Traccia: scrivere una flashfic (max 500 parole) ispirandomi alla seguente immagine:




Per un fugace istante ci aveva sperato.

Celata da quelle vesti sacerdotali e dall'aura di compostezza e sacralità, aveva scorto un'anima sola, gravata dal proprio stato, da quella etichetta che il mondo aveva - senza consenso- posto su di lei.
Su di loro.

La sacerdotessa e il mezzodemone.

Due opposti agli occhi del cielo, ma in realtà accomunati dallo stesso desiderio di essere amati, di poter essere normali per qualcuno, anche solo per uno.

E all’improvviso quella scintilla di speranza di aver forse finalmente trovato un amico, si era spalancata in una possibilità.
Un sogno di un possibile futuro. Un luogo dove appartenere. Una casa, finalmente, dopo tanto peregrinare solitario, con la volta del cielo come unico compagno.

Poteva ora forse sperare? Guardare al futuro senza timore, invece di vivere giorno per giorno augurandosi di essere in grado di poter assistere all'alba successiva, in continua lotta per la propria vita e per dimostrare di essere degno di calpestare questa terra.

Anche se il prezzo da pagare era rinunciare ad una parte di se stesso.
Dopotutto anche lei avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa, no? Il patto era equo.

Illuso.

Che fosse quella, la loro occasione di felicità?
Abbandonare il fardello di ciò che lo rendeva diverso; porre fine alla responsabilità che le era stata affidata, al compito che i Kami le avevano posto innanzi.
Abbandonare ogni maschera, ogni finzione, ogni convenzione.

L'aveva detto anche lei, una volta: - Non mostro mai la mia fragilità, non posso permettermelo, altrimenti sarei sopraffatta dai demoni. Sono un essere umano ma non posso essere umana. Io assomiglio molto a te, a te che sei un mezzo demone -.

Ma davanti a quell'albero fu la fine di tutto.

Inutile, era stato tutto inutile.

Un'improvvisa freccia ferma la sua corsa, inchiodandolo al Goshinboku.

Illuso, sei solo uno stupido illuso.

“Kikyo… maledetta, mi hai sconfitto”, un sussurro, mentre le palpebre soccombono al sonno incantato, celando gli occhi color dell'oro.

Confusione, dolore, perdita, tradimento, tristezza, rabbia.

Si era fidato di lei, di una sacerdotessa. Le aveva persino donato l'unico oggetto che gli era rimasto in ricordo della propria madre.

Stupido. Che stupido era stato. E ingenuo.

Dovresti ben saperlo, ormai.
 Non esiste demone che possa accettare un mezzodemone come proprio amico e compagno, nemmeno quando si tratta di un consanguineo.

Debole, stupido mezzosangue. Lo sai, da sempre, che non hai il diritto di avere quella cosa chiamata felicità.

Perché non era né l'uno né l'altro. Non un demone e non un umano. Non stava da nessuna parte.

Perché lei lo aveva tradito? Perché?!?

Eppure, nel profondo del proprio cuore dolorante, sapeva di non riuscire ad odiarla, non quando colei che desiderava soltanto di poter diventare una donna qualunque, era la prima ragazza a cui avesse mai voluto bene.

Abbandonandosi all'incoscienza, ignaro che anche lei a breve si sarebbe arresa ad un oblio ben più profondo -quello della morte-, pensò che se mai gli fosse stata data un'altra possibilità, non avrebbe più permesso a qualcun’altro di ingannare il suo cuore.



Angolo autrice: Direi che è doverosa una breve spiegazione di come funziona il mio pazzo cervello XD in primis, vedendo quale immagine la sorte mi aveva assegnato, mi sono quasi messa a piangere… dalla disperazione XD Perché non poteva esserci atmosfera e scenario più diverso da me XD i miei occhi hanno scorto una scena dark, decadente, piena di ombre. E con quell'albero nel mezzo non ho potuto che pensare a loro… tant'è che poi la figura maschile dell'immagine sembra vampirica, diversa, uno spirito quasi. Il primo piano è in ombra mentre la casa dietro è più luminosa, come un sogno/futuro lasciato alle spalle… boh XD davvero non ho saputo tirarne fuori qualcosa di meglio XD
Ps. Le parti in corsivo sono stralci di dialoghi presi dall'anime