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Autore: Dida77    31/03/2019    3 recensioni
Una notte come tante, funestata dagli incubi di Bucky.
Ma a volte, quando si abbassa la guardia, ciò che si ha dentro decide di uscire fuori, alla luce luce del sole.
Parole che avremmo tenuto per sempre custodite nel nostro cuore escono, come se avessero vita propria.
E allora non possiamo far altro che aspettare e sperare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo grido squarcia la quiete della notte.
Mi sveglio di soprassalto, come se fossi stato percorso da una scossa elettrica.
Un copione messo in scena già tante volte.

Troppe.

Tu sei qui, di fianco a me, nel nostro letto, che urli come un disperato. Come ogni volta. I muscoli tesi, la mascella contratta e gli occhi aperti, spalancati verso un ricordo orribile che puoi vedere solo tu.

Li posso vedere bene i tuoi occhi, alla luce flebile della lampada sul comodino, lasciata accesa ogni sera per tenere lontani gli incubi. O almeno per provarci.
Ma i mostri del passato tornano a esigere il proprio tributo e nemmeno la lampada accesa, nemmeno il dormire tra le mie braccia riesce a tenerti al sicuro.

Adesso sono qui che guardo i tuoi occhi spalancati, terrorizzati, e mi spaventano più di qualsiasi altra cosa. Più delle grida, più della forza dei pugni con cui fendi l'aria, più del sudore freddo che ti gela la pelle. Mi fanno paura perché sono spalancati su un mondo in cui non ti posso raggiungere, popolato da mostri che sei costretto a combattere senza di me, da solo.

Allora faccio l'unica cosa che è in mio potere. Mi siedo sul letto e ti tengo stretto al petto, cercando di fermare le braccia con cui cerchi di combattere il passato a mani nude.
Ti chiamo piano, soffiando il tuo nome sul collo.

Ti ho strappato così tante volte da questo tuo inferno personale che ormai so per esperienza come fare per non spaventarti ancora di più.

"Bucky, ehi Bucky..." continuo a ripetere piano tenendoti fermo e stretto al mio petto. "Bucky, tesoro."

Che strano, dopo tutti questi anni riesco a chiamarti tesoro solo in questi casi, mentre dormi e so che non ricorderai niente la mattina successiva.

Tesoro.

Mi sentirei uno stupido a dirtelo ad alta voce, alla luce del giorno.

Tesoro.

Dovrei provare a dirtelo una buona volta... Anche se forse mi daresti subito del cretino e ti nasconderesti dietro a una battuta stupida. Dovrei dirtelo lo stesso. Perché sei parte di me, da sempre, e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. O almeno, non ad alta voce.

"Tesoro, svegliati. È solo un incubo." Continuo a soffiarti piano sul collo, cullandoti piano e aspettando che le mie parole arrivino fino a te.

Ad un tratto inspiri forte e sbatti le palpebre. Una, due, tre volte. So che il più è fatto, il peggio è passato. Hai sentito la mia voce e adesso non devo far altro che continuare a parlarti per riportarti di nuovo a casa.

"Ehi Bucky, era solo un brutto sogno. Solo un brutto sogno. È tutto ok. Siamo a casa."

Alzi gli occhi e mi sorridi piano. Non ti spiego cosa sia successo. Lo sai già.
Ti lasci cullare ancora un po', aspettando che il respiro torni normale e che il cuore smetta di battere come un tamburo.

"Tranquillo, sono qui." Ti dico piano sorridendoti.
Nessun tesoro. Nemmeno stavolta. Ma non importa.
Ti guardo negli occhi, ti sorrido, mi sorridi, e capisco che non importa.

“Latte caldo?” Ti chiedo cullandoti ancora.

“Tra un po’.” Mi rispondi. “Tienimi ancora così… adesso mi passa.”  E ti stringi a me ancora di più.

“Fai con calma, c’è tutto il tempo…”
E poi, mentre continuo a cullarti, le parole prendono vita da sole… “Ti amo tanto, lo sai vero?” Ti soffio d’improvviso sulla fronte.

Improvvisamente mi rendo conto di cosa ti ho detto e mi prende il panico. Ma non faccio in tempo a domandarmi che tipo di reazione avrai alle mie parole che mi guardi piano e mi sorridi, annuendo.

“Fino alla fine di tutto.” Mi rispondi.
   
 
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