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Autore: JohnSilver    12/03/2019    2 recensioni
Bisogna affrontar se stessi, se si vuole vincere sul proprio destino. Uomo e bestia non sono così diversi l'uno dall'altro, e a volte sono l'uno lo specchio dell'altro. Un incontro che cambierà per sempre le vite dei due protagonisti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Caddi a terra, sanguinante. Il mio nemico, trionfante, già assaporava il gusto della mia carne. Paralizzato dalla paura e dalla mancanza di forze, mi rassegnai per un attimo all'inevitabile destino. Lui balzò su di me. Vedevo le sue grandi fauci divenire sempre più grandi, i suoi denti sempre più taglienti e la sua gola sempre più grande. Talmente grande, che stava per diventare la mia tomba. Chiusi gli occhi ed aspettai. Passarono due, o forse tre dei secondi più lunghi della mia vita, ma non successe nulla. Aprìi gli occhi, ed il lupo era ancora lì davanti a me. Ombra senza vita, governata da un diavolo che potevo vedere nei suoi grandi occhi rossi. Un espressione grottesca, di brama e malvagità, dipingeva il suo volto. Cercai di muovermi, ma senza successo. Come la bestia era intrappolata nel tempo, così lo ero io. 'Forse è questo l'inferno, guardare la causa della propria morte all'infinito', pensai. L'infinito, con il suo dolce respiro caldo, sembrava ora aver una forma finita e facilmente riconoscibile ad occhio umano. Di fronte ad esso, i miei sentimenti si fecero pian piano più quieti, più leggeri. Stavano scivolando via dal mio corpo come un fiume, il fiume della mia coscienza. Senza tutte quelle sensazioni che mi avevano caratterizzato un istante prima di quella stasi, riuscì a vedere quell'essere di fronte a me per la prima volta. Una bestia povera e affamata, maltrattata dai propri padroni, bisognosi della sua aggressività e malvagità. Una bestia con un cuore e dei bisogni. Una bestia come me. Il suo manto, di un marrone chiaro, accompagnava la dolcezza dei suoi grandi occhi verdi, pieni di una luce calda e profonda. Mi sforzai di guardare oltre questa luce, e non vidi altro che me stesso. Ero lì, inerme e pieno di paura, con un espressione molle, degna di un uomo che non ha più niente per cui combattere. Ed in effetti era così. Questi barbari avevano colpito la mia casa, la mia famiglia e tutto il frutto del lavoro di una vita. Avevo visto aizzare i loro lupi avidamente contro i miei figli, e il loro capo rapire mia moglie. Mi ero sempre considerato un tipo coraggioso, ma di fronte ad una situazione VERA ero rimasto lì inerme a guardare. Certo di non poter far nulla per cambiare le sorti del mio destino. Forse anche quell'animale aveva vissuto tutto questo. Strappato alla famiglia, rinchiuso in gabbia e cresciuto nell'odio e nel disprezzo di un qualcosa che non può comprendere. Assoggettato al suo padrone, al suo destino. Tutto d'un tratto, la vita mi strinse forte, ed il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Le mie emozioni non erano più le stesse di prima, ma pure e nobili. Dovevo combattere, dovevo ribadire il mio IO difronte ad un mare di incertezza e divenire IO la certezza. Dovevo vivere e lottare per la mia esistenza, dovevo riprendermi mia moglie o morire provandoci. Riuscì a muovere gli occhi, ed il tempo cominciò lentamente a scorrere di nuovo. Feci in tempo a voltarmi e sferrare una gomitata al muso di quel lupo, gettandolo al mio lato. Mi ci gettai addosso, e riuscì a tappargli il muso con le mani. Non volevo fargli del male, e lui non fece resistenza. Lo lasciai, e lui subito si rialzò e scappò. I padroni cercarono di richiamarlo. Sfruttai quel tempo per prendere la spada che mi era caduta dopo lo scontro con il lupo, e subito andai a combattere.

   
 
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