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Autore: Stria93    10/03/2019    2 recensioni
Aziraphale si accigliò e assunse un piglio ostinato. - Per tua informazione, caro, la vaniglia bourbon è una delle spezie più raffinate al mondo. È ricercata e costosa, inoltre il suo bello sta proprio nella delicatezza del sapore. Ma ovviamente bisogna avere il palato fino per saperlo apprezzare. -
- Fino o non fino, - proseguì Crowley, - il mio palato apprezza molto di più un peccaminoso cono total-chocolate, magari con aggiunta di un pizzico di peperoncino o un goccio di rum. -
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vanilla

Quella domenica mattina di inizio marzo un sole inusuale splendeva allegramente su Londra, come un re d'oro che troneggiava al centro di un cielo terso e limpido: spettacolo che raramente i londinesi avevano l'opportunità di ammirare. Non una sola nuvola intaccava quella strabiliante distesa turchese.
Gli abitanti della City, come lucertole incapaci di resistere al richiamo del tepore primaverile dopo un rigido inverno, avevano inondato le strade e i parchi della città, ben felici di godere di quell'assaggio di bella stagione.
Umani di qualunque età ed estrazione sociale che vivevano le loro vite frenetiche e caotiche e che, per un'ineffabile legge universale, decidevano, almeno per una sola mezza giornata, di lasciare le loro case, le loro piccole incombenze e avventurarsi all'aria aperta solo per regalarsi la sensazione dei raggi del sole sulla pelle e del vento frizzante sul viso.
Be', non solo umani in realtà. In effetti, in un parco a poca distanza dal centro, un angelo e un demone passeggiavano tranquillamente fianco a fianco, guardandosi intorno senza fretta e condividendo con i mortali le medesime piccole gioie della promessa dell'imminente fine dell'inverno.
La conversazione languiva ormai da qualche minuto, poiché Aziraphale e Crowley erano troppo impegnati a gustarsi una delle tante prelibatezze che gli umani si erano inventati per soddisfare i loro avidi palati e che aveva rimpolpato le schiere, già di per sé piuttosto abbondanti, dei peccatori di gola giù all'Inferno: il gelato.
Aziraphale reggeva tra le mani una coppetta colma fino all'orlo di una sopraffina crema alla vaniglia bourbon, mentre Crowley impugnava un cono di cialda sormontato da una montagna di gelato al cioccolato fondente.
L'angelo si portava alle labbra modiche quantità di crema grazie ad una palettina di plastica celeste, mentre il demone faceva guizzare la sua lingua biforcuta di serpente intorno al cono, portandosi via generose porzioni ogni volta.
- Attento, Crowley. - lo ammonì gentilmente Aziraphale, - Qualcuno potrebbe notare che la tua lingua non è esattamente... ehm... convenzionale. -
Il demone alzò le spalle con noncuranza e leccò via un'altra buona dose di gelato. - Gli umani hanno una predisposizione naturale per non notare le cose che non riuscirebbero a spiegarsi. Potremmo apparire davanti a loro nel nostro vero aspetto con tanto di ali e non farebbero una piega. -
- Allora perché te ne vai sempre in giro con gli occhiali scuri? - domandò Aziraphale, - Credevo che volessi nascondere i tuoi occhi da rettile. -
L'altro scosse la testa con un sogghigno. - Oh, no, affatto! Li indosso perché mi danno un'aria tenebrosa e affascinante e anche perché, modestia a parte, mi stanno divinamente. - gli fece l'occhiolino. - L'hai capita? -
Aziraphale sorrise. Ormai si era abituato alle battute irriverenti e politicamente scorrette dell'amico e negli ultimi seimila anni aveva finito per trovarle addirittura spassose, a loro modo.
In quel momento, i due avvistarono una panchina libera che dava su uno stagno dove alcune anatre scivolavano placide sull'acqua e si sedettero, con grande disappunto di una giovane coppia che arrivava dal lato opposto del sentiero e aveva puntato quella stessa panchina e che passò oltre con un'espressione delusa che non sfuggì ad Aziraphale.
- Potremmo alzarci e lasciare che si siedano loro... - azzardò l'angelo, la cui innata indole altruista non si lasciava mai sfuggire l'opportunità di compiere una buona azione verso il prossimo.
- Nah! Il parco è pieno di panchine. - ribatté Crowley che, dal canto suo, aveva provato una punta di malizioso piacere nell'accaparrarsi quel posto alla faccia dei due piccioncini. - Ne troveranno di sicuro un'altra. -
Aziraphale mise da parte gli ultimi residui di bontà angelica a beneficio della fredda logica demoniaca di Crowley: in effetti quel parco era disseminato di panchine e i due ragazzi erano giovani e innamorati e un qualsiasi altro posto sarebbe stato comunque perfetto proprio grazie alla bellezza del sentimento che li univa... per non parlare del fatto che la vista privilegiata sul laghetto delle papere non aveva prezzo ed era il panorama perfetto da contemplare mentre ci si gustava un buon gelato alla vaniglia in una mattinata splendida come quella.
Angelo e demone rimasero in silenzio per un po', assaporando le rispettive squisitezze e osservando pigramente una grossa mamma-anatra circondata dai suoi piccoli.
Quando Aziraphale si ritrovò quasi alla fine della sua coppetta alla vaniglia la offrì a Crowley, assecondando la sua naturale propensione alla gentilezza e ai buoni valori del Cielo. - Ecco. Ne vuoi un po'? -
Il viso del demone si contrasse in una smorfia di disgusto. - Non ci penso nemmeno! Anzi, in tutta onestà non capirò mai cosa accidenti ci trovi di tanto speciale nella vaniglia. Voglio dire, con tutti i gusti fantastici che ci sono, perché ti ostini a prendere sempre quello? -
Aziraphale alzò le spalle. - Adoro la vaniglia. È il mio gusto preferito. - rispose con semplicità.
Crowley fece un gesto secco con la mano. - Bah! Contento te. Personalmente, preferisco di gran lunga il cioccolato. Ha quel nonsoché di dolce-amaro ma anche vagamente salato che non mi dispiace affatto. E, diciamocelo, ha molta più personalità della tua vaniglia. -
Aziraphale si accigliò e assunse un piglio ostinato. - Per tua informazione, caro, la vaniglia bourbon è una delle spezie più raffinate al mondo. È ricercata e costosa, inoltre il suo bello sta proprio nella delicatezza del sapore. Ma ovviamente bisogna avere il palato fino per saperlo apprezzare. -
- Fino o non fino, - proseguì Crowley, - il mio palato apprezza molto di più un peccaminoso cono total-chocolate, magari con aggiunta di un pizzico di peperoncino o un goccio di rum. -
E, come a rafforzare ulteriormente quell'affermazione, Crowley fece guizzare nuovamente la sua lingua serpentina intorno a quella che ormai si era ridotta a una tonda collinetta di crema al cioccolato in cima alla cialda.
Impresse in quel gesto una lentezza voluttuosa che sapeva avrebbe messo a disagio l'angelo, che infatti distolse lo sguardo e arrossì lievemente: - A volte sei disgustoso. - mormorò.
Crowley sorrise, per nulla offeso da quel commento. - Se non gradisci questi miei atteggiamenti, forse non dovresti frequentare un demone dell'Inferno. Magari ti troveresti meglio in compagnia dei tuoi Gabriel o Raphael, ma ho la sensazione che non ti divertiresti tanto come con me. È a questo che serve il male, no? A rendere meno noiosa e più interessante la vita degli umani. -
- E così ora vorresti imbarcarti in una dissertazione filosofico-religiosa sulla dicotomia Bene-Male, Crowley? -
- Per niente, mio caro Az. Volevo solo dire che, senza noi demoni e tutto ciò che rappresentiamo, la vita degli esseri umani sarebbe come il tuo gelato alla vaniglia: avrebbe un sapore piatto, scialbo, monotono, palloso... scegli l'aggettivo che preferisci. Noi ci mettiamo un po' di cioccolato e creiamo qualcosa di meglio, diamo quel tocco in più. Capisci che intendo? -
- Mmh. - fece Aziraphale, poco convinto da quella retorica a metà tra sacro e profano.
- Dammi qua! Ti faccio vedere. - disse Crowley, strappando di mando all'angelo la sua coppetta.
- Ehi! Ma che fai? -
Il demone raccolse con la palettina un po' del suo gelato e lo mescolò a quello alla vaniglia di Aziraphale, per poi restituirgli la coppetta.
- Forza. - fece Crowley con un cenno d'incoraggiamento. - Assaggialo adesso e dimmi che ne pensi. -
L'angelo osservò con un misto di perplessità e interesse il suo nuovo gusto di gelato, dopodiché affondò la palettina di plastica e se la portò alle labbra.
Si prese qualche secondo per assaporare tutte quelle nuove note di sapore che si erano aggiunte alla sua amata vaniglia bourbon e dovette riconoscere che quell'unione, così ben bilanciata, aveva dato vita a qualcosa di veramente eccezionale. Un perfetto connubio tra la dolcezza gentile e delicata della vaniglia e lo sprint malizioso del cioccolato.
- Be'? Che mi dici ora? - incalzò Crowley, impaziente e con stampato in volto il sorrisetto beffardo tipico di chi sa perfettamente di aver colto nel segno ma vuole sentirselo dire a voce alta.
Aziraphale indugiò ancora qualche istante per il piacere di tenere il demone sulle spine, poi fece schioccare la lingua un paio di volte e assunse un'aria concentrata, come stesse soppesando attentamente la risposta.
- Sì, non male. - ammise, ostentando una certa indifferenza. - I sapori sono ben amalgamati e direi che nel complesso risultano gradevoli. -
- Gradevoli? - gli fece eco Crowley, indignato. - Mi stai prendendo in giro? -
Aziraphale cedette. - Ok, devo dartene atto: sono deliziosi! -
Crowley sogghignò. - Che ti avevo detto? Meglio della vaniglia? -
Aziraphale ci rifletté un paio di secondi, poi annuì. - In effetti... -
- Vedi? - rispose Crowley, trionfante. - Non sottovalutare mai il potenziale del cioccolato, potresti perderti esperienze piacevoli. -
E in quel momento, il demone si fece scivolare sul naso gli occhiali neri e strizzò l'occhio d'oro in direzione di Aziraphale, che nuovamente arrossì senza riuscire a trattenere un sorriso.


Crowley fermò la Bentley di fronte alla libreria di Aziraphale, il quale appoggiò una mano sulla maniglia della portiera per poi esitare e rivolgersi di nuovo all'amico che sedeva al posto di guida.
- Sai, stavo pensando a quello che mi hai detto a proposito della vaniglia e del cioccolato. - esordì con voce casuale.
- E? - ribatté Crowley, - Hai vissuto un'epifania gustativa che ti ha fatto approdare alla conclusione che niente è meglio del gelato al cioccolato? -
- No. - rispose Aziraphale, - Piuttosto pensavo che, alla fine, è un po' come la nostra amicizia, non credi? -
Crowley alzò un sopracciglio, perplesso. - Non ti seguo, Az. -
- Be', in quanto angelo io dovrei essere solo vaniglia e tu sei un demone quindi solo cioccolato, ma di recente ho potuto constatare che, in fondo, c'è un po' di vaniglia in te così come c'è un po' di cioccolato in me, e questo va bene, no? Insomma, siamo un gusto nuovo che unisce i pregi sia dell'una che dell'altro, giusto? -
Ci fu un attimo di silenzio.
- Aziraphale? -
- Sì? -
- Sicuro che in quel gelato vaniglia bourbon non ci fosse anche del Bourbon Whiskey? -
L'angelo si sentì afferrare da un moto d'imbarazzo, conscio di quanto dovessero essere suonate bizzarre le sue parole, aprì lo sportello della Bentley senza aggiungere altro sull'argomento e si precipitò fuori dall'auto salutando frettolosamente l'amico.
Quando Crowley rimise in moto si scoprì a sorridere. Non aveva mai pensato a se stesso e ad Aziraphale paragonati a dei gusti di gelato, ma il ragionamento dell'angelo calzava a pennello.


  
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