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Autore: angelo_nero    19/04/2019    10 recensioni
Due vite, due volontà, una sola persona.
Luce e ombra, passato, presente e futuro.
Violenza e protezione.
La predizione di un alieno in fin di vita rivela al giovane principe che la sua vita verrà sconvolta da qualcosa di azzurro.
A distanza di anni, Vegeta se ne ricorda trovandone le parole molto più che azzeccate.
Piccola OS what if sul passato di Vegeta e su come sia cambiata la sua vita
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Attenzione! I dialoghi scritti in corsivo sono parlati nella lingua natia Saiyan


Il fumo si innalzava nero e fitto contro la volta solitamente azzurra, colorata di rosso dai riflessi delle fiamme, togliendo il respiro a chiunque si trovasse nei paraggi. Il fuoco bruciava qualsiasi cosa si trovasse sul suo passaggio, non risparmiando nessuno. Le grida si estendevano per miglia, rimbombando in quel frastuono di edifici che crollano inesorabili al suolo mischiandosi alle risate sadiche di chi, quella confusione, l'aveva creata. Gli abitanti piangevano pregando chissà quale divinità per aver salva la vita, incuranti del fatto che nessuno li avrebbe aiutati e che l'unico Dio che avessero dovuto invocare sarebbe dovuto essere quello della morte.
I riflessi rossi e gialli illuminarono le iridi scure del giovane uomo che, immobile, osservava il caos creato dai suoi compagni. Il volto contratto appena in una smorfia di sadico divertimento mentre qualcuno gli afferrava la gamba invocando pietà. Fissò l'alieno ai suoi piedi che gli macchiava la tuta di sangue. Fece una smorfia disgustata prima di tendere il braccio verso l'essere dalla pelle gialla, in un gesto consueto che ormai compiva dalla più tenera età. Un gesto che avrebbe deciso della vita di colui che strisciava ai suoi piedi invocando una clemenza di cui lui non era capace né ne comprendeva il senso.
Una sfera d'energia si materializzò sul suo palmo guantato, in contemporanea con l'espressione terrorizzata sul volto dell'alieno dalle strane sembianze anfibie. Quando essa fu rilasciata, di quell'espressione, come di tutto il resto, non rimase altro che uno schizzo di sangue sul bel volto del guerriero. Non se ne ripulì.
Le risate sguaiate dei suoi due commilitoni lo distrassero, portandolo lontano dall'assaporare la sensazione di potenza che provava togliendo una vita. Spostò le iridi color della notte sui volti contratti in una risata sguaiata dei Saiyan non comprendendone il motivo scatenante. Quando il suo sguardo si posò più in basso, tra gli stivali sporchi di sangue e terra, notò una figura simile a quella che aveva appena ridotto in un cumulo di polvere trascinata da un braccio -l'unico braccio- malamente. Incuriosito si lasciò avvicinare seguendo i loro movimenti con lo sguardo. Era assai raro che lasciassero qualcuno in vita e solitamente erano esseri di fattezze femminili, adatte per un rapporto sessuale non consensuale al quale la maggior parte delle volte non sopravvivevano. Quindi alla fine di sopravvissuti nei pianeti su cui mettevano piede non ve ne erano mai.
L'alieno venne brutalmente lanciato ai suoi piedi. lo vide tossire con forza a causa del fumo e della polvere che minacciavano di prendere il posto dell'ossigeno nei polmoni che, dato il suo aspetto più simile a un pesce che a un essere umano e alla presenza di quelle che sembravano essere branchie, pensava non possedesse. Il guerriero rimase immobile osservando la pozza di sangue venir fuori dalla sua bocca e posarsi sulla punta candida degli stivali. Neanche di fronte alla disgustosa scena il suo viso si mosse, imperturbabile anche quando i due guerrieri iniziarono a prendere a calci quella che somigliava molto più a una carcassa che a una persona.
Radish e Napa ridevano sguaiatamente di sadico piacere mentre la loro vittima si contorceva in preda a dolori lancinanti, inerme e impotente di fronte ai due individui che avevano deciso di lasciarlo vivere per il proprio divertimento. L’alieno gridava cercando inutilmente di far terminare quella tortura. Radish lo prese per la tunica sollevandolo da terra più morto che vivo. Lo scosse come per svegliarlo continuando a ridere.
-Ehy, Vegeta! Guarda che abbiamo trovato!- esclamò il capellone scuotendolo con forza e provocandone i lamenti di dolore.
Napa sogghignò di fronte all'infantilità del compare che trattava il loro "prigioniero" come un giocattolo. Uno di quelli da usare a piacimento per poi buttare via quando se ne sarebbe stancato. Non era affatto una cosa nuova, trattavano allo stesso modo le loro “compagne” di una notte. Senza riguardo, senza rispetto o pietà, abusando di loro nei modi più inimmaginabili e ignorando volutamente le loro grida e le loro preghiere, ridendo della loro sofferenza. Le guardavano quasi delusi quando, dopo l’ennesimo rapporto violento, perivano ponendo fine a quella tortura.
Rivolse, poi, lo sguardo al guerriero più basso che, con espressione di pietra, li osservava in silenzio come suo solito. Mai avrebbe capito cosa gli passasse per la testa. 
-Dice di poter prevedere il futuro di chiunque. Quindi abbiamo deciso di metterlo alla prova, magari può rivelarsi utile per l'esercito di Freezer.- disse il pelato indicando l'essere che faticava a respirare tra le mani di Radish.
Al nome del tiranno il viso del guerriero si mosse appena tornando poi impassibile in un battito di ciglia, tanto veloce da non far accorgere neanche ai due di fronte a lui di tale cambiamento. Puntò le iridi pece ora sui Saiyan ora sul tizio mezzo morto. In un moto di perplessità il suo sopracciglio si mosse verso l'alto. Incrociò le braccia al petto.
-È vero?- si rivolse a lui stesso ignorando gli altri due. 
L'alieno alzò appena la testa per annuire incrociando per un secondo gli occhi del principe. Strabuzzò i propri e colto dal terrore tentò di divincolarsi dalla stretta del guerriero sulla propria tunica. Radish mollò la presa lasciandolo strisciare per pochi metri prima di raggiungerlo e spezzargli una gamba, ridendo di gusto quando urlò di dolore. A calci lo riportò al cospetto del sovrano dell'estinto pianeta, che non si scompose.
-Dai leggigli il futuro! Facci vedere come sei bravo, non dicevi che lo avresti fatto per aver salva la vita?- lo spronò Napa puntandogli gli occhi addosso.
L'alieno tremò evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di uno di loro. Ma si avvicinò al principe strisciando, mugugnando di dolore ad ogni movimento. Allungò una mano ma il Saiyan lo fulminò con lo sguardo. Sussultò spaventato e ritirò la mano.
-V-vostra maestà dovrei toccarvi per poter prevedere il vostro futuro.- balbettò tremante abbassando la testa sul terreno.
Vegeta schioccò la lingua sul palato piacevolmente sorpreso dal titolo con cui gli si era appellato, mai si sarebbe aspettato che su quel pianeta sperduto, lontano anni luce dalla posizione originale di Vegeta-sei, potesse esserci qualcuno che avrebbe riconosciuto il suo essere un reale. Lo guardò sussultare ai propri piedi a causa delle fitte di dolore provenienti ora dal braccio mancante ancora sanguinante ora dalla gamba fratturata. Chissà se veramente avrebbe potuto sapere cosa gli sarebbe aspettato in futuro. Magari sarebbe diventato il sovrano indiscusso dell'Universo spodestando Freezer e la sua flotta. 
L'idea gli solleticò la mente abbastanza a lungo da spingerlo ad accettare di farsi toccare dall'alieno. Fece cenno a Radish di sollevarlo ancora e gli si avvicinò di un passo. L'alieno tremante incrociò lo sguardo di ghiaccio del Saiyan e allungò nuovamente la mano afferrando il suo braccio all'altezza del polso. 
Vegeta lo vide rovesciare gli occhi e il suo rilevatore captò un incremento di energia. Abbastanza esiguo ma interessante. 
-Azzurro.- mormorò l'alieno. -La Vostra vita verrà colorata d'azzurro.- Vegeta lo guardò senza espressione mentre Radish e Napa invece non si trattennero dal dare la loro opinione.
-Azzurro? Devi prevedere il futuro non dirci qual è il suo colore preferito.- sbottò Radish.
-Magari ha qualche strano significato nascosto.- disse invece Napa. -Questi esseri sono tutti strani.-
Vegeta li ignorò osservando attentamente chi aveva davanti, il quale sembrava essere caduto in una qualche sorta di trans da quando l'aveva toccato.
-Le vostre mani, sporche di sangue, verranno lavate via dalle macchie che le ricoprono. Il Vostro orgoglio verrà spezzato e divorato. Tutto ciò in cui credete cadrà come un castello di carte.- borbottò ancora ottenendo l'attenzione anche dei due scettici. -Fra qualche anno, vorrete proteggere e non distruggere, arrivando a sacrificarvi per due vite che creerete.-
-Ma che diavolo sta blaterando?- chiese Napa a Radish che alzò le spalle.
Il principe lo fissò assumendo un'espressione incuriosita. Quel tizio gli stava veramente leggendo il futuro o stava sputando parole a caso? Non trovava alcun senso in ciò che gli stava dicendo, niente che gli interessasse o che desiderasse sapere.
-Ehy che mi dici di Freezer? Riusciremo a farlo fuori?- gli chiese Napa.
-Freezer morirà per mano di un guerriero leggendario. Ma non sarà nessuno di voi.- disse puntando lo sguardo privo di pupille sul guerriero dai capelli a fiamma. -Voi, affronterete una battaglia più ardua con voi stesso. La Vostra forza deriverà da qualcosa di diverso dalla voglia di dimostrare di essere il migliore.- sentenziò tagliente. -Un essere senza alcuna forza fisica Vi farà scoprire la vostra paura più grande. E sarà anche la vostra redenzione, riuscirà a portarvi via da queste tenebre nelle quali vi rinchiudete e non potrete fare nulla per impedirlo.- 
Radish scoppiò a ridere sguaiatamente divertito da quella che lui trovava una stronzata, molto fantasiosa ma una stronzata. Gli sguardi degli altri due si puntarono su di lui che sembrava divertirsi parecchio. 
-E chi sarebbe questo "essere senza alcuna forza fisica"?- chiese Napa ignorando l'altro.
L'alieno sembrò indugiare qualche secondo, rimanendo in silenzio di fronte a quella domanda. Quasi non avesse una risposta pronta.
-Allora!?- sbottò il pelato impaziente.
-Una donna.- disse quasi sovrastando la voce del Saiyan.
-Una donna?- chiese il diretto interessato.
-Una donna. Dai capelli e occhi azzurri, di cui non potrete fare a meno. Prenderà il vostro animo e lo rivolterà, capovolgendo la vostra esistenza. Porterà a galla sentimenti che credevate di non provare, vi cambierà. Vi farà vergognare per quanto avete fatto in passato. Sarà la vostra punizione per le vite che avete tolto!- disse salendo di tono man mano che si avvicinava alla fine della frase. 
Scese il silenzio, persino Radish aveva smesso di ridire per ascoltare i deliri dell'alieno. Le urla in lontananza fecero da cornice a quella strana situazione insieme agli scoppi di tutto ciò che di infiammabile esistesse su quel pianeta. 
Poi una risata sommessa, glaciale, si fece spazio tra il frastuoni generale riportando i presenti alla realtà. La risata aumentò di intensità e Vegeta buttò indietro la testa dandole sfogo. Fredda, maligna, di scherno e che non prometteva nulla di buono, quel suono dava i brividi persino a Napa e Radish che conoscevano il principe da anni. L'alieno non accennò a muoversi, rimanendo impassibile di fronte a tale reazione plateale. Complice lo stato in cui si trovasse, la risata non gli scatenò alcuna paura. 
Vegeta rise di gusto per minuti interi fino quasi alle lacrime, era veramente tanto che non si divertiva così e quell'alieno si era rivelato una spasso! Avevano fatto veramente bene, Radish e Napa, a tenere un vita quel tizio e a portarglielo.
Si passò una mano tra i folti capelli scuri spegnendo a poco a poco la risata.
-Secondo le tue previsioni, quindi, una donna sarà la mia rovina e la mia redenzione?- gli ripetè con tono canzonatorio. -Ne ho sentite di stronzate ma questa è la più fantasiosa. Sai, mi hanno augurato la morte in tante lingue diverse, in tanti modi diversi. Ma mai prima d'ora qualcuno ha avuto l'ardire di mentirmi guardandomi negli occhi.- 
Sul suo viso si aprì un ghigno sadico e i suoi occhi neri s'illuminarono maligni. Stese il braccio destro davanti a sé, lasciando il sinistro in mano all'alieno, con la mano aperta e il palmo rivolto verso la sua faccia. 
-Vi legherete a lei come la vostra razza sancisce.- insinuò di nuovo l'alieno.
Il sorriso sul viso del giovane guerriero svanì lasciando posto alla mascella contratta e alle sopracciglia aggrottate. Sapeva esattamente quello di cui stava parlando e la cosa lo mandava in bestia. Perché mai avrebbe dovuto legarsi a una donna in quella maniera!?
-Fa buon viaggio.- disse mentre una sfera di energia si materializzava.
L'alieno dalle sembianze di un anfibio non ebbe neanche il tempo di fare un movimento che il principe gli fece saltare la testa.Radish
lascio la presa appena in tempo e fissò male il principe che aveva già voltato le spalle. Lanciò uno sguardo all'alieno decapitato e si affrettò a seguirlo con Napa affianco, senza troppe domande.

Il Saiyan reale entrò nella navicella monoposto, lasciandosi alle spalle un pianeta in fiamme ormai privo della popolazione natale che lo abitava. Freezer sarebbe stato felice della cosa, anche se sicuramente avrebbe preferito non vederli tornare. Dannazione, non vedeva l'ora di essere abbastanza forte da farlo fuori ed essere nuovamente libero! Quella sorta di mezzo pesce aveva detto di tutto sul suo futuro tranne quello che gli serviva sapere. 
"Una donna. Dai capelli e occhi azzurri sarà la vostra rovina e la vostra redenzione"
Sì, certo. Aveva millantato anche di due vite create e non distrutte che avrebbe voluto proteggere. Quante cazzate, perchè mai avrebbe dovuto desiderare di creare delle vite e rimanere legato a una donna per il resto della sua esistenza? L'unica cosa che desiderava era la forza necessaria per riottenere la libertà. 
Aggrottò le sopracciglia mentre il portellone si chiudeva chiedendosi se fosse stata una scelta saggia quella di uccidere quel tizio, forse sarebbe veramente potuto essere utile. A loro però, non a Freezer. Beh ormai era un corpo senza testa, tanto valeva smettere di pensarci.
Il portellone si chiuse appena prima che Radish e Napa gli chiedessero di aspettarli. Ovviamente non gli diede retta impostando le coordinate per il ritorno in quella che per lui era più una prigione che una base. Voleva starci il meno possibile. 
Chiuse gli occhi cancellando dalla mente le idee assurde che quell'essere aveva del suo futuro. 


Sollevò lentamente le palpebre rivelando l'ossidiana nascosta dietro uscendo da quel mix assurdo di memorie e sogni. Si guardò attorno senza far particolarmente caso a niente. Le pareti del solito colore giallognolo sembravano fissarlo divertite. Scosse la testa: ma che diavolo andava a pensare? La mancanza di sonno faceva brutti scherzi.
Quel ricordo gli aveva attraversato la mente senza apparente motivo, riaffiorando dopo anni senza alcun preavviso e disturbando il suo riposo nell'unico momento di pausa dalla frenesia di quella vita che aveva trovato. Non riusciva a dormire abbastanza ultimamente e a volte si ritrovava a cadere nell'oblio del sonno senza neanche accorgersene. Si tirò su a sedere ancora intontito. Voltò lo sguardo alla sua destra posandolo sul paesaggio del tardo pomeriggio fuori dalla grande vetrata. Quanto diavolo aveva dormito?
Si lasciò cadere sui cuscini inspirando appieno l'odore di pulito delle lenzuola e il profumo alla vaniglia mischiato a un leggero sentore di frutti rossi di cui erano impregnate. Aveva sempre odiato gli odori dolciastri, soprattutto appena sveglio, ma quel profumo gli solleticava le narici con dolcezza cullandolo in dolci ricordi. La stanza nella quale aveva riposato fino a quel momento era avvolta dal silenzio più completo, così come tutto ciò che c'era al di fuori.
Alzò un sopracciglio stupito da tanta calma, insolita per quel luogo sempre pieno di gente poco rispettosa del sonno altrui. Si disfò delle coperte poggiando i piedi nudi a terra. Uscì dalla stanza con passo felpato, quello di chi era abituato a non far percepire neanche il suono dei propri passi al nemico. Percorse il corridoio illuminato dalla luce rosata del sole al tramonto con calma, assaporando quella tranquillità che non sapeva quanto ancora sarebbe durata. I quadri appesi alle pareti richiamarono un'attenzione che non gli avrebbe rivolto, limitandosi forse a uno sguardo di sfuggita con la coda dell'occhio.
Scese le scale accelerando di poco il passo e neanche a metà poté già avvertire il leggero vociare proveniente dal piano inferiore. La cosa lo rincuorò e non inaspettatamente, ormai ci aveva fatto l'abitudine a tutte quelle sensazioni che il non essere più solo gli scatenavano. Un piccolo sorriso gli affiorò sul viso mentre scendeva gli ultimi gradini e si mostrava alla propria famiglia.
Trunks, che sapeva percepire le auree, fu il primo ad accorgersi dell'arrivo del genitore. Alzò perciò la testa dal videogame per posare le iridi azzurre sulla figura del padre, appena entrata in salotto.
La seconda ad accorgersene fu Bulma, dato che ogni volta che lui era nei paraggi avvertiva una sorta di scossa lungo la schiena. Si voltò quel che bastava per incrociare i suoi occhi scuri e incatenarli ai propri cristallini. Gli sorrise quando posò lo sguardo su di lei.
-Ben svegliato, dormito bene?- gli disse distogliendo lo sguardo.
Il Saiyan annuì appena un po' risentito per quella mancanza di attenzioni da parte di lei. Si avvicinò di qualche passo al divano sul quale era seduta, incrociò lo sguardo del figlio.
-Ciao, papà.- disse soltanto prima di tornare a giocare.
Vegeta si fermò qualche istante ad osservare il ragazzino che gli dava le spalle. Constatò quanto fosse cresciuto nell'ultimo periodo passando gli occhi sulle spalle larghe e sulla schiena ora ricurva a causa della posizione in cui era. Riportò lo sguardo sulla consorte e le si sedette di fianco, lei non lo guardò nonostante avesse sentito il suo peso affondare sul comodo sofà. Lui puntò gli occhi sul videogame apparentemente non interessato al resto.
-Hai dormito quasi tutto il pomeriggio, non è da te.- lo canzonò senza alzare la testa.
Vegeta fece roteare gli occhi su di lei soffermandosi sui suoi lineamenti delicati mai mutati nel tempo lasciati scoperti dal corto taglio dei capelli azzurri. Fece scivolare lo sguardo più in basso, là dove lo sguardo della sua lei era fisso ben prima che entrasse nella stanza, esattamente sul fagottino che teneva stretto al petto con fare materno. Incontrò un'altra capigliatura dall'assurdo colore del cielo, ma meno morbida ed elegante. Sembrava invece voler sfidare la forza di gravità con quei due codini che puntavano verso l'alto ad imitare la pettinatura anormale dell'uomo che l'aveva generata.
Vegeta osservò la figlia, Bra, di appena due mesi ciucciare con voracità il latte dal seno materno con gli occhietti chiusi a causa dello sforzo che le ci voleva. La lunga coda marroncina spuntava dalla tutina rosa dimostrando al mondo intero le sue origini alieni. Il suo movimento catturò lo sguardo scuro del guerriero per qualche secondo prima di fermarsi e ciondolare abbandonata dietro di lei.
-Se riuscissi a dormire la notte non avrei bisogno di farlo il pomeriggio.- disse allungando una mano per accarezzare il viso paffuto della figlia.
Bulma gli rivolse finalmente lo sguardo e Bra gli catturò un dito, impedendogli di allontanarsi da entrambe.
-Ma come! Anni fa dovevo pregarti per farti riposare un po'. Avresti continuato tutta la notte ad allenarti senza alcun problema.- gli ricordò.
Il Saiyan non rispose incassando la cosa come fosse un insulto. Ricordava bene anche lui quel periodo, in cui il suo mondo fatto di oscurità venne illuminato da lei e da tutto quell'azzurro che si portava dietro. Il sogno fatto poco prima gli tornò in mente sbattendogli in faccia la veridicità di quelle predizioni che, al tempo, reputava nient'altro che un insieme di fandonie che l'avevano divertito assai.
La bambina non accennava a voler mollare il dito del padre serrando la presa con una forza fuori dal comune impedendogli di scappare da quella situazione. Vegeta avrebbe potuto liberarsi in un secondo distruggendo quella piccola presa. Ma non voleva, il calore che quel contatto gli provocava andava al di là del semplice riscaldamento dell'epidermide. Gli arrivava al cuore, che batteva forte ad ogni più piccolo gesto che lei e il resto della sua famiglia poteva regalargli. La codina marroncina andò a dare man forte alla minuscola mano, attorcigliandosi attorno al suo polso per niente intenzionata a lasciarlo andare.
Bulma rise di fronte a tanta dolcezza che aveva il potere di disarmare il principe guerriero. Spostò un ciuffo dal viso della sua bambina quando lei si staccò dal seno finalmente sazia.
-Visto che vi amate così tanto, che ne dici di tenerla mentre io mi vado a fare una doccia?- gli disse passandogli la neonata.
Il guerriero prese delicatamente la bimba tra le proprie braccia avvertendo il suo calore avvolgerlo. Bra aprì gli occhi rivelando due zaffiri brillanti che avevano incantato il genitore la prima volta che l'aveva osservata e presa in braccio.
Bulma si sistemò i vestiti, richiudendo il reggiseno e rimettendo al suo posto la maglietta tirata su per l'allattamento.
-Trunks staccati da quel gioco. È tutto il pomeriggio che ci stai davanti.- rimproverò il figlio maggiore alzandosi dal divano.
Il glicine la guardò con la coda dell'occhio e fece finta di non averla sentita. Bulma scosse la testa e spense lei stessa la console mandando probabilmente a puttane ore di gioco. Il ragazzino rimase a fissare lo schermo spento in cagnesco, affatto contento dell'interruzione forzata.
-Beh? Ti sei innamorato di nuovo di tua figlia?- sentenziò all'improvviso.
Vegeta sussultò ed arrossì appena facendo poi saettare lo sguardo sulla donna in piedi che, con sorrisetto strafottente, lo guardava dall'alto in basso divertita. Non gli sfuggì neanche la risatina del figlio più grande che, seduto a terra dietro la madre, sghignazzava divertito dell'imbarazzo del padre. L'uomo si limitò ad ammonirlo con lo sguardo ma l'undicenne alzò le spalle indifferente.
Ragazzino insolente.
Ma invece di arrabbiarsi per quella mancanza di rispetto, si ritrovò a sopprimere un sorriso divertito. Neanche a lui erano mai piaciuti gli ordini, come poteva pretendere che Trunks fosse da meno? Soprattutto mettendo in conto la donna con cui l'aveva generato. Gli occhi blu del ragazzino brillavano d'ilarità e quando la madre lo guardò, incuriosita dal loro scambio di sguardi, fece finta di niente sorridendo innocente beccandosi però uno scappellotto dalla donna mentre si allontanava.
-Non far attaccare Trunks ai videogame e stai attento a Bra. Ho bisogno di almeno un'ora di pausa.- disse superandoli.
Vegeta la guardò male per la poca fiducia che quella raccomandazione dimostrava avesse in lui. Borbottò qualche insulto sottovoce tornando a prestare attenzione alla bambina tra le sue braccia.
Bulma però si fermò appena prima di salire le scale e si voltò catturando lo sguardo incuriosito del figlio. Tornò sui suoi passi sotto i suoi occhi e quelli del compagno, che si era voltato a guardarla con la stessa curiosità del ragazzino.
-Hai dimenticato qualcosa, mamma?- le chiese.
La donna si fermò davanti al marito che la fissava dubbioso. Faticava a capirla a volte, assumeva dei comportamenti a suo dire bizzarri. Ci aveva fatto l'abitudine.
-Sì, questo.- disse sporgendosi in avanti.
Il Saiyan strabuzzò gli occhi scuri quando avvertì le labbra della consorte posarsi sulle proprie in un delicato bacio che sapeva d'amore. Non erano soli e lei sapeva benissimo quanto lo infastidissero -e mettessero in imbarazzo- i gesti d'affetto di fronte agli altri. Anche se "gli altri" erano, in quel caso, soltanto Trunks e Bra, i suoi figli.
Quando lei si staccò si ritrovò a fissare le sue iridi chiare per qualche secondo. Un brivido lo percorse osservandola passarsi la lingua sulle labbra.
Bulma sorrise vittoriosa e lui arrossì di botto, di nuovo. Poi gli voltò le spalle e salì al piano superiore quasi correndo, divertita ma spaventata dalla reazione che lui avrebbe potuto avere.
Trunks trattenne a stento le risate ma al padre non sembrò importare. Gli consegnò infatti la sorellina senza una parola e seguì la donna al primo piano. Il ragazzino si ritrovò da solo con la piccola Bra tra le braccia chiedendosi come mai fosse ancora vivo e incolume nonostante si fosse preso gioco del genitore. Alzò le spalle guardando la sorella che sonnecchiava.
L'uomo spalancò malamente la porta del bagno facendo sussultare la moglie all'interno. Lei non fece in tempo a rimproverarlo per i suoi modi bruschi che lui, togliendosi la t-shirt, avanzò con grandi falcate finché non si trovarono a un palmo dal naso. La baciò con forza prendendosi ciò che gli spettava dal contatto troppo casto di poco prima. Durò poco ma fu abbastanza intenso da far girare la testa ad entrambi. Si separarono con il fiato corto e Bulma lo osservò incuriosita perdendosi nei suoi occhi scuri.
Il guerriero le accarezzò una guancia arrossata dal calore della stanza, nonostante fosse mezza nuda, con delicatezza. Si specchiò nelle sue iridi azzurre ritrovando se stesso e loro ogni volta. Le passò una mano tra i capelli dello stesso colore facendola scorrere poi lungo il collo, accarezzò la cicatrice che aveva sulla spalla simbolo del loro legame inscindibile. Le abbassò una spallina del reggiseno lasciando un bacio esattamente dove la pelle diafana era stata marchiata. Poi tornò a guardarla, avrebbe potuto affogare in quegli occhi color del cielo. Gli tornarono alla mente le parole dell'alieno di tanti anni prima e sorrise appena.
Bulma gli prese il viso tra le mani guardandolo con occhi innamorati e fiammeggianti di passione. Poi bruciò la distanza tra di loro con un bacio lento. Lui la sollevò facendole avvolgere le gambe attorno al proprio bacino e serrare le braccia attorno al collo e il bacio divenne presto urgente e possessivo.
Dentro la doccia, l'acqua calda accarezzava la loro pelle, i vestiti bagnati furono tolti in fretta e buttati sul pavimento per poter finalmente godere del contatto dei loro corpi nudi. Si guardarono ancora sorridendo complici di quell'amore assurdo quanto vero.
Trunks afferrò la manina della sorella che, di nuovo sveglia, lo osservava con quei suoi grandi occhi azzurri incuriosita. Lui la guardava di rimando sorridente, era felice di essere un fratello maggiore anche se il più delle volte Bra piangeva o dormiva.
-Tu lo sai che fine hanno fatto mamma e papà?- le chiese sventolandole davanti un giochino composto da tre campanelle colorate che, se scosse, facevano un suono acuto.
La piccola fissò il giocattolo senza ovviamente rispondere alla domanda del fratello. Trunks si appoggiò al box, al cui intento una valanga di giocattoli sommergeva la neonata. Sospirò rimpiangendo i videogame ed emettendo un lamento ricordando che la madre aveva probabilmente mandato in fumo tutte quelle ore di gioco. Avrebbe dovuto ricominciare.
Le auree dei genitori entrarono nella stanza tirandolo giù dalla sua "depressione" per la marea di dati persi. Li osservò entrambi con occhio critico: la madre aveva detto di volersi fare una doccia, quindi era normale il fatto che alcune gocce d'acqua le scendessero dai capelli bagnando la maglietta bianca di due taglie più grandi. Però non riusciva a spiegarsi perché anche il padre sembrasse avere i capelli umidi. Preferì non indagare, c'erano cose riguardanti quei due che preferiva non sapere.
Bulma si avvicinò al box e non ci pensò due volte a prendere in braccio la figlia e a spupazzarsela un po'.
-Possibile che tu non dorma mai?- le disse facendole le pernacchie sulla guancia paffuta.
Vegeta, rimasto qualche passo indietro, rimase a guardarli. La sua famiglia era composta da elementi unici e inimitabili, simili eppure diversi. Ognuno con il proprio carattere parecchio scoppiettante, il 'no' per loro non esisteva.
Come gli aveva detto quel tizio? "L'azzurro riempirà la vostra vita.", "un essere senza forza combattiva sarà la vostra redenzione", "due vite che geneerete e che vorrete proteggere". A quel tempo pensava fosse la cosa più lontana da ciò che lo aspettasse da lì in poi. E invece mai previsione fu più azzeccata.
 





AngoloAutrice:
Buonsalve! Vi mancavano le mie OS sconclusionate eeeeeeh! Dite la verità che vi stavate preoccupando del fatto che non pubblicassi roba completamente scollegata dalle mie Long! 
Devo confessarvi che l'ho scritta quasi tutta interamente sui mezzi pubblici in una giornata, anzi pure meno. Niente tutto è partito da un mio viaggio mentale e da una canzone che stavo ascoltando ("Nord Sud Ovest Est" degli 883). Molto spesso faccio riferimento nelle mie storie a "se avessero predetto a Vegeta che fosse finito incastrato da una donna con cui avrebbe fatto due figli, entrambi dai capeli chiari e occhi azzurri come lei, amandoli tutti talmente tanto da sacrificarsi e buttare di sotto il proprio orgoglio, il nostro caro principe avrebbe fatto fuori il tizio in questione senza troppi preamboli nè rimorsi", quindi perchè non scriverci una bella OS e far viaggiare un altro po' i cari lettori nei meandri della mia mente?
Ecco, questo è quello che ne è venuto fuori.

AN

 
  
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