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Autore: _happy_04    20/03/2019    4 recensioni
[ KiriBaku/BakuDeku | Eijiro!centric | 1144 parole ]
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Diario,
ho combinato un casino. Credo. Onestamente, non lo so.
Sembra strano. Ho cominciato a scrivere qui tutto ciò che sento e che provo più o meno due mesi fa, quando me lo consigliò Ashido, e, per quanto all’inizio fossi perplesso (insomma, cosa c’è di virile nel tenere un diario segreto come una ragazzina?), mi ha aiutato molto. Ho imparato a essere chiaro con me stesso, con i miei pensieri e con i miei sentimenti, e anche a esprimermi meglio con gli altri.
Eppure, per la prima volta non ho veramente idea di cosa, o come dovrei scrivere.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario,
ho combinato un casino. Credo. Onestamente, non lo so.
Sembra strano. Ho cominciato a scrivere qui tutto ciò che sento e che provo più o meno due mesi fa, quando me lo consigliò Ashido, e, per quanto all’inizio fossi perplesso (insomma, cosa c’è di virile nel tenere un diario segreto come una ragazzina?), mi ha aiutato molto. Ho imparato a essere chiaro con me stesso, con i miei pensieri e con i miei sentimenti, e anche a esprimermi meglio con gli altri.
Eppure, per la prima volta non ho veramente idea di cosa, o come dovrei scrivere.
Proverò a cominciare dall’inizio, forse può aiutare.
Ho sempre saputo che nonostante tutto Bakugo fosse innamorato di Midoriya, anche prima che me lo dicesse. Sì, era un affetto un po’ bizzarro – sempre in bilico tra amore e odio, sempre a parlare di lui e a metterlo in mezzo, anche se in modo negativo. Però all’inizio non ci avevo fatto troppo caso. Speravo sempre che prima o poi si rendesse conto di me, di quello che provavo. Mi dicevo che non è mai troppo tardi per cambiare strada e rendersi conto che una persona avesse un valore diverso dalle altre.
Questa illusione mi faceva stare meglio, mi consolava almeno un po’ da quella cotta impossibile che mi ero preso per lui. Finché eravamo insieme, uscivamo, ci divertivamo come dei buoni amici, ci prendevamo anche in giro, a me stava bene, e non potevo essere più felice. Persino il modo in cui Midoriya era speciale per lui, riuscivo a sopportarlo, quasi a essere ottimista e pensare che stesse sbiadendo.
Poi è arrivato ieri.
Mi ha chiesto aiuto. Questo in sé non è strano – ormai lui si fida tanto di me da non aver paura di chiedermi una mano, anche se sempre in quel suo modo brusco e fintamente acido, e io sono sempre pronto. È stato ciò che mi ha chiesto a destabilizzarmi.
Voglio dichiararmi a Deku. Mi domandavo se potessi collaborare e aiutarmi con quel pusillanime.
In quel momento, ho sentito il mondo crollarmi addosso, e per un attimo sono riuscito a stento a respirare. Non sono precisamente sicuro di come abbia fatto, ma sono riuscito comunque a imbastire un sorriso e alzare un pollice. “Ma certo! Tutto per il mio bro!” ho esclamato, buttandogli un braccio sulle spalle. L’ho tenuto particolarmente stretto in quel momento, perché avevo bisogno di sentirlo, di averlo vicino. Per la prima volta, ho sentito realistico e opprimente il terrore che fosse lontano. Mi chiedo se sia reso conto di quanto fosse falso quel sorriso. Forse sì, visto che è molto più sensibile di quanto dia a vedere. Però, in ogni caso, non mi ha detto niente al riguardo, e gliene sono grato.
Dopo, l’ho aiutato ad organizzare tutto – la passeggiata, il percorso, il programma, tutto quanto. L’ho fatto cercando di pensare che non sarebbe accaduto davvero. Voglio dire, poteva sempre esserci qualcosa che potesse andare storto, no? Ci sarebbe essere un problema sulla strada, avrebbe potuto cominciare a piovere, oppure Midoriya avrebbe potuto rifiutarlo. Perché mai doveva per forza andare tutto come prefissato? Gli imprevisti esistono sempre. O almeno, era quello di cui cercavo di convincermi.
Prima che me ne accorgessi, il momento fatidico è arrivato, e, come promesso, li ho seguiti per tutta la passeggiata, assicurandomi che tutto fosse sempre al proprio posto.
Mi faceva male, ma lo facevo per lui, per Bakugo.
Non ero sicuro del perché. Forse, semplicemente, per come la vedevo in quel momento, la felicità di Bakugo era più importante della mia. Forse, la mia mente mi diceva che, finché a lui andava bene, andava bene anche a me.
Eppure, ogni cosa mi risultava più dura da fare.
Credimi, è davvero difficile esprimere i miei sentimenti in quel lasso di tempo, anche perché neanche io ci capivo molto.
Ad ogni modo, alle undici tutto era andato esattamente come programmato. Loro due erano al parco, davanti alla fontana illuminata, e si tenevano per mano, mentre io li guardavo da lontano. A quel punto, Bakugo si è dichiarato, e si sono baciati.
È stato in quel momento che mi è stato improvvisamente chiaro. Io volevo, voglio che Bakugo sia felice, ma voglio che lo sia con me. In quel momento volevo esserci io al posto di Midoriya, le sue dita ad accarezzarmi la guancia e le sue labbra a sfiorare le mie. Volevo che le luci delicate di quella fontana illuminassero il nostro bacio, e che per una volta pensasse a me invece che a lui.
In quel momento, Diario, confesso di aver fatto una cosa molto poco virile, ma che non sono in nessun modo riuscito a trattenere più a lungo.
Mi sono raggomitolato in un cespuglio, le braccia intorno alle gambe e la fronte sulle ginocchia, e ho pianto tutte le lacrime che avevo in corpo.
È egoista da parte mia, lo so benissimo. È mio amico, dovrei volere solo la sua felicità, no?
E invece. È inutile che continuo a girarci intorno, io sono innamorato di lui e voglio essere al suo fianco, voglio mettermi con lui, vivere la mia carriera da Hero insieme. Voglio che, quando, un giorno, tornerò a casa, sfinito dall’ultima missione, troverò lui ad aspettarmi e a urlarmi contro perché la cena è già pronta da un pezzo.
Quando li ho visti insieme qualcosa si è spezzato dentro di me, la mia forza di volontà è venuta a mancare completamente – e non sono certo una persona a cui manca. Mi sono sentito sprofondare nei miei stessi pensieri, come delle sabbie mobili, che mi inghiottivano, mi tiravano sempre di più verso il fondo. Ed ero muto, non importava quanto potessi urlare e implorare aiuto, dalle mie labbra non usciva un solo suono.
Sì, insomma, non è facile per me esprimere tutto quello che provo. È stato come un uragano di emozioni, che mi ha travolto in pieno, demolendo tutto ciò che ha trovato, distruggendo, eliminando, e se n’è andato, non lasciando nulla se non silenzio e un miserabile vuoto.
Ai miei non ho detto nulla. Non mi hanno visto rientrare, forse stavano già dormendo, e comunque questo è stato positivo. Se mi avessero visto, mi avrebbero trovato pieno di foglie e ramoscelli, con gli occhi rossi e la faccia stravolta, e mi avrebbero chiesto spiegazioni.
E, sinceramente, non mi va.
Non ce la faccio più a scrivere, gli occhi mi bruciano, penso di essere di nuovo sull’orlo del pianto. È terribile, Diario, è dalle medie che non mi sento così fragile, senza un briciolo di ottimismo. Normalmente mi starei già chiedendo come andare avanti, ma ora come ora non so neanche se riuscirò a dormire stanotte.
Forse proverò a chiuderti e a posarti di nuovo nel cassetto, abbassare le palpebre e fare almeno un paio di ore di sonno, sperando di svegliarmi domattina dopo un lungo e brutto sogno.
Ti saluto.
Eijiro.



-------- Angolo dell'autrice
Buonasera!
Sono nuova nel fandom, quindi mi presento: il mio nick è _happy_04, ma preferisco Happy. Piacere!
Dunque... Premetto che questa storia, per quanto l'abbia rivista questo pomeriggio, è nata parecchio tempo fa, tipo... settembre, prima dell'inizio della scuola. Forse addirittura in estate, boh.
Ammetto che a scuola avevo sempre trovato noiose le pagine di diario, ma a scrivere questa mi sono divertita molto (sempre se si può usare questo verbo in questo caso). Sarà che è un metodo molto efficace per scrivere i sentimenti spontanei, ma ho deciso che da oggi userò di più questo tipo di inmpostazione.
E non lo so, io mi dileguo. Le recensioni sono sempre gradite!
Au revoir!
Bacioni,
Happy.
   
 
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