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Autore: Briseide12    01/05/2019    0 recensioni
Dopo "CHAT" ho deciso di raccontarvi ancora di me, ma voglio iniziare dagli albori della mia vita comica/drammatica
Genere: Comico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Avevo 16 anni ed ancora avevo ben poco chiaro di come funzionasse la vita, per me esisteva solo la scuola, i compiti e il desiderio di essere la migliore.
La mia ambizione e competizione era rivolta esclusivamente all’ambito scolastico, perché non mi sentivo né pronta né preparata in altro all’infuori di quello, un mondo facile e tranquillo da gestire.
Avevo un unico altro talento che come un talismano brillava in me gonfiandomi di orgoglio ed al tempo stesso facendomi sentire estremamente vulnerabile, era il canto.
Quando si scopriva questo mio talento, (ovvero sempre quando non volevo), una registrazione audio resa pubblica da mie amiche o semplicemente persone che mi conoscevano e passando sotto la mia abitazione (come nelle storie da princess), mi sentivano cantare.
Nel momento in cui si diffondeva la voce, tutti volevano sentire la voce della secchiona, che era così dissimile dal mio aspetto. Non ero una ragazza brutta, ma non mi curavo e mi accontentavo di essere passabile, perché non avevo il coraggio di competere in un ambito in cui mi sembrava di perdere in partenza.
Quando mi si avvicinavano per sentire la mia voce, io andavo in panico, perché potevo sopportare passandoci sopra ogni tipo di insulto, ma insultare il mio modo di cantare mi fa e mi faceva terribilmente male. Quindi andava a finire che non riuscivo a cantare in pubblico e non ci riesco neanche adesso, l’unica cosa che riesco a fare, dopo essermi assicurata di aver sigillato tutte le finestre, nel caso disturbi qualcuno, è registrarmi e riascoltarmi per poter da sola criticare cosa potevo migliorare nella mia “esibizione personale”, ma a parte questo devo dire che non sono cambiata. Quindi, sotto questo aspetto è un compendio tra passato e presente che finiscono per identificarsi.
Ritorniamo a me 16 enne. Allora, vi dicevo che ero una tipa tutta scuola, avevo i brufoli che non coprivo con il trucco, una montatura nera pesante che all’epoca non era di moda e mi vergognavo delle mie forme femminili e quindi vestivo larga. Penso di aver avuto problemi non da poco ahaha, ero una adolescente trattata da brutta, ma semplicemente non mi piaceva curarmi. Oltre all’igiene giornaliera non dedicavo tempo ad altro.
Un giorno come tanti di quell’epoca, mi alzai alle 6 ed iniziai a prepararmi per la scuola, non ci mettevo molto a prepararmi, ma sfruttavo il tempo in più per ripetere. Mentre, ero pronta per andare, fui travolta da un dolore improvviso che mi attraversava da parte a parte l’addome, con precisione l’epigastrio e s’irradiava a corona fino alla parte della schiena, stringendomi in un anello di dolore acuto. I cui punti dolorosi erano chiaramente localizzati nella mia mente, sentivo piccole spade perforarmi dentro ed il dolore cresceva d’intensità arrestandomi il respiro, la parte dolorante era contratta e mi spingeva a piegarmi in posizione fetale per cercare di respirare lentamente, ma una volta distesa sul pavimento non riuscii più ad alzarmi e rimasi ferma immobile, incapace di muovermi né di gridare, data la fatica enorme che mi richiedeva muovere il diaframma.
I miei mi accompagnarono al pronto soccorso e dopo un’attesa di due ore dove il dolore non diminuiva, improvvisamente finii di botto, non avevo più nulla. Gli esami del sangue, oltre agli altri esami di routine non indicavano nulla e il tutto fu bollato come stress. Mi strapparono la flebo e tornai a casa, il giorno dopo tornai a scuola con mia profonda gioia.
Vi anticipo che scoprirò la natura di quei dolori solo dopo 9 anni, in cui si presentavano regolarmente ogni 2 mesi. Andai altre tre volte al pronto soccorso, ma mi allontanarono considerandomi una ragazzina stressata.
Continuai la mia vita, anzi vivevo la vita di ciò che leggevo e in questo turbinio di stati d’animo e di fragilità, m’innamorai di un mio compagno di classe che per celare la sua identità oltre che la mia, chiamerò con una iniziale “R”.
Di R cosa dire?.. ne ero incommensurabilmente innamorata e non era tanto il fatto che fosse ricco o che fosse bello (in realtà lo era solo secondo me ahahah), la cosa principale era che andava bene a scuola (lo so ero patetica, ma devo raccontarvi la verità di allora), aveva modi eleganti e amavo come rideva.
Fatto sta che non considerandomi bella, non mi avvicinai mai a lui, ma lui cercò di fare dei tentativi il giorno in cui divenne mio compagno di banco.
Diciamo che galeotti furono i palindromi, facemmo a gara di chi li conosceva di più e da lì ne scaturì il mio innamoramento che vi anticipo che non fu mai esplicitamente ricambiato, anzi il fatto che fossi di una famiglia con condizione economica media e che non vestissi di marca lo allontanarono parecchio da me. Oggi posso solo ringraziare la mia buona stella.

   
 
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