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Autore: laurakovac    18/03/2019    6 recensioni
Lei, una giovane ragazza che decide di trasferirsi in Germania per approfondire la sua grande passione: la lingua tedesca.
Lui il grande portiere dell'Amburgo, che per una volta riesce a sentirsi un ragazzo normale.
Sacchi di farina e un pizzico di amore faranno il resto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono trasferita da poco in Germania e ho aperto un panificio.
Amburgo è una bellissima città, il piccolo negozio che gestisco si trova in periferia, in un quartiere immerso nel verde, costituito da tante villette. 
Sopra alla mia forneria, sono riuscita a ricavare un piccolo bilocale dove abito, così posso sempre dedicarmi al lavoro che tanto mi appassiona.  
Stasera la luna è piena e il cielo limpido.
Dopo tanta pioggia finalmente il sole.
Sto portando un sacco di farina molto grande e lo tengo davanti me, quasi non vedo niente davanti.  
Braccia tese e mente concentrata.
Voglio fare il pane per domani mattina.
Canticchio, sono sul retro della mia bottega in una via laterale, quando ad un certo punto cado a terra e rovescio tutto il sacco.
Sento un lamento. 
 
Sto correndo, la mia solita corsa serale.
Stasera ho deciso di cambiare strada e percorrere vie laterali.
Con il cappellino in testa assorto nei miei pensieri, vado imperterrito per la mia strada, quando in un attimo mi ritrovo a terra
" Che succede? " dico tuonando.
Il cappellino si è infilato dentro alla rottura del sacco, mi guardo attorno e mi alzo
" Ma che cavolo non vedi dove vai? Stai attenta, sei un pericolo pubblico con quella roba lì"
Una ragazza di fronte a me si sta alzando, il sacco è caduto a terra e ha innalzato un sacco di polvere. 
La osservo: il volto imbiancato dalla farina, mani tremanti, la frangetta un po' sporca gli occhiali storti sul nasino all'insù.  
Mi sta parlando in un tedesco molto semplice, basilare, ma riesce a farsi capire.
Mi sorride e mi chiede scusa. 
 
“Scusami non volevo non volevo” prendo il sacco di farina, sorrido e gli restituisco il cappellino, ma il ragazzo me lo strappa di mano. 
“Stai più attenta” mi grugnisce contro 
“Me lo hai sporcato tutto ed è l'unico che ho” e se ne va
Il giorno seguente, dopo aver servito i clienti e le prime colazioni, mi reco in un negozio di articoli sportivi e compro, un cappellino simile a quello che ho sporcato ieri, al ragazzo.
Mi è costato un po', ma spero di renderlo contento.
Era proprio arrabbiato!  
Verso sera sto per chiudere il negozio, quando vedo passare quel ragazzo!
Mi fiondo fuori, quasi mi scontro con lui di nuovo.   
“Ciao!” gli dico .
 
Sto correndo.
Passo ancora davanti alla forneria della ragazza di ieri, eccola che esce dalla porta, blocco il mio incedere, mi sta salutando “C.. Ciao” le dico titubante  
Volevo scusarmi.” mi dice e mi porge un pacchettino.
La guardo e prendo il pacchettino stupito  
“Apri dai” mi dice sorridendo.  
Decido di aprirlo… Un cappellino! 
Non ci credo un cappellino.  
“Ti ho rovinato l'unico che avevi, così mi hai detto, allora per scusarmi te ne ho comprato un altro”   
Resto lì come un ebete, non so come reagire. 
“Grazie- mormoro secco -ora devo andare”  
E corro via, con la scusa che, devo continuare il mio jogging.  
Il mattino dopo, a mente fresca, decido di presentarmi da lei.
Davvero non mi aspettavo il suo gesto.
Ha creduto avessi solo un cappellino.. Sapesse che ne ho un armadio pieno!  
La vedo dalla finestra della sua attività, mi trovo sul retro.
Sta togliendo il pane dal forno, ne esce un buonissimo profumo.  
 
Alzo gli occhi lo vedo sorrido
 “Mi stai spiando? Vieni, entra! Vuoi un pezzo di pane? Vedo che hai il mio cappellino, spero, sia di tuo gradimento”
Ecco tieni, aspetta, vuoi una fetta di torta anche? Ho del the o caffè.. Facciamo colazione?” 
Al solito! Parlo tanto e non lo lascio rispondere.
Mi pulisco le mani nel grembiule.
“Scusami parlo tanto...troppo! Comunque mi chiamo Laura, piacere” allungo la mano
“Sono italiana, il mio tedesco è molto base, scusami”  
 
“Piacere Benji “
rispondo travolto dalle parole della ragazza.
Decido di sedermi e fare colazione con lei.  
Così è passato quasi un mese ; ogni mattina abbiamo il nostro appuntamento quotidiano.
La ragazza è un fiume in piena, parla sempre, ma ne sono contento.
Sembra non sapere chi sono.
Per la prima volta nella mia vita, essere considerato un ragazzo normale, mi piace. 
Laura è una ragazza comune, bassina, dal corpo esile, capelli lunghi fino alle spalle, frangetta e grandi occhiali con cui osserva il mondo. 
Orfana.
La sua vita, non deve essere stata facile, eppure sorride sempre. 
Quando ha una ricetta nuova, sono il primo a provarla e credo di essere diventato, il suo assaggiatore preferito.
 
Benji, così si chiama il mio nuovo amico.
Mi ha detto di essere un calciatore, per la precisione un portiere.  
Non sembra voler parlare molto di sé, quindi mi lascia campo libero.  
Facciamo colazione insieme tutte le mattine, da circa un mese ormai.
Con piacere noto, che indossa sempre, il mio cappellino.
Gli preparo pane o dolci a basso contenuto di zucchero, in modo che possa avere le energie sufficienti, per fare un buon allenamento o partita.  
Qui ad Amburgo, non conoscevo quasi nessuno, a parte qualche mio cliente affezionato, in modo superficiale.
Benji, sta diventando, una persona importante per me.
Quando è via per qualche trasferta, con la squadra, ne sento la mancanza.  
 
Ormai la colazione con Laura, sta diventando una bellissima e preziosa, abitudine.
Quando sono fuori città, inizio a sentire la mancanza dei nostri incontri.
La conosco da poco, ma la sua forneria, per me profuma di casa.  
Mi ha spiegato che ha una laurea in biotecnologie, ma ha abbandonato tutto, per venire qui in Germania.
Il suo sogno e imparare il tedesco.
Ha fatto della sua passione il suo lavoro, con le nostre conversazioni devo dire, che sta migliorando parecchio, nel apprendimento della lingua tedesca.  
Una sera finita un importante trasferta, torno a casa allegro.
Le ho comprato un pensierino.
Sono stato in Italia a giocare, contro la Juventus, del mio amico Mark.
Abbiamo vinto noi, però ho chiesto a Landers di portarmi a fare un giro per la città. 
In una libreria ho trovato un piccolo dizionario tedesco italiano, ho pensato subito a lei così, potrà usarlo per migliorare le nostre chiacchierate.  
Corro a portarglielo.
Come mio solito, entro dal retro del negozio, la luce in cucina è accesa. 
Non sento nessun profumo di pane appena sfornato, ma di sicuro starà ancora impastando...
“Laura, Laura sono tornato, guarda cosa ti ho portato?”.
Come entro nella cucina, la trovo seduta sullo sgabello, con il viso bagnato dalle lacrime.  
“Che succede?” le chiedo  
 
Alzo lo sguardo, ho sentito aprirsi la porta.
E’ Benji, mi fiondo tra le sue braccia...
“Che succede?” Mi chiede.
Mi hanno rubato tutto l’incasso.. I miei risparmi servivano, per comprare gli ingredienti per una festa importante, che si terrà dopo domani! Pensa, la grande squadra dell’Amburgo, ha organizzato un party per festeggiare, il contratto con un grande marchio e hanno scelto me!  Ma ora.. Ora...Dovrò comprare di nuovo tutto e ho pochissimo tempo”.
 
Laura si è aggrappata a me, affonda il viso nel mio petto.
Non arriva neanche alle mie spalle.
Le mie braccia l’accolgono tutta in un abbraccio protettivo. 
“Shhh, nessun problema ti aiuto io!”
Evito di dirle che alla festa ci sarò anche io. 
Però non sapevo che, avessero scelto lei, come fornitore di cattering.  
Con un dito sotto al suo mento, le sollevò il viso, i suoi bellissimi occhi marroni incontrano i miei.
Con i pollici le pulisco il viso delle ultime lacrime.  
“Domani è il mio giorno libero e andiamo insieme a comprare la farina e le altre cose.  Anticipo io i soldi, poi me li restituirai” Le dico prima che possa obiettare. “Poi ti aiuto a impastare, due braccia forti in più non si rifiutano mai e riusciremo a fare tutto vedrai, ma non voglio vederti piangere” Le sorrido.  
 
Mi sorride.
Si è offerto di aiutarmi. 
Il mio viso si apre in un bellissimo e speranzoso sorriso.
“Grazie Benji” lo bacio su una guancia.
Lo vedo stanco
“Facciamo così.. -Gli propongo- vai a letto sarai stanco. Ci vediamo domani mattina.”
Mi sorride ancora, si congeda da me e ricambia il bacio sulla guancia.
Arrossisco, mi porto una mano sul viso, quasi a voler imprimere il suo bacio.  
Il giorno seguente, dopo essere andati a comprare gli ingredienti necessari, iniziamo ad impastare. 
Benji si arrotola le maniche della camicia, mostrando i suoi poderosi bicipiti, quanto è bello!
Non l'avevo mai osservato dal punto di vista fisico, cosa mi sta succedendo?
Scuoto la testa per cancellare questi pensieri.  
Prendo le sue mani tra le mie, per insegnargli il movimento corretto da eseguire, sulla pasta una volta formata.
Il suo profumo mi inebria... Siamo vicini troppo vicini.
Il suo corpo mi avvolge. 
Le nostre mani intrecciate, immerse nella pasta e sporche di farina.  
Sorrido.
Una ciocca di capelli mi copre il viso, cerca di spostarla ma mi sporca i capelli, allora io faccio lo stesso ed iniziamo una guerra di farina
 
Laura mi ha sporcato di farina “Piccola peste” le dico bloccando le sue braccia, ci guardiamo negli occhi.  
Rapito dal suo sguardo poso la mia bocca sulla sua, baciandola dolcemente.
Lei ricambia mi sorride e mi dice “Dai inforniamo le brioches”. 
Restiamo a guardare la pasta che si cuoce. 
Abbiamo già cucinato il pane, le focacce e le pizzette, mancano solo i biscotti e le brioches.
Una volta pronte, Laura le toglie dal forno e me ne fa assaggiare un pezzo.
La mia bocca si sporca di marmellata, con un dito mi pulisce e se lo porta alla bocca.
La guardo, brucio di desiderio nel vederle fare un così semplice gesto. 
Prendo il suo viso tra le mie mani e la bacio.  
Un bacio dolce, che piano piano, diventa appassionato  
Le mie mani si insinuano tra i suoi capelli ne assaporo il dolce profumo di vaniglia.  
La prendo in braccio e, come se conoscessi a memoria la sua casa, la porto di sopra posandola delicatamente sul letto. 
Lei alza le mani al cielo, si lascia spogliare.  
Le tolgo la maglietta e i pantaloni.
Resta solo con l'intimo.
Mi prendo del tempo per osservarla.  
Le sciolgo la coda e i capelli le cadono morbidi sulle spalle.  
Le mie mani, si muovono esperte, su quel corpo che mi sembra di conoscere da sempre. 
Mi sei entrata nell’ animo- penso- mi sei così vicina, mi conosci così bene che ormai senza di te non so più stare.  
In fretta mi spoglio anche io .
Resto in boxer.
Si aggrappa al mio petto, mi accarezza i capelli e mi sussurra lievemente
Sono… Sono ancora vergine ma... Con te non ho paura mi sembra di conoscerti da sempre.”  
Le sorrido dolcemente ho il consenso a farla mia.
Le tolgo il reggiseno e le mutandine.  
Osservo il suo roseo corpo, la mia mano poggia sui suoi piccoli e tondi seni poi scende fino al bacino.  
Come una dolce carezza tocco la sua femminilità.
La sento gemere ad ogni mio tocco, si aggrappa a me bramosa di desiderio.  
Poi si inginocchia e mi sfila i boxer. 
Siamo nudi senza nessuna barriera a dividerci.  
La faccio stendere delicatamente, si fa guidare. 
Le apro le gambe e con delicatezza, entro in lei.
Ho paura di farle male, osservo i suoi occhi ma sono solo avidi di piacere.  
Mi sento autorizzato a proseguire, continuo a baciarla e a sfiorare quel corpo che si sta concedendo a me, senza remore donandomi soprattutto il suo cuore.
Perché è l’amore che sento scorrere fra noi, fluido senza alcun ostacolo.
Raggiungiamo l'orgasmo insieme, siamo paghi e felici. 
Poi ci addormentiamo uno tra le braccia dell'altro, lasciando fuori il mondo che ci circonda.
Esistiamo solo io e lei.  
 
La luce filtra dalla finestra, mi sveglio pian piano…
Ho ancora addosso il profumo di Benji.
Allungo la mano verso l’altra parte del letto, ma è vuota.
Mi alzo di scatto, di lui nessuna traccia, non un biglietto, solo il letto disfatto e il suo profumo a inondare le lenzuola, il mio corpo e la mia anima.
Mi sollevo, scendo le scale, sul tavolo una rosa rossa con un biglietto… A STASERA .
Prendo il biglietto, lo bacio e lo metto in tasca.
Sorridendo e canticchiando, carico tutte le pietanze preparate sul furgoncino e arrivo alla sede della squadra dell’Amburgo.
Preparo ogni singolo piatto, non tralasciando nulla. Ci tengo a fare bella figura è la mia occasione e non la sprecherò.
Circa due ore dopo, ecco arrivare il presidente della società, con cui avevo parlato al telefono, si  complimenta con me, avendo assaggiato in anteprima le mie creazioni.
Uno alla volta, entrare i membri della società e i dirigenti del nuovo sponsor.
A seguire tutta la squadra dell’Amburgo; la sala è gremita, giornalisti e modelle per pubblicizzare la squadra e lo sponsor.
Ad un tratto però il mio sguardo cade su uno dei giocatori, è Benji!
Le mie mani iniziano a tremare.
Alto, la barba finemente rasata, vestito con un abito firmato e sulla giacca lo stemma della società.
Sorride ai giornalisti, con tutti i suoi compagni.
Mi faccio piccola piccola.
Lo osservo da lontano, sicuro di sé nel presenziare, parla al microfono e viene tempestato dai flash dei giornalisti.
Che stupida sono stata!
Ecco perché era poco incline a parlare di sé, perché entrava in negozio sempre dalla porta laterale…Non voleva dirmi di lui, perché una come me, non può pensare di stare con uno di quel calibro...un calciatore.
Chi sono io per stare con uno così? Che pretese Laura e quanto sei sciocca!
Eccolo è attorniato da ragazze bellissime, altissime e formose che lo abbracciano.
Lui ci sa fare è ovvio, te lo ha dimostrato stanotte, che pensavi?
Di donne chissà quante ne può avere? Tu sei una delle tante!
Al diavolo il suo biglietto e la sua rosa rossa.
Scema scema scema!
Con questi pensieri in testa e con voce tremante, voglio solo scappare.
Sono vestita con il grembiule della mia bottega, non truccata, al naturale.
Mi sento brutta e inadeguata.
Approfitto della conferenza stampa e decido di uscire dalla porta laterale.
 
Sto finendo di presenziare alla conferenza stampa, ho visto Laura, dopo la bellissima notte d’amore passata con lei, non ho avuto modo di parlarle.
Spero che abbia visto la mia rosa rossa e il mio biglietto.
Cerco di andare da lei, ma non la trovo più!
Vado verso una porta laterale, la vedo uscire…”Laura?”
La chiamo ma lei sembra non sentirmi e scappa.
In poco tempo però la raggiungo, la prendo per un braccio…”Laura mormoro perché stai scappando?”
Lei ha la testa bassa, con un dito le alzo il viso che è pieno di lacrime “Tu tu non mi hai detto che eri il portiere titolare dell’Amburgo?”  
“Solo per sentirmi un ragazzo normale, con te ...con te mi sento tale, tu mi fai stare bene, per la prima volta sono solo Benji e non il portiere dell’Amburgo, ecco perché non ti ho detto niente di me!”
“Mi hai portato a letto, hai giocato con i miei sentimenti” ma io scuoto la testa.
Voglio farle capire che è tutto per me, l’ho capito stanotte quando abbiamo fatto l’amore.
La prendo per mano, gliela stringo e la conduco dentro.
I giornalisti ci vedono arrivare, così definirò la mia intenzione con lei una volta per tutte: sotto gli incessanti flash dei giornalisti la bacio intensamente e le dico
“ LAURA,MEIN LIEBE DU BIST”.(Laura, tu sei il mio amore)
 
Ancora sorrido a quel ricordo, è passato un anno.
Laura continua con la sua forneria, stiamo per sposarci, lei sta per diventare la signora Price, e sta per darmi forse il dono più prezioso: un bambino.
JA , LAURA DU..MEIN LIEBE UND MEIN LEBEN BIST. (si Laura, tu sei il mio amore e la mia vita)
  
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