Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: MackenziePhoenix94    25/03/2019    0 recensioni
TERZO ED ULTIMO LIBRO.
Steven Rogers non c'è più e Bucky Barnes, il suo migliore amico, ha preso il suo posto, diventando il nuovo Capitan America.
La situazione generale, però, non è semplice.
Bucky non si sente adatto al ruolo: il suo passato pesa come un macigno, il rapporto con Charlotte si sta sgretolando sempre di più, non riesce a trovare un equilibrio con James, e Sam e Sharon non perdono occasione per ripetergli quanto sia poco portato per ricoprire un ruolo così importante.
Eppure tutti concordano su un obiettivo in comune: Brock Rumlow e l'Hydra devono essere fermati il prima possibile, per sempre.
Ma a quale prezzo?
Tramite il sacrificio di quante persone?
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brock Rumlow, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Klariza generò dell’energia rossa dalle mani e davanti ai suoi occhi apparve una figura umana: non poteva parlare e sapeva benissimo che se avesse provato ad abbracciarla o baciarle le labbra, sarebbe scomparsa e lei si sarebbe ritrovata a stringere l’aria.

“Mi manchi…” sussurrò con le labbra che già tremavano “pensavo che sarebbe stato tutto più semplice dato che non mi hai lasciato altra scelta. Ti avevo pregato di scappare insieme ma tu non hai voluto e non mi hai lasciato altra scelta… Non me l’hai lasciata. Credevo che questa spiegazione ed il tempo mi avrebbero aiutata a superare tutto ma oggi, al matrimonio di Charlotte e Bucky, ho visto noi due ballare al centro della pista e…”.

La giovane si bloccò all’improvviso, sentendo dei passi provenire dal piano superiore; la figura sparì in una piccola nuvola di energia rossa e dalle scale apparve un bambino di circa sei anni: indossava un pigiama nero, i capelli, dello stesso colore, gli ricadevano in alcuni ciuffi sulla fronte ed aveva degli enormi occhi scuri.

“Mamma, con chi stavi parlando?”

“Con nessuno, tesoro, non dovresti essere a letto? Domani è il tuo primo giorno di scuola”

“Non riesco a dormire. Ho paura del mostro che c’è dentro all’armadio” rispose il bambino, sussurrando l’ultima parte della frase, quasi avesse paura che il mostro potesse sentirlo; Klariza sospirò e rivolse al piccolo un sorriso dolce e premuroso.

“Non c’è nessuno dentro il tuo armadio, solo i tuoi vestiti”

“Ti prego, mamma!”

“D’accordo, Brock, adesso andiamo a stanare quell’essere per sempre” si arrese lei; prese in braccio il figlio e salì al piano superiore, entrando nella sua cameretta.
La figlia di Teschio Rosso aveva scoperto di essere incinta qualche giorno dopo l’esplosione del vecchio magazzino: non ne era rimasta sorpresa dal momento che lei e Rumlow non avevano usato precauzioni, anzi, aveva pianto dalla gioia ed aveva sperato con tutta sé stessa che nascesse un maschietto e che avesse gli stessi tratti del padre.

Era stata accontentata in quello ma, esattamente come era accaduto a Charlie con la prima gravidanza, il bambino cresceva molto velocemente, evidentemente sempre a causa del DNA umano del padre mischiato a quello geneticamente modificato della madre; Klariza era riuscita, con i propri poteri, a rallentare in parte la crescita, ma Brock aveva un altro grave problema: soffriva d’asma e doveva avere sempre con sé un inalatore e delle medicine da prendere in caso di un attacco, o avrebbe anche potuto risultargli fatale.

Quando la giovane lo aveva scoperto, si era sentita cadere di nuovo in un abisso senza fine: aveva perso l’uomo che amava ed ora poteva perdere anche l’unico figlio che aveva avuto da lui.

Si era ritrovata più volte a trattenere a stento le lacrime ed a desiderare di avere Rumlow a suo fianco, perché con lui sarebbe stato più semplice affrontare quella dura prova.

“Lì dentro” disse il bambino, mentre la madre lo posava sopra al materasso; quest’ultima si diresse verso l’armadio, spalancò le ante e rivelò il suo contenuto: dei semplici vestiti e due scatoloni colmi di giochi.

“Hai visto? Non c’è nessuno qui dentro, proprio come ti avevo detto io”

“Si, mamma, ma lui arriva quando è buio. Ti prego, resta con me questa notte”

“Domani è il tuo primo giorno di scuola, ormai sei grande per queste cose”

“Solo questa notte, solo questa notte, per favore! Per favore!” insistette il piccolo e Klariza si ritrovò a capitolare di fronte ai suoi occhi grandi e scuri; s’infilò sotto le coperte insieme a lui e lo abbracciò.

Gli accarezzò i capelli, rasati ai lati, fino a quando il respiro di Brock non divenne più lento e regolare; solo allora chiuse gli occhi a sua volta, addormentandosi in poco tempo.



 
La figlia di Teschio Rosso spalancò gli occhi sentendo un rumore provenire dal piano inferiore, si svegliò anche il bambino e subito chiese alla madre che cosa fosse successo.

“Non ti preoccupare, tesoro, adesso vado a vedere. Tu resta qui”

“Mamma, non lasciarmi da solo”

“Non ti lascio da solo, torno subito. Lo sai cosa devi fare se ti senti male, vero? Devi prendere il tuo inalatore ed aspirare. Lo so che ha un cattivo gusto ma…”

“Ma mi fa bene” concluse il piccolo, tirando su con il naso; Klariza gli diede un bacio in fronte e poi scese dalle scale pronta a colpire l’aggressore che era entrato in casa: non aveva paura, ma nulla l’aveva preparata a ciò che vide.

Al centro del salotto, c’era un uomo che indossava un lungo impermeabile nero ed un paio di stivali lucidi: il volto era orribilmente sfigurato in una maschera rossa, che appariva simile ad un teschio.

“Papà?” domandò lei, dopo lo sgomento iniziale.

“Sinthea” rispose Schmidt “o preferisci essere chiamata Klariza?”

“Tu non puoi essere qui… Tu sei… Tu sei…”

“Così credono”

“Dove sei stato per tutto questo tempo?”

“Da un amico piuttosto potente”

“Vattene da casa mia, non voglio avere nulla a che fare con te. Hai già rovinato abbastanza la mia vita”

“Sinthea, bambina mia, sono venuto qui per rimediare…”

“Non chiamarmi in quel modo, io non sono tua figlia. Sparisci per sempre dalla mia vita o non mi farò scrupoli a chiamare lo S.H.I.E.L.D” lo minacciò la più piccola a denti stretti; risalì le scale, ma a metà venne nuovamente raggiunta dalla voce, con il pesante accento tedesco, del padre.

“Ti hanno portato via l’uomo che amavi, vero? L’uomo con cui volevi rifarti una nuova vita e vivere per sempre felice. Te lo hanno portato via e non hai avuto neppure la possibilità di sentire la sua voce per l’ultima volta. Lo hai visto soffrire terribilmente e nessuno ti ha ringraziata per l’enorme sacrificio che hai fatto, neppure le persone che hai aiutato. Nessuno ha pensato a te, perché la cosa più importante era la pace ritrovata. Non vuoi vendicarti di queste persone, Klariza? Non vuoi vendicare il tuo uomo?”.

La giovane strinse le mani a pugno, sentendo improvvisamente esplodere tutto il dolore e tutto l’odio che aveva represso: era vero, nessuno era andato da lei a consolarla o a dirle qualche parola dolce, nemmeno Bucky, neppure dopo quello che aveva fatto per lui.

“Mamma?” Brock apparve dalla sua cameretta “che cosa sta succedendo?”

“Tesoro, vieni qui. Abbracciami, appoggia la testa sulla mia spalla destra e chiudi gli occhi, non aprirli fino a quando non te lo dico io, d’accordo?”.

Il bambino annuì con la testa ed obbedì senza fare domande; Klariza lo prese in braccio e ritornò dal padre, che attendeva pazientemente.

“Sei pronta?”

“Per cosa?”

“Lo vedrai subito”.

La più piccola sentì per un solo momento la terra mancarle sotto i piedi.

Si guardò attorno.

Non si trovava più nella sua piccola e graziosa casa nel Maine, bensì in un vecchio laboratorio che riconobbe immediatamente con un brivido di paura: era lo stesso in cui aveva vissuto per anni insieme a Bucky, in cui entrambi erano stati addestrati per essere due perfette macchine di distruzione dell’Hydra.

“Tu sei pazzo, so quello che vuoi fare. l’Hydra non esiste più, è stata definitivamente sconfitta”

“No, Sinthea, dimentichi la lezione più importante? Tagli una testa…”.

Le luci del laboratorio si accesero improvvisamente.

“E due sono pronte a prendere il suo posto” concluse la frase un giovane appoggiato ad una parete, con addosso una divisa nera e le braccia in vibranio.

Ci fu un ronzio, seguito da una voce metallica, che proveniva da uno dei tanti computer presenti nella stanza dalla forma circolare.

“Bentornato, signore. La stavo aspettando da tanto tempo”.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: MackenziePhoenix94