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Autore: Briseide12    02/05/2019    0 recensioni
Dopo "CHAT" ho deciso di raccontarvi ancora di me, ma voglio iniziare dagli albori della mia vita comica/drammatica
Genere: Comico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Avevo 16 anni e continuavo a vivere una vita un po’ ristretta, non avevo molti amici e non uscivo il sabato sera, né il venerdì. Di fatto non uscivo e basta, il mio freetime era dedicato esclusivamente alla lettura.
Avevo un amico che mi telefonava spesso, al telefono fisso di casa (sapete i vecchi tempi ) e che mi intratteneva con novità e mi chiedeva di confrontare i compiti. Era un grande amico ed ancora adesso ho un ricordo positivo di lui, non ci frequentiamo perché sono stata io ad allontanarlo…In realtà avevo capito che lui aveva un debole per me e purtroppo io non riuscivo a ricambiarlo, mi sarebbe piaciuto, sarebbe stato tutto più facile, ma il destino si pone in modo tale da evitarti la strada facile e finisci sempre con il ferire qualcuno anche se non vuoi.
Potrei sorvolare i 16, così come anche i 17 perché sostanzialmente e tristemente devo dirvi che non ho sfruttato molto la mia vita e mi sono scavata una buca profonda intorno a me. Avevo diversi diari segreti, in cui riversavo le mie paure e le mie domande su cosa non andasse in me e sui miei sentimenti non ricambiati.
Riflettendo un po’, mi sono chiesta dove avesse avuto origine questa paura e vi devo dire che il fautore del mio innamoramento liceale, ovvero R è stato causa anche del mio senso d’inadeguatezza nell’esporre i miei sentimenti. Se avessi provato qualcosa per qualcuno avrei dovuto nasconderlo.
Avevo 14 anni ed R, giocava con i suoi amici, mentre ci eravamo disposti con i banchi distanziati per svolgere un compito in classe, ancora l’insegnante non era arrivata e quindi si parlava. Io ero vicina ad R ed ai suoi amici ed uno di loro scherzò dicendo ad R che si sarebbe fidanzato con me, lui si girò e guardandomi con disgusto disse che il solo pensiero gli faceva schifo.
Io non dissi niente, ma provai un forte dolore che non potei neanche esternare dato che l’insegnante era rientrata e dovevamo iniziare il compito in classe. Da quel momento avevo paura, che le persone che potevano piacermi lo capissero. Perché come avete intuito io qualcosa per R lo provavo già da allora.
Direi di passare con un balzo ai 18 anni, in questo lasso di tempo, capita che a volte mi assentassi mio malgrado da scuola, per la frequenza del dolore di cui vi parlavo. I medici decisero che fosse una leggera gastrite ed iniziai un ciclo di gastroprotettori e tisane calmanti, ma nulla cambiava.
A 18 anni, iniziai a correre, mi tagliai i capelli e cercai di vivere un po’ di più. Giocai a Badminton in cui me la cavavo bene e soprattutto amavo moltissimo quello sport, mi ricordava Robin Hood. R notò questi cambiamenti ed iniziò a starmi più vicino, mi chiedeva di confrontare la versione di latino, mi chiedeva di ascoltarlo mentre diceva la lezione e mi voleva come compagna di gioco a Badminton.
Andavo a tutte le feste dei 18 anni che c’erano e ne approfittavo per scoprire lentamente la mia femminilità, scegliendo durante le feste di compleanno dei vestiti da ragazza della mia età, per poi tornare a scuola come prima. Mi piaceva, vedere lo sbigottimento nel mio cambiamento dalle feste rispetto alla quotidianità scolastica. Il solo pensiero, però di adeguare il mio vestiario anche al di fuori della festa, mi spaventava.

R mi chiedeva di aiutarlo con i compiti ed avvicinava spesso il suo braccio al mio, durante i compiti in classe si sedeva vicino a me. Quando lo aiutai al compito di matematica e riuscii a prendere 8, al momento della consegna mi diede un bacio sulla guancia ringraziandomi. Come avrete capito, finito il liceo, persi i contatti del tutto.

Ero servita allo scopo di farlo copiare e nient’altro….io in fondo lo sapevo, ma speravo che nel tempo potesse sorgere qualcos’altro. Un episodio che lo ricordo come un colpo al cuore, fu durante la gita dell’ultimo anno, eravamo in pullman ed io ero seduta parallelamente rispetto a lui ed entrambi riuscivamo a vederci chiaramente, ogni tanto ci guardavamo. Io vedevo che anche lui mi guardava anche quando non lo guardavo sentivo il suo sguardo addosso. In un attimo siamo negli occhi l’uno dell’altra.

I miei occhi agganciati a quelli di R, fatto sta che nel frattempo lui stava baciando una ragazza e mentre lo faceva, continuava a fissarmi, finché io di nuovo colpita in quel briciolo di sentimento e di speranza che era nato di nuovo, alla fine mi arresi al dolore.


D’estate feci il mio viaggio personale della maturità, amici che volessero venire in gita con me non ne avevo (quelli che mi erano amici durante il liceo erano spariti subito dopo gli esami), quindi andai in vacanza con mia sorella ed i miei genitori a Zakynthos.
   
 
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