figlio, ricordate? Non preoccupatevi, non faccio parola di voi nella lettera solo … di alcune cose che ho bisogno che lei sappia” concluse con un sospiro.
 
I ninja annuirono e Peter sembrava sul punto di voler aggiungere qualcos’altro ma fu proprio allora che l’ultimo strato di ragnatela cedette, facendo passare il primo Kraang, il quale, tuttavia, non fece in tempo a fare un passo che venne sbalzato indietro dalla lucertola.
 
Alcuni androidi subito dietro di lui caddero all’indietro, con una sorta di effetto domino che in un’altra situazione sarebbe stato anche comica, intanto che lo scienziato sgomberava il passaggio davanti all’entrata del vagone facendosi largo tra morsi, codate e artigliate.
Quei pochi che riuscivano a superarlo venivano prontamente bloccati da Leo, Raph e Mikey.
 
“Ecco, ci siamo!!” affermò Donnie collegando l’ultimo filo alla cellula, che Spidey assicurò al resto dell’impianto con quel poco di fluido di ragnatela che gli restava.
La cellula emise un bagliore rosa accecante che costrinse i due a ripararsi gli occhi.
 
“Chiudete la porta!!” gridò l’eroe rosso blu, intuendo che il vagone stava per partire.
 
Raph calciò via l’ultimo androide che cercò di entrare mentre Leo e Mikey sbarravano la porta premendoci contro i gusci.
 
“TENETEVI FORTEEE!!” strillò il ninja in viola.
 
Il vagone venne sbalzato in avanti ad altissima velocità e travolse tutti i Kraang che erano rimasti incautamente ammassati sui binari d’avanti, sparendo nel buio della galleria in pochi istanti tra le urla di terrore dei ragazzi che non si aspettavano una TALE potenza.
 
“YAAAHHHHHHHHH!!!”
 
“Kraang!! Dobbiamo informare subito i Kraang che le creature chiamate tartarughe hanno rubato la cellula di energia che serve ai Kraang, insieme al SOGGETTO S-07” pronunciò ad intermittenze disturbate uno dei pochi Kraang rimasti ancora con almeno parte del proprio androide funzionate.
“Sì Kraang, i Kraang devono sapere della cellula e soprattutto del soggetto S-07 che i Kraang credevano scomparso”
 
“Sono spiacente” ringhiò una voce cupa alle spalle dei due Kraang, che ammutolirono “Ma voi mostri non direte proprio NIENTE a NESSUNO”
 
L’ultima cosa che gli alieni videro fu la forma di una lucertola gigante muoversi nell’ombra.
 
………
 
Il mattino dopo un ragazzo se ne stava immobile ad osservare la porta chiusa di una delle tante case private del Bronx.
Indossava una maglietta rossa insieme ad un giacchetto nero a maniche corte, larghi jeans blu scuro dotati di diverse tasche, scarpe da ginnastica nere ed infine un paio di guanti neri senza dita con un cinturino rosso attorno i polsi.
 
Peter guardò la busta chiusa che aveva tra le mani, la lettera del Dottor. Conners, mordendosi il labbro.
 
Era la prima volta che usciva in superfice senza maschera, come fosse un ragazzo normale e ciò lo rendeva nervoso.
Dietro il costume di Spiderman il mondo gli era sembrato decisamente meno spaventoso e quando non c’era il suo costume c’erano comunque suoi fratelli, fratelli che essendo però tartarughe mutanti non potevano certo accompagnarlo fin davanti alla porta.
Aggiungici poi il fatto di dover consegnare la possibile lettera d’addio di un marito a sua moglie senza poterle dare spiegazioni.
 
Non era che dovesse incontrarla per forza in realtà, sarebbe bastato lasciare la busta sullo zerbino, suonare il campanello e andarsene, eppure la sensazione di disagio restava comunque.
Lui e i suoi fratelli non l’avevano letta per rispetto ma, considerando la situazione, una qualche idea se la erano fatta e ciò lo faceva sentire ancora più in colpa.
 
Cioè, se ci pensava razionalmente sapeva che non era colpa loro, né tantomeno SUA, era stata una scelta di Conners sacrificarsi per permettergli di fuggire ma …
… Era un supereroe e un ninja per la miseria!!
 
Non poteva fare a meno di pensare che avrebbe dovuto fare di più.
 
“Coraggio Pete” lo incoraggiò una voce femminile “Per il Dottor. Conners”
 
Gwen poggiò una mano sulla spalla dell’amico, stringendo appena la presa per fargli
sentire che non era solo anche se gli altri erano obbligati ad aspettarlo sotto al tombino di un vicolo poco lontano.
“Grazie per essere venuta” sussurrò il giovane “Per ovvie ragioni gli altri non potevano accompagnarmi fin qui e io …” si guardò intorno rabbrividendo, cominciava a capire perché il maestro Splinter non gli aveva mai permesso di uscire in superficie prima dell’ultimo anno.
 
Non era ancora pronto per affrontare il mondo da solo.
 
“Va tutto bene, Pete” lo rincuorò la bionda “Ti aspetto qui vicino, ok?”
 
“Ok …”
 
Il castano prese un profondo respiro dopo di che annuì, salì quei tre gradini che lo separavano dall’ingresso e suonò il campanello.
Non ci volle molto prima di sentir scattare la serratura.
 
Una donna sui quarant’anni apparve sull’uscio.
 
Martha Conners.
Era una bella signora, aveva la carnagione chiara, corti capelli rosso-castano che le sfioravano appena le spalle e occhi cerulei.
“Oh, salve posso aiutarvi?” domandò cauta, chiaramente sorpresa nel trovarsi un ragazzino sconosciuto davanti alla sua porta.
 
“Lei …” Peter esitò un momento, sentendosi seccare le labbra “E’ lei la signora Conners?” riuscì finalmente a pronunciare schiarendosi la gola.
“Sì, sono io” rispose l’altra, sempre più perplessa “Tu chi sei?”
 
“Ecco, io sono … sono un amico di suo marito, Curt” rivelò Peter.
 
La donna sgranò gli occhi e l’espressione di cortese accondiscendenza lasciò il posto ad una profondamente stanca e addolorata.
“Un amico di Curt?” ripeté piano, stranita “Sei troppo giovane per essere già all’università” constatò “Hai forse partecipato al tirocinio per i liceali presso laboratori E.S.U*?”
 
“Uh, sì” mentì Peter “Ma non è per questo che sono qui” aggiunse allungandole la lettera.
 
“Che cos’è?” domandò Martha.
 
“Una lettera, suo marito mi ha chiesto di consegnargliela” disse Peter sempre più a disagio.
Non riusciva neanche più a guardare la donna in faccia.
 
“Curt?!” esclamò lei sbattendo le palpebre.
Afferrò la busta, rigirandola tra le mani constatò che era effettivamente firmata “Curt Conners” e la scrittura …
 
Sì, era proprio quella di suo marito.
 
“Oh mio Dio” mormorò Martha portandosi una mano alla bocca.
Alzò lo sguardo per dire qualcosa, per chiedere a quel ragazzo sconosciuto se sapesse dove si trovava Curt, se stesse bene, cosa ci fosse in quella lettera, il perché della sua scomparsa …
 
Ma non trovò più nessuno che potesse risponderle.
 
Il ragazzo se ne era andato.
 
…………………………
 
*L’E.S.U è un laboratorio che collabora con l’università dove lavora Conners, preso dalla serie “Spectacular Spiderman” del 2008.
 
Eccoci qua, con questo si conclude l’arco narrativo della lucertola (per ora XD) che ne sarà del povero dottore? Lo rivedremo? Chi lo sa?
Intanto ringrazio tutti coloro che hanno commentato l’ultimo capitolo o anche solo letto.
Ci vediamo al prossimo capitolo!! ^^ 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: ladyzaphira