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Autore: RodenJaymes    09/05/2019    6 recensioni
*Fanfiction partecipante al contest "Gara di flash" indetto dal gruppo Facebook "Takahashi Fanfiction Italia".
Dal testo:
"Quel giorno aveva smesso d'essere se stesso, lì, nel momento esatto in cui aveva deciso che avrebbe salvato la selvaggia prigioniera. Aveva tradito i suoi compagni, i soldati dell'Imperatore.
Aveva fallito e aveva abbracciato quel fallimento quasi aggrappandocisi."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I'm the bad guy, duh!'
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Fanfiction partecipante al contest “Gara di flash” indetto dal gruppo Facebook “Takahashi Fanfiction Italia”.

Tipologia: Flashfiction (massimo 500 parole).
Coppia: Het.
Rating: Giallo.
Prompt assegnatomi: “Wertheimer, insomma, si era innamorato, o addirittura era rimasto ammaliato dal proprio fallimento, e in questo fallimento si era incaponito fino alla fine”, da Il soccombente, T. Bernhard;

 

 

Il soccombente

 

 

Giappone, Periodo Heian.

 
«Perché mi hai aiutata?»
Il giovane guerriero puntò i suoi occhi scuri in quelli sfrontati e glaciali della fanciulla che aveva davanti. Cosa averebbe potuto dirle? Lui stesso si era posto quella domanda innumerevoli volte, da quando aveva slegato le corde che le opprimevano i polsi e l'aveva sospinta fuori dall'accampamento, durante quella notte senza luna.
Non aveva smesso di chiederselo per un solo istante, eppure aveva continuato a muoversi meccanicamente, spinto da una forza sconosciuta, volenteroso di salvarle la vita. Lui che, di vite, ne aveva prese tante, a volte anche per puro diletto.
Erano in guerra contro gli Emishi* da tempo, lì, nelle terre del nord-est; aveva passato tanti di quei traditori a fil di spada da perderne il conto. Ma quando s'era trattato di lei, la figlia di un capo tribù, presa e legata come una bestia qualunque, pronta alle atrocità che i soldati le avrebbero inflitto, non c'era riuscito. Non era riuscito a mantenere quell'eterea intoccabilità che sempre lo aveva caratterizzato, la mente pronta al calcolo, l'atteggiamento algido e disinteressato di chi non è toccato dal mondo. Non sapeva perché, gli era bastato guardare in viso quella Kikyo degli Emishi una volta per crollare interiormente, senza darsi spiegazioni. Quel giorno aveva smesso d'essere se stesso, lì, nel momento esatto in cui aveva deciso che avrebbe salvato la selvaggia prigioniera. Aveva tradito i suoi compagni, i soldati dell'Imperatore.
Aveva fallito e aveva abbracciato quel fallimento quasi aggrappandocisi.
Il suo fallimento come soldato, come uomo a servizio della corona; si era permesso di sbagliare, proprio lui, Naraku degli Ichinose, l'eccellenza, colui che non aveva mai malfatto un fendente in battaglia, un tassello in una strategia militare; mai un passo falso, una parola di troppo.
Lo chiamavano Il Calcolatore perché mai nulla, nelle sue azioni, era non misurato o lasciato al caso.
Si può dire che avesse operato un calcolo anche in quella sfortunata situazione? Non seppe rispondersi. Di una cosa era certo: aveva imboccato la strada di quel fallimento con consapevolezza e testardaggine – quel fallimento che aveva fattezze di donna, due labbra rosse e occhi per i quali sarebbe valsa la pena morire. E sarebbe morto, lo sapeva. Perché anche se lui l'aveva risparmiata, totalmente perso per quella fanciulla d'ebano e alabastro, lei non avrebbe fatto lo stesso.
Si tenne lo stomaco, sentendosi inerme per la prima volta nella vita, l'umido del sangue che gli impregnava le vesti. La ragazza si rigirò fra le mani il pugnale macchiato di cremisi, consapevole che non avrebbe ricevuto una risposta.
 «È stata una scelta avventata, giovane soldato», sentenziò, senza gratitudine né pentimento.
E mentre sentiva lentamente la vita abbandonarlo, mentre la vedeva allontanarsi nella sua tunica stracciata e sporca di sangue, Naraku rifletté irrazionalmente che, nonostante tutto, avrebbe compiuto quella scelta altre mille volte. Altre mille volte per lei avrebbe fallito e, in quel fallimento, ammaliato e stordito, avrebbe esalato l'ultimo respiro.

 

Note autrice:
*Emishi: furono un popolo del Giappone che viveva nella parte nord-est dell'isola di Honshu. Alcune tribù di questa popolazione, durante i periodi tardo Nara e primo Heian, si opposero al dominio dell'Imperatore, non riconoscendone l'autorità – è il caso della tribù a cui dovrebbe appartenere Kikyo. Ovviamente, accuratezze storiche a parte, è tutto terribilmente romanzato.

 

Angolo autrice.
Ciao a tutti! :) Non scrivo un angolo autrice dal Giurassico e credo di non saper più come si faccia!
Che dir? Mi sono divertita nel cimentarmi nella scrittura di questa flash e ringrazio questo contest velocissimo per questo ritorno fugace, contentissima partecipare! Ho trovato il prompt tanto difficile quanto stimolante ed è venuta fuori questa storia che, non nascondo, mi stuzzica abbastanza, tant'è che ho faticato a tenermi nel range delle 500 parole. Mi sembra frettolosa, ma sarà che sono abituata a dilungarmi fin troppo xD
Traccia bellissima, grazie a LarcheeX per averla fornita! Naturalmente, ringrazio anche chi è arrivato a leggere fin qui.
Un bacio e alla prossima!
RJ.

  
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