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Autore: Napee    23/05/2019    1 recensioni
***questa flash partecipa al contest “gara di flash” indetto dal gruppo facebook Takahashi fanfiction Italia***

Tre donne. Tre bottiglie di alcol e qualche consiglio.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, izayoi, Signora Madre
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa Flash è ispirata al prompt “scena del film” di Cassandra ed è deliberatamente ispirato alla pellicola Bad Mom.



 
Il concistoro del supermercato 



Non sapeva spiegarsi come aveva fatto a finire lì, seduta sul pavimento appiccicoso di un supermercato con indosso il suo tailleur firmato e in mano una bottiglia di vodka ormai agli sgoccioli.
Già solo quella situazione lasciava presagire che avesse toccato il fondo da sola, ma no, non bastava. La compagnia con la quale si era ritrovata vittima degli eventi era forse peggio.
Come aveva fatto a restare chiusa dentro ad uno squallido supermercato, ancora non lo aveva capito, ma per quale scherzo del destino ci fosse rimasta in compagnia di una delle reincarnazioni di Izayoi e della madre di quella sacerdotessa dell’epoca antica, era un vero e proprio mistero infittito dai fumi della vodka che le stavano dando decisamente alla testa. Altro non era che colpa della sua inutile segretaria! Non era neppure brava a farle un caffè decente, tant’è che si era dovuta adoperare per procurarselo da sola.
Sarebbe andato tutto per il meglio se solo avesse letto l’orario di chiusura del negozio.
E, col senno di poi, ignorare gli annunci che invitavano la clientela a recarsi verso le casse, non era stata un’idea felice.
“La verità è che devo pulire e sistemare anche il tempio oltre alla casa!” Aveva iniziato la madre della sacerdotessa brandendo la bottiglia di sakè come fosse una spada.
Era certa che le avesse detto il suo nome, ma proprio non riusciva a ricordarsi quale fosse… dopotutto non era un’informazione poi così importante.
“Prima ci pensava mia figlia, ma da quando se ne è andata tocca a me! Mio figlio non muove un dito!”
“Mio figlio è uguale!” Aveva iniziato l’ultima reincarnazione di Izayoi. Pareva così giovane e fresca che le pareva illegale che detenesse una bottiglia di brandy fra le mani.
“Quando torna a casa da scuola non fa niente per aiutarmi con le faccende!”
“Perché dovrebbero?” Le era sembrato normale commentare spalleggiando quelli che non potevano difendersi perché assenti. In fondo le era sempre piaciuto essere la voce fuori dal coro.
Forse era la vodka a parlare…
Un tempo non avrebbe perso il suo tempo e le sue parole per delle misere mortali, ma sentiva il bisogno di fornire a quelle angeliche creature un piccolo – quanto perfido – escamotage.
Si sentiva come un’eroina che corre in contro alle povere oppresse dal sistema.
Sicuramente era la vodka a parlare.
“Tanto ci siete voi ad occuparvi di tutto. Perché non provate a non fare nulla? Così almeno saranno costretti a pensarci da soli. Dovete smetterla di fare le perfettine, siete patetiche…” ecco, questo era molto più da lei. E si congratulò mentalmente persino con sé stessa mentre trangugiava gli ultimi sorsi di quella che si prospettava la prima di molte bottiglie.
Era una strana situazione quella nella quale si era ritrovata. Mezzo secolo prima non l’avrebbe mai immaginato.
Tantomeno avrebbe pensato di trovare piacevole la compagnia di quelle umane seduta sul pavimento appiccicoso di uno squallido supermercato.
  
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