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Autore: telesette    15/03/2019    0 recensioni
A distanza di un po' di tempo da una mia one-shot piuttosto fiacca, circa un ipotetico avvicinamento tra Charlie Nash e Cammy White, eccomi di nuovo alle prese con un nuovo tentativo che vede stavolta questa coppia alle prese con alcuni elementi narrativi tratti da Street Fighter V... e qualche piccolo tocco personale.
Buon Divertimento!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cammy, Charlie
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ritorno alla vita
( immagini tratte da internet )

Risultati immagini per cammy sfv gif talk

"Quando le fiamme purificatrici divamperanno alte nella notte, consumando fino agli ultimi resti del male incarnato, il mondo troverà pace e l'alba seguirà alle tenebre portando con sé nuova vita per i giusti che rimarranno"...

Cammy rimase immobile ad osservare l'incendio della base di Shadaloo, anche quando ormai restava ben poco da ardere, e dentro di lei continuava a chiedersi se ciò significasse davvero la fine di Bison e delle sue ambizioni. La lotta era stata molto dura ed era costata anche numerose perdite, sia tra i nemici che tra le forze alleate, e sul campo spiccavano ancora i corpi martoriati delle vittime. Molti erano conciati talmente male che era impossibile distinguerli uno dall'altro, ad eccezione delle piastrine metalliche con il numero di matricola inciso sopra, e le ambulanze inviate sul posto stavano facendo il possibile per ricomporre umanamente i cadaveri per il riconoscimento.
Anche questo faceva parte della vittoria, purtroppo.
Una vittoria ottenuta a caro prezzo, tanto da non capire se gioirne o meno, ma di certo ognuno dei caduti non meritava di rimanere lì a marcire.

- Avranno un funerale con tutti gli onori - esclamò una voce bassa e profonda alle sue spalle.

Guile cinse appena la spalla di Cammy, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme baluginanti che si riflettevano sulle lenti dei suoi occhiali da sole, e la ragazza annuì debolmente come si conveniva ad un soldato.

- Tutti loro - proseguì Guile, stringendo forte il piccolo oggetto che teneva in mano.

Cammy riconobbe che si trattava di una piastrina di riconoscimento, compresa di catenina identica a quella che Guile portava appesa al collo, e subito immaginò che si trattasse di quella di un suo compagno... una persona molto importante, a giudicare dall'espressione scolpita sul suo volto.

- Guile - fece Cammy sottovoce. - Quello che abbiamo ottenuto qui oggi... Secondo te, abbiamo davvero vinto?
- Di una cosa sono certo - rispose l'altro stringendo ancor più la medaglietta nel pugno. - Oggi tutte le vittime di Bison sono state vendicate!
- Capisco - concluse lei amaramente.

Non c'era molto da aggiungere, in effetti.
I morti non si potevano resuscitare e, nonostante le ferite e le cicatrici rimaste nel cuore di ognuno, l'unica consolazione sembrava aver messo fine all'impero di Bison una volta per tutte.
Ormai non vi era più alcun motivo di restare. Entro l'indomani al massimo Cammy avrebbe informato il capo del suo imminente rientro alla sede di Londra, assieme alla sua sorella ritrovata DeCapre, e la vita sarebbe andata avanti con nuove e migliori speranze per il futuro.
O almeno questo era quello che lei credeva, se il caso non avesse deciso altrimenti.
Proprio in quel momento infatti, correndo trafelato come se avesse appena visto il diavolo in persona, un giovane cadetto statunitense avvicinò Guile per informarlo sui recenti sviluppi.

- Colonnello Guile - esclamò. - Signore, il tenente Richardson richiede la vostra presenza per...
- Per cosa, soldato?
- Beh ecco, in realtà non mi ha detto il motivo, ha detto solo di comunicarvi che è urgente!
- D'accordo, arrivo subito!

Senza perdere tempo, Guile e Cammy seguirono il soldato nel punto dove Richardson e la sua squadra di ricognizione attendevano. L'ufficiale salutò Guile con rispetto, scusandosi formalmente con lui per non aver fornito ulteriori spiegazioni sull'accaduto.

- Deve trattarsi di una cosa ben seria - ipotizzò Guile, aggiustandosi gli occhiali sul volto con aria preoccupata.
- Assolutamente colonnello, anzi data la riservatezza della questione, forse sarebbe il caso di non coinvolger...

Lo sguardo severo di Guile mise a tacere Richardson di colpo.

- L'agente White fa parte dei servizi speciali dell'esercito britannico, è abituata alla discrezione! E ti conviene portarle il massimo rispetto se non vuoi guai, è chiaro?
- Certamente signore, chiedo scusa signore!
- Allora di che si tratta?
- Prego seguitemi, da questa parte!

Richardson spiegò dunque che, durante il giro di ricognizione per scoprire eventuali tracce degli uomini di Bison in fuga, lui e la sua squadra si erano imbattuti nei resti martoriati di alcuni cadaveri umani. Tra questi vi era anche un individuo, miracolosamente sopravvissuto, nonostante la quantità di ferite e ustioni tale da uccidere qualunque essere umano al suo posto.

- Il soldato Markez ha sentito gemere vicino al punto dove la torre principale è esplosa, tra le lamiere e i resti dell'edificio, e poco dopo infatti ha individuato il corpo!
- Di chi si tratta?
- E' questo il punto, signore, non lo sappiamo!
- Non capisco!

Guile spostò lo sguardo da Richardson a ciò che restava dell'uomo disteso a terra e circondato dai militari e, come gli ebbe dato un'occhiata, per poco non si sentì mancare il respiro.

- Non avevo mai visto una cosa simile prima d'ora - spiegò Richardson. - Il corpo di quest'uomo è in parte organico e parte artificiale, e la sua pelle è quasi completamente carbonizzata dall'esplosione, l'unica cosa che sembra essere rimasta intatta è il tatuaggio sulla sua spalla!

Anche Cammy sgranò gli occhi dallo stupore, non appena lo riconobbe.
Costui non aveva più i capelli e il suo corpo, ad eccezione delle protesi metalliche ben visibili, presentava ustioni gravissime. Miracolosamente però il simbolo della bandiera americana a stelle e strisce, in uso presso il reparto speciale del quale faceva parte lo stesso Guile, spiccava nitido sulla sua spalla muscolosa. Lo stesso individuo che, meno di due ore prima, aveva salvato Cammy da una fine atroce ad opera dei reattori termonucleari della base. Ma solamente Guile, lasciando cadere a terra la targhetta che teneva in mano, riuscì a pronunciare il suo nome in preda all'emozione e allo shock insieme.

- Mio Dio... - gemette. - CHARLIE ?!?

***

OSPEDALE MILITARE - due giorni dopo

Il medico incaricato di monitorare le condizioni del redivivo Charlie Nash continuava a grattarsi la fronte incredulo, cercando di ragguagliare Guile e Cammy sullo stato di salute del paziente, ma lui stesso faceva fatica a spiegarsi scientificamente in che modo ciò fosse possibile.

- Da un primo esame, abbiamo appurato che circa l'ottanta per cento del suo corpo è composto perlopiù di lega al titanio e acciaio resistentissimo: questo spiegherebbe come abbia potuto reggere all'esplosione senza disintegrarsi... Ma la cosa veramente incredibile è che qualcuno, probabilmente un genio in ambito informatico e neurochirurgico, sia riuscito a sovrascrivere la parte cerebrale su una corteccia sintetica perfettamente funzionante!
- E questo cosa vorrebbe dire, dottore? - domandò Guile.
- Colonnello, un simile intervento è a dir poco inconcepibile, almeno per quanta riguarda i mezzi ottenuti sinora finanche dalla più moderna scienza medica - fece notare il medico. - Chiunque abbia eseguito questo tipo di intervento ha praticamente riattivato le funzioni vitali su un essere clinicamente ed inconfutabilmente morto... Una cosa impossibile, le ripeto, eppure voi stesso potete constatarlo di persona!
- Dottore, per cortesia, sia chiaro - fece Guile spazientito. - L'uomo dietro questa lastra di vetro è Charles E. Nash, un mio amico... L'esercito e la sua famiglia lo hanno dato morto per anni e, prima che qualcun altro oltre me lo veda in queste condizioni, non crede sia il caso di stabilire con certezza se "questo" per lui si possa definire essere vivo o meno?
- In tutta sincerità, non so cosa dirle colonnello, mi dispiace - sospirò il medico debolmente. - E' un caso assolutamente senza precedenti: tecnicamente potremmo definirlo come uno stato di coma, dal momento che le sue funzioni vitali rientrano più o meno in quei parametri, ma il cervello... o meglio, quello che gli hanno "trascritto" a livello sintetico, lo rende perfettamente in grado di pensare e di elaborare a livello cosciente proprio come una persona normale!
- E dunque?
- E dunque, se le autorità riconoscessero in termini di legge l'umanità di un cervello "cyborg", per quanto mi riguarda, il soggetto non ha assolutamente nulla di diverso da un normale essere umano!
- Che cosa vorrebbe dire con questo, dannazione ?!?

Lì per lì Guile rischiò di cedere a un impulso a dir poco violento.

- Guile, per favore, controllati - lo ammonì Cammy. - Non lo aiuterai di certo, se ti lasci prendere dalla rabbia in questo modo!
- Hai ragione, scusami... E' stato più forte di me, mi dispiace!
- Non devi scusarti - lo rassicurò lei. - Posso immaginare quello che provi, anche se in modo diverso, ma se vogliamo davvero aiutare Nash dobbiamo anzitutto capire chi o "cosa" realmente è diventato!
- Lo so benissimo chi è - sbottò Guile nuovamente. - E' lo stesso uomo che mi ha insegnato a combattere nell'esercito, che mi ha salvato la pelle Dio solo sa quante volte, e che adesso sta vegetando in un ospedale con un computer al posto del cervello!
- Ha salvato anche me (*), nel caso te ne fossi dimenticato, e questo mi rende debitrice nei suoi confronti allo stesso modo!

Il dottore tossicchiò nervosamente per richiamare la loro attenzione.

- Al momento il paziente è sotto sedativo - spiegò. - Ci vorranno giorni perché i tessuti si cicatrizzino come si deve, perciò abbiamo ritenuto necessario risparmiargli una inutile agonìa, ma è impossibile dire come reagirà a livello psicologico una volta ripresi i sensi... La cosa migliore sarebbe avere accanto a lui delle persone amiche, in grado di aiutarlo a rimettere insieme i ricordi della sua vita, e questo certamente non sarebbe possibile entro le mura di qualsiasi ospedale!
- Sembra sensato - annuì Guile. - Potrei parlarne con Chun Li, discutere con lei per una sistemazione, e insieme gli forniremo tutto l'aiuto e l'assistenza necessaria!

Cammy guardò attentamente attraverso il vetro.
Charlie dormiva, irriconoscibile attraverso le bende che avvolgevano strettamente il suo corpo, eppure lei aveva ancora davanti agli occhi l'immagine statuaria di quello stesso uomo sprezzante ed insofferente che, pure avvolto dalle fiamme senza battere ciglio, le aveva praticamente salvato la vita. Per questo sentiva di dover fare qualcosa per lui, di sdebitarsi in qualche modo, e certo non lo avrebbe fatto ripartendo per Londra e lasciandosi tutto alle spalle come se niente fosse.

- Anch'io chiederò un permesso speciale a quelli del mio comando - esclamò. - Spero tu non abbia nulla in contrario, Guile?

L'altro scrollò le spalle.

- Non vedo perché dovrei averne!

Cammy sorrise.

- Ti ringrazio!
- No, sono io che devo ringraziarti - concluse Guile. - Charlie è come un fratello per me, avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile per ristabilirsi, perciò avrai sempre la mia riconoscenza!

CONTINUA...

(*) = vedi la storia one-shot "La Resa dei conti - Cammy VS Bison"

   
 
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