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Autore: Ninfea Blu    26/02/2019    0 recensioni
Ispirata da una scena dell'anime, ho immaginato un momento - e una stagione - in cui Gin e Hotaru sono separati.
E' inverno e sta nevicando. Questi sono i pensieri, le riflessioni, i desideri di Gin... Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo inverno

 
 
 
Faceva freddo.
Era inverno inoltrato e nevicava oramai da diversi giorni. Il paesaggio con gli alberi, il ponticello che passava sul corso d’acqua, le lanterne scolpite nella pietra, tutto era immacolato e lindo, quasi fosse ricoperto da una sorta di lenzuolo.
Le piante dei meravigliosi fiori di loto dalle grandi foglie, che d’estate ricoprivano la superficie del fiume erano rinsecchiti, addormentati come animali caduti in letargo sotto le acque ghiacciate.
Il ragazzo con la maschera di volpe era seduto sugli scalini dell’ultima rampa, poco prima del santuario vero e proprio.
Lui non soffriva quel clima rigido tipico della montagna, ma indossava ugualmente indumenti di lana, oltre la sciarpa ricevuta in regalo l’estate appena trascorsa, una cosa bizzarra a ben pensarci.
Il pensiero lo fece sorridere, ma quel pezzo di stoffa color ocra avvolto al suo collo, gli pareva profumasse di lei.
 
Nei mesi invernali, la foresta desolata e silenziosa gli faceva uno strano effetto, questo almeno accadeva da qualche anno. Quasi nessuno saliva fino al santuario in quei mesi, e gli unici esseri che poteva incontrare nella foresta erano gli Youkai.
 
Da un po’ la loro compagnia non gli bastava più.
 
Era abituato da sempre alla solitudine; era una compagna di vita – quella strana cosa che era la sua esistenza - che lo seguiva da che ne aveva memoria, e mai era stata fastidiosa o pesante da sopportare.
 
Eppure, da quando aveva conosciuto Hotaru, il finire dell’estate coincideva con l’inizio di una malinconica attesa che, di anno in anno, sembrava intensificarsi.
Ora, le altre stagioni, - l’autunno, l’inverno, la primavera - parevano allungarsi all’infinito; si dilatavano come quel sentimento fatto di ansia e desiderio, che riempiva il suo cuore a tal punto da essere pronto a straripare, e l’estate era sempre troppo breve, anche se bellissima e carica di gioia, risate e profumi.
Una cosa bella è più difficile da lasciare andare e lui doveva farlo tutte le volte.
E ogni volta era un piccolo dolore sempre più intenso.
 
Sento la sua mancanza.
Vorrei vederla… vorrei toccarla…

 
Un pensiero struggente che ritornava con frequenza e arrivò come un’invocazione al Sommo Dio della Montagna. Gin aveva alzato il viso al cielo chiaro e si era tolto la maschera.
 
Come questi fiocchi di neve che toccano il mio viso.
 
E pensò che quella stessa neve scendeva su di lei, e immaginò che quel tocco leggero e impalpabile fosse simile a quello delle sue dita delicate. Si può invidiare un fiocco di neve che si posa sulla pelle?
Contava i giorni che restavano alla fine dell’inverno. Il tempo scorreva e diventava sempre più difficile aspettare l’arrivo dell’estate. La primavera era la stagione che sopportava meglio, quella dove la nostalgia si attenuava e l’attesa si colorava di sfumature più vivaci, e i sogni brillavano un po’ di più.
 
L’aveva vista crescere, cambiare al volgere di ogni nuova estate.
Una bambina troppo vivace, poi una ragazza composta, ma sempre allegra.
Quanto sarebbe stata diversa la prossima volta? Più donna?
C’era sempre una sensazione netta, come un brivido nuovo che lui percepiva tutte le estati, al primo sguardo, tutte le volte che s’incontravano all’inizio della lunga scalinata, sotto il tori che segnava l’ingresso che portava al santuario. Il loro posto fisso.
I suoi occhi sarebbero stati più luminosi?
E il suo sorriso sarebbe stato più triste o sereno?
E lui, si sarebbe scoperto, ogni volta, più innamorato dell’estate precedente?
 
- Non dovresti avere simili desideri Gin…
 
Giunse la voce del Sommo Dio della Montagna. A volte, gli capitava di sentirla. Era la risposta di quella divinità ad una sua preghiera. Il Dio della Montagna, in modo misterioso, avrebbe avuto pietà di lui, ancora una volta.
 
- Lo so, Dio della Montagna. Ma io vorrei tanto avere il calore di un contatto. Darei la mia vita per una sua carezza, per un bacio… per un semplice abbraccio. Sarebbe la mia più grande felicità…
- Gin, sai cosa accadrebbe… scompariresti per sempre.
- Lo so, ma lo vorrei ugualmente.

 
Era un Dio paziente.
 
- Gin, ti sei innamorato di quella ragazza umana?
- Sì…
- E lei è innamorata di te?
- So che tiene a me.

 
La neve continuava a cadere più fitta di prima. L’aria si era fatta ancora più pungente. Gin aveva indossato di nuovo la maschera, prima di alzarsi per entrare dentro il santuario. Sentiva ancora la voce del dio che parlava.
 
- Gin, sai perché ti ho fatto quell’incantesimo?
- Per salvare la mia vita… ti sono grato.
- E per proteggerti dagli esseri umani, come i tuoi genitori che ti avevano abbandonato. Non hanno il diritto di toccarti, dopo averti rifiutato… ma tu aneli l’amore di un’umana, desideri un contatto con lei…
- Lei non mi ha mai rifiutato… anzi, mi ha sempre accettato per quello che sono, per quanto fosse difficile. Lei ha dato un motivo alla mia vita assurda…

 
 
La voce del Dio della Montagna restò in silenzio per un po’. Gin sapeva che aveva capito, e attese la sua benedizione.
 
- Sarai tu a decidere quando verrà il momento; quando accadrà, ti prometto che sarai con lei…
 
 
Il cuore del ragazzo con la maschera di volpe era sereno.
Gin fu certo che quello sarebbe stato il suo ultimo inverno.
 
 
 
***
 
 
Solo recentemente ho scoperto questo meraviglioso cortometraggio, forse ancora poco conosciuto, e ne sono rimasta straziata per la delicatezza di una storia che commuove fino alle lacrime, e che tocca in me corde molto particolari. Mi ha fatto piacere trovare questo fandom, e anche se le storie sono ancora poche, le ho lette tutte, e spero che aumentino. L’anime così com’è, dice tutto quello che vuole dire; allo stesso tempo, dà spazio a diverse possibilità e riflessioni interessanti sui sentimenti dei due personaggi, Gin e Hotaru, e sul loro rapporto che si evolve nel tempo. In fondo, in 45 minuti, si dipana una storia che si sviluppa nell’arco temporale di circa una decina d’anni. Ho immaginato Gin in un momento in cui è lontano dalla sua amica, ispirata e suggestionata da quell’ unica immagine dell’anime, dove si vede Gin seduto sugli scalini di pietra, mentre sta nevicando, e probabilmente pensa a lei.
Spero che vi sia piaciuta. Saluti.
Ninfea.
 

 

   
 
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