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Autore: Claireroxy    23/02/2019    0 recensioni
Quando un bambino nasce, sulla suo braccio è scritta una lunga cifra. Essa è uguale a quella di un solo altro essere al mondo, e i due sono nati per essere anime gemelle.
Yaoyozoru è sempre stata incuriosita dalla questione, Todoroki non si è mai posto il problema. Insieme supereranno i loro timori.
[Soulmate!AU. Scritta per "Un fiume di Soulmate!AU di rhys89]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Momo Yaoyorozu, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da piccola Yaoyozuro aveva un libro che spiegava la questione delle anime gemelle. Era teorizzato che i numeri che rappresentavano il legame erano presenti fin dall'antichità, e che per questo le cifre erano aumentate così tanto da prendere sempre più pelle. All'inizio, continuava il libro (e lei ricordava sempre come da piccola sapesse a memoria questa parte), il loro uso era sconosciuto, e per questo i primi documenti riferiti a loro erano recenti: gli studi su questo misterioso evento erano iniziati dal secolo scorso, nel primo periodo di pace, e non avevano fatto molti progressi da allora.

Ancora non si capiva che cosa li avesse creati, continuava l'autore, ma si sospettava che la causa prima fosse la stessa dei Quirk, e Yaoyozuro ci credeva con tutta sé stessa. Proveniva dal suo libro, quello che leggeva la sera sotto le coperte, come poteva non essere vero?

Ma ora sapeva di essersi sbagliata. E le sue teorie, per la prima volta nella sua vita, erano estremamente irragionevoli.

Ma come fare altro? Già quando aveva incontrato Shoto per la prima volta qualcosa in lei si era mosso, all'inizio piccolo e ignorabile, ma in seguito la sua intensità era aumentata. Ogni casuale contatto col ragazzo, anche un solo incrocio di occhi, lo faceva tornare di prepotenza. Ma in lui non si muoveva niente, e lei s'era sforzata d'ignorare il sentimento, all'inizio.

Shoto le aveva preso la mano, quando lei l'aveva accennato nella conversazione.

"Avrei dovuto..."

"Non importa." Gli strinse la mano, per ricambiare, e lo vide rilassarsi un poco. "L'importante è trovarsi."

Shoto fece un mezzo sorriso. "Lo dici sempre."

"Perché è vero." Yaoyozuro volse lo sguardo verso il fiume, su cui iniziavano a volteggiare degli uccelli. Le sue acque erano arrossate dalla luce del tramonto, e lei ringraziò i tanti impegni che gli avevano costretti a incontrarsi a quell'ora, per lo spettacolo.

"Già." Un secondo di silenzio, e lui staccò la mano. "Anche se..."

Negli ultimi tempi, da quando aveva ritrovato sua madre e s'era in qualche modo accordato con suo padre, Shoto era diventato più comunicativo. Non era cambiato completamente, certo, però Yaoyozuro aveva imparato ad essere paziente. Beh, forse le prime volte si era stupita di quel comportamento, ma ormai aveva capito con chi...

"Anche se non mi sento degno della tua fiducia."

Rimangiava quanto detto in precedenza. 

Stava per mettersi a far domande, quando lui la precedette. "No, è una cosa che ho fatto io. Cioè... che ti ho tenuto nascosta. Importante."

La sua voce si era abbassata di tono, forse per spaventarla, forse per non farsi sentire. Ma, qualunque cosa fosse, non stava funzionando: ormai lei era incuriosita e non se la sarebbe lasciata scappare. Lo fissò dritto negli occhi, e, come spesso avveniva, Shoto non riuscì a distogliere lo sguardo.

"Dimmi" affermò quindi, con dolcezza e decisione. Un atteggiamento che le ricordava il primo giorno, in cui si erano riconosciuti. E lui, forse in virtù di quello, forse solo per la forza che lei aveva impresso, non esitò a rispondere.

"Sapevo che tu eri la mia anima gemella molto prima di quando te l'ho detto."

La ragazza alzò un sopracciglio. "Quanto prima?"

"Una settimana prima" fu la sussurrata confessione.

Yaoyozuro sbatté le palpebre, e si sollevò una mano.

Per coprirsi la bocca e non scoppiare a ridere.

Shoto s'era avvicinato, pronto a darle qualche colpetto sulla schiena, ma la situazione l'aveva fatta ridere ancora di più. Quindi, era rimasto con una mano a mezz'aria, e poi l'aveva seguita quando lei s'era accasciata sulla panchina.

"... Non era quello che mi aspettavo" aveva commentato lui, una volta che le risate si erano placate.

"Beh, l'avevi fatta sembrare una questione di così grande importanza..." Yaoyozuro fece un respiro profondo, e si mise ad osservare il cielo che si stava oscurando. 

"Ma, per quanto tu avessi provato a resistere, me lo avresti rivelato. O lo avrei scoperto io." Un sorriso le si dipinse sulle labbra. "Di certo il destino non si ferma di fronte a queste cose. Uno studio rivela che, una volta incontrata la propria anima gemella, i due si rivelano l'uno all'altro in massimo un anno." Aveva raddrizzato la schiena, e s'era messa a parlare velocemente, come faceva sempre quando qualcosa la interessava. "Certo, c'è sempre la questione delle circostanze che allontanano i due, ma è stato dimostrato che esse sono più potenti se ci si oppone all'idea, e una volta riconosciuta l'anima gemella è più complicato e..." Un lieve brivido di freddo le corse lungo la pelle, e si rese conto che il sole era dietro l'orizzonte. "Oh, no, ti ho fatto attendere troppo! Riesci ad arrivare a casa prima che faccia buio?"

Con sua meraviglia, Shoto non si era mosso. Di fronte al suo sguardo, però, si riscosse subito, e saltò in piedi. "Mal che vada prenderò il treno. E tu non aspettare troppo" aggiunse, dopo una breve pausa. "Casa tua è vicina, ma..."

"Conosco la strada, arriverò in tempo." Yaoyozuro afferrò la borsa e gli rivolse un ultimo sorriso. "A domani, allora! E non fare tardi."

"A domani" annuì Shoto. Stava per girarsi, ma poi si fermò e le rivolse un ultimo sguardo. "Grazie" le sussurrò, come se fosse la più intima dichiarazione d'amore. Poi, prima che lei potesse rispondere, corse via a tutta velocità. Yaoyozuro si ritrovò divertita e, realizzò mentre si dirigeva verso casa, intenerita.

Nonostante i passi avanti, era sempre lui quello che più faticava a esprimersi e comprendersi. E forse era proprio quello che lo amava. Qualcosa che andava oltre la semplice conoscenza e le teorie scientifiche. Forse era lei troppo sdolcinata, ma credeva sinceramente che la forza che faceva apparire i numeri fosse quella dei sentimenti, nulla più e nulla meno.

Dopotutto, cosa c'era di più potente di trovare una persona con cui condividere tutti i giorni della tua vita?

 

Angolo Autore

Giustamente, finiamo questa mia piccola raccolta con il Fluff più assoluto! Intendo, c'era sempre questo piccolo momento oscuro della fanfiction (perché Todoroki non ha detto subito dell'anima gemella?) che mi ossessionava, e ho deciso che l'unico modo di risolverlo era il Fluff. Già.

Prima che me ne dimentichi! Forse avete notato che, specie da quando i due interagiscono, a volte uso i loro nomi a volte i loro cognomi. Questo può sembrare casuale, ma segue una regola precisa: generalmente, in Giappone, ci si chiama per cognome, per nome solo le persone con cui si ha un profondo affetto. Quindi, per la loro anima gemella i protagonisti si riferiscono per nome, mentre a sé stessi per cognome. È qualcosa che si fa? Non lo so, ma sinceramente quando penso a Todoroki lo penso come "Todoroki" e non "Shoto" (A proposito di questo. Il sito di EFP dice che il nome del personaggio è "Shouto", ma io in giro l'ho sempre trovato scritto senza la "u", quindi ho deciso di usare questa forma... tranne nel secondo capitolo, in cui mi è scappato malissimo), e da lì l'ho applicato anche a Momo.

Questo è tutto! Grazie per essere arrivati sino al fondo di questa mia raccolta, speriamo di ribeccarci sul fandom!

  
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