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Autore: Vanessa1995    29/03/2019    1 recensioni
La ff si svolge subito dopo la prima stagione e non tiene conto degli eventi successi nelle altre stagioni. Il Dottore ha abbandonato volontariamente Rose, ma dopo dieci anni decide di tornare da lei per vedere come va la sua vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, Rose Tyler
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N.A. La ff si svolge subito dopo la prima stagione e non tiene conto degli eventi successi nelle altre stagioni. Il Dottore ha abbandonato volontariamente Rose, ma dopo dieci anni decide di tornare da lei per vedere come va la sua vita.
 
 
Piove. La pioggia a Londra non è una novità. Il Dottore non è sorpreso quando uscendo dalla sua famosa cabina blu, ovvero il Tardis, scopre che sta piovendo. A dir la verità se lo aspettava. Tira la giacca nera che indossa e senza preoccuparsi di coprirsi si incammina lungo il marciapiede. Sa dove andare, sa dove è la sua Rose, perché per quanti anni possano passare lei non smetterà mai di essere la sua Rose.
Il Dottore cammina per una decina di minuti finché non raggiunge un alto edificio di dieci piani. Solleva la testa fissando i vetri delle finestre. Si sofferma per qualche secondo a fissare una gocciolina di pioggia che scivola lungo una delle finestre; è possibile che dietro a quel vetro ci sia una donna, magari proprio Rose.
« Signore, è un giornalista? » la voce di un uomo lo distoglie dai suoi pensieri. A parlare è stato un omone alto e piuttosto grosso dalle spalle larghe. Indossa una divisa di colore blu con un capellino in testa abbinato. Si direbbe un portiere, probabilmente quello del palazzo. L’alieno tira fuori dalla tasca dei pantaloni un finto pass per giornalisti e lo porge al portiere, che esamina attentamente il tesserino di plastica. 
« Prego signor Brown. » dice, aprendogli la porta di vetro. Il Dottore gli sorride e varca la soglia dell’edificio, ritrovandosi in un grande atrio pieno di persone che vanno e vengono. Una donna dai capelli neri e ricci gli passa accanto senza guardarlo, troppo presa dal cellulare sul quale sta scrivendo. Nota un gruppo di giornalisti, riconoscibili dai taccuini che hanno in mano e dalle macchine fotografiche che alcuni di loro portano al collo. Senza pensare si unisce al loro gruppo.
« Anche lei è qui per la Regina del blu? » chiede uno di loro, un ragazzo giovane. Deve avere sì e no vent'anni. Quello del giornalista potrebbe essere il suo primo lavoro. Ha i capelli biondi tagliati corti e una rosa dei venti tatuata sul lato destro del collo.
« Sì. » risponde. Sa chi è la Regina del blu ed è felice che sia diventata una persona famosa. La vita di Rose senza di lui è stata meglio di quanto pensasse e questo pensiero gli provoca una morsa allo stomaco.
« Signori, l’intervista sta per iniziare. » annuncia una donna in piedi di fronte ad una scala. Indossa un tailleur grigio e stringe al petto una cartellina. Ci dà le spalle e incomincia a salire la scala, uno scalino alla volta. I giornalisti non possono fare a meno di parlare tra di loro mentre la seguono. Salgono al primo piano dell’edificio. La donna apre una porta nel corridoio a destra della scala.
« La Regina del Blu vi sta aspettando. » annuncia. Improvvisamente tutti taciono e in silenzio i giornalisti entrano nella stanza che si rivela essere una piccola sala per le conferenze. Ci sono almeno un centinaio di sedie di plastica. La stanza è ben illuminata grazie alla luce del sole che entra dalle finestre che ricoprono l’intera parete sinistra della sala. In fondo c’è una piattaforma rialzata, sopra alla quale c’è un tavolo con dieci sedie.
« La signora non è ancora arrivata. » osserva una giornalista di colore, prendendo posto su una delle sedie in seconda fila. L’alieno preferisce mettersi in ultima fila. Non è del tutto sicuro di volere che Rose lo veda. Non sa come potrebbe reagire nel rivederlo. Potrebbe perfino avere una brutta reazione e in quel caso non potrebbe darle tutti i torti visto il male che le aveva provocato quando l’aveva abbandonata dieci anni prima. Cerca di non pensarci.
« Lo sai Catherine, Rose Tyler ama farsi aspettare. E poi mancano ancora cinque minuti all'intervista. » nota un uomo seduto vicino a lei, dando un’occhiata all'orologio che porta al polso.
« Spero che non abbia intenzione di farci aspettare molto. Se penso che alla sua età è già una delle stiliste più famose del mondo… » ne ha fatta di strada la giovane umana. Una volta lavorava in un negozio di vestiti e adesso è una stilista, una donna influente. Se si pensa quanto è giovane questo risulta ancora più impressionante e l’ultimo Signore del Tempo non può far a meno di pensare che forse non sta poi tanto male senza di lui. 
Una porta si apre in fondo alla sala e una ragazza, anzi una donna, entra nella stanza per le conferenze. Rose non è cambiata tanto negli ultimi dieci anni. Porta i capelli biondi corti e lisci. Indossa una maglietta a maniche lunghe bianca, abbinata ad una gonna blu che le arriva fino alle ginocchia. Le sue labbra si socchiudono mostrando i sue smaglianti denti bianchi. Insieme a lei c’è un uomo dalla pelle scura e per un attimo il Dottore pensa che potrebbe essere il vecchio fidanzato di Rose. Tuttavia scarta subito quell'ipotesi. La coppia si siede al centro del tavolo.
« Buongiorno. Sapete che non concedo mai interviste, ma sono felice di aver fatto un’eccezione per voi. » afferma sorridendo. È ancora più bella dell’ultima volta che l’ha vista. Il trascorrere del tempo non ha fatto altro che renderla più splendida di quanto già non fosse: ora è maturata, non è più la ragazza poco più che maggiorenne che conosceva.
« A quanto pare siete speciali per mia moglie. » esclama con un’espressione divertita l’uomo che l’accompagna, ma l’unica parola che il Dottore sente per davvero è "moglie". Non riesce a credere che si sia sposata, anche se immaginava che avrebbe dovuto aspettarselo dopo tutti quegli anni. Non poteva pretendere che gli rimanesse fedele per tutta la vita. E poi cosa c’era stato tra loro? Soltanto poche ore di passione prima che l’abbandonasse. La prima e ultima volta che aveva ceduto all'amore che provava per lei.
« Simon, se sei qui per fare del sarcasmo forse è il caso che te ne vada. » il tono di Rose è serio, eppure si vede che è divertita. « Beh, chi vuole fare la prima domanda? » chiede. Il ragazzo di vent'anni che aveva rivolto la parola all'ultimo Signore del Tempo si drizza in piedi.
« Signora Tyler, mi dica: come ci si sente ad essere una delle stiliste più giovani e importanti del nostro secolo? Le più importanti riviste parlano di lei e una di loro le ha addirittura dedicato una copertina. » dice il ragazzo. Il Dottore non può fare a meno di provare ammirazione per lui, sembra un ragazzo intelligente, magari sogna di diventare un importante giornalista.
« Bello, fantastico. Non so nemmeno descrivere come mi sento. Quando ho incominciato la mia carriera di stilista non avrei mai immaginato di diventare così famosa. » ammette Rose fiera.
Il resto dell’intervista prosegue. I giornalisti, com'è logico che fosse, fanno domande sulla moda, sulle sue future sfilate, niente che interessi particolarmente al Dottore, sebbene sia fiero di lei e di cosa è diventata.
« E a sua figlia interessa il mondo della moda? » chiede all'improvviso una delle giornaliste, attirando l’attenzione del Signore del Tempo. Figlia? Si sente stupido per non averci pensato: nel corso di dieci anni è possibile che abbia avuto una figlia. Per un attimo immagina una dolce bambina dai capelli biondi uguale a Rose, ma è probabile che abbia la pelle mulatta dato che il marito di Rose ha la pelle scura. Scruta per qualche secondo il volto dell'uomo: sembra una persona intelligente oltre che divertente. Rose ha scelto bene. Apparentemente.
« Mia figlia gioca con le bambole, adora vestirle e chi lo sa? Magari un giorno vestirà le persone, ma penso che sia ancora presto per dirlo. » gli occhi di Rose si sono illuminati quando ha nominato la bambina. Deve amarla molto. Il Dottore si domanda se le assomigli. "Chi lo sa? Un giorno potrebbe perfino diventare la mia nuova Compagna." pensa tra sé, prima di eliminare subito quel pensiero dalla sua testa. Dopo quello che era successo, quello che avevano passato e dopo quanto l’aveva fatta soffrire, non crede che Rose le permetterebbe di partire insieme a lui.
Al termine dell’intervista si alza dalla sedia ed esce dalla stanza delle conferenze. Incomincia a chiedersi se ha fatto bene a venire fin lì. Rose è felice, ha un marito e una figlia. Quale diritto ha lui di tornare e sconvolgere di nuovo la sua vita? Non vuole farla soffrire di nuovo per colpa sua. Senza rendersene conto arriva nell'ingresso dell’edificio. Soltanto quando è di fronte alla porta a vetro e vede le macchine e le persone che passano di fronte alla porta realizza dov'è.
« Dottore! » una voce femminile lo fa sussultare. Rose è ai piedi della scala, deve averlo visto quando è uscito dalla sala. Appare stupita, gli occhi e la bocca spalancati. Ha l’aria di qualcuno che ha appena visto un fantasma, e come darle torto?
« Ciao, Rose. » la saluta quando è a pochi metri da lui. Lei serra le labbra, per poi riaprirle subito dopo.
« Ciao Rose? Non ci vediamo da dieci anni e quello che sai dire è solo “ciao Rose”?! » protesta adirata. « Con… con che coraggio ti presenti qui? Hai una bella faccia tosta a mostrarti qui dopo tutto questo tempo! » aggiunge. Sa che è furiosa e ne ha tutti i motivi. L’ha ferita, sa di meritare il suo odio, ma gli fa male. Gli fa male che sia in collera con lui.
« Mi dispiace Rose, ma l’ho fatto per il tuo bene. Ti amavo - anzi ti amo - e non volevo più che corressi dei pericoli per colpa mia. » spiega. Non sa quanto questo lo giustifichi, del resto oltre a lei ha avuto altre Compagne  speciali per lui, ma non quanto Rose. Sa che ha sbagliato, che avrebbe dovuto tornare prima.
« Anch'io ti amavo, anch'io... Ma è stato dieci anni fa. Sono cambiate molte cose da allora: ho una figlia e un marito. Non puoi presentarti qui dopo dieci anni e aspettarti che sia tutto uguale! » esclama arrabbiata. Non sta urlando, ma diversi presenti nell'ingresso li stanno fissando. Per fortuna tra loro non c’è il marito di Rose, altrimenti cosa potrebbe pensare?
« Non mi aspettavo che fosse tutto uguale, che mi stessi aspettando. Volevo solo controllare come stavi. » si giustifica. È consapevole che in dieci anni molte cose possono mutare.
« Sto bene. » risponde freddamente. « Adesso te ne puoi anche andare. » gli fa male sentirla parlare così. Le sue parole lo stanno ferendo come delle pugnalate inferte senza pietà.
« Addio Rose. » la saluta. Apre la porte e se ne vada. È la cosa giusta da fare e pure allo stesso modo suona così sbagliato. Si allontana lungo il marciapiede diretto verso il TARDIS. Arrivato alla cabina, apre la porta e si dirige verso il pannello di controllo.
« Dove posso andare adesso? » si chiede, poi gli viene un’idea. Attiva il TARDIS e un istante dopo arriva a destinazione. Esce dalla cabina, ritrovandosi in un vicolo. La sua cabina blu è in fondo ad esso. Cammina verso il marciapiede e senza pensare gira a destra. Il suo istinto lo guida fino ad una piccola casa a due piani. Ha un bel giardino circondato da un recinto di metallo e due cancelli: uno piccolo che permette di accedere ad uno stretto sentiero che conduce alla casa e l’altro più grande che dà su una stradina che porta invece alla porta di un garage. Cammina fino al piccolo cancello e fissa per qualche secondo la casa: i muri sono di colore bianco e sui davanzali delle finestre sono stati sistemati dei vasi con fiori. « Bella casetta Rose. » si congratula.
Rimane lì per per diversi minuti, poi una risatina cristallina che caratterizza quella dei bambini attira la sua attenzione. Si volta nella direzione dalla quale proviene la voce. Una bambina bionda sta correndo verso di lui. Sorride allegra e i capelli biondi lunghi fino alle spalle sono tenuti ordinati, impedendo che la frangia le cada sul viso, con un cerchietto rosa con un fiocco ad uno dei lati. La piccola indossa una maglietta e una gonna a pieghe. Si ferma di fronte a lui e lo guarda con... Non è possibile! Lui ricorda quegli occhi, sono un lontano ricordo. Un ricordo vecchio di migliaia di anni. Rimane immobile a fissare gli occhi della bambina e le sue iridi verdi con pagliuzza dorate.
« Katherine! » una donna viene verso di lei. È giovane, deve avere sì e no diciotto anni. Prende per mano la bambina e lancia uno sguardo sospettoso al Signore del Tempo. « Mi scusi, ma lei chi è? » chiede. Il Dottore non si scompone e le sue labbra si curvano in un sorriso cordiale.
« Io sono il Dottore. » scompiglia i capelli della bambina e se ne va, sotto lo sguardo allibito della ragazza.
 
 
-***-
 
 
Quando Rose e suo marito rientrano a casa è quasi ora di cena. Di solito Rose rincasava prima, ma c'era stato un imprevisto con la nuova collezione quel giorno e aveva impiegato due ore per risolvere il problema. 
« Buonasera, signori. » li saluta la baby-sitter. Non vede Katherine, forse è in camera o in salotto.
« Buonasera Alice. Dov'è Kate? » chiede, togliendosi la giacca e appendendola all'attaccapanni. La sua giacca è un cappotto nero lungo con i bottoni lucidi.
« Kate è in salotto, sta disegnando. » risponde la ragazza. Rose si dirige verso una porta di vetro a due ante e sorride teneramente alla figlia che è seduta sul tappeto. Sta disegnando su dei fogli sopra al tavolino di vetro, dove sono sparpagliati matite e pennarelli accanto a un astuccio rosa. Si avvicina alla figlia e le dà un bacio sulla testa. Poi il suo sguardo cade sul foglio e fissa perplessa l'uomo che la piccola sta disegnando: è molto brava, ha un gran talento. Kate Tyler disegna le cose in modo tanto realistico.... Tanto da dare la sensazione che le persone, gli animali o gli oggetti possano saltare fuori dal foglio da un momento all'altro. 
« Amore, chi è quel Signore che hai disegnato? » teme di conoscere la risposta, ma spera di sbagliarsi.
« Il Dottore. » risponde la bambina come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Rose si drizza in piedi ed esce dal salotto. Suo marito sta pagando la baby-sitter quando raggiunge l'ingresso.
« Alice, scusa, oggi per caso siete state avvicinate da uno sconosciuto? » non ha intenzione di sgridarla, non è successo nulla di male. Il Dottore l'avrà anche abbandonata dieci anni fa, però non è cattivo e non pensa che farebbe mai del male a sua figlia.
« Quando stavamo tornando a casa Katherine mi è scappata, l'ho inseguita e quando sono arrivata davanti a casa l'ho vista che parlava con un uomo. » racconta. « Mi dispiace, le ha fatto qualcosa? » chiede spaventata.
« No, tranquilla, è solo... Per caso ti ha detto come si chiamava? » chiede, augurandosi che non le dia la stessa risposta della bambina.
« Ha detto di chiamarsi il Dottore. Ci ha sorriso e se n'è andato. » racconta con un'espressione perplessa. « L'ho trovato strano anch'io. Ho chiesto a Kate se le avesse detto o fatto qualcosa, ma lei ha detto di no e mi è parsa sincera. » continua.
« Se per caso lo rivedi dimmelo. » si raccomanda. Alice annuisce.
« Stia tranquilla signora. Buona serata. » augura. Apre la porta d'ingresso e se ne va. Il marito di Rose le posa una mano sulla spalla.
« C'è qualcosa che non va cara? » chiede preoccupato. 
« No, è solo che conosci la mia storia con il Dottore. » gli aveva raccontato tutto dei loro viaggi, che era un alieno e che l'aveva abbandonata. Non aveva segreti con suo marito o almeno non gli nascondeva cose importanti.
« Hai paura che possa portarti via Kate? » chiede. Prende il ciondolo che porta al collo, una medaglietta d'argento con su scritto il nome e la data di nascita di sua figlia, che le aveva regalato sua madre quando era nata la bambina.
« Non lo so, ma incomincio a pensare che sono stata troppo scortese con lui questa mattina. Ma ero piena di rancore nei suoi confronti... » non l'ha mai perdonato per averla abbandonata e quando l'aveva rivisto nell'ingresso di quell'edificio ha capito che non aveva nemmeno smesso di amarlo. Sa che questo non può dirlo a suo marito, ne soffrirebbe troppo e non vuole provocargli dolore. Simon le prende il viso tra le guardi e la guarda dritto negli occhi, distogliendola dai suoi pensieri.
« Non ci pensare. » dice. Avvicina lentamente le labbra alle sue e si scambiano un dolce bacio. « Cosa vuoi per cena? » chiede, staccandosi da lei. Riflette per un istante.
« Che ne dici di prendere qualcosa da mangiare dal cinese? » propone. Non le dispiace il cibo cinese e le piacerebbe mangiarlo stasera.
« Va bene, ma dobbiamo prendere qualcos'altro per la bimba. » osserva il marito.
« Giusto… » non ha calcolato il fatto che a Kate non piace la cucina asiatica. Ragiona un secondo su una possibile alternativa. Il suo sguardo cade sul gas. Non è una grande cuoca, ma non dovrebbe avere problemi a preparare qualcosa da mangiare per sua figlia. « Ci penso io a Kate. Mi sembra che ci sia ancora un hamburger nel frigo. » propone.
« Io penso al cinese e tu pensi all'hamburger. » propone Simon. La moglie annuisce e apre il frigo. L’hamburger è in un piatto sopra ad uno dei ripiani. Prende il piatto e lo posa sul lavabo della cucina, per poi prendere una pentola da un mobile della cucina. Sta per accendere i fornelli quando sente una vocina familiare provenire dalla soglia della stanza.
« Mamma stai cucinando? » chiede. Si volta verso di lei.
« Sì, ti sto preparando l'hamburger. » a dir a verità la bambina non sembra particolarmente entusiasta di mangiare qualcosa cucinato da sua madre. Kate in silenzio si siede su una delle sedie del tavolo e attende che le venga servito da mangiare.
Quando Simon ritorna con il cibo comprato dal cinese la tavola è apparecchiata e Kate sta mangiando il suo hamburger. Non ammetterebbe mai ad alta voce che non è buono per evitare di ferire la madre, anche se è probabile che Rose ne sia a conoscenza. Infatti sta studiando da diversi minuti l'espressione sul viso della figlia nel tentativo di percepire la più piccola emozione, ma niente, e non sa se sia un bene o un male. Intanto ha incominciato a mangiare pure lei. Il suo cibo è buono, non una specialità magari, però è buono.
Finito di cenare la piccola sale in camera sua e dopo aver lavato i piatti la madre la raggiunge. Quando entra nella stanza dalle pareti azzurre con le farfalle disegnate sopra, Kate è seduta alla scrivania di legno lucido intenta a scrivere qualcosa su una delle pagine del suo quaderno.
« Stai finendo i compiti? » chiede, avvicinandosi per guardare. Lei non è mai stata particolarmente brava a scuola, per fortuna Katherine non ha preso da lei.
« Sì, mamma. » risponde. Le dà un bacio sul capo. I suoi capelli sono morbidi e hanno un dolce profumo di fiori.
« Finisci i compiti, che poi devi fare la doccia e andare a letto per le 21:00. » di solito la manda a letto a quell'ora durante la settimana.
« Sì, mamma. » ripete. Sorride ed esce dalla stanza, chiudendo la porta sopra alla quale c’è scritto a grandi lettere viola: Katherine. Le aveva attaccate personalmente qualche anno fa quando si era trasferita in quella casa. Sorride debolmente, poi scende le scale fino al piano inferiore per raggiungere il marito che sta guardando la televisione in salotto.
Più tardi, quando sale di nuovo di sopra per controllare se la figlia è a letto, quando entra nella stanza trova la piccola coricata sotto le coperte. La luce sopra al comodino è accesa e illumina la stanza di blu grazie alla lampadina colorata. La piccola le sorride.
« Mamma, mi racconti una favola? » chiede. Chiude la porta e si corica accanto a lei sul letto ad una piazza e mezza.
« Naturalmente. » il suo sguardo cade sui libri delle favole nella libreria appoggiata contro il muro. Per un attimo è tentata di alzarsi, prendere uno di quei libri e leggere una storia, ma poi le viene un’idea migliore. « C’era una volta un mondo lontano non tanto diverso dalla Terra. In questo mondo vivevano delle persone speciali in grado di viaggiare nel tempo. » si interrompe per dare una carezza ai capelli della figlia. « Un giorno ci fu una guerra, una terribile guerra, e solo un Signore del Tempo - così si facevano chiamare - sopravvisse. » continua. Katherine solleva gli occhi verso la madre.
« Tutti gli altri Signori del Tempo sono morti? Anche i bambini? » chiede visibilmente turbata. La madre fa un cenno di assenso con la testa.
« Vuoi che ti racconto un’altra storia? » chiede, non volendo rischiare di turbarla. La piccola scuote la testa e appoggia il capo sulla spalla di Rose.
« Il Signore del Tempo si faceva chiamare il Dottore. Nessuno ha mai saputo il suo nome. Ha incominciato a viaggiare nello spazio e nel tempo insieme alla sua cabina blu: il TARDIS. » ripensa alle avventure con il Dottore, a quando erano stati in Inghilterra, quando avevano visto la morte della Terra. Le fa uno strano effetto pensare che tra centinaia di anni il pianeta sul quale è nata e cresciuta morirà. « Il Dottore si sentiva solo. Era l’ultimo della sua specie e non aveva nessuno che gli faceva compagnia, ma un bel giorno è arrivato sulla Terra e ha conosciuto una ragazza terreste. Il suo nome era… » esita prima di continuare, chiedendosi se sia una buona idea raccontare quella “storia”.
« Come si chiamava? » chiede curiosa la bimba.
«Si chiamava Rose. » dice, dandole un secondo bacio sulla fronte. « Hanno viaggiato insieme vivendo molte avventure. Poi un giorno lui l’ha riportata a casa e l’ha lasciata lì. Rose lo ha aspettato, ha sperato nel suo ritorno, ma invano. » è la verità, per mesi aveva sperato nel suo ritorno. Spesso quando suonavano al campanello apriva la porta aspettandosi di ritrovarselo sulla soglia della porta, tuttavia non è mai successo. È andata avanti, non è stato semplice, però lo ha fatto. È tornata a scuola, si è diplomata e poi è entrata nel mondo della moda. All'inizio era soltanto un’assistente, poi un giorno è riuscita a mostrare al suo capo i suoi disegni e la sua vita è cambiata: da semplice assistente nel giro di due anni è diventata una stilista affermata. La Regina del Blu. Il blu è il suo omaggio al TARDIS e al Dottore, perché non ha mai dimenticato quello che hanno passato insieme e non ha mai smesso di amarlo. È consapevole che oggi si è comportata male con lui, ma era piena di rancore, arrabbiata perché l’aveva abbandonata.
« Mamma, il Dottore sa della mia esistenza? » quella domanda la coglie completamente impreparata. Abbassa gli occhi verso di lei. Katherine la fissa con i suoi occhi vispi.
« Lo sa. » risponde, stringendola a sé. « Il Dottore se ne andò ignaro di aver lasciato dietro di sé un piccolo tesoro. Una bella bambina dai capelli biondi e gli occhi verdi con pagliuzze dorate. » chissà che padre sarebbe stato il Dottore... Per colpa sua, per del modo in cui l’aveva trattato, è possibile che non l’avrebbe mai scoperto. È possibile che non sarebbe più tornato. « Adesso dormi. » dice, prendendole il viso tra le mani e dandole un bacio sulla fronte. Scende dal letto e le rimbocca le coperte.
« Buonanotte, mamma. » augura Kate. Le dà una carezza, sorridendole amorevolmente.
« Buonanotte, tesoro. » spegne la lampada sul comodino e si dirige verso la porta. Prima di uscire lancia un’ultima occhiata alla figlia, poi lascia la camera. Una volta nel corridoio chiude la porta.
« Kate sta dormendo? » la voce del marito la distoglie dai suoi pensieri e si gira sorridendogli.
« Dorme come un angioletto. » risponde, fingendosi di buonumore. « Andiamo a dormire anche noi? » chiede, prendendogli una mano. L'uomo gliela stringe e le sorride. Si allontanano diretti verso la loro camera da letto. 
 
 
Il giorno dopo 
 
 
Quando la mattina seguente Rose esce di casa per portare la figlia a scuola prima di andare a lavoro, si ferma sul pianerottolo dell'abitazione dopo aver notato il Dottore in piedi dietro al suo cancelletto di casa. Le sue labbra si curvano in un sorriso e si dirige verso di lui, portando con sé la figlia, stringendole la manina destra.
« C'è una cosa importante di cui ti devo parlare. » dice, per poi abbassare lo sguardo verso la piccola che le sta sorridendo. Alza gli occhi verso il Dottore e ha la sensazione per un attimo di sentire cinque cuori che battono in contemporanea.
   
 
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