Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: LindaBaggins    27/04/2019    5 recensioni
::::: - Non posso perderti di nuovo – mormora infine, con voce appena udibile.
Theon non risponde. La osserva in silenzio, e Sansa vede riflesso nei suoi occhi il tormento che gli si agita dentro. Allora, per cercare di tenerlo con sé, per non lasciarlo solo con i suoi fantasmi, allunga una mano a cercare la sua. Theon si irrigidisce al suo tocco, ma non si sottrae. Si limita a deglutire e ad abbassare lo sguardo. :::::
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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If you’ll have me

 
 



Stanno arrivando.
E’ questo il mormorio che per tutta la giornata si è rincorso tra le mura di Grande Inverno, passando di bocca in bocca, trasformandosi con il passare delle ore da semplice voce in una certezza. Il castello freme, è pieno del brulichio disperato e frenetico che precede l’inizio di una battaglia cruciale.
Stanno arrivando.
Sansa fissa a labbra strette il grande tavolo quadrato ingombro di pedine, poi fascorrere lo sguardo sui presenti, riuniti intorno per il consiglio di guerra. Sulle facce cupe, fiocamente illuminate dalla luce delle candele e del focolare, danzano ombre inquietanti. E’ difficile immaginare che molti di loro, che adesso parlano, si muovono, respirano, presto saranno carne morta tra la neve. Forse è la sorte che toccherà anche a lei, se le difese non riusciranno a reggere e i morti dilagheranno.
E’ una strana sensazione, quella di trovarsi di fronte alle nostre ultime ore di vita. Una consapevolezza che atterrisce, e che allo stesso tempo fa cadere preda di una disperata euforia. Sansa cerca di mandare indietro la memoria, cerca di ricordare altre occasioni, in vita sua, in cui si è sentita così.
Le torna in mente la vigilia della Battaglia delle Acque Nere, ad Approdo del Re, quando decine di donne, vecchi e bambini, nascosti nei sotterranei della Fortezza Rossa, aspettavano piangendo, pregando, che qualcosa accadesse. Eppure, nemmeno allora c’era la certezza assoluta che quella sarebbe stata la fine.
Ricorda i giorni trascorsi a Grande Inverno, quando ancora sulle mura sventolava l’uomo scuoiato dei Bolton. Ricorda il terrore costante che le stritolava lo stomaco, la sensazione che non ci fosse più speranza.
No. Nemmeno allora, nel momento più buio dopo la sua prima notte di nozze, quando aveva l’impressione di essere solo un involucro di carne che camminava e respirava, si era sentita così. In quel momento, era come morta.
Adesso, invece, si sente viva. Viva come non le capitava da tempo, viva come sarebbe giusto sentirsi alla sua età, senza che niente e nessuno venga continuamente a ricordarti “Tutto questo sta per finire”.
Guarda Arya e Jon, in piedi accanto a lei, e Bran, seduto dietro di loro. Pensa a Grande Inverno, di cui consce ogni gradino, ogni sala, ogni cortile, alle cui mura ha restituito, finalmente, gli stendardi bianchi e grigi con il metalupo. Pensa a tutte le persone che adesso la chiamano Lady Stark, non solo per rispetto del nome di Ned, di Catelyn, di Robb, ma perché hanno fiducia in lei.
E’ straziante sapere quante cose la vita le ha ridato negli ultimi mesi, e quante stanno per esserle tolte di nuovo.
L’ultima in ordine di tempo è proprio lì, a pochi passi da lei.
Sansa alza lo sguardo dalla mappa e lancia l’ennesimo sguardo furtivo verso Theon. Anche lui, come tutti gli altri, sta fissando il tavolo con aria concentrata. Nel corso della riunione i loro occhi non si sono mai incontrati, e lui non ha fatto nulla perché accadesse. Sta evitando il suo sguardo, come se non volesse concedersi distrazioni, come se volesse dimostrare a tutti i presenti, e in primo luogo a se stesso, che ha intenzione di espiare le sue colpe fino in fondo.
Quando l’ha visto entrare nella sala principale, poche ore fa, per un attimo persino Sansa ha avuto difficoltà a riconoscerlo. Cosa associava, la sua mente, al nome Theon? Il ragazzo arrogante e superficiale, sempre alle costole di suo fratello Robb? L’essere annientato, curvo, succube della crudeltà di Ramsey, che ha tradito il suo aguzzino e l’ha portata in salvo attraverso i boschi?
Di certo non si aspettava di vedere un uomo alto, dritto e di nuovo in salute; un uomo a cui gli ultimi mesi hanno restituito, se non la pace, almeno un po’ di dignità; un uomo a cui scintilla sul petto la piovra dei Greyjoy e che i suoi uomini guardano con fiducia e con rispetto.
Sansa, per tutta la sua vita, è stata cresciuta come una lady. E una lady, le è stato inculcato fin dalla più tenera età, deve prima di ogni altra cosa saper controllare le proprie emozioni. Una lezione che si è rivelata fondamentale in molte occasioni, e che spesso l’ha aiutata a rimanere in vita.
Nel momento in cui Theon le è comparso davanti, però, le è parso di dimenticare tutto ciò che ha imparato in anni e anni di severa autodisciplina. Per parecchio tempo non ha saputo fare altro che fissarlo in silenzio, incredula, le gambe che minacciavano di cedere sotto il suo peso.
Nemmeno Daenerys si aspettava di vederlo lì, ma il suo moto di sorpresa è stato più blando. “Perché non sei con tua sorella?” gli ha chiesto, apprendendo che Yara Greyjoy ha riportato le sue navi alle Isole di Ferro.
Theon, che fino a quel momento ha parlato rivolgendosi alla Regina dei Draghi, si è voltato verso Sansa e l’ha fissata intensamente, come se nella stanza ci fossero soltanto loro due.
Perché sono saltato con te giù dalle mura di Grande Inverno, le ha detto in silenzio. Perché ti ho fatto strada nella neve e ti ho tenuto la mano nel fiume ghiacciato, perché ti ho fatto scudo col mio corpo dai soldati di Ramsey e l’avrei fatto una, dieci, cento volte, pur di tenerti al sicuro, perché quello che abbiamo passato noi due, qui dentro, tutti gli altri non possono nemmeno immaginarlo, perché sopravvivere è una cosa difficile, ma io e te sappiamo farlo bene, e l’abbiamo fatto insieme, e quello che sono ora lo devo soltanto a quel momento in cui ho deciso di prenderti la mano e saltare giù con te.
Sansa ha capito tutto questo senza che lui abbia dovuto sprecare neppure una parola, e per un attimo la commozione l’ha portata sull’orlo del crollo emotivo. Si è resa conto all’improvviso di non averlo mai ringraziato davvero per averla salvata, e allo stesso tempo è emersa la consapevolezza, confusa ma potente come un pugno in pieno petto, di non aver mai sperimentato con nessuno un misto così perfetto di fiducia, sintonia e comprensione.
Voglio combattere per Grande Inverno, lady Sansa. Se mi vorrai.
Si è ritrovata ad abbracciarlo senza nemmeno rendersene conto, incurante degli sguardi di tutti i presenti su di loro. Quando Theon, dopo un momento di imbarazzato stupore, ha ricambiato la stretta, Sansa è ritornata a quel momento di mesi e mesi prima, nel bosco, quando lui ha tentato di calmarla e di scaldarla dopo aver attraversato le acque gelide del fiume. Proprio come allora, ha provato la stessa sensazione: quella di sentirsi a casa, al sicuro.
 


Persino adesso, a distanza di ore, nascondere l’emozione continua ad essere difficile. Sansa guarda spesso dalla sua parte, tentando di intercettarne lo sguardo, mentre tende l’orecchio a quello che dicono i presenti alla riunione. Vorrebbe riuscire a comunicargli la gratitudine che non è mai riuscita ad esprimere a parole, e tutti i sentimenti confusi che si agitano dento di lei, ma Theon sembra non accorgersi di nulla.
Per un attimo, Sansa prova frustrazione. Possibile che la sua presenza in quella stanza conti così poco, per lui?
Si pente subito di quel pensiero frivolo. E’ il momento meno adatto, questo, perché l’adolescente fatua e superficiale che è stata risorga all’improvviso. Si sta decidendo della vita e della morte di ognuno di loro, e lei, come tutti, deve mettere in secondo piano qualsiasi cosa stia accadendo nel suo cervello e fare la sua parte.
Sopra ogni cosa, deve far pesare come può il suo ruolo di sorella maggiore per dissuadere Bran (o qualsiasi cosa sia rimasta di lui dentro le fattezze del fratello) dal suo proposito di fare da esca per il Re della Notte. Mentre parla, sente già lo sguardo di disapprovazione di Daenerys su di sé. Alla Targaryen l’idea piace, ci scommetterebbe tutto quello che ha; le direbbe che è un piano sensato, che in guerra bisogna fare quello che è necessario, qualunque sia il costo, ma a Sansa della sua opinione in questo momento importa meno di niente. Non ha nessuna intenzione di mandare al macello quello che resta della sua famiglia. Arya, che un tempo su Bran aveva un certo ascendente, prova a darle man forte, ma il loro fratello minore è irremovibile.
Sansa vorrebbe opporsi ancora a quella scelta folle. Apre la bocca per far valere la sua autorità di Lady di Grande Inverno e mettere il veto su quella decisione, ma poi la sua voce rompe il silenzio.
- Non sarà solo. Resterò con lui, insieme agli Uomini di Ferro.
Sansa, spiazzata, alza gli occhi su Theon. Sta guardando Bran con una risolutezza che non ricorda di avergli mai visto, in nessuna occasione prima di allora. Tutti tacciono, nella stanza è calato un silenzio pieno di sgomento e di rispetto.
- Ti ho sottratto questo castello – continua Theon, rivolto a Bran. – Ora permettimi di proteggerti.
Per la prima volta da quando lo conosce, a Sansa sembra di vederlo davvero. Ha passato tutta la sua vita a decidere se essere uno Stark o un Greyjoy: adesso ha finalmente capito che una cosa non deve necessariamente escludere l’altra, e la piovra sul suo petto sembra scintillare ancora di più alla luce del fuoco.
Bran fissa Theon per un tempo interminabile, poi gli rivolge un lento cenno di assenso. Theon ricambia, e in quello scambio muto, asciutto, Sansa vede l’irrevocabilità di una decisione in cui lei non può più avere parte.
Mentre Sir Davos riprende a parlare della strategia da mettere in atto, lei non riesce a staccare gli occhi da Theon. Vorrebbe parlargli, ringraziarlo per quello che continua a fare per la sua famiglia mettendo a rischio la sua vita, ma non riesce a mandare giù la morsa che le serra la gola. Inoltre, ha paura di rendersi ridicola: sa che, se provasse a pronunciare anche una sola parola, la voce le si spezzerebbe.
Ci vuole ancora qualche minuto perché tutti i dettagli siano definiti e la riunione si concluda. A Sansa, quei minuti sembrano lunghi come ore intere. Costringersi a rimanere composta è una fatica immane, una tortura insopportabile.
Poi, finalmente, suo fratello pronuncia le parole che lei vuole sentire:
- Andiamo a riposare un po’.
Il consiglio si scioglie, tutti si avviano verso l’uscita con la fretta di chi non vuole sprecare nemmeno un attimo delle ore che gli rimangono da vivere.
Sansa indugia per qualche secondo, nella speranza che Theon, finalmente, incontri il suo sguardo e decida di avvicinarsi. Ma, prima che abbia il tempo di rendersene conto, lui è già uscito dalla stanza sulla scia di Brienne e di Jaime Lannister.
L’istinto di Sansa sarebbe gridare il suo nome, richiamarlo indietro. Si ferma in tempo, però, e si affretta dietro agli ultimi ritardatari prima che lui sparisca alla sua vista.
Lo affianca in fondo al corridoio, quando tutti gli altri si sono ormai defilati in diverse direzioni. Theon le rivolge uno sguardo fugace e sopreso, come se non riuscisse a capacitarsi che lei desideri proprio la sua compagnia in un momento come quello.
- Lady Sansa – mormora. - Manca poco all’alba. Dovresti stare con le persone a cui tieni.
- Sono qui, infatti – risponde Sansa.
Theon si ferma e la fissa, lei gli rivolge un lieve sorriso.
- Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, sono ancora Lady Sansa? – gli chiede dolcemente.
- Lo sarai sempre, per me.
Sansa distoglie lo sguardo, continuando a sorridere. Più lei cerca di avvicinarsi e più lui si ritrae.
- Quello che stai facendo per Bran … - continua, la voce tremante per l’emozione.
- Ti ho offerto la mia lealtà e la mia spada. – si limita a rispondere Theon. – E prima di te, l’avevo offerta a Robb. E’ tempo di mantenere le mie promesse.
- E’ un suicidio – replica Sansa. – Non posso pretendere da te una cosa del genere, non te lo chiederei mai.
- Non me l’hai chiesto, infatti. Sono io che voglio farlo.
- Possiamo trovare altri modi per risolvere questa cosa. Se potessimo discuterne ancora, con Jon, con Daenerys, con gli altri …
- Non c’è più tempo, Sansa – la interrompe Theon, e nella sua voce, nel modo in cui la guarda, c’è una tenerezza tale che Sansa ammutolisce e per lunghi secondi non riesce a fare altro che fissarlo.
- Non posso perderti di nuovo – mormora infine, con voce appena udibile.
Theon non risponde. La osserva in silenzio, e Sansa vede riflesso nei suoi occhi il tormento che gli si agita dentro. Allora, per cercare di tenerlo con sé, per non lasciarlo solo con i suoi fantasmi, allunga una mano a cercare la sua. Theon si irrigidisce al suo tocco, ma non si sottrae. Si limita a deglutire e ad abbassare lo sguardo.
- Forse è meglio che vada – dice dopo un po’, a disagio.
- Mi chiedevo se ti andasse di farmi compagnia per cena – azzarda Sansa, speranzosa.
Di nuovo, Theon la guarda come se il pensiero che qualcuno desideri la sua presenza gli risulti inconcepibile.
- Io … ti ringrazio, ma i miei uomini mi stanno aspettando. Potrebbe essere il nostro ultimo pasto, sai. E’ importante che … insomma, che io sia con loro.
- Oh. Ma certo, è naturale. Che stupida.
Sansa cerca di mostrarsi disinvolta, come se la cosa non la toccasse, ma la verità è che sente qualcosa morirle dentro.
- E se fossi io a fare compagnia a voi? – chiede di getto, scrutando ansiosa l’espressione di Theon.
- Sul serio? – le chiede lui, esitante.
- Sarebbe un onore – afferma Sansa decisa, guardandolo negli occhi.
Un sorriso incerto si fa strada sulle labbra di Theon, e Sansa sente qualcosa di buffo agitarsi sul fondo dello stomaco.
- Spero tu non abbia troppa fame – scherza lui, facendole segno di precederlo lungo il corridoio. – Perché la zuppa è terribile.
 


Il rancio, in effetti, è tremendo. Sansa prende mentalmente nota, se mai riuscirà a sopravvivere al giorno che si avvicina, di avere una seria conversazione con Sir Davos su quell’argomento.
Si è accorta presto, d’altra parte, che non è poi così difficile mettere in secondo piano il sapore del cibo.
C’è un’atmosfera, quella notte, che se avrà il privilegio di vivere le sarà difficile dimenticare. L’attesa è nell’aria, negli sguardi e nei gesti di tutti si percepisce la struggente malinconia di qualcosa che sta per finire. Di tanto in tanto, tra i gruppi di soldati, si levano brindisi e canzoni sommesse. Qualcuno beve, qualcuno passeggia avanti e indietro, qualcuno si gode l’amore per l’ultima volta. Ognuno cerca di mascherare la paura come può.
Mentre immerge il cucchiaio di legno nella minestra di cipolle, Sansa si chiede quand’è che anche lei inizierà a provare veramente paura. Per adesso le sembra tutto irreale, sospeso.
Ogni tanto alza gli occhi e osserva Theon, di fronte a lei, mangiare la sua zuppa in silenzio. Non ha fatto una piega dopo aver portato la prima cucchiaiata alla bocca, segno evidente che aveva già sperimentato al suo arrivo la cucina terribile dell’accampamento di Grande Inverno.
Quando sono arrivati intorno al fuoco da campo allestito dagli Uomini di Ferro, questi hanno chinato rispettosamente la testa in direzione di Sansa, e hanno subito fatto posto a lei e a Theon accanto al falò, spostandosi qualche metro più in là. Sansa è quasi certa di aver intravisto dei sorrisetti sornioni spuntare sul viso di alcuni di loro, ma forse se li è soltanto immaginati.
Lei e Theon non si sono ancora scambiati nemmeno una parola, ma Sansa sente che non ce n’è bisogno. Le piace che possano stare semplicemente lì, mangiando, godendosi l’uno la presenza dell’altra, senza dover per forza pensare a qualcosa da dire.
Le loro ginocchia sono vicine, si toccano. Pensava che Theon si sarebbe sottratto a quel contatto, e invece non ha fatto nulla per allontanarsi. Sansa avverte il suo calore attraverso il cuoio e la stoffa, ed è qualcosa di piacevole, che le suscita uno strano languore. Nemmeno la sua infatuazione infantile per Joffrey, nemmeno le sensazioni confuse davanti agli approcci viscidi di Ditocorto, possono paragonarsi al benessere genuino che prova in questo momento.
Theon alza lo sguardo dalla scodella, i suoi occhi incontrano quelli di Sansa. La guarda con un’intensità nuova, che la fa vacillare. C’è così tanto, in quello sguardo, che Sansa sente qualcosa esploderle in petto: tutto quello che hanno vissuto, i mesi terribili dentro quelle mura, il modo in cui entrambi sono stati ridotti a meno di niente ma non si sono spezzati, la loro ultima fuga disperata.
Abbiamo vinto, io e te, sembra dirle lo sguardo di Theon. Forse tra poche ore moriremo, ma nessuno potrà toglierci questo.
Sansa ricambia il suo sguardo, mentre un lieve sorriso le spunta sulle labbra. Mai, in tutta la sua vita, si è sentita così vicina a qualcuno. Quello che è successo a Grande Inverno mesi prima li ha scavati dentro così profondamente, che rimarranno legati per sempre, nel bene e nel male.
Vorrebbe raccontare a Theon del piacere feroce che ha provato nel sentire Ramsey sbranato dai suoi stessi cani – la prima e unica volta in vita sua in cui ha goduto della morte di qualcuno – ma non vuole sporcare le loro ultime ore insieme col ricordo di quell’essere immondo.
Theon continua a guardarla, ma ora l’espressione nei suoi occhi chiari è cambiata, e nessuno potrebbe fraintenderla. Non c’entra più niente il passato, non c’entra più niente il dolore. C’entra, invece, quella loro intimità di poco fa nel corrioio, la mano di Theon nella sua, quel “non posso perderti di nuovo” sussurrato a mezza voce.
Eccolo, il mio sogno di bambina, pensa Sansa mentre il cuore salta un battito. Eccolo, quello sguardo che ho cercato in Joffrey, in Loras, e in altri cento prima di loro. Pensavo che nessuno potesse mai guardarmi così, ed ecco che invece sta succedendo, quando manca così poco alla fine. Quando pensavo che non fosse più importante.
E’ Theon ad abbassare gli occhi per primo, sbattendo le palpebre come chi avesse guardato il sole troppo a lungo.
- Dovresti riposare un po’ – dice, dopo essersi schiarito la voce. – Dobbiamo essere freschi per …
Sansa si alza senza protestare.
- Sì, hai ragione – concorda. Non lo biasima, se sente il bisogno di rimanere da solo con i suoi uomini.
Theon, invece, la soprende dicendo: - Ti accompagno fino alla tua stanza.
Vorrebbe pregarlo di rimanere insieme ancora un po’, ma non ci riesce. Si rallegra, invece, della possibilità di passare in sua compagnia qualche altro minuto, anche solo per il tragitto dal cortile alla sua camera.
Dal ballatoio di legno che corre lungo le mura, il cortile pieno di soldati sembra un’altra scacchiera affollata di pedine, punteggiata di piccoli fuochi. Poche voci, poche risate, pochi rumori. Ci si finge impegnati a fare altro, ma in realtà si tende l’orecchio all’esterno, aspettando.
Anche il castello sembra attendere. Nelle sale in penombra, tra le torce guizzanti, c’è solo immobilità e silenzio. Theon e Sansa camminano l’uno accanto all’altra, senza parlare, senza guardarsi. A ogni angolo, le loro voci e i loro passi di bambini, che si inseguono per i corridoi insieme a quelle di Arya, Robb, Bran e Rickon, li raggiungono come echi provenienti da molto lontano.
Quando arrivano davanti alla porta della stanza, Sansa poggia la mano sul chiavistello di ferro. Indugia, senza decidersi ad aprirlo. Non se ne rende conto, ma sa cercando di prolungare quel momento il più possibile.
- Cerca di dormire – le consiglia Theon.
Lei incurva le labbra in un leggero sorriso. – Come se fosse possibile.
- Non preoccuparti. Se dovesse andare male … sono certo che Brienne saprà tenerti al sicuro.
Sansa lo fissa con espressione dura. – Pensi che mi preoccupi per me stessa? Davvero?
Theon non risponde. E’ evidente che vorrebbe trovare altre parole per rassicurarla, parole più adatte, ma non sa da dove cominciare. Davanti alla sua espressione spaesata, il viso di Sansa si ammorbidisce.
- Quindi, è l’ultima volta che ci vediamo? – chiede, piano. - Ci stiamo dicendo addio?
Theon abbassa lo sguardo. Sansa, adesso, lo conosce abbastanza da sapere che sta cercando di nascondere gli occhi lucidi.
- In qualsiasi modo andrà, andrà bene – risponde infine lui, sforzandosi di mantenere salda la voce.
In qualsiasi modo andrà.
Sansa si rigira nella mente queste parole, ed è allora che comincia a realizzare veramente quello che la scelta di Theon significa. L’ha saputo da subito, certo. Ma saperlo non è lo stesso che accettarlo.
Non è pronta a lasciarlo andare.
- Rimani.
Le è uscito d’impulso, senza che abbia potuto impedirlo. Ma adesso che l’ha detto, e che le parole stanno ancora aleggiando nell’aria tra di loro, sente che è quello che vuole.
Theon alza di scatto la testa e la fissa, spiazzato. - Come?
- Rimani con me, stanotte.
Lui la scruta, il respiro corto, cercando nei suoi occhi la conferma che ha sentito bene. Quando realizza, i suoi occhi si allargano per lo stupore.
- Io …
- Non vuoi?
Per un momento, Sansa teme di aver sbagliato tutto. Teme di aver frainteso, di aver scambiato per sentimenti quelli che in realtà sono solo riconoscenza, devozione e lealtà. Forse è andata troppo veloce, forse Theon è ancora troppo ferito nel corpo e nello spirito. Forse Reek non l’ha ancora abbandonato del tutto.
Theon trae un lungo, lento respiro.
- Se lo voglio? – mormora, quasi sofferente. – L’ho voluto dal momento in cui sono arrivato qui e ti ho rivista. Non ho voluto altro. Non riuscivo nemmeno a guardarti, perché … perché avevo paura che lo capissi.
Il sollievo che esplode nel petto di Sansa è così intenso che quasi la fa scoppiare a piangere. - Paura? – ripete, confusa.
- Cosa posso darti, io? – chiede Theon con voce sorda. - Tu meriti qualcuno che sia migliore di me.
- In questo momento potresti essere con tua sorella al di là del mare – replica Sansa, con un sorriso incredulo – e invece hai scelto di tornare qui, e di offrirmi la tua vita.
– Ti ricordi cosa sognavi, da bambina? Sognavi un lord bello, e gentile, e coraggioso … Tu devi avere questo, tu meriti questo. Qualcuno che possa darti tutto, come marito e … e come uomo.
Il ricordo di quello che Ramsey gli ha fatto, il modo in cui l’ha annientato, aleggia per un attimo tra di loro, orrendo e indicibile. Ma Sansa non ha nessuna intenzione di lasciargli prendere il sopravvento, non questa volta. Bolton non ha più alcun potere su di loro.
- Non so se te ne sei accorto, ma le mie ultime esperienze con i lord non sono state granché – insiste, dura. – E quello a cui davo peso anni fa … erano solo sogni di una ragazzina stupida.
– Non sei mai stata una ragazzina stupida.
- Lo sono stata eccome. Non cercare di essere gentile.
- Forse solo un po’ altezzosa e piena di sé.
Sorridono nello stesso momento, le teste vicine. Sono soli nel corridoio buio, le uniche fonti di luce sono il fuoco tremolante delle torce appese ai muri e i raggi della luna che entrano dalle finestre. E’ incredibile, pensa Sansa. Siamo cresciuti insieme per anni, in questa stessa casa, e ci saremo scambiati al massimo cinque frasi in tutto. Com’è possibile che adesso siamo qui, soli in questo corridoio, e che stargli vicino mi provochi certe sensazioni, e che lui sia la persona con cui voglio trascorrere le mie ultime ore di vita su questa terra? Com’è possibile che fino a ieri fossi la bambina che smaniava per Joffrey, e adesso non desideri altro che sentire il mio nome pronunciato dalle labbra di Theon? Cosa ne è stato di tutti questi anni? Cosa ne è stato di noi?
Le loro risate, poco a poco, si spengono, ed è allora che i loro sguardi tornano a incontrarsi. Gli occhi chiari di Theon sono fissi nei suoi, e Sansa si rende conto, improvvisamente, di quanto quei mesi l’abbiano fatto rifiorire. Non è più l’avvenenza fresca e arrogante del giovane protetto di suo padre, ma è la bellezza segnata, dolorosa di chi è stato ridotto in mille pezzi e ha trovato il modo di rimettersi insieme.
Ciò che è morto non muoia mai. Ma risorga, più duro e più forte.
Vorrebbe che fosse lui a colmare la distanza tra di loro, ma Theon rimane immobile. Il ragazzo vanitoso e superficiale di tanti anni prima non avrebbe esitato nemmeno per un secondo: l’avrebbe presa in modo beffardo, irrispettoso, senza porsi il minimo scrupolo. Lei, però, preferisce questo Theon: quello che ha paura a sfiorarla, che si imbarazza se lei lo stringe a sè, che la chiama ancora “Lady Sansa”.
Per un attimo, sembra che stia per succedere. Sansa sente il viso di Theon a pochi centimetri dal suo, sente il suo respiro farsi più rapido. Lo vede esitare, mentre le fissa le labbra e conduce un’estenuante battaglia con se stesso.
Poi, d’improvviso, tutto finisce.
Theon si ritrae, deglutisce, distoglie lo sguardo dal suo. Scuote leggermente la testa, e per un attimo a Sansa sembra di sentire di nuovo la voce di Reek sussurrare, terrorizzata: “Non posso”.
- Devo andare dai miei uomini – sussurra invece Theon. – Dobbiamo iniziare a prepararci.
Sansa, lo sguardo fisso a terra, annuisce in silenzio.
- Certo.
Si sente talmente ridicola, che non osa nemmeno guardarlo. Adesso, tutto quello che vuole è chiudersi nella sua stanza e affrontare come può la consapevolezza che probabilmente non lo rivedrà mai più. Respira profondamente e apre il chiavistello.
- Buona fortuna, Theon.
- Sansa …
- Cerca di stare attento.
Ha già aperto la porta, sta già entrando nella stanza, quando Theon si slancia in avanti, la prende per un braccio e la attira a sé. La bacia subito, con l’impeto di un assetato che ha appena raggiunto una pozza d’acqua.
Le labbra di Sansa si schiudono subito contro le sue, impazienti. Non ha molta esperienza in fatto di baci, ma adesso, con le mani di Theon sul viso e tra i capelli, con il suo corpo stretto contro il suo, tutto viene naturale.  Ecco, pensa, con il cuore che le batte colpi sordi contro il petto. E’ così che dovrebbe essere. E’ questo il nostro posto, in questo preciso momento. Lo è sempre stato, e ci sono voluti anni di cose tragiche e orrende perchè potessimo arrivare qui e perché potesse accadere. Ma va bene così. Va bene così.
Si separano dopo pochi secondi, il fiato corto. Theon fissa il suo viso come se lo vedesse davvero solo in quel momento, come se volesse fissarne nella memoria ogni più piccolo dettaglio.
- Quando ti ho lasciata andare alla Barriera con Brienne … - le sussurra, come se aspettasse di dirglielo da molto tempo – è stato come … come se mi avessero mutilato di nuovo.
Sansa gli scosta una ciocca di capelli dagli occhi e lo guarda. Quello che prova, in questo momento, è così forte da somigliare al dolore.
Va oltre l’attrazione, oltre la gratitudine, oltre la compassione e la tenerezza, va persino oltre l’amore.
Deve essere così, pensa, sentirsi parte di qualcuno. Confondere dove finisci tu e dove inizia lui.
Gli prende il viso tra le mani, vorrebbe baciarlo di nuovo. Vorrebbe portarlo dentro la stanza, e togliergli uno a uno tutti i vestiti che ha addosso, e poi rimanere nuda davanti a lui.
Meriti qualcuno che possa darti tutto, come marito e … e come uomo.
Ma a Sansa tutto questo non importa più. Vuole permettere a Theon di amarla nel modo in cui può amarla, e vuole permettere a se stessa di mostrarsi di nuovo indifesa, vulnerabile. Non avrebbe mai pensato di desiderarlo di nuovo, non dopo quello che le ha fatto Ramsey.
Il suono del corno li raggiunge proprio in quel momento, mentre Sansa sta per prendere la mano di Theon e condurlo dentro la sua camera. Rimbomba nei corridoi, contro i vetri delle finestre, lungo le pareti di pietra, lasciandosi dietro un eco cupo e sinistro e poi, improvvisamente, il silenzio.
Sansa e Theon rimangono immobili, a occhi chiusi, la fronte dell’uno contro quella dell’altra.
E’ il momento.
Non c’è più tempo.
- Vai – mormora Sansa, continuando a stringerlo. – Non rendiamolo difficile.
Theon si scioglie dall’abbraccio lentamente, come se tutto il suo corpo lottasse per tenerlo ancorato a lei. Continua a guardarla a lungo negli occhi, tenendole il viso tra le mani.
- Vai – gli ripete dolcemente Sansa, poggiandogli una mano sul petto.
Tutto quello che vorrebbe dirgli è lì, in bilico sulle sue labbra, ma non si decide a uscire fuori.
E poi, all’improvviso è troppo tardi. Il momento passa e se ne va, e Theon, dopo averle deposto un ultimo bacio leggero sulla bocca, si stacca definitivamente da lei.
Sansa lo guarda allontanarsi lungo il corridoio con passo lento, lo vede combattere a ogni metro con la tentazione di tornare indietro. Continua a tenere gli occhi fissi su di lui fino alla fine, finchè non ha raggiunto il fondo del corridoio.
Quando sparisce, Sansa chiude gli occhi e rimane immobile. Se sarà la fine, vuole che quella sia l’ultima immagine a rimanerle impressa nella memoria: Theon che, prima di svoltare l’angolo e andare verso il suo destino, si ferma e si volta a guardarla un’ultima volta.
Il corno suona di nuovo, Sansa riapre gli occhi. Raddrizza la schiena, si sistema il mantello di pelliccia sulle spalle e ricaccia indietro le lacrime. La lady di Grande Inverno non può permettersi di piangere.
E adesso è tempo di andare.
Si ritroveranno, un giorno, da qualche parte.
Qualunque cosa il destino decida per loro.

 
 
 
 





ANGOLO AUTRICE
Ansia per la 8x03 ne abbiamo?
Voglia di uccidere gli showrunner, che con molta nonchalance ci fanno piombare tra capo e collo la ship del secolo, con l’evidente intento di distruggerla crudelmente un attimo dopo, ne abbiamo?
Non so voi, ma io sono in quella fase un po’ bipolare in cui oscillo tra la commozione e gli istinti omicidi. Spero che lunedì arrivi presto, così porrà definitivamente fine alla mia sofferenza.
Anyway … in qualsiasi modo andrà, spero di avervi almeno offerto una lettura piacevole. Magra consolazione, lo so, ma si fa il possibile!
Ora scusate, torno a guardarmi in loop la reunion tra Sansa e Theon, per frignare come un’idiota per la centesima volta.
Commentate, se vi va!
And what is dead, may never die. Always.


Linda



 





 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

 
 
   
 
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