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Autore: Il Maiale    11/04/2019    2 recensioni
Noemi dice sempre: "Le ossa definiscono chi siamo realmente, loro ci permettono di apparire."
Marco invece dice: "Corri finché non ti collassano i polmoni, e se ti acchiappano nega fino alla morte."
Se cerchi in mezzo alla folla di protestanti impazziti, ci trovi Cesco con un megafono.
Lo slogan è: "Sii anticonformista, se tutti mangiano uova tu chiedi un hot dog."
Niccolò preferisce le seghe al casino. Niccolò è agnostico e non ha mai preso una decisione in vita sua. Lo chiamano Reverendo Senzadio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'You need a shot, boy'
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ALERT! In questa prima storia vengono elencati metodi e ideologie usate da persone che soffrono di anoressia e bulimia, due gravissimi problemi che possono insinuarsi nella mente di tutti.
Fortunatamente i siti Mia e Sia sono stati quasi debellati completamente (per chi non lo sapesse sono siti in cui vengono elencati metodi su come vomitare senza farsi scoprire, su quali scuse inventare se qualcuno si accorge di qualcosa, oppure cosa fare nel caso in cui si è invitati a cena fuori. Ci sono diete e esercizi da fare, ci sono metodi su come contare le calorie, insomma ci sono tutti i "trucchi del mestiere"), quindi il mio intento non è quello di elencarvi una serie di cose nocive alla salute per incitare qualcuno, ma semplicemente ampliare la conoscenza del problema. 
Non incito nessuno all'anoressia e alla bulimia, che spesso si pensa siano la stessa cosa. 
A differenza della prima raccolta di "You need a shot, boy" questa ricorda più una long quindi il tema ricomparirà anche nei capitoli successivi.
Metto le mani avanti, quindi non minacciatemi di segnalarmi di nuovo per non aver messo i giusti avvertimenti perché uomo avvisato mezzo salvato
 



 
You need a shot, boy - 2.0
 
-Noemi-

«Quindi, dopo aver bevuto mezzo litro d’acqua ed esservi sdraiate a pancia in giù sul letto con un cuscino sotto lo stomaco, prostratevi dinanzi al vostro altare, piegatevi come davanti ad un ragazzo a cui volete far vedere le tette, prendete l’amato spazzolino – se volete fare le sofisticate usate l’abbassalingua…»
La ragazzina esile in prima fila alza la mano illuminandosi in un sorriso, che sottolinea gli zigomi ancor più di prima, dicendo: «Io uso lo specchietto che mi ha regalato il dentista a otto anni, ha il manico più lungo!»
Sembra un club di make-up, solo che di cosmetici non ce ne sono e la pioggia fuori dalle finestre rende l’atmosfera ancor più cupa dei soliti incontri.
«Oh sì sì, ovvio. Più è lunga la stecca che vi infilate in gola più è assicurato il piacere!» e ride di gusto solo la ragazza scheletro davanti a loro, «a questo punto ragazze c’è l’ascensione, il passo che vi separa dall’essere bellissime, dall’essere sicure di voi. Nessuno più nei corridoi vi chiamerà grasse vacche che camminano. Le ossa definiscono chi siamo realmente, loro ci permettono di apparire e ricordate: Si mangia per vivere, non si vive per mangiare. Vomitate. Riducete le calorie. Fate di tutto per non mangiare e bevete acqua gelida così il vostro corpo brucerà più velocemente, inoltre nell’opuscolo che trovate nelle buste omaggio ci sono ben quindici metodi per sconfiggere gli attacchi di fame nervosa.»
Poi un’altra ragazza alza la mano cicciona e dice: «E per lo stomaco gonfio d’aria che ci fa sentire delle mongolfiere?»
Noemi, sorridente come i dentisti, dice: «The al finocchio, senza zucchero, per tutti i giorni, tre volte al giorno, oppure carbone vegetale, ma è un rimedio solo momentaneo, mai definitivo, in più fa schifo.»
L’amico invece se ne sta in disparte, più perché era l’unico uomo in mezzo a tante ragazze che non mangiavano da ore, che per vero imbarazzo. Si immaginava di essere preso di peso e privato degli arti. Magari una di loro nascondeva un coltello nella giarrettiera con cui affettargli le chiappe per mangiarsele.
Si inizia sempre dal sedere quando bisogna mangiare qualcuno. Tipo fettine sottili di carne. Del carpaccio di chiappe.
«I metodi che esistono per non mangiare sono molteplici, il più diffuso, anche nel campo del fumo, è l’elastico. Legatevene uno al polso e schioccatelo ogni volta che avete fame o che pensate al cibo. Un altro è lavarsi sempre i denti, non avrete voglia di mangiare una volta che avete la bocca fresca e pulita, in più vi assicurate sempre un sorriso smagliante. Bevete molta acqua per avere lo stomaco pieno, e mangiate due biscotti alle fibre che contengono poche calorie e poi prendete delle vitamine. Attenzione mai prenderle a stomaco vuoto che se no sono pressoché inutili.»
Noemi guarda l’amico alla sua destra, nascosto per paura del cannibalismo, mentre picchietta l’indice sull’orologio falso rubato ad una bancarella pochi giorni prima.
Noemi, sul palco, così magra e bella, attirava l’invidia e l’ammirazione di molte in quella sala. Lei era il loro punto di riferimento. Lei era la prova che sì, funzionava.
«Ora rispondiamo a qualche domandina veloce e poi possiamo definire concluso questo ventiquattresimo incontro del gruppo MIASIA»
«In quanto hai perso venti chili?»
«È meglio essere SIA o MIA?»
«Quante calorie dovremmo assumere al giorno?»
«Se siamo al ristorante come possiamo vomitare senza farci scoprire?»
E Noemi non sarebbe la fondatrice della MIASIA se non sapesse rispondere a quelle semplici domande, e lo avrebbe anche fatto se l’amico che picchietta sull’orologio non fosse salito sul palco chiamando il silenzio.
Per le ragazze del gruppo lui si chiamava Mano Lesta, sia per un motivo, sia per l’altro.
Schiarì la voce, avvicinò il microfono e disse: «Ragazze anoressiche e bulimiche, c’è una soluzione ancora più semplice. Un dildo taglia XXL da infilarvi in gola per vomitare, sicure che vi solleticherà l’uvula. Oppure per le anoressiche, potete spompinare il vostro ragazzo fino a svuotarlo, lo sperma riempie lo stomaco e non fa ingrassare. Quindi: Dildo e Sperma, dieta perfetta.»
Noemi sorride come i dentisti, uccidendolo mentalmente cercando di riprendersi il microfono, dicendo: «Certo, è una soluzione, ma noi non siamo disposte a stare in ginocchio tutta la vita, vero?»
Mano lesta dice: «Davanti ad un ragazzo, davanti a un cesso, qual è la differenza?»
E le ragazze cominciarono a parlare fra loro, annuendo, dicendo: «Allora un ragazzo cesso sarebbe perfetto!»
«Mi stai rovinando l’incontro!» dice Noemi.
«Mi stai consumando il tempo!» dice lui.
Continuando i battibecchi, le ragazze che facevano parte del gruppo continuano a scambiarsi consigli estasiate ed eccitate per le nuove scoperte.
Fare pompini ad un ragazzo cesso e ingoiarne tutto lo sperma per indursi al vomito era la via più sicura per dimagrire.
Lo slogan era: “Più è lungo più si è soddisfatti”. Oppure: “Più è denso più riempie”.
«Pochi minuti ancora…» dice Noemi.
«Pompini a go go» dice Mano Lesta.
«Pensi che queste vacche grasse dalle cosce a dirigibili possano mai avere dei fidanzati a cui fare le seghe?»
E il microfono è troppo vicino alla sua bocca e il suo tono troppo serio.
Mano Lesta molla la presa sull'aggeggio e la lascia cadere all’indietro, con il sedere ossuto per terra, provocando il classico fischio assordante che precede il classico silenzio accusatorio e imbarazzante.
Le ragazze dalle cosce a dirigibili escono in silenzio, prendendo con loro le buste omaggio intenzionate a vomitare e a patire la fame.
Lo slogan era: “L’importante è essere belle non essere sane.”
«Marco puoi darmi una mano?» dice Noemi tendendo la mancina in sua direzione.
«Non buttiamola sul drammatico ora.»
Marco è privo di tatto mentre Noemi ha riversato su quel gruppo tutti i suoi ideali.
Uscendo dalla mensa che avevano allestito ore prima per accogliere le ragazze in sovrappeso, Marco dice: «comunque ho detto pompini non seghe.»
Noemi si accende una sigaretta, si mette gli occhiali da sole anche se a giugno piove ancora, per poi aprire l’ombrello lasciando lui fuori dalla copertura dei raggi, come a punirlo per aver interrotto in quel malo modo l’incontro.
«Almeno ora sono più che motivate, quando ero io così grassa non c’era nessuno che mi spronava a perdere la ciccia.» dice lei aspirando il fumo nocivo che accentua le ombre sul suo viso, «la gente è ipocrita, sai? È schifosamente gelosa, non vuole che tu sia bella, preferisce i rotoli di ciccia, così almeno può sentirsi migliore al tuo confronto.»
«Io ti preferivo quando eri Cicciobesa Noemi, la Gotica Grassotica, la Cicciolosica. Eri più simpatica», sorride incamminandosi verso il vicolo lì affianco, sfilando dalla tasca un mazzo di chiavi per giocarci lungo il tragitto.
Noemi fa l’indifferente, rovistando nella borsetta alla ricerca di una caramella da ventidue calorie - non di più - da poter gustare come colazione.
«Ah, comunque non possiamo fare colazione insieme, sono in ritardo per le prove, sai com’è qualcuno non ha un orologio… ricordami di regalartene uno per il tuo compleanno», dice lui salendo in sella alla moto, senza preoccuparsi di asciugare il sellino.
«Questa caramella mi basta fino alle due di oggi pomeriggio, cercherò di non svenire», risponde guardandolo andare via.
Marco ignora la situazione, come sempre. Non è compito suo salvare le persone. 
Lui glielo ha detto un giorno, di voler essere il suo fidanzato, ma lei alla sua dichiarazione d'amore gli ha tirato uno schiaffo.
Le aveva detto: «Ogni notte, prima di addormentarmi, mi faccio una sega pensando a te.»
E lui pensava che non ci fosse dichiarazione migliore di quella, perché a dire "ti amo" proprio non ne aveva il coraggio.




 
 
 
  
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