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Autore: Elgas    14/04/2019    15 recensioni
[Primo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC:ReMind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
***
1. Luxord.
Al contrario il dubbio sorgeva nell’impossibilità di comprendere, minando ogni convinzione,
base, regola.[...] Una partita a scacchi, un’innocente partita a scacchi, si tramutò all’improvviso
in una chimera; quell’uomo l’incarnazione stessa del dubbio.
2. Aqua
Il cuore sussultò… e questa volta fu il terrore; l’assalì, violento e improvviso come una tempesta;
trafisse corpo e mente distruggendo ogni speranza, ogni luce.
3. Luxord
Un coltello, il bagliore della lama, l’odore metallico; un rosso scarlatto a dipingerne il palmo e la
sabbia sottostante. Rimase indifferente Le Vaar, fissando quasi divertito il taglio appena procuratosi.
4. Axel
La coscienza ribollì gettandogli in faccia l’amara e cruda verità. Ventus ne era stata la semplice anticipazione,
niente di più e niente di meno.
5. Luxu
《 [...] Ognuno rappresentava... quelli che nel mio Mondo si definivano peccati capitali; Aced...Accidia, Ava…
Avarizia, Gula… Gola, Invi… Invidia, Ira… beh questo è rimasto invariato! Infine tu… Lussuria. Ora rispondimi...
sei mai affogato nel tuo peccato,
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Aqua, Axel, Luxord, Xigbar
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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5. Beyond the Pandemonium



Tutto era esattamente al posto giusto.
Ogni azione, ogni pensiero, erano stati ponderati al conseguimento di quel momento; i legami
erano stati recisi, innumerevoli vite erano state spezzate, infinite volte il sangue aveva sporcato
le “sue” mani. Ciò appariva un’inezia di fronte alla necessità di Selezionare, ancora e ancora.
La Black Box ribolliva, lo avvertiva nel sangue via via più caldo, giacché essa era diventata in tre
millenni parte del suo io, ribolliva in attesa di essere aperta. La Selezione Finale si era conclusa,
tutto era esattamente al suo posto, o semplicemente come l’aveva sempre immaginato e sognato.
Un branco di lupi pronti a sbranare il cervo, pensò quando il centro del Cimitero dei Keyblade apparve
all’orizzonte. L’antico dedalo evocato da Xehanort era tornato sotto la fredda terra; gli eroi della
Luce avevano fatto ritorno ai Mondi d’origine. Adesso vi era solo la scatola, nera con le inconfondibili
decorazioni vermiglie, riemersa dopo il lungo sonno e circondata da coloro che ne erano i creatori
e legittimi proprietari; i Fyrir, splendidi e letali come sempre. Questo duplice aspetto lo affascinava
da sempre, poiché ben sapeva quali orrori essi affrontavano.

Un altro dei motivi che spinse il Maestro a partire...

« Oh! Il nostro eroe è riemerso dal burrone! Coraggio, un bel applauso! »
Dalla distruzione di Auropoli gli aveva incrociati saltuariamente, ma fra tutti e sette Mephisto
spiccava per l’eccentricità; l’uomo, o meglio il demone dalle sembianze umane, sedeva a gambe
incrociate sulla Black Box, vestiti di abiti bizzarri; la parte superiore di un kimono lasciava
intravvedere il fisico magro; pantaloni in pelle risaltavano le gambe, mentre stivali di un rosa
vivo aggiungevano centimetri alla già non indifferente altezza.
« Mi sarei aspettato di vedervi tutti. Amaimon rilegato al Sotto… Winry a guardia della Fen.ce.,
ma Askin e Kugo? », chiese spostando l’attenzione verso il resto dei presenti.
Lucifer, il fratello maggiore di Mephisto, osservava la distesa di Chiavi tutt’attorno, Edward si
limitava a lanciare occhiate al demone sopra la scatola. Fu ancora quest’ultimo a parlare, quasi
fosse il portavoce.
« Partiti a recuperare alcuni tuoi ex-colleghi. Purtroppo a causa di un recente furto, solo uno
potrà risvegliarsi e assaporare la “gioia” del ricordare… non sei felice? »
Un senso d’irritazione gli punse la gola. Xehanort, il suo ruolo nel piano dell’anziano Maestro,
l’Organizzazione, i membri speciali,… in meno di un giorno quella lunga parentesi appariva
inutile, distante anni luce. Un libro letto e riposto in cima alla libreria; l’ennesimo a cui non
avrebbe più prestato attenzione.
« Buon per lui, ma veniamo al dunque… in fondo siamo qui per questo. »
« Ah… sei proprio un ingordo », commentò malizioso Mephisto facendosi avanti, « vuoi tutto e
subito… tale e quel al tuo adorato Maestro. La-tanto-bramata-immortalità, la vera immortalità,
una giusta ricompensa per il tuo operato; senza voi due ci sarebbe voluto più... tempo. Inoltre,
grazie a essa, non dovrai più perpetrare l’esistenza cambiando carcassa, eh Luxu? »
Il nome. Il suo vero nome. Risentirlo fu liberatorio oltre ogni immaginazione. Le ultime tracce
dell’uomo che era stato Braig e poi il Nobody Xigbar, scivolarono via, come polvere rimasta
attaccata alla veste.
Luxu sorrise e si tolse il cappuccio, riassaporando la luce del sole come fosse la prima volta.
« Non sentivo quel nome da tanto tempo, pronunciato da un demone poi… » (0)
« Ehi! L’ultima volta eri un vecchietto raggrinzito! Del resto è stato quando? Cent’anni fa? »,
esclamò Mephisto assottigliando lo sguardo « Però… come dimenticarlo? Grazie a te abbiamo
assistito a eventi incredibili! Il Maestro fu bravo, bravissimo a preparare lo scenario di partenza;
sei apprendisti, cinque a guida di Unioni formate da Maestri e Prescelti del Keyblade, allo “scopo”
di proteggere Kingdom Hearts e... ogni cosa concernente questo universo. Ma... gli uomini non
cambiano, il loro cuore si corrompe facilmente, divorato dalla cupidigia, dal dubbio, dall’egoismo.
La Guerra che scaturì fu meravigliosa! Udire così tante voci disperarsi, percepire migliaia di vite
spegnersi, osservare quest’universo collassare su stesso… fu veramente magnifico! Certo, ci
mettemmo un po’ a rattopparlo, a definirne nuovi limiti. Nel frattempo tu, intrufolandoti nei
Denti di Leoni, l’Unione rimasta in disparte per non far morire la “ Luce ”, desti inizio alla Seconda
Parte della Guerra. I Leoni finirono per sbranarsi l’uno con l’altro; la loro rabbia, la loro disperazione
finì per attrarre la Vera Oscurità. Fu uno spettacolo davvero eccitante, almeno per noi, eh fratello? »,
concluse rivolgendosi a Lucifer.
L’altro rimase impassibile, infine, quasi il richiamo l’avesse raggiunto sulla cima di una montagna,
si volse e parlò. La voce calma e riflessiva ben si accostava con l’elegante divisa bianca, decorata
con bottoni d’oro.
« Distorcere la verità è facile, Samael. Qui si fecero molti discorsi, si credette a molte cose. Nei
millenni sorsero castelli di carte, infiniti castelli di carte; leggende, miti, in grado di dare un senso
a eventi persi nel tempo. In verità ogni mossa fu attuata, incosciente o meno, con un unico scopo;
un verbo conosciuto bene dal Maestro e Luxu, poiché soltanto a loro abbiamo concesso di sapere
la verità. Selezionare, ancora e ancora. Selezionare, come si fa con le piante in una serra. » (1)
Luxu aveva ascoltato mantenendo un certo contegno, memore di uno degli ultimi insegnamenti
del Maestro; mai interrompere un Fyrir, specie senza una valida ragione. Entrambi i discorsi però,
fecero serpeggiare l’irritazione. Non derivante da un senso di pentimento; giacché era stato facile,
incredibilmente facile, ingannare, tradire, uccidere... infinite volte, in un loop senza fine. No…
essa nasceva dalla consapevolezza di essere ancora lì, incatenato a un universo piccolo e
insignificante.

Io… ho agito per rendervi orgoglioso, Maestro. Ho agito consapevole che questo giorno sarebbe
giunto. Ho agito... nel desiderio di raggiungervi, di ammirare insieme la vastità della Vera Oscurità
e la follia che ne deriva. Dopo tremila anni… voglio soltanto…


Con quell’ultimo pensiero la voce fuoriuscì, piena di cocente attesa e nervosismo;
« Non sono venuto per rivangare il passato. Come il Maestro, mi sono adoperato affinché le
giuste Chiavi, i giusti Prescelti, si manifestassero. È tempo di voltare pagina. »
Forse fu il tono o forse per aver allargato le braccia… di fatto quei semplici gesti richiamarono
l’attenzione dei demoni. Lucifer si portò affianco al fratello, senza staccare gli occhi da lui.
« E ti siamo grati per questo. Anche con Xehanort hai fatto un lavoro impeccabile », disse con
un lieve inchino.
« Uhm… voltare pagina? Perché mai? », fece eco Mephisto poggiandosi sopra la spalla del
maggiore, « Prima di svelare la sorpresa, godiamoci il finale di questo capitolo. Cosa ne pensi,
Lucifer? »
« Uhm… perché no? Quest’ultima “carcassa” è molto interessante. »
« Mi hai letto nel pensiero. Allora Luxu… ottenerai l’immortalità, raggiungerai il Maestro… ma
prima dovrai farci un ultimo favore. »
Entrambi condividevano lo stesso colore degli occhi; iridi verdi simili a un predatore notturno,
più luminose rispetto agli altri Fyrir. Ora quelle iridi lo fissavano, lo scrutavano alla ricerca di
qualcosa. Luxu avvertì il corpo irrigidirsi, la sicurezza trasformarsi in timore.
« Di... cosa si tratta? »
La domanda fuoriuscì di quasi riflesso; un preludio, un’ultima difesa al caos.
« Vedi, siamo molto incuriositi dal tuo ultimo corpo… vorremo assaggiarlo… »
All’improvviso Mephisto era lì, a pochi centimetri, il respiro a lambirgli il collo, l’orecchio, come
le fauci di un lupo. Due lupi. Poteva avvertire il fiato di Lucifer sotto l’attaccatura dei capelli.
« Correggiti Samael… vogliamo assaggiarlo. Vedi Luxu, è così che noi due combattiamo la noia. »
La verità aveva un sapore amaro, specie quando la trappola scattava violenta, senza lasciar
possibilità di fuga.
« Ehi… no aspettate… »
Mephisto gli sfiorò il mento e tanto bastò per far morire ogni parola, per ritrovarsi specchiato
nei suoi occhi e percepire con maggior intensità la vicinanza dei demoni, il calore dei corpi. Non
c’era scampo; la preda non poteva sottrarsi alle bestie affamate.
« Il tuo Maestro è una vecchia volpe », sussurrò tormentargli di nuovo l’orecchio, « prima di
partire mi raccontò un curioso aneddoto; l’origine dei nomi donati ai suoi apprendisti. Ognuno
rappresentava... quelli che nel mio Mondo si definivano peccati capitali; Aced...Accidia, Ava…
Avarizia, Gula… Gola, Invi… Invidia, Ira… beh questo è rimasto invariato! Infine tu… Lussuria.
Ora rispondimi... sei mai affogato nel tuo peccato, Luxu? » (2)
I respiri si chiusero sopra la pelle, sopra il lembo lasciato scoperto dall’abito nero. Labbra sottili,
voraci, percorrevano pazienti ogni centimetro del collo. L’iniziale tepore divenne calore; un
calore profondo… qualcosa che la mente di Luxu non aveva mai assaporato, ma di cui il corpo,
il corpo di Braig, sembrava alla disperata ricerca. Nella confusione si mosse impacciato, tentando
di sottrarsi, serrando l’unico occhio, col risultato di aumentare la strana sensazione.
« Davvero?! », esclamò Mephisto trattenendo una risata, « Nonostante l’età, nonostante tu abbia
ucciso impossessandoti di centinaia di corpi e ricordi, non hai mai…! Puff! L’anima di un ragazzo
nel corpo di un uomo… immagino sarà molto più divertente toccarti. »
Era vero. Nel perpetrare l’esistenza non aveva mai sentito il bisogno di approfondire certe dinamiche;
il ragazzo nel corpo di un uomo aveva vissuto con un solo obiettivo, senza mai guardarsi attorno.
E ora eccolo lì, in balia di una tempesta troppo grande, invaso da un piacere malsano che scuoteva
le membra, distruggeva ogni pensiero, ogni logica. Non esisteva più nulla, in pochi attimi la realtà
divenne lontana, avvolta da uno spesso strato di ovatta; determinazione, sogni, ambizioni, tutto
ridotto a un semplice e imbarazzante dilemma; lasciarsi andare o salvaguardare un minimo di
dignità opponendo una simbolica resistenza.
Li percepì appena; il rumore della cerniera, l’aria lambire il busto…
Le percepì chiaramente; mani, mani a sfiorare il petto, la schiena, l’addome…
« La vuoi, Luxu? L’adorata immortalità…? »
« Certo. È qui per questo… vero Luxu? Coraggio Sameal… facciamogli assaporare il piacere della
carne. »
« Non tutto, se mangi in fretta rischi l’indigestione. Per ora… ne assaggerà una fetta. »
Sensuali erano i respiri contro la pelle; inebrianti le carezze, lo sfioravano regalandogli brividi
caldi, mentre altre esploravano i pantaloni, là dove il calore si stava concentrando. Il dubbio svanì
appena le dita superarono il tessuto dei boxer, davanti e dietro. Un brivido bollente, più intenso di
qualsiasi altro, risalì la spina dorsale inebriando il cervello. Schiuse le labbra, Luxu, stupendosi di
quanto il respiro fosse corto, soffocato da un piacere sconosciuto.
« S-sì… la voglio… ah…! »
« Interessante... il suono della tua voce. Mi piace... coraggio Luxu...gemi di più. »
« Ehi voi due…! »
Edward. Si era completamente dimenticato di lui. Riuscì a scorgerlo in piedi di fronte a loro; li
scrutava irritato, la Black Box tenuta salda per una maniglia.
« Vuoi unirti alla festa Ed? », domandò Mephisto girandosi.
« Ripetilo e questa è la volta buona che ti brucio la coda! Uff! Mentre... finite, comincio ad aprirla. »
« La tua lealtà verso Wirny mi dà il voltastomaco. In compenso non sei tedioso come gli altri due,
devoti a un ricordo. Però no! Prima di rompere l’uovo ne suggerisco un uso più pratico! »
Pochi secondi e Luxu venne spinto in basso, ritrovandosi seduto sul grosso baule.
Gli oggetti scuri attirano i raggi del sole; ma la superficie del baule non era solo calda, ribolliva,
come se una bestia si stesse agitando in attesa di essere liberata. Anche il suo sangue cominciò a
ribollire, più forte, giacché i demoni non persero tempo e tornarono a circondarlo.
L’unica intrusione fu ancora Edward che sospirò rassegnato.
« Ricordatevi di pulirla. »
« Le tue creazioni sono in buone mani! Nel frattempo, potresti sistemare le mosche lassù? »
« Uhm? Sono ancora lì…? Beh… i guardoni non piacciono neanche a me. »
Luxu lo intravvide mentre spariva, lasciando dietro di sé un guizzo di polvere.
« Ehi… non ti distrarre. »
Di nuovo le mani tornarono ad accarezzarlo.
Di nuovo fu lì, in balia di un piacere via via più intenso, così inebriante da non fargli desiderare altro.
Ogni tanto udiva i fratelli scambiarsi battute, altre volte, quando i respiri invadevano l’orecchio,
gli sembrava di sentirsi chiamare. Nei gemiti via via più corti, calore e umido andavano mischiandosi;
nel buio il calore si ammassò nel basso ventre, dove i demoni lo sfioravano con maggior intensità.
In brivido più forte il piacere raggiunse l’apice, lasciando dietro di sé un’indescrivibile leggerezza.

-.-.-.-.-

Pete era un codardo e non si faceva problemi ad ammetterlo, quanto meno a se stesso.
Le rare volte in cui aveva affrontato gli eroi dei Keyblade o Mickey, l’eterna nemesi, si contavano
sulle dita di una mano e in ogni caso, appena la situazione volgeva a sfavore, sgattaiolava via
quale il gatto che era. In quei frangenti la paura la faceva da padrone; la paura di essere ferito,
catturato, di non poter tornare da Malefica.
Ora però non era la paura a scuotere le flaccide membra; essa non penetrava le ossa, non
stritolava le viscere, non paralizzava il pensiero. No… quello era terrore, il terrore di morire, di
essere divorato. Eppure il moccioso comparso all’improvviso, doveva avere qualche anno più di
Sora, nonostante fosse decisamente più alto. Malefica al contrario appariva imperturbabile;
s’ergeva poco distante, frapponendosi fra lui e il nuovo arrivato. Rimaneva vigile, studiandolo
attentamente, lo scettro ben saldo fra le mani. L’altro li osservava quasi svogliato, per nulla
intimorito dalla potente strega.
« Si direbbe che il tesoro sia stato rivelato… ma a quanto pare, siamo arrivati tardi », esordì lei
rompendo il silenzio.
« Uhm… avete distolto l’attenzione non appena la situazione si è fatta più piccante. Comprendo
appieno il vostro imbarazzo, però... essere curiosi a volte fa male. Volevate… spiare il contenuto
della Black Box? »
« Ho sentito che all’interno vi è contenuto un Libro delle Profezie », rispose concisa Malefica.
« Davvero? Xehanort vi ricercava la Speranza; auspicava di ottenere risposte più precise circa la
Guerra dei Keyblade. E tu… sei sicura contenga un Libro dello Profezie, risalente a quel primo,
temibile conflitto. Luxu ha fatto davvero un ottimo lavoro, del resto alterare la verità è sempre
facile in qualunque universo. Comunque no… anche nell’ipotesi foste riusciti a impossessarvene,
aprirla è impossibile per voi. »
« Interessante… sei molto sicuro di te, ragazzo. »
« ...Ho tutte le ragioni per esserlo. »
Si scostò di lato, lo sconosciuto, fino a incrociare il suo sguardo.
« Ehi… il tuo sottoposto sembra terrorizzato… »
Pete non riuscì a muovere un muscolo; avvertì il sangue gelarsi, il terrore scavare vorace l’anima.
Nel tono del giovane qualcosa era cambiato; si era fatto basso, indecifrato, simile a uno spettro
pronto a ghermirti in una notte senza luna. A quel punto non gli importò nulla di nulla; al diavolo
la scatola, al diavolo quelle “ rivelazioni ”vere o false che fossero; Pete desiderava solo fuggire.
« Datti un contegno, Pete! », esclamò la strega battendo con forza il bastone.
« P-Perdonami Malefica…! M-ma... forse faremo meglio a-ad andarcene… »
« Ti chiami Pete? Uhm… no... non è abbastanza. Nessuno dei due l’ha mai assaggiato. Ah… come
dice il proverbio? La curiosità uccide il gatto. »
Dapprima fu il rumore di ossa, poi il rumore della carne.
In un battito di ciglia Malefica elevò un muro di fiamme verdi aprendo un Varco Oscuro alla sua
destra. Pete vide la salvezza, ma nello stesso istante qualcosa attraverso le fiamme ed egli comprese
cosa fosse il terrore, il vero terrore.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

La coscienza riaffiorò lenta, una piccola boa nel mare profondo creato dal piacere.
Luxu si ritrovò seduto a terra, la schiena nuda poggiata al freddo metallo di un Keyblade, il
soprabito trasformato in coperta.
« Guten Tag, mia bella addormentata…! »
In un lieve imbarazzo incrociò i suoi occhi. Mephisto lo fissava divertito sopra la Black Box, nella
stessa posizione in cui l’aveva incontrato. Affianco, Edward si stava adoperando alla base della
serratura, mentre Lucifer era inginocchiato dall’altro lato, silenzioso.
Ticchettii invadevano l’aria, aguzzando la vista notò i particolari guanti indossati dal ragazzo;
il tessuto formato da una rete di esagoni metallici; lungo ogni dito complessi e microscopici
ingranaggi si muovano a ritmo costante, terminando sulla punta in elaborati strumenti di
precisione; cacciativi, pinzette, oliatori, lime e altri che non riuscì a identificare. Si muovevano
veloci, senza esitazione, quasi stessero scavando nella serratura.
La curiosità fece capolino, facendogli accantonare le strane sensazioni scaturite dal tocco dei
demoni. La Black Box stava per essere aperta.
« Quelli che vedi Luxu, sono Tools », si premurò di spiegare Mephisto indicando verso il basso,
« ogni Fyrir Smiða possiede il proprio set e grazie a essi riesce a forgiare armi e oggetti unici e
potenti. Più una creazione è complessa, più tempo occorre. Non ricordo Ed… quando tempo ci
mettesti per creare questa meraviglia? »
« … Un anno e diciassette giorni », rispose lui schietto, non gradendo il fatto che l’altro si fosse
nuovamente accomodato sul baule.
In quella scena di apparente calma, Luxu ricordò. Rivide lo studio del Maestro, colmo di tomi,
pergamene, pozioni, disordinato ed esuberante come il proprietario; rivide la luce calda di
Auropoli filtrare dalle alte vetrate; riconobbe la montagna di libri da cui il Maestro, col solito fare
giocoso e sprezzante, aveva tirato fuori la Black Box. Ricordò le raccomandazioni a quel che in
seguito divenne uno dei loro ultimi incontri. Ma adesso, osservando la perizia con cui Edward
muoveva i complessi strumenti, dubitò che si potesse anche solo sfiorare la serratura, per chi non
era un Fyrir. Il Maestro... l’aveva protetto ancora una volta, cancellando sul nascere ogni curiosità
riguardo la reale forma del contenuto. Toccando la serratura probabilmente sarebbe scattata una
trappola o un potente anatema in grado di far precipitare il profanatore in chissà quali orrori.
« Ehi Mephisto… hai letto la scritta? »
La voce del ragazzo risuonò bassa, macchiata da una nota di scherno. Il demone si porse in avanti,
a lungo fissò l’incisione al centro del coperchio, incastonata al centro di un rilievo simile a un rubino;
poi... rise. Mai risata risuonò più folle; mai luce più divertita brillò in negli occhi verdi; occhi in
grado di ammaliare e di far scorrere l’inquietudine. La sentì strisciare lungo la piatta superficie
del Keyblade e avvolgersi come una serpe attorno alla spina dorsale. In un misto di angoscia e
curiosità, combatté contro l’impulso di abbassare il capo… poi Mephisto si girò, incatenando lo
sguardo al suo.
« Xsuper. Eccolo qui dunque… il primo peccato, la superbia, il più mortale di tutti. Noi Fyrir...
siamo questo in fondo. Demoni macchiati di superbia. Ah! Non poteva scegliere nome più
azzeccato, il tuo adorato Maestro. Sai Luxu, in un’antica lingua chiamata norreno Fyrir si traduce
come primo, superiore, superiore a. Noi… fummo i primi ad assaggiare la distruzione portata dai
Hwergh. Perdemmo tutto , molto… molto tempo fa, ma in compenso diventammo gli unici in grado
di ammazzarli, di epurare la Vera Oscurità.»
Fu allora, come nel più oscuro dei rituali, che la Black Box venne aperta. Luxu lo percepì; l’aria
diventar più fredda, malsana, infettata da un miasma che trascendeva ogni comprensione.

- E un’altra cosa. Non dovrai mai, MAI, aprirla. -
- Però, visto la missione che mi attende, credo sia giusto conoscerne il contenuto... -
- Quanto insiti…! E va bene, te lo dirò…! Ricorda è un segreto fra noi due! In ogni caso… non dovrai mai
aprirla! Per nessun motivo! -
- Lo prometto, Maestro. -
- … Contiene pezzetti di anime. -
- Cosa? Pe-Perché?! -
- Oh lo vedrai Luxu... lo vedrai. - (3)


I Fyrir erano lì, chi seduto chi in piedi, a fissare il contenuto. Lupi famelici in attesa di sbranare
la preda. In quell’atmosfera Mephisto si premurò di continuare la forbita spiegazione.
« Possiamo fare molte cose... anche strapparci pezzi dell’anima. Li chiamammo Shrapenls
e li sigillammo in una Scatola. In tre millenni essi lievitarono come il pane, intrecciandosi a
questo piccolo universo, cosicché una volta aperta… sarebbe stato più facile condividerli coi
giusti Prescelti. Questo è l’unico modo che hanno per sopravvivere agli orrori dell’Oltre. Anche
il Maestro legò con uno di noi poco prima di partire. »
« Quanto parli...! », esclamò Edward, « Fra te e Askin siete nauseanti…! »
« ...Almeno ci completiamo », commentò Lucifer, « in sette raggiungiamo il perfetto equilibrio.
Adesso forza, gustiamoci questi dolci. »
Globi ribollenti di melma nera come la pece. Globi al cui centro s’intravvedeva un fievole bagliore.
I lupi si cibarono, ognuno del proprio, voraci, tanto che Luxu non comprese più chi fosse l’uomo e
chi il demone. Il tempo parve dilatarsi e all’improvviso Mephisto gli fu sopra; il fiato a lambirgli le
labbra; gli occhi socchiusi colmi di sensualità, la stessa riservata in quei momenti d’intenso
appagamento.
« Noi… saremo tutto ciò che vorrete; maestri, amici… amanti. Ma prima di tutto, siamo i pastori
che guideranno le pecorelle attraverso la buia foresta…! E guarda caso… » (4)
La frase morì, soffocata nella sua bocca. Fu un bacio sporco, giacché il demone ne ricercò famelico
la lingua, il respiro macchiato di un retrogusto amaro; violento, poiché gli ghermì i polsi e lo
spinse, facendo aderire la schiena al freddo metallo; oltremodo eccitante, a causa del piacere che
sopraggiunse in fretta, bloccando ogni pensiero e cancellando ogni paura.
La conclusione giunse poco dopo in un sospiro estasiato contro il collo;
« Ho già scelto la mia. »
E Luxu l’avvertì; le catene avevano iniziato a spezzarsi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Cos’è? -
- Una Wild Card… te la sei guadagnata. Conservala… ribalterà la situazione nel momento di maggior
pericolo. -
- … Giocheremo di nuovo, quando tornerai Qualcuno. -
- Mi farebbe davvero piacere, Sora. -
(5)

Kairi è salva. Il resto non ha importanza… non ha importanza…

Un pensiero ripetuto all’infinito. Baluardo contro l’assurdità di quel Mondo.
Kairi era salva grazie al Potere del Risveglio. Era riuscito a raggiungerla, a recuperarne il cuore e il
corpo spezzati da Xehanort. Aveva intrecciato le mani con le sue Sora, consegnando la Wild Card,
il dono ricevuto da Luxord. Grazie a essa, Kairi aveva ribaltato la sua situazione riuscendo a far
ritorno alle Isole del Destino. Ne ricordava il sorriso, il tepore di quel lieve tocco prima di sparire.

Dovrò ringraziare Luxord appena lo vedo...

Altre parole in grado di mantenere la mente salda in quel Mondo fuori dall’ordinario. Non
possedeva le particolari e contorte strutture di End of World o il cielo limpido del Final World (6);
lì, la terra era brulla, vuota e senza vita; montagne altissime s’elevavano circondando la valle in
cui era stato catapultato; sia il suolo sia la nuda roccia erano di un verde compatto, lucido in
alcuni punti, in grado di donare ai rilievi aguzzi un’aura spettrale. Vi erano riflessi, specie in
cima ai picchi più alti, il che rendeva il tutto ancora più inquietante data la totale assenza di Luce.
Le cime saettavano contro un cielo nero, puntellato qua e là da masse simili a nebulose, di un
ribollente colore violaceo.
Per quale motivo era finito lì? Forse si trattava della punizione inferta a chi abusava del Potere del
Risveglio? Rimare integri ma confinati in un Mondo assurdo?
Camminava, tormentato da continui sussurri. Provenivano dal cielo, ne aveva avuto la certezza
quando si era fermato la prima volta a osservarlo. Con le mani premute sulle orecchie, alzava
il capo lo stretto necessario, in modo da orientarsi e raggiungere la meta; lontano infatti, a
illuminare un gruppo di rilievi più bassi, poteva scorgere un bagliore azzurro di natura artificiale.
Un faro in mezzo al deserto, l’unica speranza di incontrare qualcuno.
Camminava Sora, il passo svelto, vigile sul respiro a causa dei polmoni contaminati da un’aria
rarefatta e fredda. Camminava cercando di allontanare quei sussurri; voci incomprensibili,
portatrici di parole sconosciute, scaturite da chissà quale abisso, sussurri che diventavano
sempre più pressanti, quasi il loro scopo fosse scavargli l’anima.

Kairi è salva… Riku, Donald, Goffy, Mickey… Aqua e Ven… e tutti gli altri… tutti sono salvi… io tornerò...in
qualche modo tornerò…


Un rumore assordante ruppe il pensiero.
E rimase solo la paura.
Da uno squarcio nel cielo, in corrispondenza di una nebulosa, emerse qualcosa che trascendeva
ogni comprensione. Un gigantesco verme, gelatinoso e trasparente, all’interno organi luminescenti
di forma e natura sconosciuti, e occhi, centinaia di occhi rossi. Non appena l’essere si divincolò
dal passaggio, lo fissò.. con tutte quelle orbite color sangue, quasi l’avesse fiutato.
I sussurri divennero voci abominevoli.
Sora non urlò, paralizzato da un terrore inimmaginabile; riuscì soltanto a raggomitolarsi serrando
gli occhi, e a pregare, pregare affinché l’incubo finisse. Nel buio avvertiva l’enorme massa superar
le montagne divorandone i picchi come fossero burro.
Presto l’avrebbe raggiunto…
Questa… era la fine? Davvero dopo tante difficoltà, battaglie, dopo tutti quei cuori trovati e
liberati lui… lui…
Un boato squarciò l’aria e questa volta fu il dolore a scuoterne l’immensa mole. Lo sentì cadere,
sfracellandosi sul fianco di un rilievo, morente. Solo a quel punto trovò la forza di guardare.
Il verme era stato trapassato da parte a parte nel punto più vicino, in corrispondenza di testa e
bocca; la massa gelatinosa ribolliva a causa di un grande calore. Fu allora che la vide. Distante una
ventina di metri, a frapporsi tra lui e il mostro. Una moto; il metallo simile a quello visto in Space
Paranoids (7) dove luci al neon andavano a delineare la forma elegante; il muso abbassato mentre
all’altra estremità due motori quadrati emettevano una fiamma bluastra. Alla guida, una ragazza
reggeva un bazooka ancora fumante.
« Fiuff! Ci è mancato poco…! Tutto okay laggiù? », e con poche agili manovre portò il veicolo al
suo fianco.
Sora la osservò a lungo, senza riuscire a biascicare una sillaba; la gola era diventata secca e
nell’aria avvertiva un odore acre di urina. Confusione, terrore e imbarazzo… poi lo sguardo
ricadde sul viso dell’altra, sui lunghi capelli biondi raccolti in una coda, sugli occhi blu...
Luce in mezzo all'Oscurità.
« Ehi! Come ti chiami ? »
« P-piacere… mi… mi chiamo Sora. Gra-grazie per avermi salvato… ah… perdonami se sono
ridotto… così… io… »
« Non preoccuparti…! Benvenuto nei Confini Imperituri! Io sono Winry Rockbell. È un’onore
conoscerti, Sora! Coraggio, salta su! Ci vuole un pochino per arrivare a casa, ma almeno potrai
darti una sistemata e rinfocillarti…! »
E fu Speranza.
Non pose ulteriori domande. Salì a bordo, posizionandosi dietro di lei, le braccia strette attorno
alla vita. Il rombo dei motori lo accompagnò per un breve tratto. Crollò in un sonno profondo.
In esso la mente lavò via ogni affanno e il corpo ritrovò la pace.



Continua in;

II. Awake and Alive



(0) La prima parte della frase è tratta dal videogioco, filmato finale di Kh3.

(1) Avevo accennato che gli Eventi di UnionX, Back Over e in generale di tutta la Saga sarebbero
stati più asciutti e semplificati nel loro svisceramento. Ecco!
Le parole di Lucifer indicano il compito assegnato a Luxu e al Maestro dei Maestri, ovvero l’uomo
che creò il primo Keyblade, ovvero No Name ( l’Innominata in italiano ), su immagine
dell’X-Blade. La No Name è lo stesso Keyblade ereditato molto in seguito ( in questo caso
circa 3000 anni ), da Xehanort dopo l’esame per diventare Maestro.
Rispetto al finale di KH3, i Veggenti, ovvero gli apprendisti del Maestr a guida delle Unioni, non
vengono evocati da Luxu, ma sono deceduti durante la Prima Guerra dei Keyblade.
L’aspetto di Luxu/Braig/Xigbar è relativo al filmato finale di KH3.

Ps. Samael è il vero nome di Mephisto, ovvero quello che in Blue Exorcist è conosciuto come il
secondo Re di Gehenna, il Re del Tempo. Accennato nel Capitolo 4.

(2) In questo caso si fa riferimento alla lingua italiana per il parallelo dei nomi coi relativi peccati.

(3) Dialogo tratto e leggermente modificato dal cortometraggio Kingdom Hearts X Back Cover.

(4) Il termine pastore viene tradotto in italiano, ma fa comunque rifermento alla paranomasia tra
le parole inglesi Shepherds e Shrapenls.

(5) Dialogo finale tra Luxord e Sora al Cimitero dei Keyblade. La versione è stata leggermente
modificata rispetto all’originale in italiano; purtroppo la traduzione dei termine inglesi non è…
stata sempre corretta.

(6) End of World ( Mondo finale di Kingdom Hearts 1 )
Mondo dominato dall'oscurità e abitato esclusivamente da Heartless. Costituito da ciò che rimane
dei mondi precedentemente inghiottiti dall'Oscurità.

Final World ( Dimensione in Kingdom Hearts 3 )
https://khwita.fandom.com/it/wiki/Mondo_Finale

(7) Space Paranoids
Mondo presente in Kh2 e Kh DDD, tratto dal lungometraggio Tron e Tron Legacy.



Breve Glossario
( a partire dal Secondo Atto esso diventerà più completo ):

• Fen.c.e.
( Inglese; paranomasia tra Fen_Recinto e Fence_Palude )
• Fyrir
( Norreno; tra i vari significati vi sono primo, superiore, superiore a )
Divisioni rivelate:
a) Smiða
( Norreno; Forgiare… usata ancora adesso nell’islandese )
• Hwergh
( Indoeuropeo; stritolare, strangolare )
• Shrapenls
( Inglese; _schegge; paronomasia con Shepherds_Pastori )





Angolo Autrice:

BONUS CONOSCENZE

a) « Guten Tag, mia bella addormentata…! »

Mephisto ama arricchire il proprio vocabolario col tedesco. Inoltre nel Manga Blue Exorcist ogni tecnica è enunciata in questa lingua. Guten Tag significa Buongiorno.

b) « Quelli che vedi Luxu, sono i Tools », si premurò di spiegare Mephisto indicando verso il basso, « ogni Fyrir Smiða possiede il proprio set

Da giocatrice di Giochi di Ruolo non potevo citare Tools e Set. La prima inoltre la trovo molto più precisa rispetto a utensili.

c) « […] Noi… fummo i primi ad assaggiare la distruzione dei Hwergh. Perdemmo tutto, molto… molto tempo fa. Ma in compenso diventammo gli unici in grado di ammazzarli, di epurare la Vera Oscurità. »

Con perdere tutto s’intendono anche le abilità e capacità tipiche dei relativi Mondi.
Quindi sì, Mephisto e fratelli non sono più i Re di Gehenna, Kugo e Askin non sono più Shinigami ( in Ikiru Riyu il mio finale alternativo di Bleach, il Quincy sopravvive e… accadono robe ), Ed non è un’alchimista… ecc ecc.

BONUS HEIGHTS

KH CHARACTERS HEIGHTS

Sora → 165 cm ( in Kh2 Nomura confermò che l’altezza di Sora fosse 160 cm )
Riku → 182 cm
Aqua → 179 cm ( Altezza misurata facendo un paragone con Riku in quest’immagine; )
https://www.ordinaryreviews.com/2019/02/08/kingdom-hearts-3-keyblade-graveyard-skein-of-severance-walkthrough/
Luxord → 202 cm ( tolto il rialzo degli stivali )
Xigbar → 199 cm ( tolto il rialzo degli stivali )
Le ultime due sono riferite a un post su Reddit.

FYRIR HEIGHTS

Edward: 172 cm → 217 cm ( prima misura riferita a a questa discussione;
https://www.quora.com/How-tall-is-Edward-Elric-in-Fullmetal-Alchemist )
Amaimon: 168 cm → 211 cm
Askin: 180 cm → 226 cm ( prima altezza relativa alla mia Long Ikiru Riyu )
Kugo: 187 cm → 232 cm
Lucifer: 182 cm → 228 cm ( altezza inventata da me facendo un raffronto con Mephisto )
Mephisto: 195 cm → 239 cm ( sì... costui è diventato più alto di Lexaeus: 235 m )
Winry: 163 cm → 198 cm

I Fyrir sono… più alti rispetto ai protagonisti di Kingdom Hearts. All’incirca si mantengono nella media di alcuni membri dell’Organizzazione come Vexen (220 cm) Xaldin (222 cm) e Lexaeus, ma farli ancora più alti mi pareva troppo esagerato. Perché? Beh alzare di uno sproposito l’altezza dei nemici o comunque di personaggi più forti rispetto ai protagonisti è una cosa tipica delle opere giapponesi; vi veda Ken il Guerriero, il manga Kingdom e in videogiochi quali Sekiro. Anche se questo aumento… verrà spiegato in seguito.

-.-.-.-.-.-

Bene... qui si conclude il Primo Atto. Misteri importantissimi sono venuti alla luce; misteri che ho cercato di collegare al meglio con parti della Saga originale. Anche il compito del Maestro dei Maestri e Luxu è farina del mio sacco, però insomma… detto e fatto senza troppi giri di parole. Una parte “difficile” e in cui non era sicura al 100% riguardava le scene Al Gusto Peperoncino; non che mi risultino complicate da scrivere, ma temevo che far interagire in modo così fisico due personaggi di universi diversi risultasse… strano? Però alla fine sono molto soddisfatta dell’insieme. Questo sarà l’inizio di un nuovo Tag! Il Cross Crack Pairing!

A parte questo, lentamente mi sto discostando dalla Lore di KH, i nemici che attendono i nostri eroi sono ben peggiori di Heartsless, Nobodies ecc ecc. Si tratta della Vera Oscurità e… nell’Oltre le cose saranno molto più semplici a livello di struttura, Regni, ControRegni, Dimensioni parallele ecc ecc. Molto-più-semplice. Il prossimo atto tratterà di risvegli e partenze; Awake and Alive… come la canzone degli Skillet. La saga si svolgerà per atti perché, come vedete, la mole di informazioni, intrecci e personaggi non è indifferente. E non preoccupatevi; nel prossimo atto vedremo di più Askin e Kugo, partiti a recuperare… beh ormai l’avete capito.

Un saluto a tutti,
e in particolare ai miei recensori più appassionati. <3

Elgas

Ps. Spero che le Montagne e il Vermone vi siano piaciuti. Lovecraft verrò spesso in mio spesso in mio soccorso.

   
 
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