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Autore: comeluomsetterna    19/04/2019    1 recensioni
A Longyearbyen, dal 19 aprile al 23 agosto, il sole rimane sopra la linea dell'orizzonte per ventiquattro ore al giorno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Longyearbyen

 

Dedicato a tutti coloro che sentono di non avere mai tempo per essere se stessi,
ma soprattutto a chi ama scrivere e si sente esiliato ogni volta che è allontanato dalle lettere.

 

Conti i minuti, anneghi in un'altra giornata senza riuscire davvero ad imparare a nuotare.
Temi e speri che la notte arrivi a chiudere le questioni che tutto il giorno hai cercato di chiudere e ad aprire quelle che hai potuto tenere chiuse fino ad allora.
Nessun secondo di quelli che ti scorrono tra le mani ti appartiene, eppure da tutti ti lasci cambiare e da tutti ti lasci mettere fretta.
Per favore, prima che una vecchiaia prematura raggrinzisca la tua pelle e renda la tua anima ancora meno avventuriera, buttiamo gli orologi e scappiamo a Longyearbyen.
Potremo goderci un tramonto lungo quattro mesi e ti prometto che, quando starà per finire, scapperemo prima che il sole affoghi all'orizzonte.
Troveremo un altro posto dove per qualche mese non venga la notte e saremo a sicuro per qualche altro giorno.
Niente ci ricorderà che il tempo sta passando.
Non correremo più.
Davanti a tramonti infiniti potremo immaginare infinite possibilità. Potremo immaginare un mondo senza tempo, in cui potremo davvero parlare fra di noi, realizzare tutto quello che avevamo sempre voluto fare. Forse non avremo più nemmeno sonno: senza stancarci gli occhi, terremo sempre lo sguardo sull'orizzonte e finalmente sentiremo l'aria passare nei polmoni. Seguiremo pensieri assurdi e lasceremo che ci guidino nei posti giusti. L'immaginazione li disegnerà nella nostra mente, noi li annoteremo su una pagina strappata e li stringeremo forte contro al petto: saranno l'indirizzo delle nostre anime, che così, quando vorranno, potranno tornare a casa.

Ti prego, prima che il passare dei giorni ci derubi della forza di pensare, buttiamo gli orologi e scappiamo a Longyearbyen! Passeremo quattro mesi di pura eternità, assaporeremo il tempo più eterno che ci sia!
Ma tu lo sai, lo sai che il mio è parlare per ossimori. Lo sai che faccio come il pesce che sogna una vita fuori dall'acqua e che descrive alghe come se fossero alberi e ami da pesca come se fossero stelle.
Immaginiamo e cerchiamo il nostro tramonto infinito ma qualunque tramonto finirà.
E mentre noi, con i nostri fogli contro il petto, assaporiamo l'eterno, la terra con il suo giro fa passare i granelli dalla clessidra e un giorno dovremo scappare, scappare se vogliamo illuderci che non finisca.
Ma la sola fuga lo renderà chiaro: tutto sarà già finito.
Correremo veloci, sperando che il buio non ci prenda e che saremo più svelti degli ultimi granelli, ma i fogli, incapaci di arrendersi al tempo, ci scapperanno di mano, voleranno via.
Noi li guarderemo volteggiare sopra il mare, trasportati dal vento.

E mentre ci sentiremo vittime dell'ennesimo furto, e del furto peggiore, ci arrenderemo alla consapevolezza che qualunque sia il posto che ci potrà mai dare pace, quei fogli, su cui abbiamo annotato i nostri assurdi pensieri di fronte a un tramonto condannato, lo troveranno prima di noi.
Potremo solo sperare che un giorno, quando vorranno, le nostre anime si ricorderanno l'indirizzo, e torneranno a casa.

 
   
 
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