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Autore: Daleko    09/05/2019    2 recensioni
Sei strofe in versi sciolti. No, il tema non è l'amore.
[2331 caratteri | 386 parole]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiori d'arancio nel cortile alberato 

 
Un intreccio di dita, labbra sfiorate, 
capo contro spalla in un bus affollato. 
Di giovinezza l'amor si nutre,
e gli sguardi addolciti dei passanti
rinvigoriscono la tenace passione. 
Di appuntamenti e telefonate,
di feste divise dai parenti di entrambi
si marchiano i primi, timidi tempi. 
Dal primo incontro alla proposta, 
è un lungo inno all'umana gioia. 
E io ti osservo, nascosto nell'ombra,
diverso, malfatto, indegno d'amore.

Fiori d'arancio nel cortile alberato, 
musica romantica suonata all'aperto
e di Sorrento del golfo la vista.
Amo le coste, i limoneti e le vigne, 
che di quel più speciale giorno
accompagnano le gaudenti risate. 
Un altare all'amor consacrato,
un dì per chi gli amanti ama,
divise tali per i loro colori,
impressi su pellicola da fotografia.
E io ti osservo, nascosto nel pianto,
indegno, sgradito, sol da ignorare.

Motivo di gioia, ventre rigonfio,
mistica creatura qual è un genitore,
di natura o d'adozione baciato.
Pregno di saggezza per la comunità,
mai sazio si ciba doppiamente d'amore.
È una nuova anima al mondo
il suo dono all'umanità tutta,
che compatta gioisce per essa.
E io ti osservo, nascosto d'oblio,
fuori da questo mondo meschino.

Dita sfiorate, labbra ben chiuse, 
spalla contro spalla in un bus affollato. 
Dal timore l'amor si guarda,
e gli sguardi ostili dei passanti
turbano la tenace passione. 
Di incontri e rari momenti,
di feste divise tra i propri parenti 
si marchiano i primi, timidi tempi. 
Dal primo incontro ai primi tormenti, 
è un lungo inno all'umana ignominia. 
E io mi angoscio, nascosto nell'ombra,
diverso, spaurito, ardente d'amore.

Fiori d'arancio nel cortile alberato, 
musica romantica suonata all'aperto
e di Sorrento del golfo la vista.
Amo le coste, i limoneti e le vigne, 
che degli altri il più speciale giorno
accompagnano le gaudenti risate. 
Un altare all'amor legale,
un pranzo per l'amor che vale,
bianco e nero da manuale,
per una gioia a noi negata. 
E io mi struggo, nascosto nel pianto,
tradito, tremante, sol da gettare.

Motivo d'invidia, ventre rigonfio,
estranea creatura qual è un genitore,
dallo Stato e dal popolo amato.
naturalmente baciato dal fato,
mai sazio dell'amor agognato.
È una nuova anima al mondo
il peccato dell'umanità tutta,
qual d'orrore la sua esistenza riempie.
Di un bambino d'animo opposto
misero l'uomo non sa che fare,
se non a lui l'amore, e la vita
sol, ignobilmente, negare.



 
   
 
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