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Autore: Syrendespair    03/03/2019    0 recensioni
Dei bulletti commettono il grave errore di dare fastidio a Nero in presenza di Dante e Vergil.
[Parte del DMC no powers AU | Dante & Vergil & Nero | Parte di una serie | Prequel di "Giochiamo"]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante, Nero, Vergil
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'utilità dei cugini







 
Avere i suoi cugini in città è tutto ciò che Nero avrebbe mai potuto desiderare, ma dannazione, dovevano venire a trovarlo proprio quando ha ancora scuola?
Beh, alla fine non è colpa loro che la loro scuola è chiusa – da quel che ha capito devono fare dei lavori – e può almeno passare del tempo con loro quando è libero, ma questo vuol dire comunque che li sta vedendo meno di quando gli sarebbe piaciuto – il che è molto considerando che non abitano neanche nella stessa città – e, peggio di tutto, che hanno iniziato a insistere per accompagnarlo a scuola ogni giorno, anche se a Nero non serve alcun entourage grazie mille.
Non sarebbe così male se solo Dante non lo stesse usando come una scusa per metterlo in imbarazzo di fronte ai suoi compagni di classe – che hanno già iniziato a fargli domande su chi siano questi tizi “fighi”, “stupidi”, o “belli”, a dipendenza di chi glielo chiede, siano, e Nero non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere in questo – ma almeno Vergil è abbastanza gentile da fermare il suo gemello prima che le cose si mettano davvero male.
 
Nonostante quanto si lamenti davanti a loro della cosa… in realtà non gli dispiace affatto, ma se vogliono che glielo dica chiaro e tondo dovranno guadagnarselo, questo è poco ma sicuro.
 
Purtroppo però, per quanto gli piacciano questi momenti con i suoi cugini prima di una giornata davvero noiosa di scuola, sapeva che qualcosa del genere sarebbe successo prima o poi.
 
 
Sarebbe dovuto essere un giorno normale, quello; Nero, così come gli altri studenti che si sono raccolti attorno a lui, sta aspettando che si aprano i cancelli della scuola e nel frattempo sta passando il tempo impegnandosi in una discussione molto accesa con Dante, conversazione alla quale ogni tanto partecipa anche Vergil con qualche commento qua e là, il che potrebbe non sembrare molto, ma non se conosci Vergil e quanto poco parli in generale.
 
- Non sarebbe un po’ troppo pacchiano? -, chiede Dante.
- Parli tu di pacchiano? -, ribatte Nero, e quando Dante guarda Vergil in cerca di sostegno, il gemello scuote la testa come per dire “no, non ti aiuterò in questo”.
- Allora, fammi capire bene -, fa Dante, - Vuoi farti un nuovo braccio prostetico, ma vuoi che sembri un braccio demonico, con le fiamme e tutto? -.
- Esatto -.
Dante ci pensa.
- … Ok, ritiro quello che ho detto, è una figata pazzesca -, e dà il cinque a Nero.
 
- Oh, ehi! Guarda chi c’è! -.
- È il perdente! E ha compagnia, oggi! -.
- Chi sono quelle? Le tue fidanzate? -.
 
Dannazione. Non ora.
 
Nero sospira mentre si gira, guardando quegli scemi dei suoi compagni – compagni che fino a quel giorno era riuscito a evitare almeno ai cancelli – di classe che gli stanno urlando roba appresso e che stanno ridendo di lui. Almeno non lo stanno avvicinando direttamente, il che è un bene: non vuole fare una scenata come prima cosa nella mattina.
Il problema, ora, è che ovviamente i gemelli si sono accorti di cosa è successo, e questo non è qualcosa che Nero voleva far scoprire loro; dannazione, neanche i suoi genitori ne sanno nulla! Non ne vale la pena: sono solo degli idioti che si credono migliori di lui solo perché a loro non manca nessun braccio, ma peggio per loro perché se dà un pugno a qualcuno con la protesi fa molti più danni rispetto alle loro misere braccine. Lo sa. L’ha provato.
 
- … E chi sono questi gentiluomini, Nero? -, chiede Vergil, lo sguardo affilato ancora su di loro. Uh-oh, Nero vuol dire, quello: qualcuno si sarebbe fatto molto male.
Deve fare qualcosa prima che la situazione peggiori, perché conosce i suoi cugini e, se decidono davvero di andare da questi figli di puttana, non ci sarebbe stata alcuna speranza per quei poveri bastardi.
- Solo delle stupide merdine -, risponde allora, distogliendo lo sguardo da loro per controllare se il cancello sia stato aperto. Sfortunatamente, è ancora chiuso.
- Non provateci neanche, sono solo degli idioti -, dice allora, sperando, forse stupidamente, che sarebbe stato abbastanza.
- Sì, ma ti stanno prendendo in giro -, ribatte Dante, e neanche lui sembra molto contento della situazione.
- Davvero… non ne vale la pena -, insiste Nero, - Ho cercato di confortarli una volta ma sono stato espulso perché ci siamo presi a botte, e voglio cercare di mantenere la fedina pulita quest’anno -.
 
Sa che è una persona difficile da gestire, davvero, lo sa, e sa anche che la cosa è fonte di molto stress per i suoi genitori. È per questo che sta cercando di comportarsi al meglio che può almeno a scuola.
Ora l’ultima cosa di cui ha bisogno è trascinare i suoi cugini in questo, specialmente oggi, che è il loro ultimo giorno di permanenza là – purtroppo la scuola avrebbe riaperto presto e devono tornare a casa.
 
- Ma… -.
- Dante… -.
 
Vergil ha appena interrotto suo fratello con tono severo, e Nero non può fare a meno di esalare un sospiro di sollievo. Deve aver capito la situazione.
- Oh e dai, Verge! Hai paura? -.
- No -, fa Nero prima che Dante possa anche solo provare a fargli cambiare idea, - Ha ragione. È un problema mio, questo, e decido io come gestirlo -.
- Oh, e va bene… -, borbotta Dante, chiaramente scontento da come stiano andando le cose, incrociando le braccia al petto, - Ma se quegli stronzetti vengono qua son botte -.
- Magari non mettiamo Nero nei guai perché non hai autocontrollo, ok? -, gli risponde Vergil, e Nero è davvero grato che almeno qualcuno stia dalla sua parte.
 
Se solo non fosse stato impegnato a controllare di nuovo il cancello, avrebbe notato lo sguardo che si sono scambiati Dante e Vergil.
È uno sguardo che conosce bene, uno sguardo che odia: significa sempre che hanno in mente qualcosa. Non ha idea di come facciano, ma quello è tutto ciò che ci vuole affinché sappiano cosa fare, come se avessero speso giorni interi a fare piani ma no, è solo uno sguardo, lo sguardo.
 
- Hanno aperto finalmente… -, mormora prima di girarsi verso Dante e Vergil, - Beh, allora io vado… -.
Fissa Dante, puntando un dito prostetico verso di lui.
- E non ti azzardare a fare stronzate -.
Dante alza le mani in mondo difensivo.
- Ok, ok, mamma mia… Volevo solo aiutare -.
- Promettilo -.
- Lo prometto -, sospira Dante, - E ora non dovresti andare? -.
- Oh sì, giusto -, fa Nero, che si era momentaneamente scordato della scuola. Alla faccia dello studente modello, eh?
 
Li saluta con un cenno della mano e inizia a muovere i primi passi verso la scuola.
Spera davvero che non faranno niente di stupido, ma Vergil è con Dante, quindi dovrebbero stare bene. Vergil non è impulsivo come Dante ed è certo che si sarebbe assicurato che il gemello si comporti bene.
È con quest’ultimo pensiero che Nero entra nella scuola, certo che sarebbe andato tutto bene.
 
Dante aspetta che Nero sia fuori dalla loro vista. Sembra che quegli idioti bulletti siano rimasti là; non si sono mossi.
- Non sembrano curarsi del fatto che faranno tardi… -, osserva Vergil, e Dante annuisce prima di scambiare di nuovo lo sguardo con lui, sorridendo poi.
- Allora… sei pronto a rompere la promessa? -.
- Dovrei essere io a chiedertelo. A differenza tua, non ho fatto alcuna promessa che sapevo non avrei mantenuto -.
 
C’è un momento di pausa.
- Allora, li andiamo a picchiare, vero? -.
- Assolutamente -.
 
 
Bene, un altro noioso giorno è iniziato e la motivazione che Nero ha di andare a scuola è pari a zero, ma cosa può farci?
Si era così abituato ad avere Dante e Vergil che l’accompagnavano che ora gli fa strano tornare a sentire musica mentre percorre la strada ormai conosciuta a menadito verso l’edificio.
 
Gli mancheranno come sempre, non che l’avrebbe mai ammesso.
Sono due enormi stronzi, davvero davvero enormi, ma alla fine… non ne è anche lui uno? Formano una bella banda, insieme.
 
Oh beh, forse farebbe meglio a concentrarsi sulla giornata che ha di fronte a sé. Non avrebbe concluso nulla continuando a indugiare nel mondo dei sogni in quel modo, specialmente considerando che questo è già il quarto palo contro il quale rischia di andare a sbattere.
 
Ok, c’è qualcosa di strano, questo è poco ma sicuro.
Tanto per iniziare, quegli stronzi bulletti non hanno spiccicato parola quando è entrato in classe; nessuno degli insulti che sono di solito lanciati bellamente ai suoi piedi sono pronunciati.
Sembrano quasi spaventati da lui.
 
Alcuni di loro gli si avvicinano addirittura, chiedendogli se ha bisogno di qualcosa. Ma che diavolo?
Perché si stanno improvvisamente comportando come se fossero migliori amici?
 
Aspetta un secondo… ma solo lividi, quelli? Oddio, lo sono. Occhi neri, labbra spaccate… questi tizi sembrano essere usciti dall’inferno.
Per curiosità chiede loro cosa sia accaduto – non che gli interessi particolarmente, hanno ottenuto ciò che si meritano – e quella semplice domanda sembra averli terrorizzato ancora più della sua presenza mentre negano che non sia mai accaduta nulla, mai mai e poi mai.
Ok, qualcosa è successo per forza, ma cosa…
 
ASPETTA.
 
 
È quando Dante riceve un messaggio molto adirato da parte di Nero che capisce che sono stati beccati. Non che si aspettasse davvero che sarebbe stato un segreto per sempre, ma aveva pensato che ehi, magari sarebbe durato un po’ più di un misero giorno.
 
- Dante quante volte ti ho già detto di lasciar perdere il telefono quando stai studiando? Giuro, questa è l’ultima volta che ti aiuto -.
La voce di Vergil è severa come al solito, ma quando mai Dante si è preoccupato di ciò? E inizierà mica a preoccuparsene ora? Ovviamente no.
- È Nero -.
- Oh -.
- Oh -, gli fa eco Dante prima di mostrargli il messaggio che ha appena ricevuto, pieno di parole rabbiose e minacce di morte che, in tutta onestà, riescono solo a far scoppiare Vergil a ridere, per quanto la cosa possa sembrare surreale.
- Che ragazzo ingrato -, commenta dopo aver letto tutto, ma è chiaro che non lo intende davvero.
- Vero? -, risponde Dante, usando lo stesso tono, - E pensare che gli abbiamo fatto pure un favore -.
 
C’è silenzio, un silenzio che è interrotto nuovamente da Dante.
- Direi che, come punizione per questa sua ingratitudine, si merita un bello scherzetto la prossima volta che ci vediamo -.
Vergil lo fissa, le labbra che s’incurvano in un sorriso quasi impercettibile, ma Dante sa che è lì.
- Affare fatto -.









Note degli autori: nel frattempo che aspettiamo che esca il gioco, abbiamo deciso in tanto di scrivere questa cosuccia su Dante, Nero e Vergil ambientato prima che Nero si trasferisca in città. E sì, Nero in questo AU ha un braccio prostetico.
   
 
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