Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: iris_white    15/04/2019    1 recensioni
Josefina Mayer è una 17enne goffa e combina guai ma sa accostare queste sue "doti" alla simpatia e alla vita quotidiana.
Odia la filosofia ed Ettore Martino, professore della materia, nonché il vicepreside del liceo.
Cosa succederà se il Prof cadesse? Per Jo andrà tutto liscio o storto?
In una storia piena di guai e comicità come se la caverà la nostra Jo?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Se avessi un euro per tutte le volte che la fortuna ha bussato alla mia porta, a quest'ora avrei cinquanta centesimi.
E niente, quel rimbecillito del prof mi ha messo una nota disciplinare e in tutto questo se non recupero l'insufficienza in filosofia posso scordarmi la Maturità.
Inutile dire che avrebbe potuto fare a meno di prendersela tanto sul personale e risparmiare l'inchiostro per qualcosa di più sensato.
Fisso affranta la foto di Nietzsche sul libro ben sapendo che sarebbe andato per le lunghe lo studio di quel maledetto filosofo il quale non aveva avuto un emerito cazzo da fare e si era messo a scrivere stupidaggini sulla religione e su Dio.
Non voglio di certo denigrare il frutto del suo guadagno ma imparare quello che pensavano altre persone non è qualcosa che fa saltare dalla gioia.
Chiudo il libro sbuffando, non ho proprio testa per ficcare neanche mezza virgola di quello che dovrei sapere entro dopodomani.
Si, mi ha dato anche una scadenza e per questo gli ho augurato di cadere di faccia la prossima volta.

Con la morte nel cuore affronto un altro giorno di scuola ben sapendo di avere meno di ventiquattro ore per studiare tutto quello che non ho studiato per mezzo anno a questa parte.
Noto la sua figura camminare per il corridoio e con un coraggio, che non credevo di possedere, decido di andare a chiedergli gentilmente un altro po' di tempo per studiare.
Mi avvio verso il suo ufficio ed appena mi trovo davanti alla porta busso attendendo di poter entrare «Avanti» abbasso la maniglia e mi faccio forza «Oh, signorina Mayer, quale buon vento la porta qui?» mi avvicino alla scrivania torturandomi le mani con un'ansia crescente in corpo, dov'è finito il mio eroico coraggio che ha spinto i muscoli delle mie gambe a contrarsi e farmi muovere verso l'antro della bestia?!
Mi mordo il labbro alzando gli occhi, si toglie gli occhiali e mi fissa aspettando che apra la bocca per spiccicare parola «Non sono nella posizione di chiedere favori ma ne ho davvero bisogno, mi serve più tempo, lo ammetto! La prego di non fare battutine sul fatto che mi considero il genio della classe ma questa volta dico sul serio, sono una schiappa in filosofia, la prego, mi dia qualche altro giorno...» lo supplico come una perfetta cogliona, mai nella mia vita mi sono umiliata tanto e dal suo sguardo posso intuire che dentro di sé sta godendo, il bastardo...
Lo intuisco da come sorride con quei suoi occhi scuri che mi scrutano dalla testa ai piedi come per verificare che sta succedendo veramente o sta sognando.
Si appoggia sullo schienale della sedia incrociando le braccia «Finalmente ha avuto il coraggio di ammettere che non è una super mente con doti fuori dal comune, sapevo che prima poi sarebbe capitolata...» vorrei tanto lanciargli un Crociatus per godermi le sue urla di dolore e supplicarmi di smetterla, oppure frustarlo fino a quando non diventi un bel arrosticino o meglio ancora, dargli un calcio alle palle che lo faccia nominare tutti i filosofi dalla Grecia antica ad oggi, «Credo che possa bastare prendermi in giro, me li da o no due giorni in più?» domando visibilmente incazzata, gli farei lo sgambetto per fargli slogare anche l'altra caviglia così, tanto per vederlo soffrire come ho sofferto io per due settimane intere chiusa in casa a causa della mega punizione inflitta da mia madre in versione Terminator.
«Perché dovrei? Ha avuto ben sei mesi per studiare la mia materia, adesso che è in difficoltà ed è conscia che non ne potrà uscire viene a chiedere di venirle in contro, non è così che funziona la vita, domani dovrà farsi interrogare! Adesso se ne vada in classe e mi lasci lavorare!» l'astio che covo nei suoi confronti sale a livelli disumani facendomi ansimare come un toro in posizione di attacco «Allora le dico questo: può già mettermi l'impreparato perché domani non mi alzerò nemmeno per sbaglio dalla mia sedia!» detto ciò gli do le spalle ed esco dalla stanza incamminandomi verso l'uscita senza badare agli altri professori «Signorina Mayer! Dove crede di andare?! Torni subito qui!» urla cercando di raggiungermi con scarsi risultati, mi precipito fuori dal cancello facendogli un bel dito medio «Arrivederci, professor Martino!» mi guarda allibito, gli sorrido e me ne vado per la mia strada o per meglio dire, me la svigno in tutta fretta decidendo di andarmene nel mio posto segreto: una caverna scavata nella roccia dal mare.

Mi butto sulla sabbia felice di aver mandato a fanculo quel dittatore da quattro soldi.
Sono fortunata a vivere la maggior parte dell'anno con mio padre, una testa calda come me.
Miki, il mio adorabile papone, è il mio sostenitore numero uno anche quando combino qualche disastro alla Josefina Mayer.
I miei erano troppo giovani quando mi hanno concepito e questo dopo poco tempo li ha portati a divorziare.
Non avendo un lavoro stabile e non avendo una casa, mia madre, Lea, è stata costretta a rinunciare alla mia custodia.
È stata una benedizione, non ci vado molto d'accordo ed il più delle volte finiamo col litigare e non parlarci per settimane.
Tralasciando la situazione familiare, adesso, vorrei essere su di una crociera anche se la mia fobia dell'acqua non mi farebbe star tranquilla neanche mezzo minuto.
Ho sempre avuto paura di nuotare dove non arrivo a toccare e questo perché una volta ho rischiato di affogare se non fosse stato per un ragazzo che si trovava nelle mie vicinanze e che mi ha agguantato per le braccia e mi ha trascinata a riva.
È stato il giorno più brutto della mia vita e ne ho avuto di giorni da cestinare!
«Rischia di essere sospesa, se ne rende conto?!?» la voce di Ettore mi arriva fin troppo chiara e vivida alle mie orecchie per poter essere solo un brutto incubo, mi giro lentamente notando che si trova a due passi da me «Mi ha seguito?» mi alzo togliendo la sabbia dai pantaloni, si passa una mano tra i capelli furente come mai l'avevo visto in cinque anni di liceo.
«Si, con la macchina, se ricorda, ho una caviglia slogata, ma non si faccia venire strane idee in testa, è in grossi guai, signorina! Se il consiglio dei professori voterà per la sospensione, lei può considerarsi bocciata, ha capito? Con questa sua azione sconsiderata ha superato il limite!» mi allontano di qualche passo con la cacarella nelle mutande, in un kilometro di spiaggia ci siamo soltanto lui ed io, beh a Febbraio non c'è tutta questa fantasia di abbronzarsi.
Le mie ghiandole sudoripare non hanno mai lavorato così tanto in vita loro, è una situazione che non so spiegare molto bene poiché è il mio professore di filosofia ad essere di fronte a me e non un ragazzo friendzonato.
L'istinto di scappare è forte ma la parte razionale della mia testa mi rammenta che sono fin troppo fuori dai binari «Lei mi ha causato solo problemi dal primo giorno in cui sono entrato in classe, possibile che non si renda conto che fa solo del male a sé stessa comportandosi in questo modo? Questo comportamento, di solito, me lo aspetto dai ragazzi non dalle ragazze! Sa, lei mi ha deluso molto, mi aspettavo grandi cose da una mente come la sua, lei non odia la filosofia odia me ma non lo ha ancora capito...» le sue doti da attore hollywoodiano, ogni volta mi sconvolgono, ma fa i provini davanti lo specchio? Parla solo? Li prova davanti a venti peluches facendo finta di parlare con studenti? 
È un mistero che nemmeno Adam Kadmon è riuscito a svelare ma ripongo ancora tanta fiducia.
«Prof, ma io non vi odio, so ben distinguere le mie emozioni e credetemi quando dico che mi fa proprio schifo la filosofia, è una materia che non posso digerire e questo mio pensiero non è causato perché ad insegnarla ci siete voi! Non cercate di entrare nella mia mente perché non troverete nulla di utile per i vostri piani» lo taglio in tronco aspettandomi una qualche reazione che però non arriva «Ma io ci sono già entrato, sapere che della bambina che ho salvato non è rimasto niente un po' mi intristisce, ma che si può fare? Le persone cambiano» mi sembra una di quelle puntate di Beautiful in cui non si capisce chi sia la nonna e chi sia la nipote, è la stessa confusione che sto provando in questo momento, ha appena confessato che quel ragazzo era lui, stento a crederci.
Quanti anni ha? 
Io ne avevo una cinquina, lui deve averne avuti molti di più di quanti ne dimostrava realmente «Impossibile, come potete essere certo che quella bambina fossi io?» domando, con lui è meglio tastare ogni micro particella di terreno per essere certi che non stia mentendo come fa ogni volta che vuole rendermi la vita impossibile a scuola.
«Perché dovrei mentire? Ho trentasette anni e ne avevo ventiquattro quando ho deciso di salvare la tua vita» zoppica verso di me e tendendo una mano l'appoggia sulla mia spalla «Signorina Mayer, dovrebbe essere grata di essere viva perché se non ci fossi stato io lì, lei avrebbe potuto non vedere la luce del giorno un'altra volta...» la mia mente non riesce ancora a credere a quello che quest'angelo dannato mi ha appena detto, dopo ben tredici anni ci rincontriamo in vesti totalmente differenti e da visibili nemici.
Santo Eustachio della Grecia, è mai possibile che la mia vita non può passare anche solo pochi attimi in tranquillità?!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: iris_white