Capitolo 42
La Jolly Roger era nuovamente salpata per la
loro prossima avventura ed Emma era in testa alla nave, che cercava di
concentrarsi per prepararsi ad aprire il portale che li avrebbe condotti nella
foresta incantata.
Killian al timone della nave la osservava e si
aspettava di vedere il portale aprirsi da un momento all’altro, ma si sorprese
quando vide che niente compariva in
mezzo alle acque del mare.
Emma si alzò in piedi in allerta, per poi
rilassarsi, ma iniziando a parlare da sola.
“Emma, che succede love?” chiese Killian, ma la donna non rispose.
“Per favore, ditemi che non è nuovamente
intrappolata in una visione.!” Disse Killian
esasperato.
I Charmings si
avvicinarono preoccupati per la figlia, ma Roni
tranquillizzò tutti dicendo loro “Non è in una visione. C’è Leuca!”
“Chi sarebbe questa Leuca? Un altro dei vostri
amici fantasmi?” chiese Snow alla bambina, la quale
annuì “Si, quella che viene dalla foresta incantata! Forse vuole aiutarci in
qualche modo!”
Tutti sperarono vivamente che fosse così, ma
dal volto accigliato di Emma, tutti poterono comprendere che quanto il fantasma
aveva da dire, non era qualcosa di positivo.
Emma si girò verso di loro che Leuca se ne fu
andata.
“Tesoro, cosa succede?” chiese David
avvicinandosi alla figlia e sfiorandole il braccio.
“Dobbiamo brigarci. Abbiamo poco tempo!” disse
la donna e senza aggiungere altro, tornò a concentrarsi per svolgere il suo
ruolo. Ci vollero un paio di minuti, ma finalmente qualcosa cominciò a formasi nell’acqua e Killian poté
indirizzare la nave verso il vortice che divideva le acque marine, buttandosi
direttamente al suo interno.
Purtroppo però, si accorsero troppo tardi che
quel portale era diverso dal solito. Non vi era un vortice colorato che faceva
loro intendere che stessero viaggiando verso un’altra terra. Non vi era niente.
Tutto era buio, nero come la pece, spezzato solamente ogni tanto da bagliori
rossi come il sangue, poi un forte scossone sorprese tutti, i quali non vedendo
cosa stesse succedendo, non riuscirono ad aggrapparsi a niente e vennero
scaraventati via dalla Jolly. L’unico a rimanere a bordo, fu Killian, che pilotando la nave, era riuscito a tenersi ben
stretto al timone.
Fu un forte dolore alla testa a svegliarla dal
suo sonno. Aprì gli occhi e in un primo momento non si ricordò cosa fosse
successo, poi come in un lampo, tutto tornò alla mente. Si mise di scatto a
sedere e si guardò intorno.
Sussultò a quanto vide.
Vide una terra desolata, con alberi abbattuti o
morti, il cielo era rosso sangue e le nuvole in lontananza di un nero, più nero
della mancanza di luce, che quando si colpivano a vicenda, creavano un
frastuono che faceva tremare la terra.
Avrebbe giurato di essersi nuovamente ritrovata in una visione, ma
ricordando quanto le aveva detto Leuca, temeva che non fosse così. Che quello
che la circondava fosse la fine che aveva fatto la foresta incantata. Sperava
vivamente che il fantasma le avesse raccontato una cosa falsa o che quella
fosse veramente una visione, perché altrimenti poteva significare solo una
cosa.
“Killian, Alice…”
cominciò a chiamare, non trovando nessuno nei paraggi.
“Mamma, papà!” continuò.
“Regina, Chloe, Roni, se mi sentite, rispondetemi!” disse ancora.
Nessuna risposta giunse alle sue orecchie e
cominciò a farsi prendere dal panico.
Cominciò a correre in una direzione non del tutto precisa, non sapendo esattamente
dove andare.
Se si trovava davvero nella foresta incantata,
avrebbe dovuto cercare il castello dei suoi genitori. Era sicura che tutti si
sarebbero diretti lì , pensando come un luogo ovvio di incontro nel caso di una
loro accidentale separazione. Fermò di colpo la sua corsa, quando si ricordò
che le bambine, non sapevano dove fosse il castello. Al diavolo, non lo sapeva
nemmeno lei. Era sempre stata condotta, in quanto del tutto ignara di quella
terra. Non si era mai del tutto sentita parte di quel mondo, quindi non si era
mai presa veramente la briga di conoscere la sua terra di origine.
Emma cominciò a temere per sua figlia, ma
sperava che si trovasse con qualcuno.
Regina era vicino alle bambine quando entrarono
in quello strano vortice, quindi vi erano buone probabilità che fossero finite con lei.
Si aggrappò a quella speranza, non potendo fare
nient’altro e cercò qualche indizio per capire da che parte dirigersi per
raggiungere il castello dei suoi genitori o per l’esattezza, al castello di suo
figlio.
Una nuova preoccupazione si aggiunse alle altre
che aveva. Henry. Suo figlio aveva deciso di andare a vivere nella foresta
incantata, sentendo il mondo reale troppo stretto. In quanto erede aveva
ereditato il regno dei suoi genitori e da quanto ne sapeva, come sovrano stava
facendo un buon lavoro. Lo aveva sentito un paio di settimane prima…o almeno
credeva. Facendo un rapido calcolo dovevano essere passati con l’esattezza 15
giorni e si domandava se in così poco tempo, la foresta incantata poteva
ridursi in quel modo, venendo completamente inglobata da quello che lei sapeva
essere il mondo degli inferi.
Il paese delle meraviglie, sembrava
normalissimo e anche Oz, a parte qualche pazzoide
assetato di potere.
Qualcosa non tornava.
Continuò a camminare per quello che le
sembravano ore. I piedi erano diventati quasi insensibili e ad un certo punto,
inciampò cadendo a terra sfinita.
Si sdraiò a pancia all’aria e osservò il cielo.
Era rosso sangue e poteva vedere diversi uccelli neri volare in alto a cerchio.
Sembravano avvoltoi dal modo di comportarsi e
quando li vide scendere in picchiata verso di lei, cercò di spostarsi. Si
spostò solo di un metro, ma si sentì sollevata nel vedere che non puntavano a
lei, ma su colui che l’aveva fatta inciampare.
Si sentì morire il fiato in gola, quando si
accorse, che era caduta a causa di una gamba di un cadavere in putrefazione.
Quel posto era talmente puzzolente, che non aveva fatto caso a quel corpo.
Inoltre i mille pensieri che aveva per la testa, di sicuro non l’avevano
aiutata a concentrarsi su dove stesse mettendo i piedi.
Cercò di allontanarsi, quando un rivolo di fumo
oltre agli alberi, attirò la sua attenzione.
Sperando di trovare qualcuno, ritrovò in sé un
po’ di energia e prese a correre verso quel fumo.
Si ritrovò a pensare con tutta se stessa, che
vi fosse un fuoco acceso per cucinare, piuttosto che qualche incendio in
procinto di estinguersi o qualche crepa nel
terreno, dalla quale fuori usciva fumo prodotto dal fuoco della terra.
Sorrise quando vide quattro persone, intente a
cuocere un cinghiale.
Si diresse verso di loro chiamandoli, ma questi
subito si misero in guardia, puntandole delle armi contro.
Alzò le mani in segno di resa e disse a quelli
che dagli abiti potevano essere contadini, che non voleva far loro del male.
“Sei qui per il nostro cibo, ma non ti
permetteremo di prenderlo!” disse un uomo, facendo un passo in avanti verso di
lei.
“No, non voglio il vostro cibo. Voglio solo
un’indicazione. Dove si trova il castello dei charmings?”
chiese Emma.
Tutti la guardarono stranita.
“Stai scherzando? Ma dove vivi? È la prima cosa
che è stato distrutto da quando sono arrivati quei demoni. Questa è la fine
della nostra terra. Siamo stati puniti per qualcosa!” disse una donna di mezza
età.
“Il castello è andato distrutto? E Henry…cioè
il principe Henry, sapete dirmi dove si trova e se sta bene?”
Tutti scossero la testa “Non sappiamo cosa sia
successo al nostro sovrano. Probabilmente è perito con la sua famiglia sotto le
macerie!”
Emma sentì il suo cuore perdere un battito.
“Da che parte si trova il castello?” chiese
nuovamente Emma.
“Non hai sentito quello che ti abbiamo detto?
Il castello…” cominciò nuovamente la donna.
“Ditemelo!” ordinò Emma e in quell’istante il
fuoco si ingigantì, tanto che due delle persone che erano rimaste vicino
al caldo elemento, dovettero buttarsi a
terra, per non venire incendiati.
“Da quella parte a circa un giorno di cammino.
Ma se ci tieni alla pelle, non andare.
Lungo la strada vi sono diversi mostri!”.
Emma ignorò il suo consiglio e ringraziando si
incamminò.
Cominciava a sentire la necessità di bere e
quel caldo innaturale del luogo di certo non aiutava. Sapeva che gli mancava
come minimo ancora mezza giornata di cammino, ma ringraziò il fatto di non aver
fatto brutti incontri ravvicinati fino a quel punto. Ogni volta infatti che
sentiva o vedeva in lontananza qualcosa di sospetto, si nascondeva contro
vento, in modo che nessuno potesse percepire il suo odore.
Ma ad un certo punto non potè
più tirarsi indietro, quando vide in una radura senza alberi qualcuno scappare.
Non riusciva a vedere chi fossero a causa della lontananza, ma poteva vedere
dalla corporatura, che si trattava di un gruppo di persone e in mezzo a loro vi
era anche qualche bambino.
Voleva giungere al più presto al castello, ma
non poteva tirarsi indietro dal salvare quelle persone. Vedeva le persone
correre, ma non vedeva da cosa scappassero, finché dal cuore della foresta vide
uscire una decina di demoni.
Emma corse verso di loro, mandando avanti però
la sua magia, facendo aprire delle voragini al momento giusto, facendovi cadere
qualche demone al suo interno. Non tutti però caddero in questo tranello,
funzionò infatti con un paio di loro, gli altri continuarono la loro corsa
verso quelle persone, mentre altri, l’adocchiarono e si diressero verso di lei.
“Emma!” disse una voce che veniva dal gruppo.
La salvatrice lanciò un’occhiata verso la
folla, cercando però di non perdere di vista nemmeno un demone. Potè sentirsi sollevata, almeno in una piccola parte,
perché riconobbe sua madre.
Ora sapeva che almeno una persona a cui teneva
stava bene.
“Mamma, allontana queste persone, mi occupo io
di loro!” disse la salvatrice.
Snow non voleva lasciarla in balia di quei demoni,
ma in quanto ex sovrana di quelle terre, si sentiva in dovere di aiutare il suo popolo.
Emma si rilassò nel vedere che sua madre le
diede retta. Avrebbe giurato che avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla.
Si ritrovò con sette dei demoni che vi erano
inizialmente, ma doveva ritenersi fortunata, che non fossero quegli enormi
bestioni che aveva incontrato in passato e soprattutto doveva ringraziare il
fatto che, nonostante gli inferi avevano invaso quelle terre, non avevano
ancora il dominio assoluto, in quanto i suoi poteri sembravano funzionare alla
perfezione.
I suoi colpi andavano a segno senza problemi,
l’unico problema era dato dalla loro resistenza, in quanto quegli esseri
continuavano a rialzarsi.
Le venne in mente una soluzione, ma prima che
potesse metterla in atto, vide un paio
di frecce conficcarsi negli occhi di un bestione, che cadde a terra dolorante.
“Emma!” disse Snow
raggiungendola.
La salvatrice scosse la testa “Mi sembrava
strano che te ne fossi andata senza porre resistenza!”
“Non lascerò mia figlia in mano di quegli
esseri!” disse Snow, scoccando un'altra freccia, ma
questa volta venne afferrata al volo e spezza come un misero ramoscello.
“Mamma, stai indietro. Ho un’idea. Vogliono me
giusto? E allora perchè non consegnarmi a loro?”
disse Emma sorridendo.
“Cosa? Emma sei forse impazzita?” chiese Snow, prima di vedere sua figlia attuare la magia e vedere
quei demoni assumere la stessa forma della salvatrice.
I demoni confusi e non tanto intelligenti, si
guardarono l’un l’altro, vedendo in loro altre salvatrici e non sapendo più chi era chi, cominciarono a
combattere tra di loro.
Emma si affrettò ad afferrare sua madre e a teletrasportarsi lontano, in modo tale, che non comprendessero chi fosse
la vera salvatrice.
“Oh Emma!” disse Snow,
abbracciando la figlia, appena si materializzarono nello stesso luogo Snow aveva condotto
il suo popolo. Era in un campo verde vicino a un fiumiciattolo, uno dei pochi
luoghi che ancora avevano mantenuto il loro aspetto originale.
“Stai bene? Dove sono gli altri?” chiese Emma,
ricambiando l’abbraccio.
“Io sto bene. Queste persone mi hanno soccorso,
ma…tuo padre non era con me e…” in quel momento Snow
realizzò pienamente la seconda domanda
“Sei sola?”
Emma scosse la testa “Mi sono svegliata ed ero
sola. Non so dove siano Killian e Alice e…ho paura
che…”
“No, non terminare la frase. Staranno bene.
Staranno tutti bene. Ne sono sicura!” disse Snow.
“Ma…Henry…il castello è…” disse la salvatrice.
“Lo so. Sono stata informata, ma sai meglio di
me che Henry è un uomo in gamba, d'altronde ha preso da me!” disse Snow, facendo sorridere Emma.
Emma strinse nuovamente sua madre, poi
determinata disse lei di partire nuovamente verso il castello.
Fece pochi passi che si sentì invadere da delle
vertigini e senza nemmeno accorgersene, si ritrovò in ginocchio con sua madre
che la chiamava preoccupata.
Emma però non riusciva a sentire la voce della
madre e vedeva dei puntini comparire nel suo campo visivo.
Sapeva che da li a poco avrebbe perso i sensi e
niente valeva la sua volontà di non cedere.
Sentì poi qualcosa di fresco sulle labbra e del
liquido scenderle per la gola. Inghiottì istintivamente e subito si impossessò
di quella che, una volta tornata un po’ in sé, riconobbe come una borraccia e
ne bevve avidamente il contenuto.
Cominciò a vedere i pallini neri sparire e il
suo udito, sembrava migliorare e i rumori circostanti tornarono lentamente.
Diede la borraccia a sua madre, la quale le
stava strofinando la schiena. Poi vide una donna, una del gruppo aiutato da Snow, avvicinarsi a lei e porgerle qualcosa.
Era un pezzo di pane con un po’ di formaggio.
Emma lo accettò volentieri.
“Ti senti meglio ora tesoro?” chiese Snow.
Emma annuì.
“Credo che tu fossi un po’ disidratata. Con questo
caldo e niente acqua, non mi stupirei!” disse la donna.
“Si, lo credo anche io. Grazie!” disse l’ultima
parola per quelle persone che la avevano dato cibo e acqua. Doveva ammettere
che i suoi sensi stavano tornando alla normalità, ma nonostante questo, sua
madre le propose di riposarsi, ma lei fu irremovibile, più di quanto potesse
esserlo Snow. Voleva trovare suo figlio e tutta la
sua famiglia il prima possibile.
“Mamma, sai dove si trova il castello? Riesci raffigurarti
la strada da fare per giungere li?” chiese Emma.
“Certo, come potrei non…”cominciò Snow, prima di sentirsi afferrare il braccio e dire “Allora
concentrati sulla strada e andiamo!” disse Emma, concentrandosi e in un batter
d’occhio, si ritrovarono davanti a un cumulo di macerie.
“No!” disse Emma “Se Henry si trovava al
castello quando e…”
“Emma, te lo già detto, Henry starà bene e
anche…” Snow non riuscì a terminare la frase che un
grosso ruggito fece tremare la terra.
Emma e sua madre corsero subito a nascondersi
fra delle macerie, prima di vedere un demone enorme camminare nei pressi del
castello e quello che videro i loro occhi le lasciò senza parole.
Appesò al collo come una collana vi erano dei corpo
senza vita di quelli che Snow, poteva riconoscere
come il suo popolo dai vestiti che portavano.
Strinse i pugno mentre una grande rabbia si
impossessò di lei.
Impugnò il suo arco, ma prima ancora che Emma
potesse impedirle di fare qualche sciocchezza, le due donne, si sentirono
afferrare da dietro, con una mano che tappo loro la bocca prima di essere
portate via.