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Autore: sofismi    12/03/2019    1 recensioni
A volte mi siedo e mi racconto un pezzo di storia.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un altro universo; 

 

  Quando ci siamo salutati l’ultima volta, se di saluto si può parlare, ti avevo detto con convinzione che - dato il dolore che già mi avevi causato - non avrei più voluto permetterti di ferirmi, e che quindi non avrei mai più voluto vederti né parlarti. Me n’ero andata a testa alta, incurante del dolore che provavo voltandoti le spalle e della mancanza che già sentivo nel petto; e inconsapevole di quello che sarebbe successo - com’è normale che sia - ti ho lasciato solo. 

  Oggi, dopo tutto il tempo che è passato, siamo ancora una volta l’uno affianco all’altra, in quella stessa macchina che migliaia di volte ci ha visti insieme. E oggi, come allora, ancora non sappiamo cosa dirci. 

  Ti ho sempre ripetuto quanto ti amassi più di ogni altra cosa, e ora che quel sentimento si è trasformato nella più dolorosa emozione esistente tu ancora non capisci. Provo a spiegarti, a mostrarti quando sia difficile per me questa situazione incerta e incapace di equilibrio provo a raccontarti i pensieri che tutti quei piccoli gesti mi avevano costretta a formulare, e il dolore che tutte le mancanze mi provocavano. 

  Ancora oggi non capisci perché io abbia sentito il bisogno di allontanarmi da te, nonostante i miei sentimenti, i tuoi. E ormai è tardi: non ho più parole per spiegare e mi sento di pietra, immobile, quando mi rendo conto che tu non vuoi ascoltarmi. Ho sempre pensato che il futuro ci attendeva, ma non avrei mai immaginato che lo avremmo raggiunto percorrendo strade diverse. 

  Sei seduto affianco a me in questa macchina che tante volte ci ha visti insieme, e non dici una parola. Nel silenzio mi chiedo perché sono qui, cosa ci sono venuta a fare, cosa spero di ottenere. Penso alla stanza che avrei voluto condividere con te, ai libri che avrei voluto mi aiutassi a sistemare in una libreria nuova di zecca, appena montata; ai cuscini che avremmo scelto insieme, e che non ti sarebbero piaciuti perché a te piacciono i colori neutri mentre io preferisco i colori sgargianti, quelli che messi vicini non sembrano stare bene ma che nella mia testa hanno tutto un altro significato. Penso alla linea temporale in cui siamo, alle scelte che ci hanno portati qui, a quello che avrei potuto dire e fare al posto che cercare il modo per farti soffrire solo per farti capire quanto io stessi soffrendo. 

  Nel silenzio penso che le cose sarebbero andate diversamente se io non fossi stata io, e se tu fossi stato un po’ meno tu. Ma nulla avrebbe avuto lo stesso significato. 

  Gli occhi mi bruciano mentre il cuore mi dice che questo non è il mio posto, che sicuramente esiste un universo in cui la nostra storia trova un finale diverso, e con questo pensiero impresso nella mente apro la portiera e scendo: “In un altro universo forse saremmo stati felici, ma noi siamo in questo e non possiamo far altro che amare quello che abbiamo vissuto, custodirlo, e non dimenticarlo.”
 



N. d. A. 

Ed ecco la quinta oneshot, l'ennesima a cui sono profondamente legata. 
Questa in particolare è l'ultima che ho scritto ed è nata un pomeriggio durante una conversazione con una persona amata; per questo motivo mi piacerebbe molto sapere qual è la vostra personale interpretazione! 
Grazie 
- ann

  
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