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Autore: Dida77    19/05/2019    4 recensioni
"I ricordi piombavano addosso senza preavviso, smossi da un odore, un suono o un'immagine, proprio come adesso, davanti alla vetrina di una gioielleria..." (tratto dal Capitolo 1)
Raccolta di flashfic Stucky di una singola frase,
nate da una challenge del gruppo Facebook "till the end of the line - Steven Rogers / Bucky Barnes - Stucky".
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perle (Bucky)
I ricordi piombavano addosso senza preavviso, smossi da un odore, un suono o un'immagine, proprio come adesso, davanti alla vetrina di una gioielleria: una collana, un semplicissimo filo di perle senza tempo, ed ecco che i ricordi della madre di Steve affollavano di colpo la sua mente, riportando alla luce immagini di una vita felice che non sapeva di aver vissuto.

Arrendersi (Steve)
Avrebbe dovuto arrendersi all'evidenza e lasciare andare, una volta per tutte, coloro che erano scomparsi, avrebbe dovuto provare a farsi una nuova vita, provare ad andare avanti; sarebbe stato più facile, avrebbe fatto meno male, forse, ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto, lui non si sarebbe arreso, lui non li avrebbe mai lasciati andare.

Canto (Bucky)
"Usciamo dai, è la vigilia di Natale" aveva detto Steve prendendolo praticamente di peso e trascinando a forza fuori dall'appartamento, senza una spiegazione; adesso camminavano mano nella mano, sotto una leggera nevicata, in una New York vestita a festa e piena di luci, con l'odore del vino caldo speziato nelle narici e i canti di Natale intorno a loro: non ricordava cosa significasse essere felici, ma doveva esser qualcosa di molto simile a quella sensazione lì.

Ritrovarsi (Bucky)
Lo aveva seguito al supermercato, chissà poi perché, e adesso era da solo in un corridoio pieno di gente che lo urtava da tutte le parti, "Tu scegli i biscotti, io vado a prendere il latte" aveva detto Steve pochi minuti prima senza dargli il tempo di rispondere; in un attimo il panico gli aveva annebbiato la vista; non poté far altro che sedersi a terra con gli occhi chiusi, cercando di respirare normalmente, in attesa che Steve lo ritrovasse e rimettesse tutto al giusto posto e nella giusta prospettiva; "Eccomi Bucky, eccomi, ti ho trovato" sentì dire; respirare era già un po' più facile.

Guscio (Bucky)
Le braccia e le gambe di Steve lo avvolgevano da dietro, come un guscio protettivo ed era strano che, dopo tutte le cinghie e le costrizioni che aveva dovuto subire nella sua vita, sentirsi stretto in quel guscio caldo, senza possibilità di muoversi, fosse l'unica cosa che lo facesse sentire tranquillo e al sicuro dal resto del mondo.
 
   
 
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