Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: killer_joe    29/04/2019    3 recensioni
“Oh davvero? E dimmi un po', cosa o chi ti ha distratto così all'improvviso, ah?” chiese scherzosamente.
In quel momento Brian ebbe 'l'idea'. La più stupida, disperata e patetica idea della sua, senza dubbio breve, vita (...).
“A dire il vero... ho conosciuto qualcuno. Ieri sera” cominciò con voce ferma, e non fu niente male a suo modesto parere perché mentire non era la migliore delle sue qualità. Era fortunato che stesse parlando con Freddie al telefono, altrimenti l'amico sarebbe stato in grado di capire in mezzo secondo che Brian stava sparando un mucchio di balle.
“... sei serio?”
aka:
Brian vuole avere l'ultima parola, Freddie è quasi un buon amico, le bugie hanno le gambe corte e il karma a volte non è sinonimo di punizione divina.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

(What) A Damn Jolly Good Idea

killer_joe
 




“Cosa mi dici della ragazza che hai incontrato all'ultimo concerto, invece?” gli chiese Freddie, e Brian sentì l'irritazione penetrargli fino al midollo. La voce allegra di Freddie continuò la sua investigazione, con un focus particolare sui pro e contro di questa fantomatica ragazza che, onestamente, Brian nemmeno ricordava, quel concerto era stato un mese fa! Brian sospirò, l'intera situazione era già abbastanza stressante così com'era, e lui non aveva certo bisogno che Freddie gli facesse nascere ulteriori problemi di autostima, grazie tante.

“Freddie, sono letteralmente dall'altra parte della nazione” gli ricordò, esasperato, “non posso certo chiederle di aspettarmi fino al mio ritorno a Londra” ragionò, cercando di sembrare convincente. Sentì Freddie sbuffare dall'altra parte della linea.
“Non essere melodrammatico, tesoro, quello è compito mio. King's Lynn non si trova esattamente nelle Shetlands” commentò, e stavolta fu Brian a sbuffare perché, beh, purtroppo su questo Freddie aveva ragione.

“Comunque sia, come ti trovi nel Norfolk?” chiese Freddie con disinvoltura, e Brian si sentì grato di avere una pausa da quel discorso imbarazzante. Aveva appena cominciato a spiegare entusiasticamente al suo amico l'interessante seminario sulle galassie di forma irregolare che stava seguendo, quando fu interrotto da un forte gemito dall'altra parte del telefono.
“Intendevo com'è la popolazione giovanile di Norfolk, tesoro, ti prego! Non riesco nemmeno a spiegare il totale disinteresse che provo per la tua 'polvere spaziale', giuro!” Freddie declamò tragicamente, e Brian roteò gli occhi al cielo. Lui adorava Freddie, davvero, ma a volte era impossibile da sopportare.
Ad essere sinceri, Brian non ne poteva più di questa situazione. Le battute sarcastiche, gli scherzi, e tutti quei appuntamenti al buio che Freddie (e Tim, e sua madre, e chiunque lo conoscesse a dire il vero) gli avevano organizzato, tutto questo stava diventando troppo. E allora? Aveva ventiquattro anni e non aveva mai avuto una ragazza (e nemmeno un ragazzo, ad essere onesti), ma Brian non riusciva proprio a capire perché diavolo fossero tutti così interessati alla sua vita sentimentale.

Brian lasciò che la voce di Freddie, ancora perso in un qualche tipo di discorso sull'importanza di un livello di sessualità salutare per l'evoluzione dei giovani (e quando mai Freddie era diventato un esperto di sessuologia, tra l'altro?), si perdesse sullo sfondo, e Brian diede un'occhiata al panorama attorno sé. Era nella zona del porto, in quello che sembrava essere il centro di King's Lynn. Dall'altro lato della strada c'era una caffetteria carinissima, con gli ombrelloni da esterno verdi e rosa a coprire i tavolini sul selciato. Brian lasciò scivolare lo sguardo dai clienti del bar a quelli del panificio accanto, per poi quasi strangolarsi con la sua stessa saliva e guardare di nuovo con più attenzione. Brian emise un suono strozzato che, per fortuna, Freddie non sembrò sentire. Seduto in uno dei tavolini esterni, circondato dai suoi amici, c'era il ragazzo più bello che Brian avesse mai visto. Era seduto proprio di fronte alla linea visiva di Brian, o meglio, era stravaccato sulla sedia, in una mano una tazza di caffè e nell'altra una sigaretta accesa. Il viso dai tratti fanciulleschi era circondato da capelli biondi, lunghi e un po' arruffati, e i suoi occhi azzurro cielo brillavano più di quelle stelle che Brian tanto adorava. Brian alzò gli occhi al cielo al suo stesso pensiero, fin troppo poetico.

“Tesoro, mi hai minimamente ascoltato? Eee-ooo? Terra chiama Brian?” la voce di Freddie ruppe l'incantesimo, e Brian si sentì arrossire. Ma che problema aveva? Stava guardando quel tipo come un pervertito! Si considerò fortunato che il ragazzo biondo non l'avesse notato, anche se forse non c'era da sorprendersi troppo. Bello com'era, di certo avere gli occhi di tutti su di sé per lui era routine. Con la sola forza di volontà Brian distolse lo sguardo dal ragazzo e lo spostò sulle navi attraccate al porto.

“Si, sono ancora qui” rispose a Freddie, cercando di riprendere il filo della conversazione. Freddie mormorò un 'hum' poco convinto.

“Oh davvero? E dimmi un po', cosa o chi ti ha distratto così all'improvviso, ah?” chiese scherzosamente.

In quel momento Brian ebbe 'l'idea'. La più stupida, disperata e patetica idea della sua, senza dubbio breve, vita, ma che avrebbe posto rimedio al problema più pressante, cioè Freddie che prendeva in giro la sua vita sentimentale, e che gli avrebbe addirittura fornito una buona storia dal punto di vista delle relazioni amorose, considerando che nessuno avrebbe mai raggiunto King's Lyinn solo per confermare che la sua storia fosse vera. Ormai quella che all'inizio era solo un'idea aveva preso la forma di un vero e proprio piano di azione nella mente di Brian, e il ragazzo tossicchiò per schiarirsi la voce.

“A dire il vero... ho conosciuto qualcuno. Ieri sera” cominciò con voce ferma, e non fu niente male a suo modesto parere perché mentire non era la migliore delle sue qualità. Era fortunato che stesse parlando con Freddie al telefono, altrimenti l'amico sarebbe stato in grado di capire in mezzo secondo che Brian stava sparando un mucchio di balle.

“... sei serio?”.

Brian si prese un secondo per apprezzare la sensazione di vittoria perché era abbastanza sicuro che, da quando l'aveva conosciuto, non era mai stato in grado di lasciare Freddie senza parole. Si sentì stranamente fiero di se stesso.

“Sì, sono serio. Perché, è tanto difficile da credere?” rimbeccò irritato, e un attimo dopo si sarebbe voluto prendere a schiaffi da solo perché sì, era difficile da credere perché non era nemmeno la verità, e Freddie avrebbe individuato la sua cazzata senza pensarci due volte.

“Cazzate, e lo sai” disse infatti Freddie, e onestamente Brian odiava avere sempre ragione. Tuttavia il tono ridanciano di Freddie lo stava irritando come mai prima, e Brian non era certo uno che si tirava indietro facilmente dalle sfide.

“Ma davvero? Beh, è vero. L'ho incontrato in un pub, abbiamo bevuto una birra insieme e ora lo sto aspettando al porto” Brian sputò fuori, e wow, era stato addirittura credibile. Abbastanza da indurre Freddie a strillare di gioia come un oca starnazzante, prima che cominciasse a sotterrarlo di domande.

“Oh mio dio, Brian, devi raccontarmi tutto! Lui com'è? Figo? Vive lì? Andiamo, tesoro, ho bisogno dei dettagli, soprattutto quelli sconci!” Freddie praticamente gli urlò nell'orecchio, e Brian sussultò dalla sorpresa. Accidenti a lui, Brian aveva bisogno di quel timpano.

“Lui... uhm...” Brian doveva pensare a qualcosa, e in fretta. Decise, almeno per il momento, di rimanere strettamente sui dettagli fisici, in modo da guadagnare tempo. Riportò lo sguardo sull'attraente biondo, ancora seduto al tavolo del bar.

“Beh, è un po' più basso di me...” cominciò, non che lo sapesse per certo, ma di solito Brian era più alto della media e così andava sul sicuro “e, beh, è magnifico. Lunghi capelli biondi, occhi blu e tutti quei cliché” continuò, ignorando i gridolini e i sospiri di Freddie dall'altra parte della cornetta. In quel momento, il ragazzo stupendo che Brian stava ammirando senza vergogna girò lo sguardo, e i loro occhi si incontrarono. Brian inconsciamente sussurrò 'bellissimo', e le labbra del biondo si sollevarono in un sorrisetto divertito. Brian diventò rosso pomodoro e si girò verso il telefono, vergognandosi come un cane.

“Quindi? Cosa fa nella vita? Studia lì? Quanti anni ha? Brian, rispondimi, io devo sapere!” Freddie sbraitò nella cornetta. Brian non era più sicuro che quella fosse una buona idea. Non aveva idea di come rispondere a Freddie, non sapeva nemmeno come si chiamasse quel ragazzo! Doveva terminare la chiamata in quell'esatto istante, per possibilmente tornare direttamente nella sua camera in affitto e, in privato, morire di vergogna.

“Uhm, sì, Freddie, lui... sta arrivando ora, lo vedo, ti chiamo dopo okay?” cercò di salvare il salvabile della situazione, sperando con tutto se stesso che il biondo non avesse intuito cosa stava succedendo dall'altra parte della strada. Anche se, a pensarci bene, Brian era abbastanza sicuro che fosse ormai chiaro a chiunque stesse guardando che gli stava sbavando sopra da dieci minuti buoni. Bel modo per farsi riconoscere, davvero, e Brian era costretto a stare in quel cavolo di città per un mese intero! Era stata la sua peggior idea di sempre. Ma a che diavolo stava pensando quando aveva deciso di cominciare questa farsa?

“Brian, aspetta! Almeno dimmi come si chiama!” il grido disperato di Freddie interruppe il flusso di pensieri disperati di Brian. Ed era arrivato il disastroso momento. Brian deglutì nervosamente.

“Uh, sì, il suo nome... il suo nome è...”

“Roger Taylor” una nuova voce da dietro Brian esclamò allegramente. Brian sentì un brivido passargli lungo la schiena, voci come quella dovrebbero essere dichiarate illegali. Alta per essere quella di un uomo, ma allo stesso tempo roca, com'era possibile? Brian si girò lentamente, le ginocchia molli.

“...Roger. Taylor” riuscì a mugugnare a Freddie, i cui strilli avevano ormai raggiunto l'intensità dell'ultrasuono.

“Santo cielo, ma esiste veramente! Non farlo aspettare, tesoro, va' da lui” Freddie gridò con tutta la teatralità di cui era capace, e a voce talmente alta che Brian era certo chiunque nel raggio di dieci metri avesse sentito. A dargli ragione il fatto che il biondo – Roger, fosse scoppiato in una risata cristallina. Brian era certo di non poter arrossire di più. Senza nemmeno salutare Freddie Brian buttò giù il ricevitore, chiudendo la connessione.

A quel punto Brian rimase fermo lì, come uno stoccafisso, perché cristo santo il ragazzo era lì davanti a lui, e probabilmente aveva intuito che Brian aveva cercato di farlo passare come suo fidanzato senza nemmeno conoscerlo, e sicuramente sembrava uno strambo senza speranza e...

“Allora, posso sapere con chi ho un appuntamento?” chiese Roger, e le gemme blu che aveva al posto degli occhi brillarono divertite. Brian deglutì, gli sembrava che le parole gli si fossero fermate in gola. Il biondo era una visione, un sogno diventato realtà. E, hey, era più basso di Brian. Uh. Roger lo guardò, aspettando una risposta, e il massimo che Brian riuscì a farfugliare fu un “quanto di tutto questo hai sentito?”, che sinceramente gli sfuggì di bocca senza essere passato prima dal cervello. Complimenti Brian, che tatto. Stranamente, davanti alla sua totale mancanza di buone maniere, o anche solo di dignità, Roger scoppiò a ridere.

“A sufficienza” rispose, con un sorrisetto, e gli fece l'occhiolino. Per tutta risposta Brian, in una mossa che fino al momento prima non aveva ritenuto possibile, divenne ancora più rosso. Stava per partire in quarta a spiegare il suo comportamento e scusarsi con il biondo, ma Roger lo interruppe subito con un gesto della mano.

“E ho pensato fosse particolarmente accattivante, di certo non capita tutti i giorni. Quindi, posso offrirti un caffè?” gli sorrise, ed era così carino e attraente e bellissimo che Brian poté solo annuire, in estasi.

“Ottimo, allora è un appuntamento!” Roger ammiccò, e Brian sarebbe potuto svenire lì. Roger lo prese per un braccio, indirizzandolo verso la caffetteria. “Quindi posso sapere con chi ho questo appuntamento, ora che abbiamo stabilito che lo è?” chiese di nuovo, e questa volta Brian era pronto.

“Brian. Brian May”.

Il biondo fece un sorriso splendente, e Brian sentì il cuore gonfiarsi di gioia.

La sua era stata probabilmente la peggior idea di sempre, ma gli piaceva il risultato.




Angolo autore

Uhm... primissima storia su questo fandom. Spero vi abbia strappato un sorriso! 
Come sempre commenti, critiche o apprezzamenti sono graditi!

Alla prossima
killer_joe

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: killer_joe