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Autore: Misatona    04/04/2019    6 recensioni
Se i personaggi che hai caratterizzato si accorgessero che qualcosa non va, come reagirebbero?
In un momento particolare, Vegeta, Radish e Bulma, vanno a riprendersi ciò che è loro affrontando un viaggio assurdo e forse no sense. Riusciranno a sconfiggere il nemico e a portare in salvo la misteriosa ragazza scomparsa?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bulma, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“He was bad
He was never good
But one thing that he understood
And she knew
All those lies would come true

 
Well, on with the show
Going on with the show
Come on baby
No, no, no
Oh, my, my, my”

 
(Motley Crue – On with the show)

 
“Così non va!”
Vegeta entrò nell’ufficio di Bulma spalancando la porta con un calcio poi, diretto come una furia alla sua scrivania, gettò prepotentemente un fascicolo di fronte alla sua consorte che lo guardò accigliata.
Schiacciò la schiena contro la confortante poltrona in pelle e si tolse gli occhiali da vista, facendo schioccare la lingua sul palato in segno di disappunto.
“Cosa Vegeta? La tua irruenza?” disse piuttosto alterata dall’ingresso plateale del marito che sembrava non curarsi dei suoi modi, nonostante tutti quegli anni di mansuetudine.
Il moro, che non aveva perso nemmeno per un secondo il suo sguardo furente, digrignò i denti rabbioso e iniziò a sfogliare il fascicolo che aveva posato sull’ampia scrivania soffermandosi sulla foto di una ragazza.
“Questo!” puntò violentemente l’indice sul volto della mora ritratta nella foto e poi tornò a guardare con occhi fiammeggianti la sua donna.
Bulma si rimise gli occhiali da vista per osservare meglio il ritratto e poi, stufa di fare sempre i soliti discorsi con il marito, alzò gli occhi al cielo sbuffando irritata.
“Tesoro ne abbiamo già parlato un miliardo di volte” disse l’azzurra con tono rassegnato agitando una mano in aria.
Vegeta scrollò la testa e sgranò gli occhi a quella reazione: stava dando così poco peso alle sue parole? Lo stava davvero trattando come un inetto?
“Tsk! N-non osare, DONNA” puntò l’indice contro la sua dolce metà, contrariato dalla sufficienza avuta nei suoi confronti. L’unica donna che l’aveva amato dopo aver commesso delle atrocità, adesso lo trattava come un povero pazzo. Non lo accettava.
“Donna? Davvero Vegeta?” Bulma si mise a ridere alzandosi per versarsi una tazza di caffè.
“Si, quando ti meriti di esser chiamata tale!” il principe incrociò le braccia al petto, ancora offeso dal trattamento ricevuto. Non era un pazzo, c’era qualcosa di strano in quella storia. Possibile fosse l’unico a rendersene conto?
“Senti tesoro, è bellissimo che ti preoccupi per lei ma..”
“Io non mi sto preoccupando per nessuno”
L’azzurra sbuffò irritata: adesso non ne poteva davvero più! Doveva finirla con questa storia perché lo stava ossessionando, come quando aveva l’ossessione di superare Goku.
“Ah, come ti pare allora! È un momento, le passerà” disse facendo spallucce e portando la tazza di caffè alla bocca.
Vegeta osservò sua moglie contrariato. Possibile che fosse l’unico a vedere il problema? Eppure erano tutti quanti lì, nello stesso posto. Scollò la testa rassegnato, raccolse il fascicolo e tornò sui suoi passi.
“Dove vai adesso?”
“Ad allenarmi” chiuse violentemente la porta alle sue spalle, facendo sobbalzare Bulma da tanta foga e camminò sconsolato fino alla Gravity Room con il fascicolo stretto tra le mani.
Gettò quei fogli per terra e, arrabbiato più che mai, prese a sferzare l’aria con calci e pugni verso avversari immaginari che gli stavano dando davvero sui nervi. Quella situazione gli offuscava la mente e anche l’allenamento non sembrava giovare al suo stato.
“Merda” imprecò digrignando i denti e lasciandosi cadere a terra, stremato e schiacciato dalla gravità aumentata. Girò la testa di lato, con lo sguardo corrucciato e pensieroso.
Si era lasciato cadere proprio vicino a quel fascicolo: quella storia non voleva lasciarlo in pace. Si mise seduto a gambe incrociate e prese quei fogli tra le mani, sfogliandoli accigliato.
Quei documenti contenevano svariate informazioni su una ragazza che doveva avere l’età di suo figlio Trunks. Di suo figlio Trunks nel mondo di Dragon Ball GT.
“Ma come ti sei ridotta?” Vegeta era incredulo. Quando aveva conosciuto quella ragazza non era affatto così. Cosa diavolo le era successo? Prese tra le mani una foto che ritraeva la mora mentre si accendeva una sigaretta. I capelli raccolti in una coda spettinata, gli occhi segnati da profonde occhiaie ed il trucco sbavato della sera prima non pulito perfettamente. Seduta in una delle sue posizioni scomode e poco femminili. Non c’erano dubbi sulla sua identità eppure Vegeta trovava che ci fosse qualcosa di diverso in lei.
Alzò lo sguardo gettando a terra la foto. Cosa cazzo era successo? Aveva già passato un periodo buio, molto buio, tanti anni fa ma credeva di esser riuscito ad aiutarla a debellare ogni tipo di problema.
Dopo qualche attimo di meditazione il principe sgranò gli occhi alzandosi in fretta e furia per raggiungere la causa di tutto quella situazione.
“Ma certo! È tutta colpa di quel figlio di puttana!”
Dopo essersi fatto una doccia ed avere imprecato tutti gli Dei della Distruzione di cui conosceva il nome, prese gli unici abiti disponibili nel suo ampio armadio e si diresse dalla pulce che aveva creato tutto questo dannato casino.
“Tesoro come mai indossi quegli abiti?” Bulma fece capolino dalla cucina mentre sistemava le stoviglie nelle credenze. Il principe fermò la sua marcia, stringendo forte i pugni lungo i fianchi. Fece qualche passo indietro per raggiungere la sua consorte, cercando di risponderle senza perdere le staffe.
Quando vide l’azzurra dovette prendere qualche secondo per deglutire il nulla. Insomma, sua moglie era sempre stata molto bella ed affascinante nonostante gli anni passassero, ma ora, vestita così, mozzava davvero il fiato.
“H-hai fatto qualcosa ai capelli?” chiese arrossendo leggermente l’uomo.
“Si, ti piacciono? Mi sento molto più giovane con il caschetto e poi ho trovato questi vecchi vestiti nell’armadio! Mi vanno ancora! Non è meraviglioso?” disse entusiasta l’azzurra strizzando l’occhio al marito e mettendo in bella mostra il suo lato b avvolto in un leggins nero aderente, tipico della saga Namecciana.
Per tutti gli Dei della Distruzione! Vegeta dovette contare fino a dieci, cercando di troncare immediatamente ogni istinto animalesco verso quella meravigliosa Dea, ma quando lei si sporcò la t-shirt bianca, proprio all’altezza del suo generoso seno, non ci vide più.
“Fanculo! Può aspettare!” Il sangue confluì tutto tra le sue gambe e con uno scattò felino si caricò la donna sulle spalle chiudendosi nella loro camera da letto per consumare quel momento di bollente passione.
Stremati ed accaldati, dopo essersi dati come se non fosse mai passata la scintilla che li aveva uniti, Vegeta si rivestì velocemente prima che le domande inopportune di sua moglie arrivassero alle sue orecchie.
“Dove vai?”
Troppo tardi, erano arrivate ugualmente.
“Dal coglione di Radish” disse il saiyan dirigendosi verso la porta.
“Vegeta!” Bulma si alzò di scatto dal letto, coprendo il suo corpo con il candido lenzuolo e facendo arrestare il marito, che si voltò a guardarla con la coda dell’occhio.
“Non avrà ancora a che fare con quella storia, vero?” la non risposta dell’uomo fece sbuffare la turchina che rimase a borbottare da sola, mentre il saiyan spiccava ormai il volo verso il suo compare. O almeno tentava.
“E adesso perché stra-cazzo non riesco a volare?” preso dalla rabbia, tirò un pugno ad un grosso albero del giardino della Capsule Corporation, rischiando anche di farsi male alla mano. Perché non aveva più i suoi poteri?
“Vaffanculo!”
Ok, non poteva volare e aveva la mano destra messa maluccio. Questa storia doveva finire immediatamente. Senza perdersi troppo d’animo, prese le chiavi della macchina e raggiunse a tutta velocità l’abitazione del capellone. Quando suonò al campanello di quella casa, situata appena fuori città e ridotta davvero male, Vegeta non ricevette alcuna risposta. Dove diavolo si era ficcato, quel cretino?!
Perlustrò il perimetro dell’edificio e si affacciò alle finestre per osservare se ci fosse del movimento all’interno dell’abitazione. Vide una figura alta e possente aggirarsi per la cucina, con il solito fare da piacione. Quanto gli dava su ai nervi!
Tornò di fronte all’ingresso e iniziò a bussare insistentemente alla porta, cercando di dare più fastidio possibile a quell’idiota che, sicuramente, era sbronzo e in compagnia. E se fosse stato fortunato l’avrebbe trovato proprio in compagnia di quella ragazza per cui si stava tanto preoccupando.
“Forse hanno bussato” una giovane e bellissima bionda vestita solo del suo intimo, raggiunse il saiyan stiracchiandosi addosso al suo corpo possente in cerca di una dolce effusione.
“Buongiorno, dolcezza” disse con un sorriso da ergastolo il capellone, abbracciando la donna e stringendole con ardore una natica. Mentre i due amoreggiavano beati, scambiandosi un bollente bacio alla francese, Vegeta non aveva smesso nemmeno per un secondo di bussare a quella dannata porta. Avrebbe continuato in eterno se Radish non avesse perso le staffe in così poco tempo.
“Oh, ‘fanculo! Che vuoi?” si staccò dalle labbra della bionda allargando le braccia infastidito e con lo sguardo corrucciato.
Lunch si scostò dall’uomo alzando gli occhi al cielo e cercando qualcosa di commestibile per fare colazione.
“Vorrà sapere dov’è” disse con nonchalance Lunch.
“Apri, testa di cazzo!” la voce di Vegeta risuonò come un tuono. Era incazzato nero e questo non era affatto un buon segno.
Radish scrollò la testa infastidito e andò ad aprire al suo ospite in modo davvero contrariato. Prima di varcare la soglia di casa, il principe squadrò il compare di mille avventure da testa a piedi e ne rimase disgustato.
“Fai schifo” fu il suo commento mentre si accomodava sul divano di quella spoglia sala, così diversa dall’agio che aveva nella sua.
“è un piacere anche per me vederti, Vegeta” disse sarcastico il capellone chiudendo la porta e raggiungendolo.
“Che vuoi?” proseguì accendendosi una sigaretta mentre Lunch si preparava la sua colazione senza dar peso alla presenza di Vegeta.
“Dov’è?” chiese arrivando subito al dunque.
Il capellone non rispose. Continuò a fumare in tutta tranquillità la sua sigaretta, sostenendo lo sguardo del suo principe senza paura. Incrociò i piedi scalzi sul tavolino trasandato e portò un braccio al petto. Non l’avrebbe tradita. Non l’avrebbe fatto per nessun motivo.
“Chi?” chiese portandosi la sigaretta alle labbra e guardando di sottecchi l’altro moro.
Quella presa per i fondelli fece infuriare Vegeta che scattò verso il saiyan, alzandolo per il bavero della t-shirt. Odiava essere preso per il culo. Era ad un centimetro dal suo naso e sentiva la nicotina della sua sigaretta infilarsi prepotente anche nelle sue narici. Mollò leggermente la presa quando vide Radish allargare la bocca in un ghigno malvagio. Quel coglione sapeva benissimo dov’era quella sfaticata.
“Riempirò di pugni questa tua faccia da cazzo finché non ti deciderai a sputare il rospo” anche l’espressione di Vegeta ora era mutata in un ghigno di pura malvagità. Come lo faceva incazzare quell’idiota, non ci riusciva nessun altro. Il capellone era solo una terza classe e, nonostante sapesse bene quanto valessero ancora i ranghi saiyan, non aveva mai perso la sua strafottenza di fronte al principe.
“Non ti dirò dov’è”
“Allora ammetti di saperlo” disse strattonandolo un po’.
“Non lo sa” Lunch, stufa di quella pagliacciata piena di testosterone inutile, rispose al saiyan dai capelli a fiamma con estremo menefreghismo, senza alzare lo sguardo dalla sua tazza di latte e cereali.
Vegeta alzò lo sguardo sulla bionda, rendendosi finalmente conto del suo poco presentabile outfit e restò a fissarla aspettando spiegazioni.
Masticò i suoi cereali con tranquillità e poi incrociò lo sguardo fiammeggiante del principe dei saiyan nel suo.
“Non lo sa nemmeno lui dove sia, è questa la verità! Altrimenti non ci sarei io qui” disse con una punta di disprezzo la donna.
Radish fu colpito in pieno petto da quelle parole e si sentì terribilmente in colpa: Lunch aveva ragione. Non ci sarebbe stata lei in quel momento se quella donna ricercata fosse stata ancora accanto a lui. Digrignò i denti mentre Vegeta mollava definitivamente la presa dalla sua t-shirt.
“Merda! È tutta colpa tua”
“Ma che vuoi da me?” l’accusa del principe fece scattare Radish in un moto d’ira che si irradiava dal suo stomaco e si concentrava tutta nelle sue mani. Avrebbe voluto prenderlo a pugni in quel momento. La verità faceva male, ma faceva ancora più male esser scaricati.
“Sei tu che hai rovinato tutto! L’hai portata ad allontanarsi!” Vegeta era furente.
“Oh, il principe ha perso un suddito? Che dispiacere.” Disse Radish facendogli il verso.
“Fammi un favore, Vegeta! Vattene a ‘fanculo!” alzò il dito medio verso il suo interlocutore che non sembrava volersi schiodare da quel posto senza le sue risposte. Le esigeva.
“No, tu ora vieni con me e andiamo a cercarla!”
Il capellone scrollò la testa guardando le macchie di umidità sul suo soffitto. Che razza di testone!
“Pensi davvero che non abbia tentato di fermarla o di chiamarla? Credi che sia uno stronzo? Non vuole essere trovata e io le lascerò i suoi spazi!” disse più serio che mai, indicando un punto indefinito con l’indice.
Lunch scrollò la testa indispettita: quella situazione la urtava e non poteva più nasconderlo. Presa dalla rabbia si alzò diretta a raccogliere i suoi vestiti per andarsene da quel posto. Era stufa di non poter vivere la sua relazione con Radish a pieno e non avrebbe accettato di essere la ruota di scorta un minuto di più.
“No dai, piccola! Aspetta”
“Vaffanculo, Rad! Vaffanculo” con gli occhi colmi di lacrime che premevano contro gli angoli degli occhi per scivolare sulle sue guance, Lunch si voltò un’ultima volta verso il capellone per poi andarsene dall’appartamento affranta ed amareggiata. Radish alzò le braccia al cielo e le lasciò ricadere sonoramente lungo i fianchi.
“Sarai contento, ora!” disse furente il capellone a Vegeta con le mani strette in un pugno.
Vegeta guardò con sguardo truce il capellone mentre si sedeva sulla poltrona di fronte alla sua figura. Lo osservò accendersi una sigaretta, l’ennesima, mentre i suoi occhi neri non accennavano a far scemare l’ira che provava. Quanto era cambiato quell’inetto. Fumava, beveva, si era tatuato e aveva un piercing al sopracciglio che odiava con tutto se stesso. Che fine aveva fatto il suo amico d’infanzia saiyan? Perché si erano ridotti così entrambi?
“Rad” Vegeta tentò la strada più gentile con il suo amico. Le avrebbe provate tutte per salvare quella piccola stronza che stava tormentando la sua mente. Manco fosse il maledetto Kakaroth, mannaggia a lei!
“..se sai dov’è devi dirmelo! Voglio solo parlarle”
Radish si massaggiò una tempia reggendo tra le dita la sigaretta, il cui fumo veniva dissolto dalle pale del ventilatore a soffitto al centro della sala. Sorrise mestamente scrollando la testa e poi posò di nuovo i suoi occhi neri su quelli di Vegeta.
“Non lo so dove sia.”
 









 
 
 
Note: Eccoci qui. Dopo tanto scrivo una mini long.
Forse un po' no sense e demenziale ma, alla fine, avrà anche un senso. O almeno... ce l’ha per me. :)
Chi è la ricercata? Come mai non si trova? E perché succedono cose strane?
Radish aiuterà Vegeta?
Se questa storia vi ha incuriositi almeno un pochino, vi aspetto la settimana prossima.
Un abbraccio
 
Misatona
  
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