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Autore: Lady I H V E Byron    05/05/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Note dell'autrice: da qui si noteranno delle "somiglianze" tra Custodi del Keyblade e Custodi Grigi e il significato del titolo dell'intera fanfiction. Mi sto quasi divertendo a scrivere questo Crossover... ^^


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Una valle completamente colma di Prole Oscura.
Un drago che solcava i cieli, ruggendo, come per impartire un ordine.
Il mondo sembrava tremare al suo ruggito.
In lontananza, una città in fiamme.
Alistair si svegliò di soprassalto, emettendo una lieve sincope.
Era solo un sogno.
Si guardò intorno: era al bivacco. Gli altri compagni stavano ancora dormendo.
Ma ciò non sembrò calmarlo, anzi. Era come preoccupato.
-Ti stavi agitando nel sonno.-
Alistair si voltò verso dove aveva sentito la voce: Sora. Era seduto di fronte al fuoco, abbracciando le ginocchia. Aveva l’aria preoccupata.
-Odio gli incubi.-
-Anche io.- sbadigliò -E tu perché sei ancora sveglio?-
Prima che il sole tramontasse del tutto, erano riusciti a trovare un punto dove accamparsi per la notte. Sten, Pippo, il mabari e Alistair erano andati a raccogliere della legna, mentre Leliana era riuscita a convincere dei contadini a dare loro almeno un po’ di pane e formaggio, giusto per non raggiungere Redcliffe a stomaco vuoto.
E Morrigan accese il fuoco, con la sua magia.
Ma dovettero dormire per terra, senza tende, senza teli. Era solo il fuoco del bivacco a tenere caldo l’intero gruppo.
-Faccio fatica a prendere sonno.- spiegò il ragazzo, continuando ad avere l’aria preoccupata –Ho  una specie di insonnia, credo. Ma qualunque cosa sia, è peggiorata dal mio ultimo viaggio.-
-Perché? Cosa è successo?-
-Beh… diciamo che stavo di nuovo dando la caccia ai miei nemici. Ma loro sono riusciti a farmi attirare in una specie di trappola del sonno, o cose simili. E’ complicato da spiegare. Ma mi hanno fatto sentire… debole, inadeguato. Se non fosse stato per il mio migliore amico, non mi sarei mai svegliato. Da allora non riesco più a dormire, in parte per non farmi più prendere di sorpresa dai miei nemici. Ma quella avventura mi ha fatto dubitare di me stesso, a tal punto da domandarmi se sono ancora degno di possedere il Keyblade.-
Alistair non fu confuso dalle sue parole: anzi, sembrava che non fosse la prima volta che sentisse parole simili.
Si alzò e si avvicinò a Sora.
-Ti hanno intrappolato nell’Oblio? Come un demone?-
Fu il ragazzo ad essere confuso.
-Eh?- fece, inclinando la testa.
-L’Oblio, il mondo dei sogni. Ma anche la dimora dei demoni. Non sai cosa sia?-
-Beh, veramente… è la prima volta che ne sento parlare. E perché hai parlato di… demoni?-
Anche Alistair fu confuso: Sora non sapeva cosa fosse l’Oblio? Ma poi si ricordò che non era del Thedas.
-I demoni sono abitanti dell’Oblio, Sora. Possono essere di vari tipi: della superbia, dell’invidia, della gola, dell’avarizia, della pigrizia e del desiderio. Fatto sta che cercano sempre un modo per accedere al nostro mondo. Le loro prede preferite sono i maghi, per via dei loro poteri, credo. E se i maghi cedono alle loro parole, alle loro proposte, i demoni entrano dentro di loro e li tramutano in abomini.-
Sora impallidì.
-A-abomini…?!-
-Esseri abnormi, ma dotati di intelligenza.-
-Abnormi nel senso… più brutti dei Prole Oscura…?-
-Decisamente.-
Sora non si sarebbe mai abituato alle stranezze di quel mondo.
“Beh, effettivamente, qualcosa di simile mi sarebbe accaduto, se Riku, il Re e Lea non fossero intervenuti, nel mondo dei sogni…” ricordò, dal suo ultimo viaggio, quando Master Xehanort aveva cercato di impossessarsi del suo cuore. Ma non poteva rivelarlo ad Alistair.
-Ma tipi come noi non rischiano di divenire abomini, stai tranquillo.- rassicurò questi, mettendogli una mano sulla schiena. Ma ciò non fece calmare il ragazzo. O forse un pochino sì.
Doveva trovare un altro argomento.
-Comunque, sì, ho avuto un incubo, prima.- rivelò –E no, non sono stato tentato da nessun demone. Ho sognato la Prole Oscura e l’arcidemone.-
-Arcidemone?-
-Il capo dei Prole Oscura. La leggenda narra che sia l’anima corrotta di uno degli Antichi Dei del Tevinter. Morrigan ti ha parlato del Tevinter?-
-Sì, qualcosa.-
-Allora ti avrà raccontato dei culti praticati dagli antichi magister. E con l’avvento della Prole Oscura, anche i loro “dèi” si sono corrotti, diventando arcidemoni. Lo scopo di noi Custodi Grigi è eliminare l’arcidemone. Così porremo fine a questo maledetto Flagello.-
-Vorrai dire TU porrai fine al Flagello.-
Alistair cambiò umore. Divenne malinconico, quasi quanto lo era Sora, poco prima.
-Già, ora ci sono solo io…-
Restarono entrambi in silenzio. Sora osservò in alto: vide tante stelle. Tanti mondi. Tutti sopra la sua testa. Si chiese dove fossero le Isole del Destino. Da lontano era impossibile capirlo.
-Dimmi una cosa, Sora…- riprese Alistair, rompendo il ghiaccio –La tua spada… il… Keyblade…? Posso prenderla un attimo?-
Il ragazzo non ci pensò un secondo: evocò il Keyblade, porgendolo al giovane.
Questi lo prese, esaminandolo accuratamente.
-Affascinante…- commentò, sorpreso –Una chiave gigante in grado di stendere i nemici. Questa mi mancava.-
Il Keyblade si illuminò, svanendo dalle mani di Alistair, cogliendolo di sorpresa: ricomparve tra le mani di Sora.
-Anche questa è una sua caratteristica.- spiegò, tornando sereno –A differenza di qualsiasi altra spada, è il Keyblade a scegliere il suo possessore, non il contrario.-
Alistair era sempre più affascinato.
-Chiunque è in grado di brandire un Keyblade?- domandò, infatti.
-Serve un cuore forte, un’anima tenace, una volontà di ferro.- osservò la sua spada –Diciamo che, nel mio caso, mi ha salvato la vita…-
-Cosa è successo?-
-E’ stato circa due anni fa. Io vengo da un’isola. Decisamente molto più calda del Ferelden.-
-Lo so, mi dispiace. Fa sempre questa impressione ai forestieri. Nemmeno da abitante riesci ad abituarti al freddo.-
-La vita scorreva tranquilla. Ma poi… beh… la mia isola è stata attaccata dagli Heartless, e poi distrutta. Avrebbero distrutto anche me, se non fosse apparso il Keyblade.-
-Cosa è successo alla tua isola?- Alistair provò pena per Sora: si rese conto che nemmeno lui aveva una vita agiata.
-Distrutta dagli Heartless, inghiottita dall’Oscurità. Così distruggono i mon… ehm! I regni.- era riuscito a correggersi in tempo; si ricordò dell’ordine dei mondi –I miei genitori e i miei amici erano come scomparsi. Per fortuna sono riuscito a scappare. Durante la mia fuga, ho incontrato Paperino e Pippo. Stavano cercando me, o meglio, il custode del Keyblade, e da allora abbiamo viaggiato insieme per sconfiggere gli Heartless e i Nobodies, per evitare che altri luoghi facessero la stessa fine della mia isola.-
-Oh, quindi non hai più una casa? E che ne è stato della tua famiglia e dei tuoi amici?-
Sora dovette mentire, di nuovo. Ma solo su dove proveniva.
-No, i miei amici li ho ritrovati e stavano bene. E uno di loro, il mio migliore amico, brandisce anche lui un Keyblade. Per quanto riguarda la mia casa, non c’è più. Quando gli Heartless distruggono qualcosa, è distrutto per sempre. Io, Paperino e Pippo siamo in costante viaggio.- disse, cercando di essere credibile –E come te con l’arcidemone, dobbiamo eliminare definitivamente l’origine degli Heartless e Nobodies.-
Forse erano molto più simili di quanto Alistair credesse. Le loro missioni, il loro dovere, il prezzo da pagare per il loro potere…
Si alzò in piedi.
-Senti… ehm… visto che entrambi siamo svegli…- propose –Che ne dici di fare una camminata qui nei dintorni? Non avverto la presenza dei Prole Oscura, al momento. Ma spero di non subire un attacco a sorpresa degli Heartless e Nobodies…-
Entrambi risero.
Sora accettò senza pensarci.
-Sì, ma certo. Comunque, nemmeno io avverto la presenza degli Heartless o Nobodies.- assicurò, alzandosi anche lui.
Non si allontanarono molto dal bivacco. Era più un giro di ronda, come due soldati.
-Parlami di te, Alistair.- iniziò Sora –Io ti ho raccontato di me, ora tocca a te fare lo stesso. Come… che so… raccontami come si diventa un Custode Grigio! Cosa vi rende diversi dalle altre persone?-
Il giovane ridacchiò, prima di fare spallucce.
-E’ semplice, bevi il sangue di Prole Oscura, ti rimane incastrato in gola e patisci una serie di dolori insopportabili, prima di svenire.-
Quella spiegazione deluse il ragazzo.
-Tutto qui? Nient’altro? Basta bere il sangue di quelle creature per essere come te?-
Alistair sospirò, strofinandosi una mano sul volto.
-Come siamo curiosi, qui…- borbottò –Va bene, sarò più chiaro. Quasi come con il Keyblade, solo chi è più degno riesce a divenire un Custode Grigio. Non beviamo solo il sangue dei Prole Oscura. Mi sembra sia coinvolto del lyrium, poi un qualcosa dei maghi, non l’ho mai capito bene. Però, dovevamo bere ugualmente il sangue. Io sono Custode Grigio da sei mesi, circa. Eravamo in quattro, durante l’Unione, ma solo in tre siamo sopravvissuti.-
-In che senso “sopravvissuti”? Avete lottato?-
-No, nessuna lotta. Il sangue dei Prole Oscura è una specie di… veleno, ecco come definirlo. Non tutti riescono a sopportarlo, quindi muoiono prima ancora di combattere contro i Prole Oscura. Io sono sopravvissuto e questo mi basta.-
La chiave e il sangue… in entrambi i casi dovevi mostrarti degno, per ottenerli.
Anche Sora comprese la loro somiglianza.
-E prima di diventare un Custode Grigio, che cosa eri?- domandò, più curioso che mai.
Alistair sospirò di nuovo.
-Beh, per spiegarti bene tutto, devo cominciare dal principio…- mormorò, grattandosi dietro la nuca –Innanzitutto, sono un bastardo. Nel senso… che non ho un padre, non nel senso… hai capito, no? Comunque, mia madre era una delle serve del castello di Redcliffe, e morì poco dopo avermi dato alla luce. Arle Eamon ha acconsentito a tenermi con sé. E tanto per essere chiari, non dormivo nelle stanze, tra lenzuoli di seta, ma nelle stalle.-
-Arle Eamon?- ricordò Sora –Lo stesso uomo dove dobbiamo andare?-
-Sì, lui. E’ un brav’uomo e gli devo molto.-
-Sicuro che non fosse tuo padre? Hai detto che tua madre era una sua serva…-
-Sì, ma posso assicurarti che Eamon non è mio padre. Ma si è sempre comportato con me come se lo fosse. Ma poi tutto è cambiato da quando si è sposato. Una donna troppo giovane per lui e orlesiana, come Leliana, ma lui l’amava tantissimo. Tuttavia, a lei non piacevo io. Giravano voci che fossi il figlio bastardo di Eamon e questo le dava fastidio. Poi è rimasta incinta e ha deciso di mandarmi via.-
-No! Che razza di…!- imprecò Sora, dispiaciuto per l’amico.
-In compenso…- lo interruppe Alistair –Poteva andarmi peggio. Sono stato inviato ad un monastero non così lontano da Redcliffe. Eamon veniva a trovarmi spesso, ma io… beh… non gradivo le sue visite. Lo incolpavo di avermi mandato in quel posto, di non tenere a me e roba simile. Pensa che, quando dei templari erano giunti al castello per portarmi laggiù, ho scagliato contro il muro l’amuleto che portavo al collo, da quanto ero furioso e deluso da Eamon. Quell’amuleto era l’unico ricordo di mia madre e io l’ho ridotto in frantumi.-
Sospirò, melanconico e pieno di rimorsi.
Sora gli prese un braccio.
-Capita di essere furiosi, quando qualcuno che ami ti delude.- disse, cercando di sollevarlo.
-Aveva persino smesso di venirmi a trovare, dopo un po’ di tempo.- riprese il giovane, lieto di quel gesto –Non era male, vivere in quel monastero. A parte sorbirmi le prediche della venerata madre, ma quello è un altro discorso. Dopo qualche anno, Duncan mi ha scelto per entrare nei Custodi Grigi.-
-Duncan? Nelle Selve avevi fatto il suo nome. Chi era? Il tuo mentore?-
-Un Custode Anziano. Girava per tutto il Ferelden, alla ricerca di nuove reclute. Da un certo punto di vista, mi ha liberato dalla vita noiosa del monastero e dalle grinfie della venerata madre, e gliene sono grato. Un uomo come pochi. Eccellente guerriero e altrettanto saggio. Era severo, ma giusto. Io lo ammiravo molto. Non so molto della sua vita prima che divenisse Custode Grigio. Sapevo che veniva da lontano, dalle Anderfel, credo.-
Cambiò espressione; c’era qualcosa di strano nel suo tono: nostalgia, tristezza, rimorso.
Sora lo intuì.
-Cosa gli è successo…?- domandò, curioso e preoccupato.
Alistair sospirò.
-Ostagar.- disse, abbassando lo sguardo –E’ morto durante la battaglia di Ostagar.-
Sora comprese l’umore dell’amico.
-Oh, mi dispiace, non dovevo chiederlo, forse…-
-Non fa niente. Non lo sapevi. Lui e il re avevano concordato sull’inviare me e i nuovi Custodi alla Torre di Ishal, dove avremmo inviato il segnale a Loghain per attaccare i Prole Oscura…-
-Che non è mai arrivato.-
-Esatto. E per colpa sua, Duncan e tutti i miei amici sono… sono…-
Dei singhiozzi preoccuparono il ragazzo: Alistair stava piangendo. Da come ne aveva parlato, i Custodi Grigi erano divenuti la sua nuova famiglia. E perdere una famiglia è un colpo troppo grosso, non importa quanto forte sia il cuore. La sua reazione era del tutto normale. Sora non poteva certo biasimarlo.
Gli prese di nuovo un braccio.
-Ehi, non temere.- lo rincuorò –Loghain avrà quello che merita.-
Alistair sorrise. Era grato per quei tentativi di risollevargli il morale, ma non poteva illudersi. La strada sarebbe stata ardua.
Qualcosa di inaspettato li prese alle spalle.
-ALLORA! Di cosa parlottate voi due?!-
Alistair e Sora sobbalzarono, quasi urlando: era Leliana. Per fortuna.
Non aveva più la sua tunica da Chiesa: usciti dalla via Imperiale, il gruppo si era imbattuto in una banda di briganti, che sconfissero facilmente. Sten aveva preso uno spadone, da uno di loro; Leliana, invece, si era appropriata di un’armatura di cuoio indossata dall’unica donna del gruppo, per avere più libertà nei movimenti e per avere una protezione contro eventuali attacchi nemici.
-Non fatelo… mai più!- rimproverò Alistair, ancora scosso –Credevo fossero i… come si chiamano…?-
-Heartless?-
-Sì, quelli! Grazie, Sora.-
-Io avrei detto i Prole Oscura.-
-No, li avrei percepiti.-
La sorella ridacchiò.
-Scusate, non ho saputo resistere.- si scusò, con la sua voce dolce e flautata –Mi sono svegliata poco fa, vi ho visti che vi stavate allontanando e ho deciso di seguirvi.-
I due ragazzi furono leggermente inquietati dall’ultima frase.
-Ci stavi seguendo…?- mormorò Sora.
Leliana li osservò entrambi, confusa.
-Cosa…? Voi credete che…?- si mise a ridere –No! Ma cosa andate a pensare? E’ solo che… mi sentivo un po’ sola, ecco tutto… gli altri stanno ancora dormendo…-
-Ahh…!- fecero i due ragazzi, tirando un sospiro di sollievo.
-Oh, e c’era un’altra cosa di cui volevo parlarvi.- si ricordò la sorella –Si tratta di quello che stavo per dirvi a Lothering.-
Anche Alistair ricordò.
-Sì, quando avete detto che volevate venire con me perché il Creatore ve lo ha ordinato…?-
-E hai anche osservato il Keyblade come se non fosse la prima volta che lo avevi visto.- aggiunse Sora, ricordando anche lui –Anzi, avevi persino detto di averlo sognato!-
-Ecco, è questo il punto.- tagliò corto lei –Le due cose sono collegate.-
Alistair e Sora erano sempre più confusi: Leliana era molto criptica.
Ella sospirò, per raccogliere i pensieri.
-E’ successo tutto due notti fa.- raccontò -Ho fatto un sogno orrendo. Il Ferelden era sommerso dall’Oscurità e io stavo scappando, salendo fino alla cima di una montagna. Poi sono caduta, nel vuoto. Era davvero orribile. Ma poi una luce mi abbagliò e avevo in mano una spada come la tua, Sora. Mi è basato puntarla in avanti, per eliminare il buio. Poi mi sono svegliata, e sono uscita in cortile, come facevo tutti i giorni. C’era un cespuglio, lì, il più brutto che avessimo mai visto, sterile, marrone. Ma quel giorno ho visto una rosa. Era sbocciata una bellissima rosa. L’ho interpretata come un messaggio del Creatore, che mi diceva che anche nei momenti più bui possono nascere cose belle e io dovevo proteggerle, a qualunque costo.-
Sora ascoltò tutto con interesse: Leliana aveva sognato di brandire un Keyblade. Il suo sogno gli ricordò il giorno in cui le Isole del Destino erano state distrutte dagli Heartless. Stava proprio vagando nel buio, quando il Keyblade aveva fatto la sua comparsa, illuminandolo con la sua luce e liberandolo dall’Oscurità.
-Sì, molto interessante…- commentò Alistair, sarcastico –E la parte dove il Creatore vi chiede di unirvi a me, nella mia missione di unire il Ferelden contro il Flagello?-
-Inizialmente, beh… forse ho un po’ enfatizzato questo punto…- ammise, quasi imbarazzata –Ma quando ho sentito che eravate l’ultimo Custode Grigio, ho sentito come il dovere di unirmi a voi, per difendere tutto ciò che il Ferelden ha ancora di buono e bello. E poi ho visto Sora e il suo Keyblade, e ho sentito che c’era un legame con il mio sogno. Questo ha fatto accrescere la mia determinazione a unirmi a voi.-
Le sue parole convinsero il Custode Grigio: Leliana era orlesiana, ma non sembrava subdola o bugiarda, come si diceva fossero gli orlesiani.
-Beh… avendo anche notato le vostre abilità in battaglia…- concluse –Non me la sento di mandarvi via.- osservò da un’altra parte –Forse è meglio tornare al bivacco. Magari gli altri si sono svegliati. Prima andiamo a Redcliffe, meglio è.-
Alistair camminò seguito da Leliana e Sora, che camminarono affiancati.
-Quindi, Leliana…- disse il ragazzo, per rompere il ghiaccio –Ti hanno insegnato al monastero a combattere così?-
Lei fu come divertita.
-Così come?-
-Beh, come fai tu. Hai davvero una bella mira con l’arco. Non sbagli quasi mai un colpo.-
-Oh, grazie, sono lusingata. Beh, non sono sempre stata una sorella, sai? Ho viaggiato molto, e lo sai bene, essendo anche tu viaggiatore, che dobbiamo arrangiarci, in qualche modo.-
-Beh… suppongo tu abbia ragione.- commentò il ragazzo, mettendosi le mani dietro la nuca –Eri una semplice viaggiatrice, quindi?-
-Beh, più o meno. Per essere più specifici, ero una barda.-
-Una barda?-
-Giravo il Thedas, soprattutto Orlais, cantando storie. Veniamo sempre paragonati ai menestrelli, ma non siamo proprio menestrelli. Siamo spie, assassini, abbiamo un patrono, veniamo pagati per intrattenere i nobili, ma anche per uccidere dei nobili.-
Sora impallidì.
-U-uccidere…?-
-Sì, purtroppo sì. La politica di Orlais è complicata. Ogni nobile cerca di uccidersi l’un l’altro per il potere. E noi bardi siamo i loro mezzi per farlo.-
-Quindi hai ucciso delle persone…?-
-Sì.- notò lo sguardo intimorito del ragazzo; le fece quasi tenerezza -Oh, ma non temere, Sora.- rassicurò, dandogli una carezza -Non ho intenzione di fare del male a te o agli altri. Quei tempi sono finiti, ormai.-
Sora tirò un sospiro di sollievo.
-Ah, menomale…- ridacchiò.
Alistair, ad un certo punto, si fermò: sembrava inquieto.
-Ehm, Sora…- disse –Hai presente quando poco fa ti ho parlato dell’Oblio e di chi ci abita dentro…?-
Il ragazzo ricordò.
-Sì, mi hai detto che è la casa dei demoni, perché?-
-Credo che il tuo amico papero abbia un problema…-
Tornati al bivacco, infatti, Alistair notò qualcosa di storto: Paperino si stava come agitando nel sonno. Mormorava qualcosa, tipo lamento, e si girava di continuo.
Poi scattò in piedi, prendendo il suo scettro, tenendo gli occhi chiusi.
-QUACK! VIA! SCIO’! PUSSA VIA!- starnazzò, lanciando fulmini ovunque.
Le sue urla svegliarono il resto del gruppo, primo di tutti Pippo.
-Che succede?!- esclamò Morrigan, mettendosi a sedere sul terreno.
Uno dei fulmini si stava avvicinando a Sora, Alistair e Leliana, soprattutto a Leliana. Lei non sapeva cosa fare: era bloccata. Si coprì gli occhi, urlando.
-Leliana!- esclamò il ragazzo.
In quel momento, Alistair si mise di fronte alla sorella, allungando una mano aperta in avanti.
-ATTENTA!-
Il fulmine venne come assorbito. No, svanito. Di fronte alla mano di Alistair era apparso un cerchio azzurro, che assorbì il fulmine. No, esso svanì proprio.
Alistair sorrise, soddisfatto.
-Beh, almeno non ho perso l’allenamento…- disse, chiudendo la mano e osservandola come se nulla fosse avvenuto.
Ciò stupì Sora.
-WOOOW!- esclamò, ammirato –Ma come ci sei riuscito?-
-Addestramento templare.- spiegò, orgoglioso –Quello che facevo, prima di diventare Custode Grigio. Possiamo vanificare gli effetti delle magie. Duncan mi ha reclutato prima che prendessi i voti finali. E aggiungerei, “per fortuna”…-
Gli occhi di Sora furono illuminati da strana luce, e il suo cuore stava per scoppiare dall’emozione.
Prese Alistair per un braccio, saltando come un grillo.
-INSEGNAMELO, DAI! INSEGNAMELOINSEGNAMELO, TIPREGOTIPREGOTIPREGOTIPREEEEEEEEGOOOOO!!!- implorò, urlando come se Alistair fosse lontano. Lo stava implorando persino con gli occhi e lo sguardo da cane bastonato.
Il giovane lo fissò perplesso.
-No.- decretò, liberandosi dalla presa, facendo spezzare il cuore al ragazzo.
-NO?! Ma perché?!-
-Perché questo è un segreto da templare. Se te lo rivelassi, tu e la tua bocca larga lo urlereste a mezzo mondo.-
-Non lo dirò a nessuno, promesso! Dimmi come si fa, ti preeeeego!- si era messo persino in ginocchio e camminava con le rotule, in posa di preghiera.
-Sì, come avevi detto che non avresti detto a nessuno che ero l’ultimo Custode Grigio rimasto.-
-Signori, volete stare zitti?!- esclamò Morrigan, ponendo fine alla discussione –Qui c’è un problema più serio delle vostre paranoie…-
Paperino non si era ancora ripreso dallo spavento: si era chiuso a riccio, tremando e gemendo. Non era un semplice incubo, era molto di più.
Pippo cercò di rincuorarlo, accarezzandogli la testa; anche il mabari strofinò il suo muso sulle sue mani.
Sora si allarmò e corse da lui, seguito da Alistair.
-Paperino, tutto bene?- domandò, preoccupato –Hai fatto un brutto sogno?-
Paperino lo fulminò con lo sguardo.
-Un brutto sogno? UN BRUTTO SOGNO?!- starnazzò, saltando a mezzo metro d’altezza, agitando le braccia, nervoso –SOGNARE DI LUCIDARE LE MONETE DI MIO ZIO E’ UN BRUTTO SOGNO! QUESTO ERA UN VERO E PROPRIO INCUBO!-
Anche Leliana si unì al gruppo: aveva qualcosa in mano, un calice di legno con dell’acqua calda.
-Bevi, ti sentirai meglio.- informò, con la sua voce dolce.
Paperino la prese, senza cambiare espressione.
-Grazie.- bevve il contenuto, senza domandare cosa fosse; ma continuava a tremare –Non so dove ero, stavo camminando per una strada strana e vedo uno strano essere di fronte a me.-
-Uno strano essere…? Che tipo?- domandò, curioso, Alistair.
-Un… non so cosa fosse.- balbettava e gesticolava tremando; era ancora scosso -Aveva il corpo di una donna, ma la testa con delle enormi corna da ariete. Mi aveva fatto una proposta, non ricordo che cosa..-
Morrigan si mise a pensare.
-Si direbbe un demone del desiderio, basandomi sulle tue descrizioni.- spiegò, indifferente –Come dice il nome, scruta dentro le persone, specialmente i maghi, alla ricerca del loro più grande desiderio. E se le mie supposizioni sono esatte, voleva proporti qualcosa, in cambio del tuo corpo e della tua anima per entrare in questo mondo, giusto?-
Paperino cercò di ricordare. Sì, la strana creatura gli aveva rivolto quelle parole. Ma non dirette, come Morrigan.
-Tu vuoi tornare come prima, vero?- gli aveva sibilato, con voce flautata e profonda -Prima della tua avventura in tutti i mondi, costantemente attaccato da Heartless, Nobodies, l’OrganizzazioneXIII… no, tu vorresti diventare re del tuo mondo. Ricordi la tentazione che avevi, mentre tu e i tuoi amici eravate nel passato? Avevi l’occasione di cambiare il tuo destino, ma Pippo e Sora te lo hanno impedito. Ma io posso realizzarlo. Se lascerai che io diventi te, posso realizzare il tuo desiderio.-
Paperino lo riportò per filo e per segno.
-Mi sono lasciato prendere dal panico, ed è qui che mi sono svegliato.- concluse.
Sora e Pippo si osservarono. Ricordavano perfettamente quel viaggio nel passato: tornati al Castello Disney, Paperino aveva osservato il portale per il passato, elucubrando pensieri oscuri. Sì, cambiare il passato a proprio vantaggio era una tentazione enorme.
Morrigan rifletté.
-Beh, è stato un miracolo se ti sei svegliato.- spiegò.
Paperino fu nuovamente allarmato e curioso nello stesso tempo.
-Perché? Cosa sarebbe successo, se avessi accettato?-
-Semplice, saresti diventato un abominio.-
-A-abominio…?-
-Esseri mostruosi dotati di una grande intelligenza. Praticamente la tua mente insieme a quella del demone. Cambi forma, ma diventi più forte ed intelligente.-
Bastò la parola “mostruosi” per far impallidire Paperino e tremare di nuovo. Impallidì tanto che persino il becco e le zampe divennero albine.
-C’è modo di liberarsi?- domandò il ragazzo.
-L’unico modo è eliminare l’abominio.- rispose Alistair –Ma ciò comporta la morte del mago stesso.-
Sora e Pippo si misero di nuovo in posa riflessiva.
-Beh, allora dobbiamo stare attenti con Paperino.- informò Sora –Cede facilmente alle tentazioni.-
Pippo annuì.
-E’ già successo in uno dei nostri viaggi. Era vicino a rubare un tesoro maledetto. Per fortuna non l’ha fatto.-
Da spaventato, Paperino divenne offeso e furioso.
-EHI! COSA VUOI INSINUARE CON QUESTO?!- esclamò, saltando e agitando i pugni.
I presenti ridacchiarono (escluso Sten). Poi Alistair guardò in alto.
-E’ ancora notte e siamo tutti svegli.- notò, sorridente, nonostante il tono serio -Io ne approfitterei per riprendere il cammino verso Redcliffe. Se Eamon è davvero malato, non possiamo perdere tempo.-
-Sono d’accordo.- affermò Sten, secco come al solito –Abbiamo perso anche fin troppo tempo.-
Sora e Leliana sbuffarono, pensando la medesima cosa: “Perché è così noioso…?”
Qualcosa cadde da una borsa, appena Pippo la sollevò da terra per portarla sulla spalla: un piccolo bastone.
Morrigan si fece seria e curiosa nello stesso tempo.
-Ehi, cos’hai lì, Pippo?- domandò, indicando con il mento l’oggetto caduto.
Pippo si voltò, notando a cosa la donna si stesse riferendo.
-Oh, questa?- fece, raccogliendolo –Mentre stavo aiutando Sten a raccogliere legna, oggi, io e il cucciolo ci siamo imbattuti in un commerciante. Mi ha mostrato questa, dicendomi che me lo avrebbe dato gratis. Ha detto che è… una verga di controllo, giusto, cucciolo?-
Il mabari abbaiò, come per affermare.
Alistair prese parte alla conversazione, interessato.
-Una verga di controllo? Tipo per comandare un golem?-
-Sì, ha detto così!-
-Un golem?- domandò Sora.
-Mostri di pietra dotati di un’anima.- rispose Morrigan, poi tornando a parlare con Pippo –E perché questo tipo ti avrebbe dato una verga di controllo?-
-Beh… ehm… diceva di volersene sbarazzare, perché non sapeva cosa farsene e io l’ho trovata carina. E poi, ha detto che serve per controllare un golem. E se i golem sono come li hai descritti tu, Morrigan, non pensate potrebbe aiutarci nel Flagello, contro i Prole Oscura? Tu cosa dici, Alistair?-
Alistair ci fece un pensiero. Poi osservò i presenti.
-Beh, l’idea non è per niente malvagia.- decise –Ma sì, un gigante di roccia può combattere quanto dieci sodati! Ti ha anche detto dove possiamo trovarlo questo golem, Pippo?-
-Sì, in un villaggio chiamato Honolulu, Honalì, Honnowi…-
-Honnleath?- tagliò corto Morrigan.
-Sì, Honnleath!-
-Si trova poco più a sud di Redcliffe…- rifletté Leliana.
-Ottimo. Allora prima andiamo a Redcliffe e poi a Honnleath.- decise Alistair, stirandosi la schiena –Per il golem c’è tempo, ma non per Eamon. Andiamo!-




 
   
 
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