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Autore: Wolfgirl93    14/05/2019    0 recensioni
Il regno di Wayfind è un regno pacifico, il re che lo governa è buono e nonostante la giovane età è benvoluto dal suo popolo; un giorno però la siccità arriva portando con se la paura e l'ansia di non sopravvivere e il re Ventus sarà costretto a inoltrarsi in zone che non ha mai esplorato per far tornare la vita del suo popolo alla normalità.
VanVen Arabian AU
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Terra, Vanitas, Ventus, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco
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Broken

 

Ventus scese velocemente verso l’entrata del palazzo, guardò la carovana di cammelli trasportare le grosse otri e sentì una strana euforia pervaderlo, Vanitas aveva detto il vero, nonostante quel patto fosse una ferita ancora aperta nel cuore e nel suo orgoglio sapeva che poteva fidarsi delle parole del sultano.
“Buongiorno sire, il sultano di Nesciens le porge i suoi omaggi e le offre queste otri piene d’acqua per sancire la vostra alleanza.” Disse una guardia facendo un profondo inchino, il regnante guardò il sovrano e gli fece cenno di alzarsi. “Dove le possiamo portare maestà?” Chiese l’uomo dopo essersi alzato.
Ventus contò le varie otri e rimase sorpreso di vedere che quella quantità avrebbe dissetato tutto il suo popolo per almeno un mese “Portatele ai pozzi.” Bastarono quelle parole e alcune guardie reali fecero segno alle guardie del sultano di seguirle per portare l’acqua ai pozzi, così che tutto il popolo potesse goderne.

 

20 luglio, Regno di Nesciens

 

Era ormai pomeriggio inoltrato e Vanitas era disteso nella sua vasca mentre alcune ancelle gli porgevano frutta fresca e lasciavano cadere petali di fiori per profumare l’acqua, una guardia entrò nella stanza lentamente, fece un inchino poi aspettò il permesso di parlare, bastò un gesto del capo del sultano per farlo parlare.

“Mio signore le otri sono state consegnate, il re di Wayfind le è molto grato.” Disse il ragazzo restando fermo in attesa di una qualche parola o di essere congedato.

“Bene, puoi andare ora.” Il moro chiuse gli occhi e si lasciò andare al puro relax, l’acqua era tiepida e ed un toccasana per il corpo del sultano; passò almeno un’ora in ammollo prima di rialzarsi e dirigersi verso la sala del trono, Xemnas si irrigidì nel vederlo e fece un inchino quasi meccanicamente nel vederlo avvicinarsi.

Gli occhi di Vanitas si fissarono sulla guardia con un ghigno furbo “Pensavi ancora alla tua vecchia vita?” Chiese senza troppe cerimonie, non si aspettava di certo che l’altro rispondesse ma gli bastò vederlo irrigidirsi per capire che aveva fatto centro.

Xemnas era l’erede al trono di un piccolo regno, durante una guerra era stato rapito e portato al cospetto del sultano per via della sua audacia e della sua cocciutaggine, ci erano voluti mesi per addomesticare quel ragazzo, mesi in cui era stato costretto al digiuno e mesi in cui era stato fustigato in cambio di un minimo di lealtà; quando quell’addestramento fu concluso Xemnas sembrava un’altra persona, era diventato docile, forse un po’ troppo taciturno ma era un cagnolino fedele quindi non servivano a molte le parole. Il suo compito era proteggere il sultano e assecondare ogni capriccio e ormai prendeva quel compito con così tanta devozione che Vanitas aveva deciso di togliergli ogni tipo di costrizione,a ancora ricordava il tintinnio delle catene mente l’altro lo seguiva per il palazzo, catene d’oro gli circondavano i polsi, le caviglie e la gola, ricordava bene di come l’altro se ne vergognasse ogni volta che camminava, eppure dopo averle tenute per mesi e mesi quando era arrivato il momento di toglierle Xemnas ne fu quasi rattristato, glielo disse una notte ‘Sono cresciuto con uno scopo, sono stato strappato dalla mia gente e portato qui. Sono stato forgiato come un uomo nuovo e ora che nessuna catena mi costringe più ho paura che la sete di libertà mi porti via da qui.’
Vanitas aveva riso per quelle parole, quello che aveva davanti ormai non sembrava più il giovane ragazzo con gli occhi pieni di sfida che era entrato nel palazzo, i suoi occhi ormai erano vuoti, il suo scopo nella vita era diventato servirlo e questo era tutto quello che Vanitas agognava; era questo che voleva fare, distruggere e ricomporre a suo piacimento le persone, voleva togliere l’insolenza dal loro carattere e dai loro occhi per poterci vedere solo e unicamente devozione, era questo che voleva fare anche con Ventus, ed era quello che avrebbe fatto.

   
 
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