Epilogo
Hermione tirò una sberla ad Harry, mentre cercava di sistemarsi per l'ennesima
volta il farfallino, e roteò gli occhi verso Ron, che stava di fianco a lui.
"Harry, smettila!", sibilò. È perfetto, e lo rovinerai se
continui".
"Non riesco a farne a meno", si lamentò. "É troppo
stretto".
"Sei solo nervoso, quindi smettila di toccarlo e pensa solo a quando sia
meravigliosa Daphne, ed a quanto tu sia fortunato a sposarla oggi".
Harry si voltò per osservare tutti i presenti che guardavano loro tre. È
scorretto", mormorò. "Vorrei che fosse già finita".
"Datti un contegno, amico", sussurrò Ron. "Daphne merita di
avere tutta la pompa magna e le cerimonie che vuole. Dopo tutto, ha dovuto
sopportarti mentre la nascondevi per anni".
"In ogni caso, se te la fili ora, io e Ron saremmo ufficialmente i
peggiori testimoni di sempre".
Hermione gongolò appena, mentre ricordava quanto scioccate fossero rimaste
alcune persone, quando Harry aveva annunciato di volere come testimoni Hermione
e Ron. Molti della vecchia generazione si erano aspettati di essere inclusi
nella lista di Daphne ma, anche se lei la adorava, sarebbe stato strano non
essere al fianco di Harry. Lei e Ron erano sempre rimasti con lui durante gli
avvenimenti più importanti della sua vita, ed il matrimonio non era
un'eccezione. Così avevano ignorato la tradizione, ed Hermione e Ron erano
ufficialmente i testimoni.
Harry e Daphne avevano originariamente organizzato un matrimonio in primavera a
causa del limite di tempo imposto dalla maledizione, ma la data era stata
cambiata quanto era stata spezzata, e portata a quel giorno di luglio, ad
Hogwarts, di fianco al Lago Nero. Minerva ne era rimasta toccata, quando Harry
e Daphne le avevano chiesto il permesso di sposarsi lì. Era stata la prima
reale casa di Harry, e la maledizione che pendeva su di loro un catalizzatore perché
la loro relazione diventasse pubblica. I prati di Hogwarts erano inoltre
abbastanza grandi da contenere tutti gli ospiti che erano stati invitati al
matrimonio di Harry Potter.
La musica iniziò, ed il mormorio degli invitati si alzò, in attesa della
comparsa della sposa. Hermione rise ancora una volta, mentre si alzavano anche
mormorii mentre Draco avanzava verso l'altare come testimone di Daphne. Dopo la
scossa che aveva causato la posizione di Hermione, come testimone di Harry,
l'organizzatore del matrimonio aveva deciso di mantenere segreto il ruolo di
Draco. Sarebbe stato divertente vedere quanto si sarebbero scandalizzati gli
ospiti.
Daphne aveva cercato di coordinare Draco con le damigelle, ma lui aveva
rifiutato assolutamente di vestirsi di qualche colore pastello. Aveva allora provato
a fargli indossare almeno una cravatta della stessa tonalità.
Il resto della marcia nuziale continuò lentamente, mentre Astoria, la sorella
più giovane di Daphne, Tracey e Pansy seguivano Draco. Poi apparve Daphne al
braccio del padre. Hermione sentì gli occhi riempirsi di lacrime, mentre
guardava quanto bella fosse. Harry aveva la bocca aperta, quando prese la sua bellissima
sposa.
La cerimonia fu lenta, ed Hermione agguantò la bacchetta quando arrivò il
momento in cui qualcuno avrebbe potuto obiettare alla loro unione. Non che si
aspettasse che qualcuno lo facesse, ma non sarebbe stata la vita di Harry, se
non ci fosse stato qualcosa di drammatico. Fortunatamente, non dovette
affatturare nessuno, e presto Harry e Daphne vennero presentati agli ospiti
come Signore e Signora Potter.
Mentre tornavano indietro lungo la navata, Hermione allungò il braccio perché
Draco lo afferrasse. Lui la guardò male, ed allungò il suo perché lo prendesse
lei.
"Io sono il testimone", obiettò lei.
"Non tentare la fortuna. Comunque, Cormac McLaggen è qui, e ti ha adocchiata.
Voglio assicurarmi che noti la tua mano sinistra".
Hermione roteò gli occhi. Gli uomini della sua vita, quando avrebbero capito
che Cormac McLaggen non era altro che una spina nel fianco? Non aveva mai
provato niente per lui, e mai lo avrebbe fatto. Era Cormac che persisteva con
la sua cotta. Sorrise malignamente, quando seguì i suoi occhi che si fermavano
sull'enorme anello di fidanzamento che le brillava al dito.
Draco le aveva chiesto di sposarlo il mese precedente. Narcissa li aveva spinti
a lungo perché rendessero la loro relazione più ufficiale e permanente, ma loro
avevano resistito per altri sei mesi. Poi avevano capito entrambi quanto fosse
ridicolo non fidanzarsi. Non erano dei bambini che si sarebbero pentiti di una
tale decisione, e si conoscevano bene sia dentro che fuori. Così si erano
ufficializzati, ma ancora non avevano fissato una data per il matrimonio.
Avevano accennato qualcosa per l'estate successiva, e si sarebbe ovviamente
tenuto al Manor, ma volevano prendere un po' in giro Narcissa e Rachel, che
erano costantemente sui carboni ardenti, in attesa dell'annuncio.
Il ricevimento era al culmine, quando Hermione si rese conto che Draco era
sparito. Dov'era? Aveva ballato con Blasie, Bill e Theo, mentre lui
chiacchierava con Pansy e George, ma poi non lo aveva più visto. Aveva iniziato
a setacciare la sala in cerca del suo fidanzato scomparso, quando arrivò Ginny.
"Ho un messaggio da Draco. Qualcosa a proposito di un libro di pozioni
raro che è andato a prendere nella biblioteca. Vuole che tu lo veda e persuada
Minerva a venderglielo".
Hermione roteò gli occhi. Era tipico di Draco. Dovevano godersi il matrimonio,
e invece lui stava perlustrando gli scaffali della biblioteca di Hogwarts per
vedere se avrebbe potuto accaparrarsi qualche volume raro. Dubitava altamente
che Minerva sarebbe stata favorevole a venderne qualcuno.
Camminò per il corridoio fino alla biblioteca, ed aprì le porte già aperte.
"Draco?", chiamò, incapace di vederlo alla luce flebile.
Si voltò di scatto, mentre le porte si chiudevano con un incantesimo. Sentì dei
passi dietro di lei e si voltò di nuovo, per notare poi Draco appoggiato contro
uno degli scaffali, che ondeggiava la bacchetta in una mano. Fece scorrere gli
occhi su di lui, vedendolo abbigliato con l'uniforme da Serpeverde. Lo guardò
confusa, e poi sussultò, quando lui agitò la bacchetta e si trovò vestita da
Grifondoro.
Camminò verso di lei, e la spinse contro i libri. "Pensavo di darti
un'opportunità per realizzare quella fantasia che avevi di me in
biblioteca", le sussurrò all'orecchio, prima di sferrare l'attacco.