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Autore: cin75    01/04/2019    5 recensioni
Dalla storia:
Quando si ritrovò solo con i suoi due amici forzatamente addormentati, Castiel, si avvicinò con cautela ai due letti, rimanendo nel mezzo.
“Resistete...datemi tempo per riprendere le forze. Datemi la possibilità di salvarvi. Non potete morire. Continuate a lottare...Non posso fallire con...con voi. Non posso!!” ripeteva come una preghiera.
Genere: Angst, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Mi dispiace!” fece mesto. “Nessuno l’ha avvisata?” chiese poi in imbarazzo e in quel momento Castiel conobbe il panico.
Sapeva, aveva imparato cosa fosse la paura, la delusione, l’ansia e l’adrenalina di quando una caccia stava per iniziare.
Ma il panico….quello no!!
La sensazione di quel brivido di terrore che corre lungo la schiena, dello stomaco che si contrae facendo male, la mente che smette di essere lucida e i pensieri che faticano a formulare una qualsiasi cosa sia sensata. I muscoli delle mani che iniziano a fare male. Le gambe che sembrano cedere.
“Dean è...” ma non riuscì a dirlo. Poi si costrinse a pronunciare quella parola. “...morto?!” quasi sussurrò per non rendersene conto, o forse, per non farlo sentire a Sam.
Il medico strabuzzò gli occhi. “Cosa?...no, no, no...Ma lui è più grave e lo abbiamo portato in terapia intensiva. Avevo chiesto a qualcuno di avvisarla!” fece seccato e poi imbarazzato. “Le chiedo scusa.”
Castiel, sollevato ma comunque in ansia, chiese come mai la scelta di quel reparto per Dean.
“La ferita alla testa era più grave di quello che poteva sembrare al suo arrivo in pronto soccorso. Ha perso molto sangue e c’è stata perdita di materia grigia. In sala ha avuto un arresto. Il neurochirurgo è riuscito a riavere il battito con molta fatica. Il cervello è stato senza ossigeno per alcuni minuti. Non sappiamo se ci siano stati danni.” riferì.
“E come...”
“Dovremo sperare che si risvegli e solo allora potremo valutare le sue reali condizioni fisiche e celebrali.”
“Sperare?!” fece eco l’angelo.
“Signore….il suo amico, con quella ferita, è già fortunato ad essere ancora vivo. Quindi ogni ora che riusciamo a tenerlo stabile è un traguardo , ma...”
“Ma?”
“Ma non voglio indorarle la pillola. I suoi amici sono gravi e non ancora fuori pericolo, quindi se in queste ore riuscisse a raggiungere i familiari sarebbe opportuno.”
“Io….io...sì, cercherò di...io..” e questa era davvero la prima volta che Castiel si ritrovava a balbettare non sapendo cosa dire.
“Senta, immagino che resterà qui tutta la notte.”
“Non ho intenzione di andare da nessuna parte!”
“Ed è per questo che ho chiesto che anche Sam venga messo in intensiva , così almeno , eviterà di fare avanti indietro tra i due reparti. D’accordo?”
Castiel annuì grato per quella concessione.
“Grazie!” e seguì il medico che lo guidava verso la stanza di Dean.
Anche il maggiore era uno strano vedere così inerme in quel letto. La testa vistosamente fasciata. Le cannule dell’ossigeno nel naso. Le flebo in entrambe le braccia e i vari cavi che lo collegavano ai macchinari che lo controllavano costantemente. Per un attimo , quell’immagine di Dean si sovrappose ad un’immagine simile: quando Alastair lo aggredì dopo essersi liberato dalla trappola del Diavolo, aiutato di Uriel.

E mentre Castiel osservava quello che era il suo migliore amico, quello che più e più volte lo aveva chiamato fratello e non amico, due infermieri aprirono completamente le porte della stanza per permettere al letto in cui era Sam, di entrare.
Lo sistemarono accanto al letto del maggiore , facendo attenzione che ci fosse abbastanza spazio tra un letto e  l’altro per poter agire liberamente.
Castiel, in piedi, immobile tra i due.
Quando si ritrovò solo con i suoi due amici forzatamente addormentati, Castiel, si avvicinò con cautela ai due letti, rimanendo sempre nel mezzo.
“Resistete...datemi tempo per riprendere le forze. Datemi la possibilità di salvarvi. Non potete morire. Continuate a lottare...Non posso fallire con...con voi. Non posso!!” ripeteva come una preghiera.
Restò così per ore, forse, tutta la notte. Immobile tra i due letti, tra i due amici incoscienti. Restò così, incitandoli a non mollare, a continuare a lottare, alternando la sua perseveranza in quelle incitazioni all’attenzione ai rumori ritmici dei macchinari che cadenzavano i battiti dei due cuori.
Quei cuori che a volte battevano lenti, a volte più accelerati.

Castiel...” fece una voce vicino a lui.
“Non dovete mollare...”
Castiel...”
“Sento le mie forze tornare...datemi...datemi tempo…posso salvarvi...”
Andiamo , Castiel!
“..continuate a lottare….voi dovete...io..io posso...io devo salvarvi.”

“ Forza, Cas!!..andiamo amico….apri quei dannati occhi...”
“Dean!” fu il richiamo del minore dei Winchester.
“Cazzo, Sam. Non può morire così. Non può andarsene in questo modo assurdo!!” replicò frustrato, il biondo, ricordando il motivo per cui l’amico si ritrovava in quelle condizioni.

Quel mostro, in quel magazzino, stava per attaccarli, ma Castiel aveva dato il via all’azione e poi si era messo tra loro e l’attacco soprannaturale.
Sam e Dean si erano sentiti spingere via dalla forza dell’angelo prima che l’onda d’urto del mostro li raggiungesse. Avevano sbattuto, uno contro un muro e l’altro ad una colonna. Si erano sentiti storditi per un po’, ma erano comunque riusciti a riprendersi dopo qualche istante e quello che si ritrovarono a guardare, fu , il mostro sconfitto e l’amico angelo, svenuto e afflosciato contro la cancellata che delimitava quel posto. Si erano messi in piedi immediatamente e gli avevano portato soccorso.
Castiel però non sembrava rispondere ai loro richiami, così, convenendo che non potevano portarlo in ospedale per più chiare motivazioni, come la mancanza del battito cardiaco, i due fratelli, lo misero in macchina e lo portarono al bunker.
Lo sistemarono nella sua stanza, quella accanto a quella di Jack, e provarono a fargli riprendere i sensi , usando anche una magia enochiana non troppo pericolosa.
Ma niente!! Non ebbero nessun risultato.
Si diedero il cambio nel prendersi cura di lui e andarono avanti per alcuni giorni. 

Poi un giorno, una telefonata da parte di un cacciatore in difficoltà, richiese la presenza di entrambi.
Si spostarono nel grande salone lasciando Castiel da solo.

Fu allora , che lentamente, l’angelo, sembrò riprendere coscienza di sé stesso.
Piano tentò di riaprire gli occhi e come ricordava di aver fatto in quel magazzino, aprì e chiuse le mani per stirare i muscoli della dita. Lo stesso fece per le gambe, cercando di muoverle e piegare le ginocchia che comunque, stranamente , sentiva indolenzite.
Respirò profondamente e si tirò su, mettendosi a sedere sul bordo del letto.
Si guardò intorno e riconobbe la presenza dei due amici cacciatori nella stanza. Alla scrivania , dei libri e un piatto con qualche rimasuglio di insalata. Di certo , il posto in cui Sam lo aveva vegliato.
Nell’altro angolo, più vicino al suo letto, un piatto con  un hamburger mangiucchiato, patatine e diverse lattine di birra. Dean!!
I due fratelli dovevano averci passato molto tempo in quella stanza, a cercare di capire come aiutarlo. 

Si rese conto , in quel momento, che quello che aveva vissuto era quello che gli uomini avrebbero chiamato “stato di profonda incoscienza o coma”.  E in quello stato, la sua mente aveva creato quella sorta di allucinazione o visione o realtà alterativa, in cui erano i due amici ad essere in pericolo di vita, e quello che lui aveva provato , incitandoli, percependo lo stato d’animo dei loro cuori in quella camera di ospedale, in ansia o più pacati, altro non era che la proiezione dei loro stati d’animo nella vita reale, in cui, molto probabilmente, erano loro ad incitarlo di continuare a combattere, di non mollare. Di non morire.
Lentamente si tirò su in piedi e cercando di ignorare un leggero stordimento, fece di tutto per restare dritto. Guardò il suo trench e la giacca sulla sedia. Non li indossò e in maniche di camicia, così come si era svegliato, si avviò lungo il corridoio seguendo le voci di Sam e Dean che sembravano stessero ancora parlando. O almeno così sperava che non fossero solo voci nella sua testa!!
Raggiunse il salone principale e sporgendosi appena vide i due fratelli, davvero intenti a parlare tra loro. 

“Cosa possiamo fare ancora?!” chiese Dean, frustrato. “Non possiamo stare fermi così senza fare niente…. fermi a guardarlo in quello stato?!”
“Dean...non lo perderemo. Abbiamo provato e fatto l’impossibile per Jack, lo faremo anche per Castiel!!” cercò di rassicurarlo Sam , sapendo quanto fosse forte il legame di amicizia che legava il fratello all’angelo.
“Forse dovremmo….che ne so…magari potremmo..” tentò e in quel momento….

“Evitare di fare mosse stupide alla Winchester!!”

I due cacciatori si girarono di scatto verso la voce amica. Era di un tono più basso del solito, stanco. Le parole ancora un po’ trascinate da quello che aveva subito.
Ma era lì. Castiel era in piedi vicino allo stipite della porta. Sveglio. Il suo solito sguardo alla “che ho fatto di male adesso?” e li fissava in attesa di una qualche reazione alla sua presenza.
“Castiel??!!” lo richiamò Sam sorpreso ma con un sorriso che si palesava sempre di più sul suo viso.
“Cas???” si accodò Dean, che invece , con poche falcate sicure gli andò vicino. “Amico….ma cosa….cioè..io..noi credevamo davvero che questa volta..”
“Ti saresti liberato di questo moccioso in trench?!” scherzò l’angelo.
“Ma che dici?!” intervenne prontamente Sam.
“Non dirlo nemmeno per scherzo!” fece deciso il maggiore che gli poggiò una mano sulla spalla e lo attirò a lui, per un abbraccio forte e quando sentì Castiel ricambiare, lo rimproverò bonariamente: “Non farmi mai più uno scherzo del genere!!”

Sam lo raggiunse e anche lui gli battè una pacca fraterna. “Castiel...che ti è successo? Cioè.. tu sei un angelo. Come ha potuto quell’essere metterti ko in quel modo?” chiese mentre tutti e tre raggiungevano il tavolo centrale della sala.
“ L’unico modo in cui posso spiegarlo è che quell’onda d’urto che il mostro riusciva a provocare era comunque di origine soprannaturale. Mi ha colpito una volta di troppo e specie l’ultima, la più forte, deve avermi messo definitivamente al tappeto!” cercò come spiegazione, sedendosi ancora con una palese stanchezza.
“Ok! E ...insomma ...come ne sei uscito!?!” chiese Dean porgendogli una birra che l’angelo accettò.
“Credo di essere stato in uno di quegli stati che voi chiamate...coma. E in quello stato io...beh!..” e si fermò forse confuso, forse in imbarazzo.
“Cas?!” lo richiamò Dean.
“Hai visto ...qualcosa?!” azzardò il minore.
L’angelo sospirò. Guardò i suoi due amici, certi che stavano bene e che quella era la realtà.
“Non so se fosse una visione o un’allucinazione ma comunque….io, io ero quello che stava bene e voi quelli in fin di vita. Vi dicevo di non mollare, di concedermi il tempo di recuperare le forze per potervi salvare. Io...io non..” e poi davvero si sentì in imbarazzo.
“Cas...” sussurrò Dean, notando quello che più che altro sembrava senso di colpa. Un sentimento che lui conosceva bene e che quindi sapeva riconoscere alla perfezione. “Amico, che c’è?!” lo incoraggiò Sam.
“Io non volevo fallire. Perdervi senza essere stato in grado di salvarvi, sarebbe stato il mio più grande fallimento!” confessò amareggiato , l’angelo.
“Castiel..” si fece avanti Sam. “Il nostro è un lavoro assurdo e se un giorno dovesse succedere l’irrimediabile non accadrà per colpa tua.”
“Ma Sam ...io sono qui per proteggervi oltre che per affiancarvi nella vostra lotta!”
“Tu ti fai un culo così giorno dopo giorno per cercare di salvare più persone possibili. Ma, me lo rimproverasti anche tu dopo la nostra gita in Purgatorio, ricordi?... non puoi salvare tutti, amico mio!” si fece avanti Dean.
“Voi non siete “tutti”, Dean!”
“No, e ti ringrazio. Ma combattiamo una guerra e in guerra si muore. E noi siamo guerrieri. Tu sei un guerriero , anzi, com’era?” facendo mente locale a quelle che furono le parole con cui Castiel si presentò nella cucina di Bobby anni e anni addietro. “Sei un guerriero di Dio. Tu sei un soldato!”
“Com’ero presuntuoso all’epoca!!” replicò Castiel, ricordando perfettamente quel momento in cui minacciò perfino Dean di rimandarlo all’Inferno.
“Castiel..” si fece avanti Sam. “Tu ci hai salvato la vita infinite volte e lo hai fatto anche in quel magazzino qualche giorno fa. Non hai nessun motivo per sentirti in colpa, credimi.”
L’angelo guardò quei due esseri umani così speciali, forti e coraggiosi e si chiese quanti dei suoi fratelli angeli potessero competere con loro. La loro forza, il loro coraggio, la loro lealtà!
Per un attimo si guardò le mani e per l’ennesima volta giurò che quelle stesse mani sarebbero state sempre pronte ad aiutare i Winchester.
In qualsiasi modo possibile. 

“Castiel?!” lo richiamò Sam, vedendolo , forse stranito.
“Cas? Ehi?!” gli fece eco Dean.
“Quindi siamo ancora il Team Free Will?!” chiese sorridendo, l’angelo.
“Ho depositato il marchio. Ci puoi giurare!!” lo rassicurò Dean mentre anche Sam sorrideva sollevato.

   
 
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