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Autore: Come What Klaine    05/05/2019    5 recensioni
Isabelle sta per sposarsi con Simon, per impegni vari si rivolge a un wedding planner per organizzare il loro matrimonio. Alec, il suo testimone, aiuterà Magnus. Ma i due si conoscono già.
"Aspettate, fatemi capire...è questo il problema? Un appuntamento andato male?" chiese Isabelle, sempre più confusa.
"Oh no, l'appuntamento, anzi gli appuntamenti sono andati bene. Il problema è quando mi ha portato a casa sua. Sembrava tutto perfetto, peccato che poi è arrivata la sua ragazza"
Isabelle quasi si strozzò con la sua stessa saliva e si voltò a guardare Magnus.
"Ex ragazza" specificò lui, quasi sibilandolo fra i denti.
***
"Dovrei essere io quello offeso. Mi hai voltato le spalle, senza neanche darmi la possibilità di parlare. Ti ho persino seguito in mezzo alla strada, ma tu non ti sei mai voltato. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non fossi mai esistito. Sì, siamo usciti poche volte, ma...pensavo che..." aggiunse, senza riuscire a completare la frase. Non si sarebbe esposto più di tanto. Non voleva mostrarsi vulnerabile di fronte a lui. "Non importa più adesso"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ecco finalmente il terzo capitolo! E' stata un po' un'impresa, ma ce l'ho fatta ahah
 
Mi faccio perdonare per l'attesa con la scena semi-smut all'inizio *wanky* 
 
Chiedo scusa anticipatamente, ma non scrivo smut da una vita, già che non sono mai stata brava a farlo, poi sono pure fuori allenamento quindi è anche peggio -.-" 
 
Un'ultima cosa, mi è stato fatto notare che Alec risulta un po' OOC e chiedo scusa per questo. Non era mia intenzione, I swear, mi è venuto naturale scrivere così. Tra l'altro in questo capitolo potrebbe venirvi voglia di prenderlo a schiaffi ahah Ma si farà perdonare presto, lo prometto u.u
 
Vi lascio al capitolo!
Un bacio e sempre grazie per seguire/recensire la storia :3
 
 
 
 
 
Magnus chiuse la porta col piede, dal momento che le mani erano impegnate a sollevare la maglietta di Alec, desiderose di toccare la sua pelle.
Lo fece indietreggiare lungo il corridoio, e nella foga di baciarsi e spogliarsi, sbatterono parecchie volte contro i muri, ritrovandosi a ridere.
 
Una volta entrati nel salone, Magnus spinse Alec sul divano, mettendosi subito a cavalcioni su di lui.
Alec avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi, sporgendosi per baciarlo. Ma non lo baciò, non subito. Afferrò il labbro inferiore di Magnus fra le labbra, graffiandolo delicatamente con i denti, per poi sfiorarlo con la punta della lingua. 
Magnus mugolò e passò le mani fra i suoi capelli, stringendoli fra le dita quando chiuse le labbra su quelle di Alec. Quest'ultimo sospirò e gli accarezzò la schiena lentamente, tracciando con la punta delle dita la linea definita delle spalle, che aveva ammirato da quando lo aveva visto quella mattina in caffetteria. Le sue mani continuarono a scivolare sulla sua pelle, acquisendo maggiore sicurezza, spostandosi verso la parte bassa della schiena.
Magnus ansimò quando sentì le dita di Alec toccare quel lembo di pelle vicino al bordo dei pantaloni e con un movimento di bacino, lo invitò a toccare di più. Ma Alec non lo fece.
Le sue mani si spostarono dalle fossette di venere, che tracciò con i pollici, fino ai fianchi, sfiorandolo appena con la punta delle dita.
 
"Alexander" mormorò Magnus, bramoso di sentire le mani di Alec pressare con più decisione sul suo corpo.
 
Il wedding planner fece scivolare le labbra sulla mascella scolpita di Alec, arrivando fino al suo orecchio.
 
"Ti voglio, ma se pensi che sia troppo presto e volessi fermarti, fallo adesso" sussurrò, soffiando quelle parole direttamente nel suo orecchio.
 
Alec sospirò e gli strinse i fianchi.
"Ti sembra che voglia fermarmi?"chiese retorico, sollevando il bacino e facendolo scontrare con il suo.
Magnus ansimò quando sentì l'erezione crescente di Alec sfregare contro la sua.
"Direi di no" borbottò in risposta, piegando la testa per poggiare le labbra sul collo di Alec, tempestandolo di baci languidi e piccoli morsi. 
 
Alec ansimò quando Magnus gli succhiò una parte di pelle, proprio vicino alla sua gola e d'istinto gli strinse i fianchi, spingendoli contro i suoi.
 
Magnus si scansò appena, giusto per far stendere Alec sul divano e mettersi sopra di lui, facendo aderire i loro corpi.
Alec allargò le gambe, allacciandole intorno alla vita di Magnus, mentre quest'ultimo puntava di nuovo al suo collo. Stavolta però permise alle sue labbra di spostarsi sul petto, baciando ogni centimetro di pelle al suo passaggio. Tracciò con la punta della lingua la linea definita dei suoi addominali, succhiando il lembo di pelle appena sopra l'ombelico.
 
Alec ansimò e fece scivolare le dita fra i capelli glitterati di Magnus. In quel momento non gli importava neanche di avere la mano appiccicosa di gel e brillantini. 
 
Magnus baciò, morse e leccò avidamente la pelle scoperta di quel corpo statuario, mentre Alec sotto di lui tremava e ansimava, e le sue mani vagavano sul collo, sulle spalle, sulle braccia e qualunque altra parte del corpo di Magnus che riusciva a raggiungere.
 
Dopo aver continuato quella dolce tortura, Magnus risalì lungo il suo addome, sfiorandolo con la punta del naso e soffiando sulla pelle umida, facendolo rabbrividire. 
Non appena Magnus fu di nuovo alla sua stessa altezza, Alec gli afferrò il viso, posizionando le mani sulla curva fra le guance e il  collo, e unì le loro labbra in un bacio quasi disperato.
Non aveva mai voluto qualcuno come voleva Magnus in quel momento. 
 
Alec era sempre stato un po' restio a fidarsi di qualcuno e a lasciarsi andare, ma con Magnus era diverso. Da quella mattina in caffetteria, le cose erano andate avanti in modo così semplice e perfetto, che Alec stentava a crederci. Magnus era davvero una persona incredibile e meravigliosa. Dentro e fuori. 
 
Alec si rese conto, nonostante fossero solo poche settimane che si frequentavano, che voleva tutto da Magnus. E voleva dargli tutto. Era pronto, su tutti i fronti.
Fisicamente sì, ma soprattutto era pronto a lasciarsi andare emotivamente, a mettere tutto sè stesso in quella relazione, nella speranza che anche Magnus lo volesse. Non avevano ancora definito il loro legame, ma Alec era pronto per il passo successivo, per potersi definire un po' più che qualcosa.
 Forse era stupido e anche affrettato da dire, ma ogni giorno che passava, si sentiva sempre più legato a Magnus e quelli che sembravano i sintomi di qualcosa di nuovo,- farfalle nello stomaco, battiti accelerati, pelle che formicolava al minimo contatto, il respiro bloccato in gola- si andavano trasformando in qualcosa di sempre più profondo nei confronti di Magnus. Era diventato così importante in così poco tempo che quella cosa lo elettrizzava, lo faceva sentire vivo e felice come non mai, ma allo stesso tempo lo spaventava. Ma Alec aveva deciso di non avere paura, non quando quella lo avrebbe potuto tenere lontano da Magnus. 
 
"Stai bene?" borbottò Magnus, le labbra che sfioravano le sue e lasciavano dei piccoli baci rumorosi.
Alec sorrise e sospirò.
"Mai stato meglio" ammise, ed era sincero. Si sentiva in modo incredibile. 
 
"Mh, forse potrei farti stare ancora meglio" sussurrò Magnus lussurioso, mentre una mano scendeva lentamente lungo l'addome di Alec, che si ritrovò col fiato sospeso a quell' aspettativa.  
 
Le dita di Magnus disegnarono linee immaginare sulla pelle calda, scendendo sempre più in basso. Alec si ritrovò a seguirne il movimento quasi ipnotizzato, mentre Magnus gli stuzzicava l'orecchio e parte del collo con la punta della lingua. 
 
"Così mi uccidi" ansimò Alec, sentendo il respiro farsi più pesante quando la mano di Magnus arrivò al bordo dei suoi pantaloni. 
 
"Vuoi che mi fermi?"  chiese Magnus in un sussurro, con le labbra piegate già  in un sorrisetto malizioso, picchiettando le dita sul suo ventre, come se fosse davvero in attesa di una risposta.
 
Alec sollevò il bacino, ma Magnus non mosse la mano, continuando a tenerla ferma sul suo basso addome.
 
"Non mi pare di aver capito la risposta" lo stuzzicò, solleticandogli la pelle con la punta delle dita. 
 Alec rabbrividì e si morse il labbro inferiore. 
 
"Ti prego" lo implorò, poggiando la mano sul suo braccio, accarezzandolo lascivamente.
"Ti prego cosa?" mormorò Magnus, sfregando il naso contro la sua guancia. Alec aprì lentamente le palpebre, che aveva socchiuso, e puntò gli occhi nei suoi e Magnus sentì il suo cuore fermarsi in quel preciso momento. Fece scorrere lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra rosse e umide in una danza lenta, fino a che Alec non gli afferrò il retro della nuca e colmò quella brevissima distanza, baciandolo fino a farlo restare senza fiato.
 
"Toccami" sussurrò Alec sulle sue labbra, facendo scivolare la mano libera sul polso di Magnus, incitandolo ad andare avanti. Quest'ultimo portò entrambe le mani sul bordo dei jeans di Alec, senza smettere di baciarlo. Dovette staccarsi quando non riuscì a sfilare il bottone e abbassare la cerniera.
"Non si sbottonano. E credo che la zip si sia incastrata" borbottò Magnus e Alec grugnì, buttando la testa indietro.
"Grandioso. Maledetti pantaloni"
 
Magnus ridacchiò, beccandosi un buffetto sul braccio da parte di Alec. 
 
"Aspetta, vediamo se scendono anche così" gli disse Magnus, afferrando le due estremità dei fianchi e provò a tirarli giù, ma niente da fare.
"Sono troppo stretti" notò, continuando a tirare la stoffa.
"Bè, li ho messi di proposito" replicò Alec, arrossendo quando Magnus lo guardò a metà fra il compiaciuto e il malizioso.
"Cercavi di fare colpo, Alexander?" lo stuzzicò, stendendo le labbra in un ghigno. Alec sbuffò.
 
"Aiutami ad uscire da questi cosi" sbottò, portando le mani sul bottone. Entrambi cercarono di sbottonare i pantaloni, senza alcun successo, soprattutto dal momento che le loro dita si scontravano di continuo per chi dovesse provarci prima.
 
"Sta un attimo fermo" disse Magnus, insinuando a fatica una mano attraverso il bordo, e Alec dovette mordersi il labbro per non gemere quando sentì il dorso di Magnus sfregare contro la sua erezione, nel tentativo di afferrare la stoffa interna del jeans. Con l'altra mano tirò il bordo esterno, cercando di sfilare il bottone dall'asola. 
 
"Mi dispiace" borbottò Alec, mordicchiandosi il labbro quasi nervosamente.
"Scherzi vero? Lo ammetto, nonostante sia difficile toglierli, ne vale decisamente la pena" commentò Magnus, facendogli l'occhiolino e continuando ad armeggiare con il bottone. Quando finalmente, riuscì a sfilarlo, quasi non saltò dalla gioia. Alec lo guardò incredulo per qualche secondo, dopodiché si aggrappò al suo collo e lo portò su di sè.
 
"Qualcuno qui è impaziente" sussurrò Magnus, e non ebbe neanche il tempo di ghignare, che le labbra di Alec erano di nuovo sulle sue. 
 
"E tu parli decisamente troppo" borbottò Alec, facendo scivolare le mani lungo la sua schiena. Stavolta non indugiò e permise alle sue dita di insinuarsi nello spazio fra il bordo dei pantaloni e la sua pelle, poggiandosi proprio sul sedere di Magnus, che si ritrovò ad ansimare in sorpresa. Le mani di Alec erano calde e morbide, delicate eppure decise mentre accarezzavano lascivamente la curva dei suoi glutei.
Magnus portò una mano sul ventre di Alec, facendola scivolare con sicurezza sotto i boxer, arrivando dritta al suo membro eccitato. Alec gemette quando Magnus l'afferrò e l'accarezzò. Le sue dita si chiusero attorno alla sua erezione, e Alec rabbrividì quando sentì il freddo del metallo degli anelli poggiarsi sulla sua pelle bollente. Magnus mosse la mano lentamente ma con decisione, nonostante la presenza dei pantaloni rendesse i suoi movimenti più difficili. Portò la mano libera sul collo di Alec, sfregando le unghia sulla pelle sensibile vicino al suo orecchio. Alec voltò leggermente la testa e un gemito gli morì sulle labbra.
 
Davanti a loro, proprio a pochi passi dall'ingresso del salone, c'era una donna, sicuramente bellissima e affascinante, che li guardava duramente.
 
Alec boccheggiò e battè una mano sul braccio di Magnus per farlo fermare. 
"Cosa?" chiese Magnus, guardandolo preoccupato, chiedendosi se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Ma poi seguì lo sguardo di Alec, rivolto di lato e sentì il sangue gelarsi nelle vene. 
 
Quello non era previsto. Decisamente no.
 
Era fottutto. E non in modo piacevole, come sperava fino a pochi attimi prima.
 
Magnus scattò a sedere, mentre Alec si affrettava ad abbottonare i jeans, sibilando quando sfiorò la sua stessa erezione, e a imitarlo. 
 
"Che ci fai qui?" sibilò Magnus, gli occhi quasi ridotti a due fessure, il tono di voce duro e la postura rigida. Alec lo guardò con un cipiglio. Erano stati beccati, ma non pensava fosse una tragedia. Quando conviveva con Jace, lo aveva beccato parecchie volte con una delle conquiste di turno, ma non era mai stato niente come in quel momento. Solitamente c'era imbarazzo ovviamente, ma svaniva dopo qualche istante, quando si mettevano a ridacchiare e Alec spariva nella sua stanza, raccomandadogli di fare silenzio.
Adesso era tutta un'altra cosa. L'atmosfera era tesa, quasi elettrica ma decisamente in modo negativo, e Magnus e la donna si stavano scambiando sguardi di fuoco. 
 
"Potrei farti la stessa domanda. Niente conquiste a casa nostra, ricordi?" replicò lei, incrociando le braccia al petto.
"Alec non è una conquista" disse semplicemente Magnus, facendole implicitamente capire che era qualcosa di molto di più.
 
"E allora? E' anche peggio, e lo sai" 
"Sta zitta, Camille. Tu non capisci" 
 
Alec improvvisamente si sentì come fulminato. "Camille?" chiese, fregandosene pure del tono di voce quasi stridulo che gli uscì. "Quella Camille?"
 
Magnus si voltò verso di lui, con il labbro inferiore fra i denti e l'espressione colpevole, e Alec non ebbe bisogno di sentire la risposta.
 
Durante uno dei loro appuntamenti avevano parlato delle loro storie passate - Alec aveva finito dopo pochi minuti, perché non c'era molto da raccontare sulla sua vita privata-, Magnus aveva parlato di Camille, una delle sue storie più importanti e anche quella che lo aveva distrutto più di tutte le altre relazioni finite male.
 
"Perché ha ancora le chiavi del tuo appartamento?" chiese Alec, sentendo il cuore battere più velocemente quando vide le labbra rosse di Camille stendersi verso l'alto in un ghigno.
 
Magnus non fece in tempo ad elaborare una risposta, perché lei lo anticipò. "Perché vivo qui. 
Questa è anche casa mia" rispose con tono ovvio, ma pacato, come se stesse spiegando qualcosa di semplice a un bambino.
 
Alec si voltò verso Magnus, i suoi occhi pieni di delusione e rabbia, e anche mortificazione. 
 
"Sai, quando ne abbiamo parlato, forse ti è sfuggito di dirmi che vivete ancora insieme" gli disse, per poi scuotere la testa affranto e alzarsi dal divano. La mano di Magnus si chiuse prontamente intorno al suo polso, tenendolo fermo. Il wedding planner si mise in piedi e lo fronteggiò, cercando il suo sguardo, ma Alec fu attento a non incrociarlo.
 
"Alexander, ti prego, non andare via. Posso spiegarti tutto" lo implorò, allungando un braccio per poggiare una mano sulla sua guancia, ma Alec si scansò bruscamente.
"Dovevi pensarci prima" ribatté, tirando via il polso dalla presa di Magnus.
"Non devi dire niente, non voglio sentire niente" aggiunse, dirigendosi a grandi passi verso l'ingresso. Davanti alla porta del salone incrociò Camille che gli rivolse un falso sorriso amichevole. 
 
"E' stato un piacere conoscerti" gli disse con tono mellifluo e Alec fece una smorfia mentre la sorpassava. 
 
Afferrò la maglietta e la felpa dal pavimento del corridoio, infilandole più velocemente possibile. Proprio mentre stava per uscire, Magnus lo raggiunse. 
"Alexander" lo chiamò, battendo il palmo sulla porta per bloccargli l'uscita.
 
"Non sprecare tempo a inventare scuse, perché tanto non mi importa" gli disse Alec, andando per riaprire la porta, ma Magnus mise più forza per tenerla chiusa.
 
"Non sarebbero scuse, voglio dirti la verità" 
"E io voglio andarmene" ribatté Alec, non mollando la presa  sulla maniglia. 
"Non posso lasciarti andar via. Non senza aver parlato..." replicò Magnus, ma Alec scosse la testa. Neanche l'espressione afflitta di Magnus lo fece ragionare in quel momento. Si sentiva tradito e deluso. In quelle settimane Magnus non aveva accennato niente di quella situazione, comportandosi come se nulla fosse. Alec non riusciva a passarci sopra. L'onestà era la cosa più importante per lui. Magnus non era stato sincero, e quello aveva tradito la sua fiducia. E in quel momento niente avrebbe potuto fargli cambiare idea. 
 
"Alexander" lo implorò Magnus con voce tremante, ma Alec neanche lo guardò. 
"No" disse semplicemente, poggiando una mano al centro del suo petto per spingerlo leggermente indietro, giusto quel poco che bastava per fargli mollare la presa sulla porta. 
Magnus indietreggiò, più per la sorpresa del gesto che per la spinta, data così piano che in altre circostanze non si sarebbe neanche mosso di un centimetro.
 
Alec fu fulmineo ad aprire uno spiraglio per uscire e Magnus impiegò qualche istante a riprendersi, prima di inseguirlo. 
Alec scese di corsa le scale, ignorando il wedding planner che lo seguiva e lo chiamava. Uscì dal portone, senza neanche preoccuparsi di chiuderlo. L'attimo dopo sentì Magnus aprirlo.
 
"Alexander, aspetta"
 
Alec ingoiò il groppo alla gola, ricacciando indietro le lacrime, ma non si voltò e non si fermò. 
 
 
Alec sentiva tutti i muscoli indolenziti e il suo respiro era sempre più affaticato, ma non importava. Doveva continuare a correre, ancora e ancora.
Correre via da Magnus Bane, dai suoi occhi magnetici, dalla sua risata, dalle sue labbra che chiedevano  di essere baciate, dal suo corpo perfetto che sembrava richiamare le sue attenzioni e che desiderava ardentemente. Correre via da quei pochi, ma incredibili, ricordi di momenti che avevano vissuto insieme, correre via dalla voglia di crearne e viverne di nuovi, correre via dal suo cuore che accelerava ogni qualvolta i loro occhi si incrociavano o i loro corpi si sfioravano, correre via dai suoi pensieri che avevano Magnus come protagonista, correre via dalla voglia di fiondarsi fra le braccia rassicuranti di Magnus e non lasciarlo andare più. Correre via dai sentimenti che nutriva per il wedding planner e che si amplificavano ogni giorno di più.
Alec corse e corse ancora, ma non si fermò, nonostante le gambe gli tremassero e i polmoni bruciassero.
 
Quando sentì il cellulare squillare, si bloccò, chinandosi in avanti con le mani sulle ginocchia per riprendere quanto più fiato potesse, prima di rispondere.
 
"Pronto?"
"Alec, ciao, sono Simon...tuo cognato"
 
Alec ruotò gli occhi e sbuffò.
 
"Sì, so chi sei. Stai insieme a mia sorella da sei anni, difficile scordare chi sei"
"Simpatico. E a proposito di Izzy, stavo pensando a una cosa... Aspetta, stai bene Alec? Hai il fiatone"
"Stavo correndo"
"Lo avevo capito questo, ma non ti riduci mai al punto da avere così tanto fiatone, sei molto attento di solito"
"Ho solo fatto qualche chilometro in più... Che stavi dicendo su Izzy?"
"Oh giusto sì, volevo farle una sorpresa per il matrimonio. Possiamo vederci?"
"Certo, dimmi dove sei e ti raggiungo"
"Vuoi che ti venga a prendere?"
"No, non ti preoccupare. Ce la faccio"
"Ok, ora ti mando la posizione. A dopo, cognato"
"A dopo"
 
 
***
 
 
Simon osservava Magnus con un cipiglio sul volto, non capendo neanche mezza parola di quello che stesse dicendo, ma sorrise comunque perché era bello vedere quanto fosse dedito a ciò che faceva, ed era contento che si stesse occupando del matrimonio. Per questo quando gli era venuta quell'idea, aveva subito chiamato il wedding planner, che aveva accolto la sua iniziativa con entusiasmo. Forse anche troppo, notò Simon.
 
"Sai, molti sposi che vogliono sorprendere le future mogli, si rivolgono a me e devo pensare a tutto io, ed è così bello quando qualcuno prende l'iniziativa. E' un'idea grandiosa" disse Magnus, con un grande sorriso, ma poi si bloccò all'improvviso, con lo sguardo fisso verso l'entrata.
 
Alec era appena passato dalla porta e sì, Magnus doveva ammettere che vedere Alec gli toglieva sempre un po' il fiato, ma in quel momento temette seriamente per la sua salute. Mentale e anche fisica.
Perchè Alec in tenuta sportiva, ovvero un pantalone di tuta simile a un leggings che avvolgeva le sue gambe lunghe e toniche, e una dannata canottiera nera totalmente aderita al suo busto scolpito, e il look completato da capelli arruffati e goccioline di sudore sperse lungo la linea del suo collo e delle scapole, era qualcosa a cui Magnus non poteva sopravvivere. 
 
Si era decisamente imbambolato, tanto che Simon stava schioccando ripetutamente le dita per riportarlo alla realtà .
 
"Mh?" disse distrattamente, continuando a seguire Alec con lo sguardo,  e Simon sbuffò una risata.
 
"Siete così ovvi, ma così stupidi"osservò il futuro sposo, scuotendo la testa.
"Sembra di sentir parlare Isabelle" notò Magnus e Simon sorrise.
"Bè, sai come si dice, no? Praticando lo zoppo, all'anno si zoppica" 
 
Magnus accennò un sorriso e fece un piccolo cenno con la testa, continuando a guardare Alec. Vide l'espressione di Alec cambiare in un attimo. Da stupita nel vederlo lì, a infastidita per la sua presenza. Eppure Magnus vedeva lo sforzo che doveva fare per mostrare il suo fastidio. Era come se Alec si stesse costruendo dei muri intorno, per non farlo passare. E l'unico modo per tenerlo lontano, era fingere che non gli importasse nulla. 
 
Alec li raggiunse e si sedette sulla sedia libera, proprio di fronte a Magnus, ma lo guardò a stento.
 
"Allora, a cosa stavi pensando?"chiese, rivolgendosi a Simon. 
"Oh, stavo pensando di fare una sorpresa ad Isabelle. Dal momento che lei adora New York, ho pensato che potremmo fare un tour" spiegò Simon, sorridendo ampiamente e Alec si accigliò, non capendo il suo entusiasmo.
 
"E questa sarebbe la sorpresa? Una giornata da turisti?" Chiese in modo scettico.
 
"Non proprio. Faremo un tour sì, ma in elicottero" chiarì­ Simon, imitando con le mani il gesto delle eliche.
 
"Oh" disse, stupidamente Alec. Quella non era male come idea. Isabelle aveva espresso più volte il desiderio di vedere New York dall'alto.
 
Simon sorrise e si voltò soddisfatto verso Magnus, che fece un piccolo cenno. 
"Devi solo dirmi quando vuoi farlo, e al resto ci penso io" 
"E' questo che non so...mi piacerebbe farlo subito dopo il matrimonio, ma sarà  una giornata impegnativa, quindi magari facciamo il giorno dopo" 
 
"Quale momento della giornata preferisci? Se vuoi possiamo farlo nell'arco di tempo fra tramonto e sera. E' qualcosa di magico" propose Magnus e Simon annuì vigorosamente.
"Sì sì, è perfetto! Sei un genio" gli disse, sorridendo. Magnus ridacchiò e si pavoneggiò. 
"Me lo dicono tutti" ammiccò con fare scherzoso.
 
"Ne hanno tutte le ragioni. Quindi ci pensi tu a prenotare il volo? Perchè io non saprei proprio a chi rivolgermi. Ho cercato su internet ma non sapevo quale compagnia scegliere"
"Sì, tranquillo. Me ne occupo io. C'è questo pilota che è un mio amico e posso anche farvi allungare il giro così da vedere tutto il tramonto e l'inizio della sera" lo rassicurò Magnus con un sorriso. 
"Wow, grazie. Sei davvero grandioso" si complimentò Simon, porgendogli il pugno. Magnus lo guardò per un attimo senza capire, ma poi ridacchiò e battè il pugno contro il suo.
 
Alec stava osservando la scena a metà  fra il perplesso e l'allibito. Non riusciva a credere che Simon lo avesse chiamato per organizzare una sorpresa per Isabelle e poi manco gli chiedeva cosa ne pensasse. Lui e Magnus si erano lanciati nella programmazione del tour, senza neanche considerarlo.
 
Magnus si accorse del suo cambiamento di umore e si morse il labbro, indeciso se dire qualcosa oppure no. 
 
"Tu cosa ne pensi, Alexander?" gli chiese, e Alec arcuò le sopracciglia, come a chiedergli 'seriamente?'.
Non volendo fare questioni, non più di quanto ce ne fossero già  state, sospirò e mise su un sorriso.
"E' un'idea bellissima" disse, voltandosi verso Simon, che ricambiò il sorriso con fare perplesso.
 
"Izzy lo adorerà" aggiunse Alec, per poi guardarsi intorno quasi a disagio. Magnus lo capiva. Erano nella stessa caffetteria dove si erano visti per la prima volta qualche mese fa. E se da una parte sembravano ormai ricordi lontani, d'altra parte riuscivano ancora a sentire  la pelle formicolare al ricordo di quel primo incontro. 
 
In un momento di distrazione di Alec, Magnus fece un piccolo gesto con la testa a Simon, che lo guardò perplesso per un attimo, ma dopo alternò velocemente lo sguardo fra i due e annuì.
 
 
"Alec, non hai neanche ordinato. Ti prendo qualcosa? E prendo qualcosa anche per me e Magnus, anche se abbiamo già bevuta una spropositata dose di caffè, e sì. Ora vado. Qualcosa da mangiare? No?" farfugliò Simon e Magnus si passò una mano sulla fronte, massaggiandosi le tempie con fare esasperato. Quel ragazzo non sapeva cosa fosse la discrezione. Non poteva essere più ovvio di così. 
 
"Questi sono i casi in cui mi chiedo come Izzy sia finita con lui" commentò Alec, non appena Simon si allontanò.
 
Magnus arcuò le sopracciglia e Alec sospirò. "No, non è vero. Simon è davvero una persona incredibile, e non riesco ad immaginare nessun altro al fianco di Izzy se non lui" ammise e Magnus fece un piccolo sorriso, per poi tornare subito serio. Prese un respiro profondo e puntò i suoi occhi in quelli di Alec.
 
"Alexander, non possiamo continuare così. C'è sempre questa tensione fra noi e non va bene. Vorrei proporre una tregua. Dobbiamo lavorare a stretto contatto e non voglio che i nostri problemi creino problemi all'organizzazione del matrimonio" disse, quasi spaventato dalla possibile reazione di Alec. 
 
Quest'ultimo, sorprendentemente, annuì. "Hai ragione" concordò. "Dobbiamo farlo. Per Izzy e Simon. Meritano il matrimonio perfetto, e tu puoi darglielo, ne sono sicuro. E voglio aiutare al meglio delle mie capacità, senza essere sul piede di guerra" chiarì.
 
"E per quanto riguarda a livello personale? Pensi di riuscire a superarlo?" chiese d'istinto, sentendo il cuore rimbombargli nelle orecchie e le mani cominciare a sudare. Non sapeva se fosse pronto a sapere la risposta, ma doveva.
 
Alec sospirò. "Non lo so, forse" mormorò, stringendosi nelle spalle.
 
"Voglio che tu sappia che mi dispiace. E quando vorrai parlarne, io sono disposto a farlo" disse Magnus, stendendo le labbra in un sorriso nervoso. 
 
Alec fece un piccolo cenno con la testa, senza replicare nulla.
 
E anche se avesse voluto farlo, non ne avrebbe avuto modo, perché Simon arrivò di corsa, con un'espressione terrorizzata.
 
"Ho fatto un casino" disse, cominciando a camminare nervosamente avanti e indietro, sotto lo sguardo confuso di Alec e Magnus.
 
"Che è successo?" chiese il wedding planner.
 
"Ho inviato una foto ad Izzy con voi due che stavate parlando e lei mi ha chiesto cosa ci facessi con voi due! Ora scoprirà che stiamo tramando qualcosa. Addio sorpresa. Ora devo pensare a qualcos'altro, ma a cosa? Questo era perfetto e lei lo sap-" cominciò a farneticare Simon tutto d'un fiato e Alec lo bloccò.
 
"Calmati subito. Inventati qualcosa, no?"
 
"Aspetta, perché dovresti mandare foto mie e di Alec ad Isabelle?" domandò Magnus, guardandolo con aria interrogatoria.
 
"Puoi farlo solo tu, no?" replicò prontamente Alec, lanciando un'occhiata a Magnus, che impiegò qualche istante a capire.
 
"Te lo ha detto"
"Sì, certo. Ci teneva particolarmente a dirmelo"
 
"Ehm, scusate? Io sono in crisi! Che devo dirle?" quasi gridò Simon, facendo voltare i clienti presenti in caffetteria verso di loro.
 
"Dille che ci stiamo organizzando per scegliere il tuo abito da sposo" rispose Magnus e Simon si bloccò all'istante, sentendo la tensione scivolare dalle sue spalle.
 
"Giusto. Sei un grande" disse, mentre cominciava a digitare freneticamente una risposta alla sua futura moglie.
 
Non appena gli arrivò il messaggio di Izzy, si battè una mano sulla fronte. 
 
"Grandioso" sbuffò, accasciandosi sulla sedia.
 
"Che succede? Che ha detto?" domandò Alec. Simon mise il cellulare sul tavolo, permettendo ai due di leggere i messaggi.
 
Isabelle:
 
Non avrai mica intenzione di scegliere il vestito prima di me?! 
Tu osa prendere lo smoking prima che io prenda il mio abito, e dovrai trovarti qualcun'altra da sposare.
 
Si sa che la sposa è la prima a dover avere l'abito. Gli uomini lo scelgono solo pochi giorni prima del matrimonio.
 
ps: ti amo, lo sai. 
 
Alec e Magnus sollevarono lo sguardo dallo schermo del cellulare, si guardarono, poi fissarono Simon e scoppiarono a ridere, mentre il futuro sposo si rannicchiò su sè stesso, nella speranza di sparire.
 
***
 
 
 
 
Isabelle: 
 
Stai bene?
 
Alec:
 
Sì, perché non dovrei?
 
Oh, hai parlato con Simon.
 
Isabelle: 
 
Si è solo preoccupato... Quando corri così senza sosta è perchè qualcosa ti turba... Vuoi parlarne? 
 
Alec:
 
Non c'è niente da dire, avevo solo bisogno di sfogare un po'
 
Isabelle
 
Riguarda per caso un certo wedding planner?
 
Alec:
 
Forse... 
 
Isabelle: 
 
Spiega.
 
Alec:
Sai, per quanto prima pensassi che ci avrei messo un po' a superarlo, ora è anche peggio. Ci vediamo quasi ogni giorno, e se non lo vedo ne sento parlare, è una presenza costante nella mia vita. E io stavo provando a chiuderlo fuori, volevo chiuderlo fuori...
 
Isabelle:
Volevi? Vuol dire che adesso non vuoi più farlo?
 
Alec:
Non lo so quello che voglio. Ma è piombato di nuovo nella mia vita, ed è travolgente, Iz. 
 
Isabelle:
Sai qual è il vero problema, Alec? Tu pensi che lui sia ritornato nella tua vita, ma la verità è che non se ne è mai andato. E lo sai, dentro di te lo sai. Non l'hai chiuso del tutto fuori, gli hai lasciato un piccolo spiraglio, ma sufficiente abbastanza da permettergli di entrare di nuovo. 
Lo vuoi ancora, non è così?
 
Alec:
...forse
 
Isabelle:
Alec... pensaci, ti prego. Magnus non ha fatto niente di male. Non lasciare che una stupidaggine come questa, perché credimi lo è, rovini quello che stavate costruendo. 
 
Alec:
Ci penserò. Grazie. Non so che farei senza di te. Ti voglio bene
 
Isabelle:
Anche io, ricordalo. Sempre e per sempre.
 
 
 
 
 
 
Spoiler prossimo capitolo:
 
"Sto solo dicendo che sono stato impulsivo, forse un po' affrettato nelle conclusioni e che non sarei dovuto sparire..." chiarì Alec, tenendo lo sguardo sul cucchiaino che stava usando per creare disegni con la crema rimasta attaccata al piattino.
"Quindi ti stai scusando" asserì Magnus, incrociando le braccia sul tavolo. 
  
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