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Autore: Persefone De Noir    09/04/2019    0 recensioni
Tim Atkinson è un veterinario di successo ma un trauma infantile lo ha portato lontano da Camden, la sua piccola città natale, ancora sconvolta per un triplice omicidio di natura passionale quando Tim era piccolo.
I suoi vicini, i coniugi Berkley, sono stati assassinati dalla amante di lui e migliore amica di lei preda di un raptus omicida dettato dalla gelosia.
A trent’anni di distanza, tutti additano Sally Harley come una disgraziata rovina famiglie, ma Tim pensa che non sia così.
Pur non avendo la certezza, sa di essere testimone di quei scabrosi omicidi avvenuti a così poca distanza da casa sua e pensa di conoscere chi sia l’effettivo colpevole.
Richiamato a Camden, da una madre malata, Tim inizia a indagare sul misterioso delitto. Rintraccia indizi e informazioni che trent’anni prima la polizia non era riuscita a procurarsi, ma che lo portano ad una scomoda verità: l’omicida non era chi credeva che fosse, ma una persona che nel suo immaginario ha sempre difeso perché ritenuta da lui pura e innocente.
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Luglio 1979

I boschi di conifere insieme al sottobosco fitto occupavano tutto lo spazio circostante. Dovunque si guardasse, non c’era altro che verde, piante e natura.

Il piccolo Timothy Atkinson giocava nel boschetto vicino a casa sua con il fedele Bobby, un Golden Retriever che era stato abbandonato quando era cucciolo. Bobby era il cattivo della situazione, il mostro da combattere, e il piccolo Timothy l’eroe della storia.

Il bambino non era disarmato, aveva dalla sua un potente alleato: il temibile pirata Jolly il Nero.

Bobby aveva percorso un notevole tratto del sentiero in velocità, ma l’impavido Timothy non aveva demorso ed era riuscito ad accerchiarlo in un angolo cieco della foresta, vicino ad un grosso albero.

-Jolly il Nero con la sua spada entra in azione- Timothy colpì Bobby piano con il suo giocattolo.

Rimase sorpreso che la spada non lo avesse tagliato, non facendo uscire nemmeno una goccia di sangue.

“Jolly deve rubare una pistola, quella sì che sconfigge i cattivi! Prima il signore alto con la sua pistola faceva davvero paura” pensò il bambino in preda alla sfrenata fantasia.

Il tipico rumore da fame si fece sentire prepotentemente e improvvisamente. Timothy si chiese che ora fosse, e vedendo la poca luce filtrare dagli alberi si accorse che doveva essere molto tardi. Sua madre lo avrebbe messo in punizione, perché aveva disubbidito ed era stato nel bosco a giocare, mentre lei era via a fare commissioni.

-Su, Bobby. Torniamo subito a casa - disse per spronare il cane.

Percorso il tragitto a ritroso, si fermò quando vide tanti luci blu e rosse al confine del bosco vicino la sua casa.

Titubantemente si avvicinò avanzò di qualche passo per capire cosa stesse succedendo.

La famiglia Atkinson viveva su in collina, insieme alle poche altre famiglie che disdegnavano la tipica vita in paese creatosi a valle. L’aria alle medie altitudini era più fresca ed c’erano molto laghetti dove in estate poter fare sempre il bagno.

Gli Atkinson, pur non essendo molto ricchi, avevano la fortuna di poterne condividere uno con i loro vicini, i Berkley.

Pur non essendoci recinzioni, l’intera area intorno al lago era di proprietà di una o dell’altra famiglia, rendendo quel sublime specchio d’acqua la loro piscina personale.

Tutti gli alberi nella prossimità intorno al lago erano stati abbattuti cinquant’anni prima per costruire le case-baite dove adesso abitavano gli Atkinsons e i Berkley, creando così un grosso e ampio spazio da radura.

In quel momento, gran parte di quello spazio erano pieno di auto della polizia e di altri mezzi che Timothy non riuscì a riconoscere.

- La mamma deve aver chiamato la Polizia per farmi punire. Andrò in prigione per non aver obbedito alla mamma - pensò triste il bambino.

Sconsolato, ma non vigliacco, corse in direzione della sua casa. Avrebbe convinto la sua mamma a perdonarlo e a tenerlo con sé.

A metà della sua meta si fermò, osservando delle persone portare via dei grandi sacchi neri su un piccolo lettino. Timothy ne contò ben tre.

Non riuscendo a darsi una risposta, si guardò attorno e finalmente vide sua madre in lacrime mentre parlava con un poliziotto.

- Mamma, mamma! - urlò il bambino. La donna subito si voltò nella sua direzione e urlò il nome del bambino.

Timothy le corse incontro abbracciandola forte e spaventato.

- Per fortuna, stai bene. Pensavo che ti fosse successo qualcosa di brutto.

- Hai chiamato la polizia per me? Perché sono andato nel bosco? - chiese piano e preoccupato il bambino.

- La polizia era qui anche per cercarti. Tesoro, hai presente i Berkley, i nostri vicini? Una persona brutta e cattiva ha fatto loro del male. La polizia deve scoprire chi è stato e perché lo ha fatto. Pensavamo avesse fatto del male anche a te.
La madre baciò il suo bambino con calore, grata che non fosse rimasto vittima per sbaglio di quell’improvviso raptus omicida che aveva ucciso freddamente e teatralmente a pochi passi da loro, ben tre persone.

Quel tardo pomeriggio di piena estate, avevano perso la vita gli stimati vicini Ben e Linda Berkley e l’amica d’infanzia di lei, Sally Harley.

I loro corpi erano stati ripescati senza nel laghetto, feriti mortalmente da alcuni colpi di pistola.

La notizia della triplice e sospetta morte fece molto scalpore nella contea, piccola e sempre tranquilla, tanto da portare gli altri abitanti ad un vero e morboso interesse per la vicenda.

La polizia del luogo, uno sceriffo e due semplici agenti, si ritrovano con il fiato sul collo da parte dell’opinione pubblica locale.

Non c’erano prove rilevanti, il delitto è stato consumato all’aperto e in prossimità dell’acqua. La prova del guanto di paraffina era inutile.

La polizia, interrogando chiunque conoscesse le vittime, arrivò ad unico e solo esito: il delitto passionale.

L’arma trovata nel lago apparteneva a Cyrus Harley, il padre di Sally. La ragazza era stata vista in alcune situazioni; definite posteriormente ambigue dagli stessi testimoni, con il marito della sua amica Linda.

La polizia ne dedusse quindi che i due avevano una relazione extraconiugale e clandestina, e che l’amante avesse agito per un attacco di gelosia contro la felice coppia di coniugi.

La famiglia Harley, oltre il lutto, ne risentì anche pubblicamente. Tutti consideravano la figlia una pazza squilibrata che la famiglia non era riuscita a controllare. Cyrus Harley spirò pochi mesi dopo la morte della figlia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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