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Autore: Nana_13    01/03/2019    0 recensioni
Serie di one shot pensata come una sorta di raccolta di "scene inedite" tratte dal primo capitolo di Bloody Castle, per approfondire i rapporti tra i personaggi e la loro psicologia, e che anticipa la pubblicazione del secondo capitolo.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bran – 02

Nel silenzio dello studio in cima alla torre, Byron attendeva paziente che il suo Signore gli dicesse il motivo della convocazione. Naturalmente lo conosceva già e sapeva che ci sarebbe stata ancor prima che Dustin lo informasse, vista la velocità con cui le voci correvano nel castello. Quanto accaduto quella notte era arrivato alle sue orecchie in poco tempo, ora però restava solo da capire quali conseguenze avrebbe avuto sulla sua vita.
Nickolaij sedeva di fronte a lui, alla sua scrivania, con il mento appoggiato sulle nocche e lo sguardo fisso di chi ha la testa invasa da mille pensieri. Al suo arrivo lo aveva trovato in quella posizione e da allora non si era mosso di un millimetro.
Quando finalmente si riscosse, prendendo un bel respiro per calmarsi, Byron trasalì appena, colto alla sprovvista.

“Ora che la ragazza è fuggita, come pensi di risolvere il nostro problema?” gli chiese in tono fermo, senza guardarlo.

Il fatto che apparisse così rilassato non significava che dentro lo fosse altrettanto, Byron lo sapeva bene. Viveva al suo fianco da secoli e avrebbe potuto leggere il suo stato d’animo in ogni gesto, in ogni singola reazione, anche minima, perfino nell’intonazione della voce. Ciò che aveva da riferirgli non erano buone notizie, ma si schiarì la gola e si preparò a rispondere con la solita pacatezza. “Mio Signore, purtroppo gli ultimi eventi hanno compromesso i nostri piani nel breve periodo. L’eclissi è ormai alle porte e senza la ragazza…”

“Lo so già questo!” Nickolaij sbatté con violenza il pugno sul tavolo, interrompendo i suoi tentativi di risollevare la situazione.

Poco dopo sembrò rendersi conto di aver ecceduto e ritrovò la compostezza, raggiungendo in pochi passi la finestra alle sue spalle e prendendo a guardare fuori. “Dimmi qualcosa che non so…” aggiunse in un sussurro.

Byron era abituato a quei repentini sbalzi d’umore, ma doveva ammettere con se stesso che ogni volta si sentiva gelare il sangue nelle vene. Comunque, non gli riuscì difficile conservare la calma. In tutti quegli anni, aveva imparato che era la sua arma più preziosa. “La prossima eclissi lunare sarà più o meno tra sei mesi, secondo i miei calcoli.” lo informò.

La replica giunse dopo un breve silenzio. “Dunque abbiamo sei mesi per ritrovarla.” constatò Nickolaij. “Ancora sei mesi…”

“Mio Signore…”

“Sono stanco.” lo interruppe ancora. “Tu più di tutti dovresti saperlo.”

Il modo in cui sottolineò quell’ultima frase, a denti stretti e con lo sguardo fisso sul suo amato roseto, fecero capire a Byron che ormai per lui sarebbe stato faticoso aspettare anche solo qualche giorno. In fondo, cos’erano sei mesi? Niente e allo stesso tempo un’eternità. Avevano atteso secoli che si presentasse l’occasione giusta e, ora che finalmente avrebbero potuto porre fine alla sua condanna, la chiave di tutto non faceva che scivolare loro dalle mani.
Dal canto suo, anche Byron era frustrato di dover rimandare ancora. Ormai si era votato a quella causa, ci aveva creduto con tutte le sue forze, così come credeva che Nickolaij li avrebbe condotti alla gloria.

“Guardate il lato positivo. Almeno abbiamo catturato il traditore Dean e i suoi nuovi amichetti umani.” disse per tirarlo su di morale. “Sono certo che sapranno dirci qualcosa di utile.”

Al solo sentire quel nome, la mascella di Nickolaij si contrasse pericolosamente. “Quel miserabile…” mormorò, pieno di frustrazione. “Lo farò pentire anche solo di aver pensato di lasciare la mia Congrega. Dove si trova adesso?” I suoi occhi saettarono dalla finestra a Byron nel giro di un istante.

“Gli uomini lo hanno trovato nella foresta, privo di sensi. Al momento lui e gli altri sono nella torre ovest.”

Il suo Signore annuì appena. Da quella distanza, Byron poteva vedere uno scintillio in quelle iridi cerulee che non prometteva niente di buono. Era come se un nuovo cammino si fosse dipinto dinnanzi a lui e Nickolaij non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di percorrerlo.

“È lui il responsabile di quanto è successo, insieme a quegli incompetenti che si sono fatti scappare tre ragazzine da sotto il naso. Anche loro la pagheranno, ma ora sarà bene concentrarsi sul traditore. Dean pagherà i suoi errori con la vita, rimpiangerà di avermela portata via.” sentenziò determinato.

Byron non ebbe certo bisogno di ulteriori chiarimenti per capire che per Dean l’ora della fine sarebbe arrivata tutt’altro che presto e che Nickolaij gli avrebbe fatto soffrire le pene dell’inferno, prima di concedergli la morte. Per qualche strano motivo l’idea lo allettava, anche se non aveva mai amato molto le manifestazioni di violenza.

Di lì a poco qualcuno bussò, troncando la conversazione.

“Cosa c’è ora?” gridò Nickolaij di rimando, infastidito dal rumore ma ancor più di essere stato interrotto.

La porta si aprì lentamente e il volto magro e intimidito di Dustin fece capolino da fuori. “Mi avete fatto chiamare, mio Signore?”

“Ah, sì.” Lui allora parve ricordarsi e gli fece cenno di venire avanti. “Notizie di Rosemary?” gli chiese in tono secco, quando si trovarono faccia a faccia.

“No, Signore. Milady è ancora nelle sue stanze. È probabile che non si sia ancora ripres…”

Byron però si aspettava che delle sue condizioni di salute a Nickolaij importasse ben poco, visto che era stata lei la causa dello sfacelo della notte prima, quindi non si stupì quando le parole del vampiro vennero bloccate sul nascere.

“Non mi interessa se è agonizzante, manda qualcuno a dirle che voglio vederla nella sala del trono. A costo di dovercela portare di peso.” ordinò Nickolaij sbrigativo.

Il suo sguardo magnetico, che fino a quel momento si era concentrato su  Dustin, tornò a fissare un punto imprecisato della parete alle sue spalle. “È giunto il momento per lei di rendere conto delle sue azioni.”
   
 
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