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Autore: Calia_Venustas    05/05/2019    3 recensioni
[IN PAUSA FINO AL PROSSIMO AGGIONAMENTO DI KHUX]
C'è qualcosa che il Maestro dei Maestri non può confessare a nessuno, nemmeno a Luxu. Qualcosa che se i suoi apprendisti dovessero scoprire metterebbe a repentaglio tutto quello in cui credono. Il Maestro sa di essere nel torto, ma sa anche di essere troppo orgoglioso per ammetterlo.
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Una storia sull'origine del Maestro dei Maestri e dei Veggenti sin dall'inizio del loro apprendistato fino all'epilogo di KH3. A partire dal capitolo 18 scorre in parallelo una seconda trama che ha per protagonisti Soggetto X e Luxu, ora nei panni di Xigbar, alle prese con i retroscena degli eventi successivi a Birth By Sleep.
[Coppie: Luxu/Ava, Luxu/Maestro dei Maestri, Invi/Ira, Ava/Gula, Soggetto X/Isa, Lauriam/Elrena]
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Vanitas, Ventus, Xigbar
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Spoiler! | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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Lion's Pride
di Calia Marini


Ringrazio Sara/Malakia per avermi lasciato usare la sua bellissima illustrazione del Maestro dei Maestri!

INTRODUZIONE: questa storia è ambientata prima degli eventi di Kingdom Hearts X Back Cover e racconta l'origine del Maestro dei Maestri e dei suoi sei apprendisti, con uno speciale focus su Ava, Luxu e il Maestro stesso. Tutto nel finale di KH3 sembra indicare che i Veggenti saranno i nuovi villain della saga e questa storia ha il fine di illustrare le loro motivazioni e le ragioni che a mio parere li renderanno un gruppo di antagonisti completamente diversi dallo 'squadrone Xehanort' che abbiamo affrontato in passato. Il Maestro dei Maestri e i suoi apprendisti sono, nella mia interpretazione, prima di tutto una famiglia allargata non dissimile da quella di Sora e dei suoi amici anche se i loro rapporti si svilupperanno in circostanze molto diverse.
  • Rating: arancione
  • Coppia/e: Luxu/Ava, Luxu/Maestro dei Maestri, Invi/Ira, Ava/Gula, Soggetto X/Isa, Lauriam/Elrena
  • Personaggi: Maestro dei Maestri, Ava, Luxu, Aced, Gula, Ira, Invi, Chirithy, Ventus, Ephemer, Brain, Strelitzia, Lauriam, Elrena, Skuld, Braig/Xigbar, Vanitas.
  • Avvertimenti: Contenuti forti di vario genere (crudeltà sugli animali/dream-eaters puccettosi, horror psicologico, descrizioni moderatamente dettagliate di scene cruente, eventuali capitoli dal rating rosso perché lemon saranno postati come one-shot a parte. Potrete leggere l'intera storia senza dovervi sorbire i miei momenti da pervertita se così preferite.)
  • Avvertimenti EXTRA: : Visti i recenti capitoli, mi tocca pure inserire "furry" nella lista delle robe che potenzialmente potrebbero disturbarvi. Ma tranquilli, ci teniamo sul rating verde-giallo per quella parte dato che si tratta di una cosa prettamente estetica. Lettori avvisati, mezzi salvati :3
  • Contesti: Pre-Kingdom Hearts X Back Cover / Kingdom Hearts Union X / Kingdom Hearts 358/2 Days / Kingdom Hearts II / Birth By Sleep / Post-Kingdom Hearts 3 (se davvero ci arriviamo coi capitoli!)

NOTE:
In questa storia, i Veggenti hanno dei nomi differenti prima di essere ribattezzati dal Maestro dei Maestri e associati ad un peccato capitale. I loro nomi sono tratti dai volumi che troviamo nella biblioteca della Fortezza Oscura in KH1.

Maestro dei Maestri (Perbias): Theon
Luxu: Khama
Ava: Mava
Aced: Salegg
Ira: Azal
Gula: Hafet
Invi: Nahara

Col procedere della trama e per facilitare la vita sia a me che a voi, ho deciso di contrassegnare i titoli dei capitoli con due simboli:
e χ

✭ Titolo ✭
  = capitoli ambientati nell'Era delle Fiabe, ossia quelli che primariamente seguono la formazione di Luxu e l'evolversi dei piani del Maestro. Cronologicamente parlando, si tratta di tutti gli avvenimenti compresi tra 10 anni prima di Back Cover e la prima Guerra dei Keyblade.
χ Titolo χ = capitoli ambientati post Birth By Sleep
con Luxu nei panni di Braig/Xigbar, Soggetto X, Isa, Lea, Xehanort e il resto dell'allegra compagnia. Da 2 anni dopo BBS fino all'Epilogo di KH3. E magari, persino al Finale Segreto :P



Buona lettura!

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DAYBREAK TOWN

 

Standing on a road I didn't plan,
wondering how I got to where I am.
I'm trying to hear that still small voice...
I'm trying to hear above the noise!
[Need You Now - Plumb]

Quando la carrozza uscì dalla fitta boscaglia e il paesaggio si spalancò immenso e sereno davanti ai suoi occhi, Khama rimase a bocca aperta, il nasino schiacciato contro il vetro.

Non aveva mai visto niente di simile.

La città dai tetti viola-azzurri s’estendeva a perdita d’occhio nella radura e una torre che con la sua altezza vertiginosa sembrava sfidare ogni legge della fisica segnava il trascorrere delle ore con il pigro oscillare di un enorme pendolo. Alberi da frutto e graziosi giardini fioriti punteggiavano i viali illuminati dalla tremula luce dei lampioni e ovunque si scorgevano persone intente a passeggiare e a godersi quella tiepida serata di fine estate.

“Bella eh? Scommetto che in questo momento ti senti terribilmente fortunato ad essere stato affidato a me. Avrai una stanza tutta tua proprio in quella torre.” disse il suo accompagnatore, indicando l’imponente struttura con l’indice guantato di nero.

Khama lo guardò di sottecchi, ancora scombussolato dagli eventi delle ultime ventiquattro ore. Solo la sera prima un paio di ragazzi più grandi l’avevano riempito di calci nel vicoletto sul retro dell’orfanotrofio che aveva sempre chiamato casa eppure adesso si ritrovava a viaggiare in una sfarzosa carrozza di mogano diretto ad Auropoli dove avrebbe cominciato il suo apprendistato.

Ancora stentava a credere che tra tutti i bambini, il Maestro avesse scelto proprio lui. E, cosa ancora più incredibile, Khama non riusciva a capacitarsi di come quel ragazzo mingherlino e dai modi strambi che sedeva di fronte a lui fosse il famigerato Maestro in persona.

Quando l’educatrice l’aveva fatto entrare nella sala comune, continuando a dilungarsi su quale grandissimo onore la sua presenza lì rappresentasse per l’istituto, Khama non riusciva a togliersi dalla testa l’idea che dovesse trattarsi di un elaboratissimo scherzo di pessimo gusto. E tale convinzione non fece che rafforzarsi nel momento in cui il cosiddetto “Maestro” attraversò la sala a grandi falcate per posargli una mano sulla spalla e separarlo dal resto dei bambini vestiti di abiti di seconda mano. “Questo qui andrà benone!” Aveva esclamato rivolgendo un sorriso a trentadue denti alla donna che era rimasta basita a fissarlo sulla porta. “Dove devo firmare?”

Con le dita del Maestro ancora serrate sulla spalla, Khama lo aveva scrutato di sotto in sù senza sapere cosa dire o pensare. Non poteva avere più di sedici anni e, se non fosse stato per l’elegante completo nero con tanto di guanti e papillon che indossava e che lo facevano sembrare un insolito direttore d’orchestra, non sarebbe stato difficile scambiarlo per uno dei tanti orfanelli dell’istituto.

Eppure, tutti conoscevano le mirabolanti storie che si raccontavano sul suo conto, tutti sapevano che il Maestro era il protettore del Reame della Luce e che i suoi ancor più giovani apprendisti si stavano sottoponendo ad un duro allenamento per essere considerati degni di seguire le sue orme.

Sin dall’alba dei tempi, il Reame della Luce era minacciato dall’avanzare lento ed inesorabile dell’Oscurità, ma il Maestro sembrava aver trovato un modo per contrastarla.

Là, dove centinaia di guerrieri, scienziati e stregoni avevano miseramente fallito, quel ragazzo mingherlino che sedeva di fronte a lui nella carrozza, dondolando le gambe giù dal sedile con fare svogliato, aveva trionfato.

“Spero tu abbia un bel pò di fiato, perché la torre è parecchio alta e io vivo all’ultimissimo piano. Non soffri mica di vertigini, vero?” continuò il Maestro stiracchiandosi e riportando il piccolo Khama alla realtà.

“No, signore.” rispose lui con un filo di voce, troppo intimidito per sostenere lo sguardo dell’altro. Quelli del Maestro erano gli occhi più grandi ed azzurri che Khama avesse mai visto. Facevano quasi paura.

Un sorriso disegnò una mezzaluna perfetta sul volto del ragazzo più grande. “Signore? Maddai, chiamami per nome! Sei parte della famiglia adesso. Vedrai, i tuoi compagni di studio saranno felicissimi di conoscerti.”

“Non credo… non credo ci siamo ancora presentati.”

Il Maestro sgranò gli occhi, dandosi una pacca sulle ginocchia “Accidenti, hai ragione! Che sbadato che sono. Da quando tutti hanno preso a chiamarmi Maestro di qui, Maestro di là, ho perso l’abitudine di usare il mio nome...” tese la mano verso di lui con un gesto teatrale “Sono Perbias, piacere di conoscerti, Luxu.”

Il bambino ricambiò la stretta con esitazione, la sua piccola mano pallida che quasi scompariva nel guanto del Maestro “Luxu? Ma signore, il mio nome-”

“Ah-ah, cosa ti ho appena detto sul chiamarmi ‘signore’?”

Khama trasse un profondo sospiro “Scusatemi… Perbias. Ma vedete, ci deve essere stato un errore, forse la Signora Dorsett si è confusa. Il mio nome è-”

“Luxu.” insistette l’altro, interrompendolo di nuovo e posando anche la seconda mano su quella che ancora stringeva la sua “Il tuo nome è Luxu. E da oggi, sei il mio nuovo apprendista.”

Senza sapere come controbattere, Khama si limitò ad annuire improvvisamente consapevole che quel semplice gesto aveva il valore di una bizzarra cerimonia d’investitura. Qualcosa gli diceva che niente sarebbe stato più lo stesso d’ora in avanti. Per la prima volta da quando erano partiti, si sentì improvvisamente euforico all’idea di intraprendere quella nuova avventura. La prima della sua vita che non includesse sfuggire alle angherie dei bulli e il passare la notte in un dormitorio gelido dopo aver trangugiato una tazza di brodaglia.

Un nuovo nome, una nuova vita.

Avevano ormai raggiunto i confini di Auropoli e la carrozza trainata da due cavalli dai finimenti argentati a forma di stella sfrecciava rumorosa su uno degli alti ponti che collegavano la periferia al quartiere centrale. “Domani Salegg ti porterà a fare un giro nei dintorni, ci sono tante cose da vedere qui in città. E mi raccomando, digli che non faccia lo spilorcio e che ti porti a mangiare ciambelle nella nuova pasticceria.”

Alla vista dell’espressione sognante di Khama, Perbias ridacchiò “Non c’erano molte ciambelle lì all’orfanotrofio, eh? Tranquillo, avrai tutto il tempo per recuperare le scorpacciate di dolci che ti sei perso.”

L’orfano sentiva già l’acquolina in bocca, ma cercò di non darlo troppo a vedere “Salegg è un altro apprendista?”

Il Maestro si rassettò la marsina orlata d’argento con fare distratto “Esatto, un gran brontolone. Ma sotto sotto ha il cuore tenero, sono certo che diventerete ottimi amici.”

Il bambino tornò a guardare all’interno dell’abitacolo dopo essere rimasto incantato dai vivaci giochi d’acqua della fontana che la carrozza aveva appena oltrepassato. “Siamo solo in due?”

“Certo che no. Tu sei il sesto della lista e…l’ultimo.”

Khama si grattò la testa, un pò a disagio “Spero di essere all’altezza…”

Perbias gli scompigliò i capelli con un buffetto che colse Khama del tutto impreparato e che lo portò istintivamente a ritrarsi contro lo schienale. Anni ed anni di sberle e punizioni avevano condizionato i suoi riflessi e il Maestro se ne accorse. “Certo che lo sei. Perchè mai sarei venuto a prenderti di persona per portarti via da quel postaccio?” lo rassicurò, posandogli benevolmente la mano sul capo. Nonostante la giovane età, c’era qualcosa di paterno nei modi del Maestro. Come se quel ragazzino dal corpo ancora gracilino e acerbo fosse molto più vecchio dei suoi sedici anni e possedesse una maturità e una consapevolezza che andava ben oltre la comprensione del piccolo Khama. Eppure, persino un bambino come lui riusciva a percepire quanto straordinario fosse l'individuo che aveva di fronte. E questo lo fece immediatamente sentire del tutto inadeguato ad essere stato scelto per seguire le sue orme, ovunque esse l'avrebbero portato.

“Ma non so fare niente di speciale!”

“Non ancora!” ribatté vivacemente l’altro “Che Maestro sarei se non avessi intenzione d’insegnarti? Sono certo che non mi deluderai, Luxu.”

“Luxu…” gli fece eco il bambino a voce alta, assaporando il suono di quel nuovo nome sulla lingua. “Mi piace.”

Il Maestro gli rivolse una strizzata d’occhio, scompigliandogli di nuovo i capelli ramati. “Non ne avevo alcun dubbio. Vieni, siamo quasi arrivati, prendiamo le tue cose.”

   
 
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